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nasce il primo «Tribunale di Pace» italiano

A Lamezia Terme è stato da poco istituito il primo servizio di mediazione familiare interno ad un Tribunale. Tale iniziativa, frutto della cooperazione e degli sforzi di magistrati, Consiglio dell’Ordine Forense locale e Amministrazione Comunale, ha raggiunto sorprendenti risultati, infatti l’85% delle coppie che si sono rivolte al Servizio di Mediazione Familiare ha raggiunto un accordo in merito ai differenti aspetti relativi lo svolgimento delle funzioni genitoriali, evitando così la separazione giudiziale.

Più in generale, l’istituto della Mediazione Familiare è stato introdotto con la l. 54 del 2006, che ha previsto, al secondo comma dell’art 155-sexies, la possibilità che il giudice rinvii l’adozione dei provvedimenti riguardo ai figli, al fine di consentire ai coniugi di avvalersi di esperti che tentino la mediazione tra le parti, in vista del raggiungimento di un accordo.

La mediazione, in sintesi, consiste in una serie di sedute dove un esperto, il mediatore appunto, aiuta i partner a comunicare tra loro. Sembra una cosa banale, ma come avvocato posso confermare con assoluta sicurezza che la maggior parte dei problemi all’interno della famiglia deriva da un deficit o da un problema di comunicazione. Questo è poi il motivo per cui spesso si raggiungono buoni risultati, tali che nemmeno i partner stessi si sarebbero aspettati al momento in cui hanno iniziato le sedute.

Presupposti fondamentali all’avvio della mediazione familiare sono:

  • opportunità di tale fase, rilevata dal giudicante sulla base della conflittualità tra  le parti;
  • preliminare ascolto dei coniugi, necessario a fondare nel giudice la determinazione circa l’opportunità o meno di attivare la fase di mediazione;
  • consenso delle parti a sottoporsi alla mediazione familiare.

 All’esito della mediazione, qualora le parti abbiano raggiunto un accordo, il giudice provvederà all’omologazione dello stesso, proprio come sarebbe accaduto nel caso in cui le parti avessero presentato ricorso per separazione consensuale, mentre, in caso contrario, adotterà i provvederà in merito ai figli esattamente come se tale fase di mediazione non avesse avuto corso.

Naturalmente, qualsiasi coppia, anche con un crisi più lieve e quindi senza che sia ancora arrivata davanti al Tribunale, può volontariamente sottoporsi a sedute di mediazione, una esperienza che probabilmente farebbe bene a molte unioni e a molte famiglie, anche non in crisi.

In realtà, il servizio di mediazione è attivo in tutta Italia, e gli utenti possono rivolgersi sia presso strutture pubbliche (è sufficiente chiedere ai servizi sociali) sia a professionisti privati. L’enorme successo del “Tribunale di Pace” di Lamezia Terme, deriva, anche, dalla gratuità dello stesso, che ha comportato l’aumento esponenziale delle coppie che vi hanno fatto ricorso. Stante tale positiva esperienza è auspicabile che un simile Servizio venga attivato anche presso altri Tribunali Italiani. Nell’attesa facciamo i complimenti a chi, non certo senza enormi sforzi, è riuscito a creare un così importante strumento al servizio del cittadino.

articolo originariamente pubblicato su | Cadoinpiedi

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Di Eleonora Cuocci

praticante patrocinatore presso lo studio Solignani.
Appassionata di diritto, ma ancor più di umanità.

4 risposte su “nasce il primo «Tribunale di Pace» italiano”

Mi fa piacere che, per una volta, la burocrazia abbia ceduto il passo al buon senso con elasticità e concretezza al tempo stesso. E ancora maggiore è la soddisfazione nell'apprendere che ciò avviene in quella che non si può certo considerare la regione italiana più evoluta.
La mediazione familiare è strumento tanto importante quanto utile per agevolare un percorso di separazione, supporto pratico e psicoemotivo che va incentivato.
Sono d'accordo sul fatto che i risultati vadano oltre le aspettative degli stessi interessati, spesso arroccati nel loro punto vi vista, che si vedono accolti nel loro disagio e ascoltati nelle loro ragioni, senza giudizi o preconcetti. Il mediatore familiare, equidistante ancor prima di neutrale, mette in atto un lavoro di "cura", teso a favorire il dialogo, fino al raggiungimento di accordi che all'inizio del percorso sembravano una chimera. Specie in presenza di figli è fondamentale trasmettere il senso di una realtà che, conclusa la relazione, vede i protagonisti sempre e comunque genitori, facendo leva su risorse reciproche e reciproco rispetto. Il conflitto cede il passo alla "negoziazione" anche di accordi pratici, tesi a garantire un ritrovato equilibrio personale, a sua volta frutto di maggiore chiarezza sul futuro. Mi auguro che l'esempio di Lamezia Terme venga seguito dai tribunali di tutto il nostro paese. E' proprio il caso di dire: "In medio stat virtus"…

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