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Ed è un anno di paleo lifestyle!

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Un Anniversario.

Oggi 11 marzo 2014 faccio un anno di paleo.

Un anniversario non è niente in tutto, è solo una convenzione, ma può essere l’occasione per fare un po’ il punto della situazione, raccontare un’esperienza, mettere a disposizione degli altri le proprie idee, sensazioni, punti di vista.

Per questo ho deciso di raccontare tutto dall’inizio, partendo dalla situazione in cui mi trovavo prima di acquisire consapevolezza alimentare e di stile di vita e iniziare a valutare con attenzione sia quello che ingerisco sia quello che faccio durante tutto il giorno.

L’inizio.

La mia rinascita è iniziata, come tutte le cose importanti, per caso.

Una notte di poco sonno come al solito, tra la primavera e l’estate del 2012, mentre sfogliavo Amazon sul mio iPad mi sono imbattuto in una centrifuga, molto di base, per fare succhi di frutta e verdura. Siccome in quel periodo iniziava a fare abbastanza caldo, ho deciso così, d’istinto, di acquistarla.

In quel periodo mangiavo malissimo, la classica alimentazione occidentale contemporanea piena di cibi inadatti al nostro metabolismo, prodotti industriali, vera e propria spazzatura. Verosimilmente avevo una dipendenza da varie porcherie, di cui non solo non riuscivo a liberarmi ma di cui non mi rendevo nemmeno bene conto. Lo stile di vita in cui si inseriva questa alimentazione poi era piuttosto tremendo, stress acuto per via del lavoro, gestione familiare, quasi sempre in un vicolo cieco senza sapere bene che cosa fare, e nemmeno, anche qui, rendendomi davvero conto di essere dentro ad un buco.

Il juicing.

Le cose hanno iniziato a cambiare quando, all’interno di questa dieta disastrosa, ho iniziato ad usare la centrifuga per farmi alcuni succhi, quasi esclusivamente di frutta fresca.

Ho seguito semplicemente la mia voglia, non è stata una decisione salutistica, anche perché in quel periodo non sarei stato in grado di prenderne. Si vede che qualcosa dentro al mio metabolismo, nonostante anni e decenni di maltrattamenti pesanti, era ancora in grado di guidare i miei istinti verso qualcosa di sano, qualcosa di cui il mio corpo aveva effettivamente bisogno, in mezzo a tutte le false necessità e ai cravings generati dalle dipendenze da zucchero, grani, latticini e così via.

Dopo un po’ che andavo avanti a consumare succhi, inizialmente fuori pasto, come «merenda», poi al posto della colazione, sempre seguendo il mio gusto e facendo quello che mi piaceva fare, ho notato che il cibo spazzatura, stranamente, sembrava sempre meno attraente. Quelli che mi apparivano come biscotti deliziosi iniziavano a sembrarmi sabbiosi pezzi di roba comunque troppo dolce e innaturale.

Forse mi sono convinto da solo come per autosuggestione, forse sono stati, come sostengono molti autori fautori del juicing, i nutrienti apportati dai succhi, comunque sta di fatto che ho cambiato i miei gusti, spontaneamente, indirizzandomi verso cose più salutari, cibi freschi, cose semplici.

Sta di fatto che i succhi sono stati il «ponte» che mi ha fatto passare da una situazione di totale incuria alimentare e di stile di vita alla consapevolezza della necessità di curare questi aspetti per il proprio benessere, inteso sia come eliminazione e prevenzione di patologie che come qualità di vita.

Per questo ai succhi sono ancora molto affezionato, nonostante la loro efficacia sia controversa nella comunità paleo.

Dopo un po’ di tempo, sono passato dalla centrifuga ad un estrattore, l’Hurom 400, che uso tuttora pressoché tutte le mattine con soddisfazione, facendo anche cose un pochettino più elaborate.

La nutrigenomica.

Sempre cazzeggiando con l’iPad (questa periferica ha un ruolo chiave, come del resto ha avuto e avrà sempre la lettura in tutta la mia vita), un giorno, sfogliando iBookStore, il market di ebook della Apple, mi imbatto in «Mangia che ti passa» di Filippo Ongaro. Leggendo le recensioni, decido di acquistarne una copia. Mi si apre così il mondo della nutrigenomica e il concetto di base per cui tutto ciò che introduciamo nel nostro organismo rappresenta una informazione di regolamentazione per il nostro DNA, in grado di «accendere o spegnere» i nostri geni.

Seguo regolarmente il programma proposto dal dr. Ongaro, che è un programma validissimo che consiglio a tutt’oggi a tutti coloro che non si sentono di seguire l’impostazione paleo, eliminando con ancora più convinzione ulteriori categorie di cibi come il latte e i latticini, le farine bianche e i grani raffinati, ed ottenendo risultati ancora migliori.

Il tutto sempre con grande soddisfazione, senza sentirmi limitato in nulla e senza rimpiangere alcun cibo, anzi con la soddisfazione di essermi finalmente liberato di alimenti che mi danneggiavano senza che io ne avessi coscienza.

Dopo aver seguito per alcuni mesi le indicazioni del libro del dr. Ongaro, e degli altri testi dello stesso autore usciti successivamente, che sono ottimi libri che mi sento di consigliare a tutti, leggo della paleo e, più approfondisco, più mi pare un approccio dotato di tanto senso e molto legato all’impostazione nutrigenomica del dr. Ongaro.

La paleo sembra avere senso.

L’uomo ha vissuto, e si è evoluto, per due milioni e mezzo di anni mangiando solo certi cibi, per cui si è adattato a funzionare bene con quegli stessi cibi, dal momento che tutti gli esemplari o individui, diciamo così, che non li avessero ben tollerati, sarebbero stati eliminati dalla continuazione della specie, per un processo di evoluzione naturale.

L’alimentazione dell’uomo è cambiata con la rivoluzione agricola, che è avvenuta solo 10.000 anni fa, un «soffio» in termini di durata della presenza umana sulla terra, che è consistita sostanzialmente nella diffusione della coltivazione dei grani su vasta scala, con conseguente impostazione dell’alimentazione a base di cereali anziché carne di animali selvatici e tuberi come in precedenza.

La rivoluzione agricola è stata un disastro per l’umanità e questo disastro è stato perfezionato dalla successiva grande rivoluzione dell’uomo, quella industriale, che ha applicato all’agricoltura, già dannosa in sé per la nostra salute, i metodi industriali, facendo nascere le coltivazioni intensive, le qualità manipolate dall’uomo (fino ai moderni OGM), gli allevamenti in batteria.

Ciò a portato ad un uomo che vive in un ambiente sempre più diverso da quello per cui è stato programmato, da millenni di evoluzione che ne hanno scolpito il DNA e che, come succede agli animali rinchiusi in uno zoo, che si trovano in un habitat diverso da quello loro congeniale, soffre terribilmente.

Questo fatto che l’umanità si trovi in uno stato, oggigiorno, di grave prostrazione e sofferenza, specialmente nei paesi occidentali, paradossalmente dove c’è maggior «benessere» (le virgolette sono assolutamente d’obbligo), direi sia una circostanza oggettiva e incontestabile, una sofferenza che è poco materiale ma tutta esistenziale, diventa materiale quando ricade sullo stato di salute, perché, guarda un po’, lo stato del nostro cervello e del nostro umore condizione anche lo stato del nostro corpo.

Molti non credono che tutto questo sia vero, dicono che sono tutte cazzate perché «l’uomo si è evoluto in tutti questi anni» e «non siamo mica più gli uomini delle caverne!».

In realtà, tutto al contrario noi siamo proprio ancora gli stessi uomini che abitavano nelle caverne milioni di anni fa (e alcune fortunate tribù, sparse per il mondo, lo fanno ancora oggi).

Sapete qual è la fobia più diffusa nel mondo occidentale?

La paura delle auto, che causano in media 10 morti al giorno solo in Italia?

Macchè. Camminiamo tranquilli in mezzo alle auto, le guidiamo, le ammiriamo e le desideriamo persino.

La fobia più diffusa è invece la ofidofobia, che in Italia fa un morto ogni 4 anni se va bene.

Perché proviamo una sensazione di benessere e di intimità quando guardiamo un campo d’erba verde, mentre una gettata di cemento ci lascia spenti?

Forse la spiegazione è che cibiamo evoluti nelle savane africane, che a quel tempo erano verdeggianti, prima di distribuirci in tutte le parti del mondo.

Il passaggio alla paleo.

Chiudiamo, comunque, questa digressione e torniamo al mio percorso.

Per me passare alla paleo come dieta è stato semplicissimo, ho dovuto solo eliminare due categorie di alimenti rispetto al programma che già seguivo del dr. Ongaro: i legumi e i cereali.

Ho deciso di provarla per vedere se sarei stato meglio o peggio, nel perfetto solco della filosofia del biohacking, che è quella che di base oramai mi caratterizza in pieno.

Dopo avere eliminato i grani, ho scoperto che la mia pancia prima era sempre gonfia, ma io non me ne rendevo bene conto, e che invece si può vivere con una pancia molto più tranquilla e serena. Inoltre ho scoperto che si può mangiare senza accorgersene, a livello digestivo, alzandosi da tavola nella stessa condizione in cui ci si era seduti, senza alcuna sonnolenza, tutti aspetti inediti per me.

I primi giorni di rinuncia a pane e pasta avevo un po’ paura. Decenni di abitudini e convinzioni innestate non si sa bene da cosa e da chi, mi facevano temere che senza i carboidrati sarei «crollato», mi sarebbe girata la testa e ad un certo punto mi sarebbero mancate le forze, tanta era la convinzione che fossero quei cibi a dare energia (in realtà, poi, è vero il contrario e cioè che la tolgono).

Mi ricordo che giravo con una mela in tasca, uno snack di emergenza per l’ipotesi in cui avessi avuto un calo di energia…

Ora sembra tutto molto ridicolo, ma per uno che non ha mai vissuto un solo giorno senza mangiare pane o pasta forse non è così inverosimile.

Ovviamente, non c’è stato nessun calo di energia, anzi tutto al contrario ci sono stati solo miglioramenti, e proprio oggi è un anno che non mangio grani in nessuna forma (pane, pasta, pizza, grissini, farine, fritti, merendine, cazzi e mazzi).

Non ho sofferto nemmeno di carb flu, probabilmente con il programma del dr. Ongaro mi ero abbastanza ripulito bene in precedenza.

Per me la paleo, dunque, è stata solo una ulteriore rifinitura di un processo di biohacking iniziato precedentemente, che nel mio caso ha dato buona prova e che quindi ho deciso di mantenere.

Naturalmente, le vostre esperienze potrebbero essere diverse.

Va anche ricordato che la paleo è solo un modello di dieta, non una dieta rigida, ma un modello che lascia ampi spazi a variazioni o personalizzazioni. Può essere chetogenica, low carb, low fruit, con procotollo autoimmune o senza, adattata alle stagioni, alle disponibilità locali, ai tuoi gusti e inclinazioni e così via. La mia stessa paleo varia costantemente, a seconda di quello che trovo e a volte che mi va di mangiare, ad esempio in questo periodo non so perché ma consumo moltissimo cacao (al 100%), dopo essere stato alcuni mesi senza mangiarne. Inoltre dispongo di carne di angus grass-fed di cui non ho avuto la disponibilità per molto tempo, quindi i piatti che mi arrivano in tavola dipendono anche da questo.

Resta il fatto che la paleo o la dieta evolutiva è la dieta naturale dell’uomo, di questo sono piuttosto convinto. Nella nostra società corrotta e idiota non ha il molto maggior successo di quello che ha adesso che si meriterebbe, anzi viene ritenuta una dieta «di moda», solo perché alla paleo e alle diete evolutive in generale non è collegato un marchio e una industria che la spinge commercialmente sul mercato, così la gente finisce per fare la tisanoreica, la Dukan, la Axodiet e tanti altri sistemi che servono per lo più a vendere a caro prezzo prodotti appositi. Queste sono le vere diete FAD, le diete alla moda del momento, mentre è assolutamente demenziale parlare di diete del momento con riguardo a quelle evolutive, che sono diete che l’uomo ha seguito per oltre due milioni e mezzo di anni…

Ovviamente pochi se ne renderanno conto, ma questo è un discorso ancora più grande e che non riguarda solo il settore delle diete purtroppo, ma anche tanti altri e deriva da come è organizzata la nostra società.

Per fortuna, con internet qualcuno che inizia ad aprire gli occhi ogni tanto salta fuori.

La situazione attuale.

Quali sono i risultati che ho ottenuto con la consapevolezza alimentare e con la paleo, che ne rappresenta al momento il massimo grado di affinazione che sono riuscito a darle?

  • Ho perso quasi 50 kg di peso. Adesso peso 85 kg, per una altezza di 178 cm, con un 25% circa di massa grassa. C’è ancora da lavorare su questo versante, e il lavoro diventa sempre più difficile man mano si avvicina il traguardo, ma … non mollo, anzi mi sto solo divertendo
  • Non so più cosa sia l’acidità di stomaco, il gonfiore intestinale, non ho emicranie (che prima avevo abbastanza spesso) da un anno
  • Ho molta più energia per il lavoro e per giocare con i miei figli, più voglia di godermi la vita in generale
  • Non ho mai fame. Paradossalmente, quando mi imbottivo di grani, zuccheri e cibi industriali, avevo sempre fame, probabilmente per un processo di ipoglicemia reattiva. Attualmente, posso saltare un pasto senza problemi e ogni tanto lo faccio.
  • Quando mangio, anche quando mangio molto, mi alzo da tavola nello stesso stato in cui mi ci sono seduto: non ho sonno, non mi sento appesantito, lo stomaco e l’intestino non mi tirano, mi alzo e riprendo a fare quello che facevo prima come se non avessi neanche mangiato. L’unica cosa che mi fa capire che ho mangiato è che sono sazio e soddisfatto, ma non sento nessun carico digestivo.
  • Mi diverto a fare la spesa e ad occuparmi delle provviste della famiglia. Ho anche allevato e macellato un vitello di Angus galloway per avere carne grass-fed che in Italia è difficilmente reperibile. Sono cose che mi piace fare.
  • Mangio roba buonissima e completamente appagante continuando a dimagrire e a stare bene: ciccioli, salsiccia, pancetta, bacon, prosciutto, salmone, sgombro, uova, cacao, fiorentine di oltre 1kg, grigliate, frutta e verdura deliziose, ogni tanto frutta secca, miele, avocado… È vero che la paleo è una dieta di eliminazione, e quindi uno potrebbe pensare che si tratti di una dieta fatta di restrizioni, in realtà si elimina solo la zavorra: cos’è che ti piace degli spaghetti col ragù, dov’è il gusto, negli spaghetti collosi o nella carne? Io ho buttato la colla e tenuto la carne… E non lo rimpiango
  • Mi piace leggere di alimentazione, salute, fitness, insomma ho anche questi nuovi interessi, che non fanno mai male, ma soprattutto un nuovo, interessante, curioso … punto di vista.

Ecco che cos’è la paleo in fondo: un punto di vista con cui guardare noi stessi e il mondo, che ti fa capire tante cose. E questo per me, che mi considero da sempre un venditore di punti di vista, è assolutamente fondamentale ed appagante 😉

La paleo interessa anche a te?

Nel caso, qui trovi la lista dei libri che puoi leggere per iniziare ad approfondire un po’.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

13 risposte su “Ed è un anno di paleo lifestyle!”

Ti ho letto con interesse. Come te sono appassionata lettrice di Ongaro da alcuni anni e, proprio convinta dai suoi scritti, ho sostanzialmente modificato la mia alimentazione, iniziando con l’escludere carni processate (salumi e simili) e latticini. Sono da sempre forte consumatrice di verdura e frutta, per gusto ancor prima che per salute.
A differenza tua, però, sono col tempo diventata vegetariana. Il mio percorso è arrivato spontaneamente, all’inizio – anche in questo caso – per gusto, non avendo mai amato la carne, poi sono evidentemente arrivate motivazioni di carattere etico, ed ora sarebbe per me impensabile ricominciare a mangiare carne o pesce. Mi infastidisce persino l’odore.
Da quando ho smesso di mangiare carne (tre anni, ormai) non ho più avuto problemi di gastrite, di cui prima soffrivo, non ho più gonfiori e dolie addominali, sono piena di energia e faccio attività fisica tutti i giorni. Faccio analisi complete ogni anno (profilo proteico e vitaminico completo) e sono perfette. Posso dirti di non essere mai stata meglio in tutta la mia vita.
Consumo cereali con moderazione, preferibilmente senza glutine (riso, quinoa, miglio, grano saraeno) e tassativamente integrali, legumi, soia e uova – sempre in quantità non eccessive.
Ho molto rispetto per tutte le scelte alimentari, ancor più quando sono ragionate e motivate come la tua. Credo ognuno debba cercare e sposare quella che maggiormente gli si addice, e probabilmente ci sono persone per le quali può essere ottimale uno stile di vita che può non adattarsi altrettanto bene ad altre.
Vorrei però chiederti cosa pensi del fatto che parecchi medici e oncologi, Veronesi in primis, sono vegetariani, se hai letto The China Study e se ritieni infondati gli studi del dr. Campbell.

Veronesi, che dice che gli inceneritori non fanno assolutamente male, lo stimo davvero poco, per me è tutt’altro che un luminare e un esempio da seguire… Campbell mi sembra non molto intelligente solo a vederlo in foto, il suo libro, che non ho letto e non credo leggerò, anche se sicuramente sarebbe preferibile farlo, sembra sia una lettura a piacimento di dati risultanti da studi solo osservativi o
epidemiologici. Secondo alcune fonti, quelli che hanno seguito le sue indicazioni in non pochi casi sono diventati diabetici o prediabetici… Quanto alla carne, oggigiorno presenta sicuramente un problema di qualità, precipitato dal modo orribile e assolutamente contrario all’etica in cui vengono allevati e nutriti gli animali, ma in sè non può essere un alimento nocivo altrimenti la razza umana si sarebbe estinta milioni di anni fa, quando invece il numero di tumori è alto oggi come non mai, un periodo in cui si mangia meno carne che in passato. Queste sono le mie idee, senza ovviamente nessuna garanzia di esattezza o fondamento… Completo dicendo che anche in paleo si mangia tantissima frutta e verdura, solo si riconosce importanza a grassi animali e proteine, cercando di curarne la qualità e anche il benessere degli animali almeno sino alla macellazione. La scelta vegetariana in generale per me è sbagliata, può essere utile forse in determinate circostanze, ma in generale penso la nostra alimentazione debba essere quella dettata dall’evoluzione… Certo, una scelta consapevole in campo nutrizionale anche se verso il vegetarianesimo è sempre meglio del mangiare a caso quel che propina il sistema, una ricetta per il disastro, quindi alla fine paleo o vegetariani l’importante è risvegliarsi. Il veganesimo, cosa molto diversa, è una estremizzazione che come immaginerai ritengo molto sbagliata e mal sopporto quando viene propagandata, specialmente confondendo motivi etici, tutti da valutare peraltro, con motivi di salute. Ripeto sono ovviamente solo le mie idee, sono consapevole che milioni di persone la pensano diversamente e magari hanno pure ragione 😉

Dimenticavo di dirti che la paleo esiste anche in versione vegetariana, gugola paleo vegetarian o primal vegetarian. E dimenticavo anche le carni conservate, anche io ne mangio il meno possibile preferendo le fresche tutte le volte in cui è possibile.

Ciao Tiziano, molto bello il tuo articolo. Sai anche io dalla scorsa estate mi sono assunta la reponsabilità della mia salute e forma fisica, ed ho inziato a metter in campo azioni per migliorarle. Anche nel mio caso tutto è partito dall’acquisto di un estrattore di succo. E’ incredibile come il consumo di succhi freschi di frutta e verdura abbiano agito così nel profondo, da portarmi a fare scelte migliori per la mia salute. Sembrava quasi che il corpo, giorno dopo giorno, si risvegliasse da un profondo letargo, assorbendo avidamente la freschezza e i nutrienti generosamente offerti da quei bicchieri colorati e rinfrescanti. Poi io ho fatto delle scelte diverse, nel senso che non mangio carne da ormai tre anni, per scelta etica, quindi mi sono orientata verso un regime nutrizionale a base di proteine vegetali. Ora ho inserito un programma di integrazione nutrizionale che mi sta davvero dando un sacco di energia e vitalità, oltre a registrare miglioramenti fisici e perdita di peso. E’ bello vedere come una maggiore consapevolezza di ciò che introduciamo nel nostro organismo faccia una così grande differenza. Poi non sto qui ad analizzare le diverse, talvolta anche diametralmente opposte, posizioni di una dieta paleo con una dieta proteica a base vegetale. La cosa importante è trovare il modo di stare bene e ritrovare vitalità, energia e voglia di vivere appieno. Il come, a mio modo di vedere, resta in secondo piano. Complimenti Tiziano!!!!!!

Grazie Frida.

Sì, i succhi freschi (juicing) non vanno affatto snobbati e io apposta ho voluto ricordarli e ricordare l’importanza che hanno avuto per me. Per molta altra gente potrebbero essere, come è stato per noi, l’occasione per ripartire verso il benessere.

Quanto alla dieta vegetariana, come dici tu potremmo discuterne per giorni. Peraltro tu stessa ammetti che non è stata una scelta determinata da considerazioni nutrizionali, ma etiche, questo diciamo taglia in radice la discussione perché è evidente che le cose stanno su piani diversi, non ti posso parlare in ipotesi del valore nutritivo del salmone quando tu comunque rifiuti di mangiarlo a prescindere dalle stesse.

Però ti voglio lasciare anche con una domanda, che è quella che faccio a tutte le persone che seguono un regime vegetariano o addirittura vegano: siamo sicuri che sia una scelta etica e non sia invece un disturbo alimentare, simile ad anoressia, bulimia e altri? Il nostro cervello rifiuta alimenti di origine animale di cui, almeno secondo me, il nostro corpo avrebbe bisogno per nutrirsi adeguatamente… Assomiglia tanto al comportamento di chi rifiuta di nutrirsi tout court, sempre per un disturbo a livello mentale. E devo dire che dopo aver sentito i racconti di ex vegane che sono state costrette a tornare ai cibi animali per motivi di salute e soprattutto le difficoltà che hanno avuto a dover accettare questa realtà che in precedenza aborrivano questa ipotesi mi convince sempre di più… Aggiungiamoci che in una società ad altissimo tasso di ipocrisia come la nostra non è inverosimile che un disturbo o un problema possa essere fatto passare per una «scelta etica», con tanto di fautori e sostenitori disposti a consigliarla nei salotti televisivi o su internet e il quadro mi sembra più probabile.

Ovviamente, te lo lascio solo come spunto di riflessione, non ho certezze nemmeno io.

Grazie per i complimenti e per aver detto la tua, credo che potrà essere utile a molti altri.

Tra l’altro proprio in questi giorni sto valutando di creare un nuovo gruppo, una community, per tutti coloro che sono interessati al benessere, a tutto tondo, anche al di là del recinto, ad oggi molto specifico, delle diete evolutive, dove per come la vedo io dovrebbe esserci posto anche per chi segue diete vegetariane, vegane o simili, nell’ottica per cui il confronto è sempre positivo e nella considerazione per cui ci sono sempre molte cose che ci accomunano, come una scelta di consapevolezza alimentare che ci differenzia da tutti gli altri, in primis.

Non ho capito pressoché niente del tuo commento, se riformuli il tuo pensiero con un linguaggio comprensibile rispondo volentieri, magari fatti aiutare da qualche amico, oppure scrivi in Inglese. Intanto, buona giornata.

Salve, ho letto il suo posto. Non trovo riferimento alla sua età. Secondo me nel ragionamento paleolitico manca una considerazione basilare. L’uomo paleolitico faceva molta più attività fisica, si muoveva e camminava molto di più. Sono convinto che se abbinasse alla sua dieta almeno 30 km a piedi o di corsa lenta alla settimana arriverebbe facilmente ad un peso forma migliore e si sentirebbe ancora più forte e tonico.
Mi sembra di notare che alcuni che fanno la paleolitica sono dimagriti ma li vedo un po’ “smunti” e “sciupati”.

Io sono molto d’accordo con quello che dici Vittorio. Nel mio resoconto ho mancato di parlare di questo aspetto ed è un peccato, magari quando avrò un po’ di tempo svilupperò un paragrafetto sul punto perché ne varrebbe sicuramente la pena.

Comunque, io ho 44 anni, sono rimasto sedentario per quasi tutto il percorso, mentre sto iniziando a muovermi un po’ di più solo ultimamente, diciamo negli ultimi mesi. In ogni caso, sicuramente la paleo è uno stile di vita e non solo una dieta: non solo quello che mangi ma anche quello che *fai* tutto il giorno e in quest’ultima cosa dev’esserci il movimento perché noi a star fermi deperiamo, detto in modo molto grezzo ma questi sono i concetti di base.

Nei libri degli autori paleo fondamentali, come ad esempio il testo di Wolf, questo aspetto è trattato molto bene e in chiave evolutiva, ti rimando a quei capitoli per approfondimenti.

Ciao Tiziano, ho appena finito di leggere la tua storia.

Da pochi mesi ogni tanto leggo di questo argomento sul web, in particolare facebook ma ancora non ho letto libri e quant’altro, quindi la mia conoscenza è sempre molto più vicina alla zero: posso affermare tranquillamente di essere ignorante e tutto quello che ho capito, evoluzione del dna a parte, è che ci sono degli alimenti che vanno evitati perché rendono il nostro sangue acido e altri che contengono saponine e danneggiano l’intestino.

Nel mio immaginario la paleo è qualcosa come mangiare tanta carne ma so che chi la fa sarebbe pronto a dirmi il contrario e quanto possa essere una alimentazione variegata e non monotona.

Oggi però data la tua esperienza e testimonianza la mia domanda è un’altra e non ha a che fare con i benefici fisici.

Quello che mi chiedo è:

– quanto può costare economicamente (in media) alimentarsi paleo con carne non grass fed? E quanto con carne grass fed? –

Io sono molto tentata dall’iniziarla ma mi chiedo se posso permettermela.

Non lo farei tanto per un fattore estetico anche se ho dei bei rotolini di ciccia a livello addominale (e non va bene comunque) ma perché mangiare per me è proprio una sofferenza: ho sempre coliche e gonfiore subito dopo i pasti che mi limitano molto nelle mie attività quotidiane e mi fanno passare la voglia di uscire di casa per paura di sentirmi male.

Ormai l’ho appurato che è così, che è il cibo il mio problema.

Generalmente faccio 3 pasti al giorno: colazione, pranzo, cena; e fortunatamente non mi viene fame tra un pasto e l’altro, i dolci non mi stuzzicano e non mi interessano.

Una cosa che ho fatto per alleggerire la situazione è stata quella di eliminare del tutto le uova. So che si possono mangiare, ma non appena ne toccavo uno partivo subito con i dolori: non importa in che modo fosse cucinato; a volte vorrei provare a rimangiarle, ma ho troppa paura.

Grazie mille e complimenti per il tuo percorso.

Come scrivevo, dopo aver rinunciato ai grani per la prima volta dopo 40 anni, mi sono accorto che anche io presentavo gonfiore e coliche, sia pur leggere, in modo costante, che sono sparite come per incanto dopo aver smesso di ingerire cibi contenenti proteine indigeribili o comunque non adatti alla nostra specie come i cereali.

Prima di constatarlo con mano, non me ne rendevo nemmeno bene conto, incredibilmente pensavo che fosse normale «sentire» il funzionamento di stomaco e intestino, mentre invece non era affatto normale ma un principio di sofferenza causato dall’uso di cibi inadatti.

Ovviamente non posso avere la minima idea della causa dei tuoi gonfiori, ma, nella perfetta filosofia del biohacking, non ti costerebbe nulla provare a stare una settimana senza glutine, una cosa che consiglia anche il dr. Ongaro, che non è nemmeno un paleo seguace.

Per quanto riguarda le uova, io non ho problemi, per fortuna, anche perché le adoro, ma molta gente a quanto pare sì, anche perché sono uno dei primi cibi da eliminare nel protocollo autoimmune della paleo, in quanto sono appunto uno dei cibi portatori di problemi per la maggioranza delle persone, ora non so se per colpa delle sue caratteristiche intrinseche o per il fatto che la nostra salute è così compromessa da non poter gestire bene un alimento come l’uovo che secondo molti è un alimento perfetto. Anche qui… Prova e poi vedi. Magari un giorno, dopo aver fatto anche altre prove e percorsi, riuscirai persino a reintrodurli.

Quanto ai costi della carne grass-fed, non è vero che costa molto di più dell’altra, il problema semmai è trovarla. Quand’anche costasse tanto di più, comunque, è un discorso da mettere in relazione con la salute: mangiando merda corri un rischio molto più elevato di ammalarti, cosa che ha un costo anche economico, specialmente se lavori in proprio. È un discorso concreto, non è una supercazzola, attenzione! In ogni caso, per me la paleo è economicamente affrontabile, le fregature maggiori da questo punto di vista sono nel cibo spazzatura: hai mai considerato quanto ti costa ad esempio una pizza portata a casa in relazione al peso e al valore (o sarebbe meglio dire disvalore) nutritivo? Cerca di guardare il discorso da un po’ più lontano e non considerare solo l’esborso immediato.

Sei invitata nella tribù della paleo, ovviamente. In bocca al lupo per tutto e grazie ancora per il tuo intervento.

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