Vorrei sapere se, in quanto fratello minore, ho l’obbligo di mantenimento verso mio fratello maggiore, affetto da depressione ossessiva compulsiva. Sottolineo che è un elemento violento e che non è facile coesistere con questa persona. Percepisce una pensione di invalidità. È possibile non avere più obblighi legali con questa?
Le disposizioni di riferimento sono gli artt. 433 e ss. del codice civile, che regolano la tradizionale materia degli «alimenti». Lo stesso art. 433 prevede la «graduatoria» delle persone tenute al mantenimento dei propri parenti, a seconda del grado di parentela e quindi di vicinanza familiare. Solo al sesto ed ultimo posto, la legge mette i fratelli. L’art. 439, inoltre, restringe la misura del mantenimento, specificando che gl alimenti, tra fratelli, sono dovuti «nella misura dello stretto necessario».
Prima dei fratelli, dunque, vengono il coniuge, i figli, i genitori o gli ascendenti in mancanza di genitori, i generi, i suoceri. Se esiste un parente o affine appartenente a questa categoria i fratelli sono esclusi dal mantenimento, se non esiste, tuttavia, il mantenimento può essere chiesto anche ai fratelli.
Il nostro lettore, nella sua domanda, non specifica se è fratello naturale o legittimo. La distinzione è importante, perchè se nel caso dei fratelli legittimi, cioè nati da genitori uniti in matrimonio, l’obbligo esiste indiscutibilmente, nel caso invece dei fratelli naturali, nati ad esempio all’interno di una convivenza, è molto più discusso che vi sia l’obbligo di mantenimento.
La disciplina codicistica degli alimenti è prevista in base ad una lunga tradizione sulla base della valorizzazione del vincolo familiare, ma ad oggi ha perso, a seguito dell’assunzione da parte dello Stato di vari compiti di cura e contribuzione, specialmente verso gli invalidi, gran parte della sua importanza, anche se ci sono sempre possibili conflitti, e contenziosi, tra gli enti che hanno tali compiti e la famiglia. Nel tuo caso, ti converrebbe informarti adeguatamente presso i servizi sociali competenti per territorio. Va da sè che tu, alla peggio, puoi essere obbligato a versare un contributo per il mantenimento di tuo fratello, ma se questa persona ha un disturbo di questo genere non sei comunque obbligato a tenerlo in casa con la tua famiglia, potendo collocarlo presso una struttura, per il pagamento della retta della quale occorre vedere con precisione quali strumenti di intervento sociale ci sono nella tua zona di residenza.
88 risposte su “sono obbligato a mantenere mio fratello invalido?”
Ho un fratello di 50 anni che vive in casa con i genitori, ormai anziani. Non ha mai lavorato, ha sempre rifiutato tutti i lavori protetti che gli erano stati proposti, essendo invalido al75%. Percepisce una pensione di invalidità di circa 300 euro mensili. La casa dei nostri genitori, dove vie, è di proprietà e in banca ha un bel conto corrente di circa 50.000 euro, in quanto in questi anni non ha mai speso un euro ma ha sempre vissuto mantenuto in tutto e per tutto dai genitori. Io vivo in un’altra città, ho acquistato con mutuo un appartamento con mio marito, ho fatto molti sacrifici ma non ho mai chiesto nulla alla mia famiglia d’origine, né vorrò mai chiedere. Quando verranno a mancare i miei genitori, potrei essere costretta ad “ospitare” mio fratello in casa?, questo è il mio cruccio, me lo chiedo spesso anche perché sarei costretta a scegliere tra fratello e marito, non andando per nulla d’accordo. Sarei pronta a non volere nemmeno un centesimo dell’eredità dei genitori, e stiamo parlando di una casa grande, valore circa 300.000 euro con tanto di parco/giardino, inoltre i miei genitori lascerebbero anche un cospicuo conto corrente, per cui mio fratello, pur essendo invalido al 75% non sarebbe certo per strada ed avrebbe più o meno 100,000 euro in banca tra i suoi soldi e quelli dei genitori. Io non voglio nulla, vorrei solo continuare la mia vita, la mia libertà, senza obbligo di prendere in casa nessuno. Io e mio marito viviamo di stipendio normale, circa 2000 euro in due al mese ed abbiamo solo un piccolo appartamento di 60 mq. Se proprio fossi costretta potrei fare sacrifici e passargli un “mantenimento” ma, si può essere costretti a prendere in casa un fratello, tenuto presente che io non vivo da sola? Mi scuso per essermi dilungata molto, ringrazio per una possibile risposta. Saluti
No, ad ospitarlo non puoi essere costretta.
Buongiorno Avvocato,
mia madre di 83 anni ha un fratello più giovane di due anni invalido che è recentemente rimasto vedovo e non ha figli.
Mia madre è obbligata a farsene carico nonostante la precaria salute e precaria situazione economica di entrambi?
È un discorso molto lungo, vedi intanto le disposizioni in materia di alimenti, poi se vuoi approfondire valuta una consulenza https://blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/
mia sorella vuole essere aiutata io faccio quello che posso, quando posso data la mia salute, lei comunque ci vive insieme e beneficia del non pagare la casa e della spesa dato che un lavoro precario anzi in nero, mia madre e mio fratello hanno la pensione certo in due arrivano a 1500 1600 euro..però …non pagano affitto, io ho paura voglio scappare all’altra parte del mondo, voglio vivere serena questi ultimi anni che forse mi restano, vivo abbastanza sotto ricatto …non va bene mi viene il panico ma se scappo qui ho i miei nipotini!!! Perchè lo stato lascia le famiglie nella disperazione?
Un abbraccio.
ho un fratello andicappato psichiatrico con accompagno e pensione, io ho 67 anni operata alla colonna sono claudicante, mio fratello è interdetto, ha ancora mia madre, ho una sorella che ci vive insieme, non abbiamo soldi per una badante costano più della pensione, quali sono i miei doveri? Io ho bisogno di pagare ogni giorno una signora che mi aiuti, non ho mai chiesto nulla a nessuno compresi i genitori, cosa mi può accadere se io non ce la faccio a prenderlo in casa? si fa la cacca sotto, pesa 130 chili io gli muoio dietro!!! spero venga preso in una struttura ma parlano di anni di attesa lui ha 52 anni io 67 anni??? Io muoio prima!
Non credo tu possa essere ritenuta tenuta agli alimenti.
Sono una ragazza di 32 anni, ho percepito borsa di studio a venezia che pero copre il minimo alloggio, per le spese minime la madre pensionata e lesina, ci sono dei gratelli sposati che pero non vogliono dare nulla pur sapendolo.attendo visita il 13 aprile per disturbi alimentari che mi hanno danneggiata , c e un avvocato ma sembra stufo ,dice sempre che parlera lui ai fratelli.la/ madre ha disturbi della memoria/a breve termine, mi aveva assicurato soldi per cambio di residenza,poi cambia tutto in un attimo perche le controllano i fondi. A me serve un minimo in piu oltre alla borsa di studio. Come dovrei fare?
Non credo che tu lo posso chiedere ai tuoi fratelli, che hanno un obbligo alimentare di chi si trova «in stato di bisogno» (discutibile nel tuo caso) comunque limitato allo stretto necessario. Insomma, un fratello può essere tenuto a darti di chè mangiare, ma non a pagarti gli studi, specialmente a 32 anni. Più pregnante la posizione della madre, ma anche in quel caso bisogna valutare bene. Nel complesso la vedo grigia.
Buongiorno,
vi scrivo perchè sono molto preoccupata.
Ho un fratello che ha sempre vissuto la sua vita come uno spirito “libero”, ha sempre fatto di testa sua, senza mai ascoltare i consigli dei fratelli e di mio marito, che ripetutamente gli faceva notare il fatto che una vita così “spensierata” non avrebbe portato a niente. (Hanno avuto molte discussioni, e per non finire per litigare mio marito la chiudeva con “sei adulto, è la tua vita, fai come ti pare!)
Neanche a farlo apposta, arrivato a una certa età, prima dei quarant’anni circa (proprio quando una persona inizia a fare l’analisi di tutta la sua vita) mio fratello ha iniziato ad avere problemi di identità.
Si è accorto che la sua vita, improvvisamente, era inutile. A furia di pensarci per lui è diventata un’ossessione.
Quest’anno ha fatto richiesta alla Commissione Medica per l’accertamento dell’invalidità Civile.
E’ stato riconosciuto invalido al 67%.
Il suo unico obbiettivo, anche adesso, è di avere soldi (non ne chiede molti, lui vuole semplicemente non fare nulla e girovagare qua e là) sempre senza lavorare.
Ogni suo spostamento (inteso come andare dallo psicologo dell’ospedale ecc..) ha sempre ambito, e ambisce, alla pensione di invalidità.
In una lettera di risposta, arrivata qualche settimana dopo dall’INPS, c’era chiaramente scritto che era stato definito “portatore di handicap”.
Senza dire nulla a noi fratelli, ha avviato la pratica per ottenere l’assegno d’invalidità lavorativa, ma la risposta dell’INPS è stata che non ha infermità tali per ottenere questi soldi e che potrebbe andare a fare un lavoro mirato. (purtroppo abbiamo a che fare con una persona bugiarda e la documentazione non l’abbiamo reperita facilmente…)
La mia paura, dunque, è questa: quando i miei genitori (anziani, che vivono con una sola pensione) non ci saranno più, toccherà a noi fratelli a mantenerlo??
Adesso ha superato da poco i 50 anni e non trova (ma non ha nemmeno voglia di trovare) lavoro.. come farà quando di anni ne avrà 60?!!
Premetto che lui è sempre stato il cigno nero della famiglia, nel senso che ha sempre snobbato la vita normale e tranquilla, però tra poco, la mia paura è che cadrà a carico nostro.
I miei genitori non sono proprietari nemmeno di un immobile (sono in affitto) e i risparmi sicuramente li sperpererà nel giro di pochi anni.
Non abbiamo intenzione ASSOLUTAMENTE E MINIMAMENTE di ospitarlo in casa, perchè siamo sicuri che metterebbe a dura prova il matrimonio (giustamente mio marito mi fa spesso notare che ha deciso di sposare me e non lui, e mia figlia maggiorenne non riuscirebbe a tollerare la sua presenza).
Ultima domanda, forse la più importante: come potrei evitare di mantenerlo, anche come dice la legge 433 e ss. , anche in maniera dello stretto necessario?
Mi spiego meglio, se intestassi la maggior parte delle mie proprietà e spostassi i miei risparmi sul conto di mio marito sarei più tutelata?
Mia figlia avrebbe degli obblighi nei confronti di mio fratello (suo zio) se spostando i risparmi e le proprietà io non riuscissi a coprire i suoi bisogni??
Ringrazio in anticipo della risposta. Sono veramente logorata da questa situazione insostenibile.
Grazie in anticipo.
Saluti!
Non ti posso dare indicazioni volte ad eludere la legge, mi dispiace, ti posso solo illustrare cosa dice la legge e magari a gestire la situazione, ma in modo legale. Per quanto la legge applicata nel tuo caso possa essere ingiusta.
Buongiorno, mio marito ha un fratello (commercialista) con una malattia invalidante, la S.M.. Attualmente non è particolarmente aggressiva, riesce ancora a deambulare ed a lavorare, anche se ha completamente perso interesse per il lavoro e non riesce a guadagnare abbastanza per mantenersi. In compenso sta dilapidando tutti i soldi dei genitori anziani in vancanze e donne giustificandosi che deve farlo ora visto che può camminare. I genitori non hanno la forza e la voglia di fermare questa follia. So che le responsabiltà di provvedere alle esigenze dei genitori ultraottantenni e del fratello ricadranno poi su di noi. Cosa possiamo fare per tutelarci?
Mah, si potrebbe tentare con la nomina di un amministratore di sostegno ma é da valutare molto bene…
da circa quindici anni ho perso entrambi i miei genitori e per il colmo della sfortuna ho perso anche il lavoro,mi barcameno purtroppo tra un lavoretto e l’altro,tiro avanti in modo molto precario,piu’ volte sono stato costretto a rivolgermi ai servizi sociali del mio comune di appartenenza,che hanno mandato comunicazione ai miei fratelli,perchè da quanto mi hanno detto loro avevano obblighi nei miei confronti.
Inutile dire,che non si sono neanche presentati.
Cerco di conservare la mia dignità,nonostante tutto,purtroppo per quasi un anno non potendomi pagare il canone di affitto,sono stato costretto a dormire per terra,nei locali della parrocchia,grazie alla disponibilità del sacerdote,che non finirò mai di ringraziare.
Purtroppo sono costretto ad andare alla mensa Caritas per i miei fabbisogni alimentari,questo stato di cose ha minato il mio stato di salute psicofisico e penso spesso a farla finita.
Ai miei fratelli,non ho fatto assolutamente nulla e in tutti questi anni ho pianto e sofferto in silenzio,accettando tutte le mortificazioni,sono cosciente che per loro,è come se fossi morto e sinceramente lo vorrei veramente.
Infatti la moglie di mio fratello,che oltretutto è un’assistente sociale ora in pensione, ebbe il coraggio cane di attaccarsi al telefono e di dirmi queste testuali parole: “Sei rimasto solo,fai conto,che ti sono morti tutti, non permetterti neanche di venire a suonare al campanello di casa,altrimenti ti prendi una diffida”.
Mi domando,conservando la mia dignità come ho fatto finora,c’è modo di ottenere giustizia in modo che queste persone ottemperino ai loro doveri,come legge prevede?
Grazie.
Direi che tu possa valutare di chiedere gli alimenti ai sensi degli artt. 433 ss. cod. civ..
Ho un fratellastro (madre in comune, padre diverso) invalido al 100, che percepisce una pensione. Ha anche una sorella (loro condividono entrambi i genitori). Alla morte dei miei genitori (mio padre, che lo mantiene da sempre, e nostra madre), sarò obbligata a prendermi cura di lui? In che misura? Finora ha sempre rifiutato di entrare in un istituto, potrà essere obbligato a farlo in futuro?
Può essere ma si potrà vedere solo in base alla situazione che ci sarà allora.
Buongiorno,in base all’art. 441 comma 1 che prevede : «se più persone sono obbligate nello stesso grado alla prestazione degli alimenti, tutte devono concorrere alla prestazione stessa, ciascuno in proporzione delle proprie condizioni economiche», volevo chiedere se le condizioni economiche da comparare riguardano esclusivamente il reddito del congiunto o quelle del suo nucleo familiare. In pratica nel caso di tre fratelli che devono dare il sostegno economico a un “quarto” fratello, vorrei capire per stabilire le quote individuali che ogni fratello deve erogare se si fa riferimento al reddito individuale di ogni fratello o a quello complessivo (es. reddito del coniuge etc.) del suo nucleo familiare. Grazie
Paolo
Io direi della persona e non del nucleo. Ma rientra nella discrezionalità del giudice.
Salve avvocato,
Sono una ragazza di 23 anni.
Mia madre ha un fratello che si è operato al cuore e in questo momento è sempre in un letto di ospedale dove gli stanno dando tutte le cure necessarie.
La moglie di mio zio ha fatto inviare a mia madre una lettera da parte di un suo legale dove diceva che lei vuole gli alimenti da parte di mia madre.
La moglie di mio zio dice di non poter lavorare per stare dietro alle problematiche di mio zio. Ho letto l’art 433 e considerando che la moglie di mio zio ha un padre che percepisce una pensione di 11’000 € ( sì, undicimila euro) è venuta a chiedere il mantenimento a mia madre che andrà in pensione a settembre con 800€ ed è l’unico stipendio in casa, visto che io sono ancora una studentessa e mio padre non riesce a trovare un’occupazione perché troppo vecchio. Non abbiamo beni di proprietà, ma solo una casa intestata a mia madre e ai suoi due fratelli che era di proprietà dei mie nonni morti ormai da qualche anno. L’avvocato ci ha minacciato dicendo che dovremmo lasciare la parte di casa a mio zio per il mantenimento e che ci verrà fatta una trattenuta sulla pensione di mia madre, unico sostegno per la mia famiglia. La mia domanda è……..ma perchè non viene considerato prima il padre di lei e il fatto che mio zio e la moglie hanno due case di proprietà? Ma sopratutto non può chiedere prima l’aiuto allo stato tramite pensione di invalidità visto il trapianto di cuore?
La ringrazio anticipatamente
Elena
Fate vedere questa lettera ad un altro legale, è necessario che sia riscontrata da un avvocato, io potrei darvi qualche spunto ma in questo momento è necessario che ci sia un riscontro scritto.
Salve gentile avvocato
la discussione sul mantenimento mi nteressa perchè sio stà profilando una situazione che mi potrebbe riguardare.
Allora mio fratello è vedovo. Ha una figlia sposata.
Chiaramente i nostri genitori sono morti da decenni.
Mio fratello non è mai andato daccordo con sua figlia.
L’anno scorso lui ha avuto un ictus grave che lo ha reso invalido.
La filglia,devo dire suo malgrado,lo ha accudito.
Adesso lei vuole, tramite un atto del tribunale, fargli assegnare un tutore di sostegno o una figura simile e farlo ricoverere in una struttura perchè i due non vanno proprio daccordo. Per fare questo ha chiesto a tutti noi parenti (siamo tre rtratelli e alcuni nipoti) l’indirizzo di casa per arci notificare l, atto dal tribunale.
Volevo sapere,
sarà necessario per me che sono il fratello andare a questa udienza? Non sono in grado di accettare di essere tutore per motivi diversi. Posso essere obbligato e come devo fare per rifiutare?
Grazie infinite
No è solo una notifica per la nomina di un amministratore di sostegno.
Buona sera sono una donna di 43 anni con una invalitida 75% non sono sposata e non ho figli . Da cinque anni sono disoccupata iscritta alle liste categorie protette ma mai trovato nulla come lavoro. percepisco della pensione di invalidita di quasi 300,00.. e un affitto di 600,00 piu spese bollette benzina ricarica telefonica e altro.. insomma io volevo sapere se nella mia condizione posso chiedere gli alimenti alle mie sorelle e fratello..
Forse, dipende anche dalle loro condizioni.
Buongiorno,
Le spiego la mia situazione:
ho una sorella che purtroppo ha avuto una seria emoraggia celebrale.
E’ ora non autosufficiente, su sedia a rotelle, con gravi problemi celebrali e
anche non vedente.
Per le sue condizioni e per le problematiche famigliari( ha una famiglia con due figli minori e marito che lavora assunto part time anche se poi percepisce n nero una parte dello stipendio) necessita di un ricovero in RSA.
ora siccome il marito non è in grado economicamente di provvedere alla retta volevo capire chi dovrà farlo e in che entità.
Io sono separato e ho due bimbe minori a carico al 50% che vanno a scuola. pago una baby sitter e inoltre pago gli alimenti alla Ex moglie.
ho capito che le persone che possono essere coinvolte sono i suoceri (che anche loro non hanno redditi rilevanti se non la pensione minima ma casa di proprietà), Mio papa che ha una pensione e vive solo nella casa di proprietà.
Mi dia qualche informazione per cortesia. Non vorrei trovarmi a vivere situazioni poco dignitose e soprattutto negare alle mie figlie un futuro adeguato.
Grazie
Vedi l’art. 433 del codice civile.
Buongiorno,
mia cugina non ha figli ne fratelli ne sorelle ne coniuge, sono obbligata a darle vitto e alloggio a casa mia?
Al massimo agli alimenti non ad accoglierla in casa.
Salve avvocato. Tornando alla discussione di chiara: perché un giudice costringe sempre una persona a dover mantenere un fratello nullafacente, e non costringe questo a cercarsi un lavoro? Si possono mettere dei limiti temporali all’assegno di mantenimento/alimentare? O comunque dei controlli che i soldi donati vengano effettivamente usati per fini di aiuto?
Poi le volevo chiedere: nei beni ereditati c’è il diritto di prelazione. Se io voglio vendere una mia quota, ho l’obbligo di dover prima offrirla ai miei fratelli. Ma se questi la vogliono ma non hanno i soldi per acquisirla, la posso vendere a terzi o devo rinunciare alla vendita fin quando non possono comprarsela?
una persona che non lavora può richiedere l’avvocato di ufficio?
Grazie
Poi c’è quslcos’altro che vorresti chiedere ancora?
no, queste sono le ultime cose che volevo chiederle. Poi abbandono definitivamente il mondo del diritto per tornare a quello della medicina.
Ho capito. Scegli la più importante e ti risponderò 😉
mi può rispondere su quella del diritto di prelazione? Grazie
Puoi vendere ovviamente.
grazie avvocato 🙂
Prego.
Buongiorno. Se un invalido civile al 100% per psicosi schizofrenica non salda le rate di un prestito preso senza avvisare nessuno, il fratello ne risponde in qualche modo? Puo’ la società che ha emesso il prestito rivalersi su di lui?
Se non ha fatto da garante direi proprio di no.
Prima dei fratelli, dunque, vengono il coniuge, i figli, i genitori o gli ascendenti in mancanza di genitori, i generi, i suoceri. Se esiste un parente o affine appartenente a questa categoria i fratelli sono esclusi dal mantenimento, se non esiste, tuttavia, il mantenimento può essere chiesto anche ai fratelli.
Ma per ascendenti si intende ad esempio uno zio (fratello del padre)?
Non è un ascendente lo zio…
Salve avvocato. Quando si eredita un patrimonio, si può rinunciare alla sua eredità? Se si, si può rinunciare solo a delle parti o si deve rinunciare a tutto il patrimonio? Grazie
Tutto.
ottimo (in senso ironico). Cosa dice la legge se di tre coeredi, che devono pagare ognuno una quota delle tasse di una casa da loro ereditata, uno non paga? Il credito ricade su chi non paga, o su tutti gli altri coeredi? Grazie
Ovviamente è una responsabilità di tipo solidale, come tutte le obbligazioni con pluralità di default per regola generale prevista dal codice civile, per cui il creditore può chiedere l’intero ad uno qualsiasi di essi, che avrà poi azione di regresso verso gli altri.
e come fanno a tutelarsi allora le persone che si vedono costrette a dover mantenere parenti che non lavorano proprio perché hanno come fine ultimo quello di avere l’assegno di mantenimento, visto che tanto il giudice è costretto ad ogni modo a darglielo senza neanche valutare e imporre dei limiti, oltre che dei controlli?
Ecco il modo più rapido per ottenere soldi senza fare niente.
Anche perché, il dare soldi a chi ne ha bisogno non li incentiva ad andare a lavorare, anzi, li stimola di più a non andarci (se hanno questo obiettivo). E chi è costretto a darli subisce un danno non indifferente: dopo aver fatto fatica a trovare un lavoro per mantenersi, l’obbligato è visto anche togliersi delle somme di denaro (togliere una cifra di 600 euro da uno stipendio di 1200 per me è un reato), creandogli dei problemi enormi. A chi pensa a ciò? Chi aiuta queste persone? Perché un giudice non dovrebbe prima valutare bene anche le vere intenzioni e motivazioni per cui una persona chiede soldi a un parente? E tantomeno fregarsene delle ragioni per cui l’obbligato non vuole dare soldi a chi li chiede?
Perché dovrei mantenere mio fratello, invalido al 67 % (ma che si comporta come se fosse invalido al 100%) che a casa non è in grado neanche di andare a pagare una bolletta alle poste (dato che ci sono io sempliciotto che ci vado perché non ho altra scelta) per poi andarsene in vacanza dove magicamente riesce a fare tutto? Perché devo mantenere e aiutare questa persona che si alza alle 7 di sera per andare a letto alle 8 di mattina (lasciando tutti a me i problemi della famiglia)? Che non si preoccupa minimamente di trovarsi un lavoro? Che si dice depresso ma non vuole farsi vedere da un medico?
Perché se me ne voglio andare di casa, per tenerlo lontano, poi questo va dal giudice che mi obbliga a doverci interagire ancora?
Mi scusi lo sfogo.
Ma a questo punto voglio trovare una Nazione dove ci sia una legislazione in materia che non tuteli una persona che ha come obbiettivo quella di recare danno a un suo parente solo per un vincolo mal regolato
Guarda le applicazioni concrete delle disposizioni sugli alimenti sono piuttosto rare anche perché di solito intervengono prima i servizi sociali e gli enti territoriali. Capisco comunque il tuo sfogo.
capito. la ringrazio molto
Sei il benvenuto.
mi scusi ancora avvocato.
La premeditazione è un’aggravante?
Nel senso, un giudice può dare gli alimenti se un fratello “non vuole lavorare e non si rende indipendente” perché il suo fine è proprio quello di generarsi uno stato di bisogno per poi farsi mantenere e parassitare il fratello?
Grazie
Negli alimenti, la colpevolezza o meno dello stato di bisogno solitamente ha scarsa rilevanza, certo poi bisogna valutare il caso concreto.
capito. La ringrazio molto
Sei il benvenuto, ciao.
salve gentile avvocato, volevo chiederle una cosa diversa dalla vecchia discussione. In generale, quali sono le conseguenze civili, o penali, di non pagare le tasse sulla seconda casa? Grazie
Viene Renzi a mangiare a casa tua tutte le sere.
Salve avvocato, io è mio marito siamo sposati ,ma in separazione dei beni. Abbiamo due figli piccoli .Ho tutto intestato volutamente per la situazione che vado a spiegarle.
Mio marito ha un fratello nulla facente, il classico parassita. Ci ha dato sempre problemi. Ora sono morti entrambi i genitori e la loro casa di famiglia è stata venduta . Sia mio marito che il fratello hanno incassato la cifra che spettava. Noi abbiamo paura, visto che non lavora e non ha intenzione di farlo, che finisca presto i soldi, visto che beve e amici parassiti come lui gli stanno accanto pensando di trarre benefici.
Mio marito è l’ unico parente diretto, oltre a qualche zio o cugino.
Premetto che non lo frequentiamo, ha idee e pensieri da delirio, tutto gli è dovuto perchè la vita gli deve qualche cosa.
Ultimamente ci ha anche minacciati.
Se lui dovesse finire in poco tempo i soldi magari perchè va a giocarli o perchê dice che vuole fare una bella vacanza. Dobbiamo mantenerlo ?
Dovete mantenerlo nei termini previsti dagli artt. 433 ss. cod. civ., il discorso ovviamente è molto lungo e richiederebbe un approfondimento che io però rimanderei al momento in cui il problema dovesse diventare attuale e concreto. Piuttosto, se ritenete che questa persona possa dilapidare il suo patrimonio dovreste valutare di richiedergli la nomina di un amministratore di sostegno, che sarebbe l’unico modo per prevenire questa cosa.
È capace di intendere e di volere e non possiamo fare da amministratore. Mio marito e sinceramente anche io siamo stanchi di lui e le sue situazioni, ti logora. Visto che ultimamente ha anche fatto minacce , noi non ne vogliamo più sapere. Mio marito ha un contratto co co co. Il mantenimento che stabiliranno sarà in base alla busta paga di mio marito? Come viene calcolato ? La ringrazio per la sua cortese risposta
Non ci sono criteri precisi, ma solo di massima, posti dal codice civile nelle disposizioni che ti ho già citato, poi spetta al giudice calarli nella situazione concreta, quindi se è una quantificazione precisa che vuoi purtroppo non la puoi avere al momento. Purtroppo, è una spada di Damocle che non vi potete togliere, anche se c’è da dire che in molti casi intervengono i servizi sociali prima che si vada a dar applicazione alle disposizioni sugli alimenti, quindi state tranquilli, penserete al problema solo se diventa concreto.
Purtroppo ci sentiamo oppressi da questa figura e abbiamo sempre paura di quello che può combinarci e farci passare, come è già successo in passato. Purtroppo le sue scelte di vita vanno a intaccare la nostra. La ringrazio per i consigli dati
Sei la benvenuta. Un’ultima idea potrebbe essere quella di tentare qualche seduta di mediazione familiare, potrebbe in effetti fare miracoli. Ma bisogna crederci almeno un po’.
Capito avvocato. Grazie ancora. Le volevo chiedere due cose di carattere generale.
Quando un giudice dà gli alimenti a un parente che li chiede, è tenuto a considerare il danno economico che crea alla persona cui obbliga a dare gli alimenti? Cioè, oltre a dover considerare i bisogni del richiedente, deve anche considerare i bisogni di chi obbliga (sottraendogli soldi)?
Uno che non lavora può chiedere gli alimenti a un fratello che non lavora?
Bisogna valutare a seconda del caso non esistono risposte generali purtroppo in materia.
Capito. Grazie ancora
Sei il benvenuto.
cosa significa quando si dice che tra fratelli e sorelle gli alimenti sono dovuti nella misura dello stretto necessario?
Esattamente quello, mi sembra chiaro, cos’è che non ti torna?
i criteri dello “stretto necessario”: se la loro erogazione si basa sullo stile di vita dell’alimentato, sui suoi possedimenti, o ci sono criteri fissati dal legislatore
Non ci sono criteri ulteriori e più specifici ma come spesso accade solo questo di base che il giudice deve poi calare nella situazione concreta.
capito 🙂 Grazie 🙂
Sei il benvenuto.
salve avvocato.
secondo la legge, chi è che versa in stato di bisogno? e chi è che non è in grado di mantenere al proprio bisogno?
secondo la legge, quali sono i motivi che rendono una persona incapace di mantenere al proprio fabbisogno?
il fatto che un fratello (con disabilità del 67%) non si applichi attivamente a cercare un lavoro, può essere criterio affinché un giudice non conceda un assegno di mantenimento?
Grazie
La legge non fornisce una definizione precisa lasciando al giudice, a mio giudizio opportunamente, di decidere caso per caso in base alla situazione del momento. Generalmente, le disposizioni sugli alimenti si applicano a prescindere da profili di meritevolezza o meno, sulla base di un principio di solidarietà sulla base dei rapporti parentali.
Ciò vale anche se si ha un fratello invalido al 67%, quindi che non ha diritto alla pensione di invalidità, ma che non vuole andare a lavoro? E soprattutto non vuole farsi vedere da uno psichiatra e quindi curare?
Uno stato di incapacità “colpevole” non dovrebbe dar diritto agli alimenti, però a livello pratico non sarebbe affatto semplice accertare in materia di colpevolezza o meno al riguardo…
Oltre a ciò che le ho detto, minaccia, ricatta e a volte alza anche le mani per ottenere ciò che vuole. Fa il disabile o sano a seconda di come gli fa più comodo. Usa i suoi soldi (e non ha problemi invalidanti) per andarsene in vacanza. Ma poi vuole i nostri soldi, e si comporta da invalido, quando deve essere mantenuto e non gli va di fare determinate cose.
Persona peraltro “laureata in giurisprudenza”.
Oltre agli alimenti, legalmente, uno è obbligato anche acconsentire a tutto ciò che vuole? (l’ultima volta che gli ho negato una cosa è scappato di casa, tanto che abbiamo dovuto chiamare la polizia e i vdf per farlo ritrovare). Uno è obbligato a mantenere, tenere dentro casa, ed essere costretto alla sua volontà, una persona del genere? Che peraltro non vuole l’aiuto da parte degli assistenti sociali, ma costringe a me di doverlo aiutare?
Chi è che è preposto a monitorare i comportamenti di questo soggetto, per poi portarlo in giudizio, che per me non è un invalido, ma un delinquente?
Vuole che io non vada a lavorare fuori, perché lui fuori dalla nostra città non vuole andare, e io non posso andare perché lui mi minaccia a dovermi occupare di lui, come vuole lui (impedendomi quindi anche di farmi una famiglia).
Non ho capito bene il tuo caso la descrizione che ne fai non è molto precisa, ti consiglierei di parlarne con un avvocato e di valutare la nomina di un amministratore di sostegno.
Mi scusi se sono stato poco chiaro. Le chiedevo se un fratello con il 67% di invalidità, laureato in giurisprudenza, che si rifiuta di andare a lavoro (nonostante ci siano concorsi pubblici per la sua categoria, o comunque altri lavori che può svolgere) può avere il mantenimento o gli alimenti da parte di un giudice.
Poi le volevo chiedere chi sono gli ascendenti prossimi, quali sono gli obblighi di legge verso un “fratello” (ovvero che significa obbligo di mantenimento dello “stretto necessario” verso un fratello).
Non conoscevo la figura dell’amministratore di sostegno.
Grazie, buona giornata e buon lavoro
Non ha molto senso parlare di queste cose in generale, tutti i casi di persone che si trovano in stato di bisogno sono diversi, qualche considerazione si può fare solo conoscendo il caso in tutti i suoi dettagli. Però, se la cosa non è ancora diventata attuale, io rimanderei ogni valutazione al riguardo, mi attiverei solo nel caso in cui la cosa diventasse effettivamente concreta, anche perché nel frattempo molte cose possono cambiare, quindi non ha effettivamente senso occuparsi di ipotesi… in ogni caso, ti consiglio di farti seguire da un legale, che potrà compiere tutti gli atti necessari per tutelarti come ad esempio inviare diffide intrattenere rapporti con i servizi che eventualmente seguono tuo fratello e così via, per evitare di arrivare ad una situazione spiacevole per te.
Ok. La ringrazio molto. Seguirò il suo consiglio.
Sei il benvenuto, buona giornata.
Salve avvocato.
Sono di nuovo io.
Volevo chiederle questa cosa.
Io e mio fratello stiamo sbrigando le pratiche di successione, in quanto unici eredi. Mio fratello non è assolutamente collaborativo. Anzi. Fa prendere a me tutte le rogne (giri, spese) e lui trae solo beneficio (perché sa che se non me ne occupo io ciò reca un danno anche a me). Si possono fare queste pratiche (case, terreni, auto, conti correnti) senza di lui, sempre nel rispetto della legge? Può la legge obbligare a collaborare attivamente?
La non collaborazione all’interno della famiglia (anzi un atteggiamento di parassitismo) è di competenza degli assistenti sociali o comunque passibile di denuncia con conseguente intervento dell’attività giudiziaria?
Grazie e buona serata
Non credo sia una cosa sulla quale tu possa utilmente fare una questione con tuo fratello. Cerca di accordarti e, se proprio non è possibile, di concludere al più presto le pratiche necessarie, così che poi ognuno possa andare per la sua strada.
quindi nel caso in cui il fratello sia single e i genitori siano venuti a mancare… tocca ai fratelli occuparsene. nel caso necessiti di ricovero presso strutture (case per anziani o strutture simili) la retta sia spaventosamente cara… per cui alla fine se non hai i soldi per pagare(rimani con 480 euro considerati minimo vitale) ti tocca tenerlo a casa e sopportarne le conseguenze mandando a rovina la tua famiglia…. o no???
Dipende da caso a caso, poi come dico nel post in molte ipotesi ci sono i servizi sociali che se ne fanno carico. Inutile parlarne in via generale.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
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quello che dice Sara è proprio il mio caso: fratello naturale,single,violento,senza voglia alcuna di lavorare in poche parole una persona ingestibile nel nucleo famigliare.
Essendo fratello naturale come posso fare a togliere ogni legame con lui?Il comune o qualche altro ente può intervenire?.
Avendo mio fratello anche una casa intestata, sono obbligato a pagare io la retta presso qualche centro o deve pagarsela lui avendo a disposizione una pensione di invalidità?
Mi scuso se sono stato poco chiaro,ringrazio anticipatamente per una risposta.
Non si può «togliere ogni legame con lui», purtroppo. Naturalmente, possono intervenire le istituzioni deputate alla cura dei problemi volta per volta manifestantisi, cioè innanzitutto il mantenimento, ma anche di condotta e condizioni di vita.
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