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[rece] iEtica Avvocati: codice deontologico e tariffario, ma ne vale la pena?

Si tratta di una applicazione per iPhone sviluppata da Davide Di Domenico, dal costo di 0,79€, che contiene il codice deontologico degli avvocati, e il tariffario attualmente in vigore, la cui pagina ufficiale iTunes si trova qui.

Quale può essere il senso di una applicazione di questo genere, considerando che non è assolutamente difficile procurarsi un testo aggiornato del codice deontologico forense o delle tariffe con una semplice ricerca su internet?

Diciamo che in materia entriamo nel campo dei gusti e della preferenze di ognuno. L’iPhone oramai è sicuramente una periferica che abbiamo sempre con noi, quindi un primo vantaggio potrebbe essere quella di potersi leggere o ripassare il codice quando più lo si desidera; naturalmente, pochi avvocati in attività, se non ne hanno bisogno per un caso concreto, dove stanno ad esempio difendendo un collega, si vanno a rileggere il codice deontologico (salvo i casi in cui ci sono modifiche). Inoltre, c’è da dire che anche in mobilità oramai la connessione ad internet è disponibile pressochè dappertutto, quindi non dovrebbe essere difficile, se proprio nasce la «voglia» o il bisogno di consultare il codice fuori studio, riuscire a trovarlo con mobile Safari. Ulteriormente, anche in caso di mancanza di connettività, un utente potrebbe sempre salvarsi il pdf dentro a iBooks o all’eccellente goodreader o altri programmi; ci si può salvare anche il codice in formato testo, in Office plus e analoghi, quindi con la possibilità anche di fare ricerche.

A questo punto, la domanda diventa quindi: perchè sviluppare un’applicazione dedicata per esporre un semplice testo? A mio giudizio, la cosa diventa utile se quel testo viene reso più fruibile di quello che si avrebbe utilizzando i programmi di default. Quindi, ad esempio, se fosse possibile inserire note, evidenziare parti del testo, condividere su uno o più social network un brano, come ad esempio si può fare con il lettore Kindle per iPad e cose di questo genere. In realtà, scaricandosi il pdf del codice deontologico, nella versione che contiene anche il plain text sottostante, e mettendolo dentro a goodreader (operazione che può essere fatta anche in mobilità, da internet o dalla propria raccolta di testi su dropbox, o dalla propria mail, visto che goodreader si connette a tutte queste cose «nativamente»), si possono inserire note, evidenziare parti del testo e così via, manca solo una funzione nativa, ad esempio, per condividere sui social network.

iEtica Avvocati, purtroppo, non fa ancora nessuna di queste cose; puoi ricercare il testo, ma non puoi inserire note, nè evidenziare, nè condividere gli articoli. L’unica utilità oggettiva, a mio giudizio, e a parte i gusti individuali riguardo al miglior strumento di fruizione di un testo, è l’esistenza di un sommario dei due testi che rende la navigazione più semplice e immediata di quella che si avrebbe con i sistemi tradizionali sopra indicati. Troppo poco? In realtà, per essere la prima versione dell’app io credo che sia sufficiente, al momento, così, anche considerando il costo estremamente ridotto, ma in un’ottica di futuri aggiornamenti credo che sia assolutamente indispensabile dare più possibilità ai fruitori. Un’idea interessante e a mio giudizio su cui puntare potrebbe essere proprio quella della condivisione, che può essere innanzitutto verso i social network, alla Kindle (cioè con tanto di brano pubblicato su un sito apposito in caso di condivisione di un brano più lungo di 140 caratteri), ma anche verso Evernote, dove l’utente potrebbe inserire il testo dell’articolo che gli interessa con le sue annotazioni, che poi si ritroverebbe anche sulla versione desktop di Evernote… Un’altra idea, poi, potrebbe essere quella di fornire all’utente una serie di materiali in calce ai singoli articoli come ad esempio circolari degli ordini (mi viene in mente quella del mio Ordine di Modena sulla pubblicità, ma ce ne sono tante altre), materiali da inserire direttamente nella base dati o più semplicemente da linkare, quindi anche link a casi concreti, come quelli affrontati in questo ed in altri blog, in materia di deontologia, a riferimenti bibliografici e così via, il tutto per dare qualcosa in più rispetto alla fruizione tradizionale del testo sui dispositivi mobili.

In un’ottica di miglioramento, rimane comunque indispensabile, specialmente se si implementano le funzioni di cui sopra, rendere l’applicazione universale e quindi compatibile nativamente anche con iPad, lo strumento che oramai io, ma credo anche tanti altri, utilizziamo molto più frequentemente dello smart-phone.

Infine, per queste applicazioni giuridiche è assolutamente indispensabile che gli editori forniscano indicazioni chiare sulle loro politiche di aggiornamento. Intendo dire che acquisto più volentieri un’app che mi espone un testo quando l’autore mi garantisce che, ad esempio, entro una settimana da eventuali modifiche legislative, l’app verrà aggiornata e me la ritroverò pronta da scaricare tramite l’app store. Se, invece, non ho informazioni affidabili al riguardo, perchè non debbo preferire usare google, con il quale so che trovo i testi aggiornati il giorno dopo, se non il giorno stesso, in cui vengono pubblicati? Gli aspetti relativi alla tempestività e soprattutto alla garanzia degli aggiornamenti sono fondamentali e presto, passata questa prima fase in cui tutte le case editrici hanno smaniato per buttar fuori qualcosa (codici, ecc.), credo che qualcosa si muoverà per avere la necessaria differenziazione.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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