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la separazione durante la gravidanza

Sono una ragazza di 23 anni in gravidanza alla 18a settimana. Il padre di mio figlio mi ha lasciata (oltre ad essere stata cacciata da casa in mali modo dai suoi familiari) dicendo che il bimbo non è suo e che in ogni caso non lo vuole più. Avevamo deciso di comune accordo di averlo, e adesso io non riesco a darmi una spiegazione e soffro veramente molto per questa situazione. Volevo chiederle se posso richiedere al padre i danni per avermi rovinato la gravidanza,che a mio avviso dovrebbe essere un momento tranquillo e speciale per una donna. (Paola, via mail)

No, la decisione di continuare o meno a convivere con te è una decisione personalissima ed insindacabile del padre, per quanto sia moralmente spregevole il modo in cui possano essere avvenuti i fatti e soprattutto il ripensamento avvenuto quando oramai qualsiasi decisione circa la prosecuzione della gravidanza o meno ti è preclusa, essendo già trascorso il terzo mese. Purtroppo ci sono anche molte coppie unite in matrimonio che “scoppiano” appena è nato il primo figlio, non reggendo di fronte alle mille difficoltà dell’essere genitori, e la cosa è molto triste. Comunque non è questa la sede per approfondire riflessioni di questo genere. Naturalmente, dopo la nascita, il padre potrà riconoscere o meno il figlio. Se non lo riconoscerà, potrai agire nei suoi confronti per l’accertamento della paternità. In entrambi i casi, cioè figlio riconosciuto o con paternità giudizialmente accertata, il padre dovrà contribuire al suo mantenimento, in misura che sarà determinata, nel vostro caso, dal Tribunale dei minorenni, cui ti consiglio di ricorrere subito, non appena sarà stata definita la questione della paternità.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

32 risposte su “la separazione durante la gravidanza”

la ringrazio.
oggi le cose sono cambiate: il padre e' sempre certo la madre no.
Speriamo in una maggiore equita' in futuro.
Non trovo giusto che per un'esperienza sbagliata (magari con una prostituta) un ragazzo rimanga legato tutta la vita SE NON ALTRO PERCHE' ALLA DONNA, IN MOLTI MODI,, CIO' E' EVITATO.
L'ultimo caso, la madre partorisce anonimamente, il padre viene a sapere e riconosce il figlio, puo' lui o il figlio un domani fare istanza di maternita' giudiziale.
Sembrerebbe di no, ma penso che debba verificarsi il caso per derimere il dubbio.
Quindi mentre la donna puo' chiedere alimenti, diritti e tutto, il padre o il figlio non possono chiederli alla donna.
Mi si dira' che il parto anonimo e' per evitare gli abortie gli infanticidi, beh si faccia una paternita' anonima per evitare i procurati aborti eventuali degli uomini.
L'infanticidio e' gia' reato, come il procurato aborto.
LA REALTA' E' CHE LA DONNA HA PIENO POTERE SULLA SUA RIPRODUZIONE, L'UOMO NO.
DI QUESTO NE CONVIENE?
La ringrazio, sinceramente e' stato un piacere la sua disponibilita': ben so che lei non e' responsabile delle leggi odierne……

No se il bambino viene adottato dal nuovo marito della madre non può fare nessuna istanza di riconoscimento del padre naturale, perde ogni legame con lui. Ho seguito diversi casi del genere e ne sono certo.

ps: e poi non la "annoio" piu'.
In quanto all'adozione…….mettiamo che una ragazza madre si sposi o meno con un'altro uomo e questo adotti il bambino dandogli il cognome.
Da quel che so una volta adulto il figlio puo' fare istanza di paternita' giudiziale al vero padre. O mi confondo con il "falso" riconoscimento, per cui prima bisogna farsi disconoscere dal padre "putativo" e poi fare istanza al padre biologico.
Insomma in certi casi la paternita' legittima o legittimata non e' eterna.
D'altronde E' PROPRIO QUESTO IL PROBLEMA CHE VERRA' A SORGERE QUANDO QUESTI "DANNATI" DNA FARANNO "CASINI" NELLE FAMIGLIE visto che secondo le statistiche 1 su 5 bambini non e' figlio del padre legale.

grazie avvocato.
e immagino la stessa cosa per il padre (sempre che lo venga a conoscere) vero?
Nel qual caso "cadrebbe" la presunta discriminazione per cui il padre e' sempre soggetto a paternita' giudiziali mentre le donne possono esserne immuni.

ok, ma se il figlio viene a sapere dove e' nato (ospedale) e da qualche infermiere notizie sulla madre, o da qualche ufficiale di stato civile (e successo: guardi il sito FAEGN, organismo dei figli naturali e genitori adottivi), puo' fare domanda di maternita' giudiziale alla madre?

dico la verita': secondo me non c'e' un precedente giurisprudenziale. Non c'e' un caso, chesso' sollevato alla consulta.
Lei sa come me che una donna puo' non abortire e dare il bambino in adozione restando anonima. Vige il divieto sia degli ufficiali di stato civile che dei sanitari di rivelare i dati della partoriente (mi pare che si possano sapere dopo 100 anni..). Il figlio non puo' conoscere legalmente l'identita' della madre ne la madre sapere dove e' andato in adozione il figlio. Non c'e' possibilita' di ripensamento. Eppure qualche figlio piu' o meno legalmente riesce a trovare la madre biologica. Di solito si accontenta di conoscerla. Ma se invece reclamasse dei diritti? La cosidetta legge "madre segreta" tutela la madre da questa evenienza? Secondo me no, pero' non esistono precedenti giurisprudenziali che abbiano chiarito questo punto. La risposta del servizio madre segreta di milano, sul fatto che e' impossibile una maternita' giudiziale per chi abbandona il figlio, non mi convince molto.
purtroppo non ho sottomano le fonti e le normative, se mi capitano gliele posto.
cordiali saluti
ps: rimarco il fatto dei diversi diritti riproduttivi tra uomo e donna.
La donna ha la contraccezione piu' sicura (pillola), ha la possibilita' di abortire (escludendo dal consultorio se vuole il padre che volesse tenere il figlio) e puo' partorire in ospedale pubblico e rimanere anonima (quest'ultima opzione servirebbe a "sventare" gli infanticidi).
Ma l'infanticidio e' gia' reato.
Se ragioniamo cosi' allora per evitare i procurati aborti (es. caso Niero) dovrebbe essere lecito l'anonimato paterno e l'impossibilita' di fare istanza di paternita' giudiziale (sempre che alla donna cio' sia concesso come sembrerebbe nel caso della cosidetta legge "madre segreta").
Dove sono qui le pari opportunita'?
IN ITALIA SIAMO AL PUNTO (DOPO CHE LA CONSULTA HA LEVATO LA FASE DI AMMISSIBILITA') CHE UNO SI PUO' TROVARE PADRE CONTROVOGLIA DOPO FURTO DI SPERMA DA PRESERVATIVO USATO (CASO GIA' SUCCESSO, CON UGUALE ESITO IN INGHILTERRA)!
rips:
la donna NON E' MAI STATA OBBLIGATA A ONERI DI MATERNITA' INDESIDERATE, anche all'epoca di mussolini esisteva il parto anonimo e l'adozione!

grazie avvocato, e' chiaro che ci si trova in casi limite…..Non so se ho ancora la risposta di "madre segreta" ufficio di Milano per aiutare il parto anonimo.
La domanda era proprio questa: la donna non abortisce ma non vuole assumersi la responsabilita' (cio' puo' accadere anche in matrimonio), vuole cioe' avvalersi della facolta' di anonimato che le consente la legge.
Mettiamo che il padre venga a sapere della nascita e decida di riconoscere il figlio (in quanto al marito penso sia interpellato). Il figlio non va in adozione. (nell'ultimo caso c'e' anche un precedente giurisprudenziale che non ho ben compreso).
Secondo il servizio Madre Segreta ne il padre ne il figlio potranno mai fare domanda di maternita' giudiziale (cio' inficerebbe infatti la legge del parto anonimo; nata quest'ultima sulla carta per evitare gli aborti…)
cordiali saluti

Forse questo servizio, che non conoscevo, si riferisce a quando il bambino viene dato in adozione, nel qual caso perde ogni contatto con la famiglia d'origine, compresa la madre.

Se invece non si riferisce a questo caso, posso assicurare che si sbaglia: se viene accertata la maternità che prima era contestata, la madre assume tutti i diritti e doveri previsti dalla legge nei confronti dei figlio.

il servizio madre segreta di milano sostiene che la legge tuteli la madre nel'anonimato anche se il padre riconoscesse il figlio e lui o il figlio facesse istanza.
La loro risposta e' stata: certo il figlio saprebbe chi e' la madre ma non potrebbe rivalere nessun diritto.
Se cio' che sostiene non e' vero sarebbe comunque auspicabile lo fosse: sarebbe un'opzione in piu' contro l'aborto e l'adozione, nel caso il padre decidesse di assumersi la responsabilita' preminente.
AVVOCATO diciamo pane al pane e vino al vino. Dietro l'interesse del minore si nasconde l'impari opportunita' alla procreazione responsabile, dato che l'uomo non conta nulla ne prima ne durante ne dopo, salvo come bancomat!
La ringrazio della risposta.

A) primo messaggio dei due di risposta.

La tendenza è quella di ammettere sempre le prove. Naturalmente dipende sempre dalle circostanze, però è anche vero che – mantenendo l'esempio – se si facesse avanti una tizia con cui so bene di non aver avuto rapporti non avrai nulla in contrario a sottopormi ai test, che sono pagati dalla tizia stessa e non certo da me, anche per chiarire di fronte a tutti la situazione.

B) per quanto riguarda invece il secondo messaggio, il figlio può chiedere l'accertamento anche della maternità, così come della paternità, anche se è molto più raro per motivi evidenti. Purtroppo non ci sono soluzioni per "tutelare di più gli uomini" perchè l'interesse del minore, che non ha colpa di nulla di tutto quello che può essere stato fatto dai genitori o anche solo da uno di essi, ha comunque diritto ad essere istruito, mantenuto, educato, etc.

Più in generale, sono situazioni delicate, molto delicate ed è difficile fare degli esempi calzanti per tutti i casi, anche considerando che ogni caso è diverso da un altro.

ho letto i post che mi ha segnalato.
Resto dubbioso quando lei asserisce che e' il minore ad essere tutelato.
Che ne e' della tutela del minore di fronte non solo all'aborto ma all'anonimato materno?
MI RISULTA CHE IN QUEST'ULTIMO CASO foss'anche il figlio raggiungesse la madre IL DNA NON SERVIREBBE A NIENTE!
COSA SI PUO' FARE PER TUTELARE DI PIU' GLI UOMINI?
Esiste un caso inglese dove c'e' stato furto di sperma da preservativo usato provato in tribunale (l'inseminazione e' avvenuta dopo il rapporto con l'uomo sotto la doccia ed in seguito confessata e registrata): ma il giudice non ha sentito ragioni ed ha imposto tutti gli oneri all'uomo.
IO PENSO ESISTA UN CAVILLO PER RIEQUILIBRARE QUESTA LEGGE.
Forse rivolgersi alla consulta (come fare?) o a qualche organismo di diritti umani o europeo.
Per quanto mi riguarda sarei disposto a che il figlio possa ritrovare la sua origine (foss'anche da frode contraccettiva) ma CHE NON VENISSE EQUIPARATO AL FIGLIO LEGITTIMO PER LEGGE. Spetterebbe cioe' al padre decidere per questo figlio "naturale" i trattamenti economici, sociali ed ereditari.
MAGARI FAREI LE STESSE COSE PER MIO FIGLIO LEGITTIMO MA, la differenza, sarebbe che IN CASO DI FALLIMENTO DEL RAPPORTO O DEL FIGLIO sarebbe piu' specifico CHI HA LA MAGGIOR RESPONSABILITA' DI UNA NASCITA FRAUDOLENTA.
ps: e non mi si dica che l'aborto o l'anonimato sono per evitare gli infanticidi PERCHE' GLI INFANTICIDI SON GIA' PERSEGUITI.
Allora si dovrebbe dire che per evitare il procurato aborto dell'uomo alla donna (caso Niero ad es.) si dovrebbe giustificare la completa IRRESPONSABILITA' MASCHILE SUL PRODOTTO DEL CONCEPIMENTO?
ringraziandola porgo distinti saluti

MI scusi per l'esempio, ma cosi' ci capiamo.
Mettiamo che questo figlio faccia causa a LEI (avvocato) solamente su una – in questo caso mendace – dichiarazione di quella signora.
IL giudice archivia la pratica o ordina il dna?
A questo punto ogni pazzo potrebbe richiedere ai personaggi famosi di sottoporsi a costosi test!

quanto al caso di giada sopra, cui do' la mia solidarieta', la penso anch'io come il gentile avvocato solignani. Ma non trovo che il mancato risarcimento di giada sia giusto.
Caso ipotetico:
Giada potesse provare che il suo ex voleva il figlio e dopo ha cambiato idea (chesso' con scritti, testimonianze che un giudice ritenesse valide) perche' non avrebbe diritto al risarcimento?
Non esiste un risarcimento pure per una promessa di matrimonio non mantenuta?
QUI CI TROVIAMO AD UN CASO BEN PIU' GRAVE, CHE LEGA BEN PIU' PER TUTTA UNA VITA!!
Ci si trova dinnanzi ad una frode, contraria ma grave, alla stessa che ho subito anch'io.
Non c'e' per Giada (se avesse le testimonianze) un modo per fare qualche eccezione di costituzionalita' o qualche altra via legale per questa disparita' tra uomo e donna?
Mi rendo ben conto che ci si "mangia" tanti soldi…..pero' cosi' tanto per parlare……e per non fermarmi al mio problema.
ps: per i politicamente corretti ora sono sposato ed ho un figlio CHE HO SCELTO DI AVERE!!

Mi trovo in una situazione politicamente scorretta, me ne rendo conto: linciatemi pure!
Intanto la mia solidarieta' alla ragazza abbandonata dal ragazzo che voleva il figlio (capisco il problema).
Il mio problema e' diverso.
Da ragazzo ebbi un rapporto a rischio con una coetanea maggiorenne che mi diceva prendere la pillola. La storia era occasionale e non le ho mai mentito le mie intenzioni.
Rimasta incinta ha provato a dirmelo anteponendo il suo netto rifiuto all'aborto.
Essendo disoccupato e alla prima esperienza (ed essendola pure lei!!) ho trovato lasua irresponsabilita' una pazzia da cui assolutamente dissociarmi.
Il figlio nacque e lei non mi cerco' piu'.
Non esistono lettere, ne donazioni, nessun fumos bonus iuris. Mi domando un domani questo figlio potra' inchiodarmi ad una paternita' giudiziale con relativi oneri SOLAMENTE PER EVENTUALE COMPATIBILITA' DI DNA?
Come si comporta la magistratura dopo l'abolizione della fase di ammissibilita'?
Distinti saluti

Se diventare madre o meno è una scelta tua personalissima e in questo non possiamo aiutarti, tanto più che non abbiamo proprio dettagli sulla tua situazione personale.

Una volta diventata mamma, comunque, potrai chiedere l'accertaemnto della sua paternità e lui, se anche non vorrà fare concretamente il padre, dovrà corrispondere il mantenimento previsto dalla legge nella misura che sarà determinata dal Tribunale.

In bocca al lupo per tutto!

cercando su internet delle risposte al mio problema sono finito sul questo blog. La mia domanda è. Sono in cinta del primo mese ed il mio uomo, che sempre mi ha detto di non voler figli, che conosco da quasi 10 anni, non nè vuole sapere e appena gli ho detto che son rimasta improvvisamente in cinta. Lui non ne vuole sapere e io soffro per questo. Che fare ? Son ancora in tempo per abortire ma ci tengo a diventr madre. Che faccio ? Fra 9 mesi posso chiedere cmq la sua paternità ? Grazie

Anche io ti auguro di trovare soddisfazione, in un modo o nell'altro, ma se fai una causa del genere, che io come avrai capito giudico completamente sfornita di basi legali, anche minime, rischi seriamente di non conseguire nessun danno ma essere anche condannata al pagamento delle spese legali, dovrai pertanto valutare bene.

La ringrazio nuovamente per la sua attenzione,capisco il suo punto di vista.Spero cmq di poter in un modo o nell'altro chiedere i danni.

Mosso dalla curiosità ho fatto qualche ricerca in internet e ho trovato questo articolo che mi pare azzeccato:
http://www.diritto.it/materiali/civile/florio.htm

In questo documento si parla di dottrina: il riferiemento è a qualche studioso che ha tentato di costruire una responsabilità in questi casi, ma l'opinione degli studiosi, nei Tribunali, ti posso assicurare che non conta niente o quasi.

Se leggi più avanti vedrai che la giurisprudenza, quella che conta, esclude sempre il risarcimento per questo tipo di situazioni.

Comunque riferimenti precisi a sostegno della mia tesi non se ne possono trovare, proprio perchè è scontato che non sia previsto un risarcimento per casi come questo e sarbebe comne cercare una sentenza che dice che la terra gira intorno al sole. Se un domani la giurisprudenza cambierà opinione, ma ne dubito perchè si tratta di un principio di base del diritto e anche di logica elementare, allora verrà fatta una sentenza che dice che appunto in questi casi è prevista la risarcibilità.

Potresti invitare l'avvocatessa che hai consultato a partecipare a questa discussione, però, magari lei ha qualche materiale interessante che si potrebbe esaminare insieme.

Sì, se il padre non riconoscerà il bambino dovrai sicuramente fare l'azione di accertamento giudiziale della paternità e quindi chiedere la determinazione del contributo al mantenimento e su queste due cose non ci piove.

Fatto questo, però, a mio giudizio successivamente non puoi chiedere nessun risarcimento del danno. Il presupposto per il risarcimento del danno è l'avvenuta commissione di un illecito, in questo caso quale sarebbe l'illecito che sarebbe stato commesso? Non certo la procreazione, non certo la decisione di non continuare la convivenza, che è una decisione personalissima ed insindacabile. Il ruolo di padre dovrà farlo e dovrà pagare il mantenimento, se non adempierà a questi obblighi si potrà, allora sì, chiedere il risarcimento del danno per tali inadempimenti, ma al momento non vedo altre strade.

Non è che in tutti i casi in cui si subisce stress a causa della condotta di una persona se ne possa chiedere il risarcimento del danno, altrimenti in tutte le separazioni, per dirne solo una, ci sarebbero anche richieste analoghe, mentre in realtà non ci sono mai.

Tra l'altro il titolare del diritto al risarcimento sarà sempre tuo figlio, in nome e per conto del quale agirai, ma che adesso è solo concepito non ancora nato e che per tale condizione non può essere, in radice, titolare di diritti.

Naturalmente a disposizione per rivedere la mia opinione qualora venissero portati elementi nuovi, che non siano mere opinioni, ma siano supportati da elementi concreti, come ad esempio un precedente giurisprudenziale.

ho posto ad un'amica avvocata la stessa domanda che ho posto a lei.Le metto la risposta che mi ha dato.

Ciao Giada. Il risarcimento danni che vorresti chiedere nei confronti del padre di tuo figlio deve necessariamente essere preceduto da un'azione da te intentata per la dichiarazione giudiziale di paternità.
Ti spiego perchè: al momento il padre di tuo figlio sostiene di non essere lui l'effettivo padre tanto che ti ha chiesto la prova del DNA. Se tu iniziassi subito un'azione per il risarcimento dei danni subiti vedresti sicuramente sospeso il tuo procedimento perchè lui si costituirebbe affermando di non essere lui il padre e chiedendo che prima venga accertata la sua paternità.
Andresti pertanto a sostenere delle spese in un certo senso inutili fino al momento in cui non sia accertato questo necessario presupposto.
Quello che ti consiglio di fare è pertanto di iniziare tu subito una azione per la dichiarazione giudiziale di paternità in seguito alla nascita di tuo figlio. Questa azione andrà proposta davanti al tribunale per i minori di Venezia e in questa sede potrai chiedere direttamente l'assegno di mantenimento per tuo figlio.
Una volta accertata la paternità e comunque stabilito un assegno di mantenimento a carico del padre (che al momento mi sembra la necessità primaria) potrai pensare ad agire eventualmente per i danni da te subiti.
Ti consiglio inoltre di raccogliere comunque prove in ordine allo stress e ai gravi danni da te subiti a causa del comportamento del padre di tuo figlio con opportune relazioni mediche che saranno poi indispensabili per provare tali danni.

A questo punto non ci capisco più niente…..

Bisogna vedere esattamente di che cosa si trattava, nella tua situazione sono certo della risposta che ti ho dato quindi credo che i casi esaminati da Licheri fossero diversi o fossero stati trattati sotto un diverso profilo. Sarebbe interessante andare a recuperare quegli episodi, anche io sarei curioso di vederli.

Ricordo che alcune sentenze su questi casi sono state dette da Licheri ed erano situzioni come la mia per questo mi chiedevo se erano vere o solo televisione spettacolo.

D'altra parte forum, se non mi sbaglio, funziona secondo il meccanismo dell'arbitrato irrituale, quindi si può anche decidere secondo equità.

Però le questioni di famiglia sono materia indisponibile, pertanto non compromettibile in arbitri, quindi nei casi che indica la lettrice credo che si sia fatto dello spettacolo e basta.

Sì, effettivamente la Lagostena Bassi emette 'sentenze' più con il cuore che con la legge.
Però tutte le volte che posso Forum me lo guardo anche io perchè lo trovo divertente! 😉

Anche io ogni tanto guardo forum, se non ci fossero così tante interruzioni lo vedrei più spesso. Quando c'è il giudice Licheri, le pronuncie sono sempre corrette, almeno a mio giudizio, tanto che riesco quasi sempre a prevederle (è il mio divertimento durante la pausa pubblicitaria), mentre la Lagostena Bassi dice cose che a mio giudizio non sono fondate, non rare volte. Dipende da chi hai sentito, magari, inoltre bisogna vedere esattamente i termini della questione.

Grazie.
Ho visto delle cause su forum in cui delle mamme che hanno avuto la mia stessa esperienza hanno chiesto un risarcimento danni e l'hanno ottenuto speravo potesse essere anche il mio caso.

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