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Il coltello senza manico.

Siamo tutti collegati.

Quando qualcuno si alza per offendere qualcun altro, sporca e insozza prima di tutto sè stesso. Con parole sporche, con sentimenti detestabili, fa una brutta figura davanti agli altri e davanti, ancora una volta, a sè stesso. Tutte le volte che vogliamo far male a qualcuno è come se impugnassimo un coltello senza impugnatura, fatto solo di un’unica lama affilata, che ferisce per forza anche chi lo tiene in mano.

È vero, a volte si prova un senso di soddisfazione per aver offeso un’altra persona, ma dopo il piacere temporaneo arriva il dubbio di aver fatto bene, la riprovazione da parte degli altri che hanno assistito, un po’ come quando si mangia una cosa che ci piace in quantità eccessiva e poi ci fa male la pancia. Ci guardiamo allo specchio e abbiamo la sensazione di non essere puliti come prima, iniziamo a cercare mille ragioni per giustificare quello che abbiamo fatto, ma nessuna ci soddisfa, perchè niente giustifica veramente il fatto di non voler bene a noi stessi e non essere indulgenti con gli altri.

Siamo tutti pieni di difetti e contraddizioni e il nostro primo dovere è quello di perdonarci a vicenda e volerci bene per quel che siamo, senza pretese, senza voler per forza migliorare gli altri, senza credere che tutti debbano vedere le cose come le vediamo noi.

Riflettiamo su questo: in nome di che cosa stiamo vendendo la nostra umanità? Per raggiungere quale risultato ci affanniamo, arrabbiamo, indispettiamo gli uni contro gli altri? Il nostro primo compito, quello che dobbiamo a noi stessi e a Dio, non è forse essere felici nel vivere la vita? Perchè, invece, viviamo come facendo finta di non dover morire mai?

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

4 risposte su “Il coltello senza manico.”

Diciamo che un elemento importante è anche il contesto e lo scopo per cui si dicono cose spiacevoli. Spesso, nei litigi uno offende proprio perché vuole solo provocare o litigare. Il discorso è che si possono dire cose spiacevoli, anche spiacevolissime, coi modi e per gli scopi giusti. Almeno io la penso così.

Esattamente. Il mio infatti non voleva essere affatto un'esortazione all'ipocrisia. Si può e si deve dire tutto quel che c'è da da dire, e a me per primo piacciono le persone che sono sincere e non fanno finta di niente. Solo, non si deve parlare con il solo scopo di manifestare il proprio disprezzo per l'interlocutore.

–?cordialmente,

tiziano solignani, da ? Mac
http://ts.solignani.it
https://blog.solignani.it

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