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I miei genitori danno tutto a mio fratello: che posso fare?

una situazione che mi angoscia da anni: nella mia famiglia tutte le agevolazioni possibili sono state fornite a mio fratello che lavora da sempre nell’azienda familiare di cui ha una quota come tutti tranne io che all’epoca ero minorenne e non lo sono più da oltre 20 anni. Mio fratello ha potuto usufruire di introiti a nero che gli hanno permesso di condurre una vita da nababbo pur risultando un povero per la finanza. A me non è permesso lavorare nell’azienda di famiglia. Quando ho chiesto un aiuto finanziario (che avrei restituito) per l’acquisto della prima casa i miei si sono rifiutati attraverso le solite scuse “c’è la crisi”, ma poi scopro che mio padre aprirà una nuova attività in società con mio fratello. Al di là del dolore emotivo che a stento riesco a gestire, possibile che, come mi disse una volta u n avvocato, i miei in vita possono gestire i beni come meglio credono e solo al loro decesso io potrò rivalermi?

Credo che per un problema di questo genere lo strumento meno adatto sia quello del diritto.

Probabilmente, dietro a situazioni di questo genere, ci sono problemi di comunicazione all’interno della famiglia che si trascinano da anni e che, con l’intervento di avvocati, possono solo aggravarsi.

Quello che ti suggerirei è di rivolgerti ad un mediatore familiare, per vedere se possibile fare qualche seduta con gli atri tuoi familiare e iniziare a sbrogliare questa matassa.

Questo sarebbe sicuramente il modo migliore di trattare il problema.

A parte la maggior idoneità in sé dello strumento della mediazione, in diritto c’è comunque da confermare quello che ti ha detto l’avvocato che hai già consultato: non solo i tuoi possono dare tutti i loro soldi a tuo fratello, ma anche, se credono, alla Chiesa, alla ricerca per questo o quello, alla costruzione di un canile, gattile, ecc..

Tu non hai nessun diritto nei confronti delle loro sostanze, specialmente adesso che sei maggiorenne da oltre 20 anni e quindi sicuramente anche autosufficiente, ma solo un’aspettativa, non giuridicamente tutelabile, che diventerà attuale solo quando si aprirà la successione.

Capisco che la discriminazione che ti sembra di ricevere nei confronti di tuo fratello sia molto antipatica, ma dal punto di vista giuridico è del tutto legittima, perché un genitore o comunque un soggetto di diritto ancora capace decide autonomamente come impiegare le proprie sostanze.

Anche per questo ribadisco che lo strumento più corretto per trattare il problema è quello della mediazione familiare.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

14 risposte su “I miei genitori danno tutto a mio fratello: che posso fare?”

Buongiorno!il mio problema è… Che nella mia famiglia le cose sono state fatte sempre in modo sbagliato e mi riferisco a i miei genitori.io mi sono sposata nei lontano 1996e i miei non potendomi aiutare economicamente mi hanno concesso una parte di casa in comodato d’uso di circa 70mq una mansarda che io ho personalizzato e valorizzato visto che non era ne abitabile e priva di comfort. A distanza di tre anni mio fratello maggiore si sposa e si appropria della casa sottostante alla mia che mio padre aveva pero rifinito con impianti di riscaldamento e altre finiture di pregio che vabbe non voglio neanche scendere nei particolari dettagli ..con i suoi modi e riuscito a farsi cedere da i miei genitori anche un altra ala di casa sfruttando così 200mq in tutto senza nemmeno consultarmi .tra l’altro quando lui ha ottenuto tutto ciò nei confronti di mia madre è stato sempre ingiusto per lei non ha mai avuto un obbligo non ha mai fatto un dovere non si e mai preso cura di lei pur sapendo che non era più autosufficiente. E malata io mi sono offerta di starle vicino e di curarla con amore fino alla fine dei suoi giorni.mia madre oggi non c’è più e quindi citroviamo ad affrontare il tema testamento dove nessun figlio è proprietario di nulla .e quindi la mia domanda è…. Chi ha usufruito di più comfort di più spazi per più di 20 continua ad avere i suoi vantaggi ??io posso avvalermi di qualche diritto di equità oggi????bisognerebbe dirle a un notaio queste cose??

È una cosa molto complessa, cui in questa sede si può dedicare solo qualche accenno ma che necessita un approfondimento ben maggiore. Le elargizioni ottenute, in qualsiasi forma, ad esempio, potrebbero essere apprezzabili come donazioni, e quindi soggette a collazione, ma appunto va verificato con cura. Poi ci sono magari altri aspetti sempre da approfondire. Se vuoi tutelarti, devi rivolgerti ad un avvocato. Se credi, qui c’è la nostra consulenza di base per un primo approfondimento https://blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/

Vorrei ringraziare sia l’avvocato Solignani che Rosario e Maria Angela per essere riusciti a rappresentare situazioni analoghe a quella che mi vede protagonista come vittima di una vera e propria ‘violenza psicologica’ da sempre, dall’infanzia ad oggi, che ho quasi sessant’anni! Dopo aver sperimentato danni di tutti i generi (perfino in termini di discredito personale) senza riuscire a capire la ragione delle discriminazioni subite in particolare, con evidenza patrimoniale concreta, negli ultimi quaranta anni, e soprattutto da quando e’ mancato mio padre, e’ di qualche conforto scoprire che anche altri hanno sperimentato sorti simili, per certi versi, alla mia. Poiche’ nel mio caso i maltrattamenti emotivi risalgono alla prima infanzia, mi sono scoperta di recente a chiedermi se addirittura non avessi ‘colpa’ dell’accaduto e se, agendo diversamente, avrei potuto evitarli. Purtroppo la risposta e’ no: non c’e’ legge adeguata a tutelare dall’egoismo e dalla gelosia di una sorella e della propria madre chi e’ stato amato da un padre possessivo e, pur diversamente, altrettanto egoista. Oggi, dopo l’ennesimo dispiacere, sono affranta e sfinita: non soltanto non esiste Legge idonea a tutelare la vittima di tante ‘ingiustizie’, ma neppure un comportamento oggettivamente corretto e disinteressato esime dal dolore, tutto emotivo, dei torti subiti e dei danni irreparabilmente patiti. Cio’ che fa piu’ male per me e’ la gratuita’ dei soprusi: sciocchi e perfino inutili, in quanto privi di utilita’ concreta per chi li esercita. La ragione, come ha conclusione il mio Avvocato, incredulo di non aver ottenuto assenso dalla controparte rispetto ad accordi pur vantaggiosi per le mie congiunte, e’ un sentimento d’odio che supera qualsiasi considerazione razionale o interesse. Grazie dunque per il conforto, avendo gia’ maturato da sola la convinzione che, per il resto, non c’e’ nulla da fare …, neanche accettando di sostenere pesi economici e, soprattutto emotivi, enormi.

forse sarebbe il caso di cambiare la legge … perchè quella attuale permette di esercitare violenza psicologica tra fratelli e di solito ci rimette quello più buono

Mi scusi avvocato, ma dalle sue risposte sembra che un genitore non abbia alcun tipo di responsabilità economica o affettiva nei confronti dei figli, che deliberatamente ha deciso di mettere al mondo. Non credo che la giurisprudenza non possa in alcun modo tutelare questi casi: se alla proposta del figlio di ricorrere a un mediatore familiare il genitore si rifiuta, come ci si deve comportare? Pensare che in altri esposizioni ho sempre sentito dire che il dovere economico e morale dei genitori nei confronti dei figli rimane anche dopo la maggiore età.

Rimane dopo la maggiore età finché i figli non raggiungono l’autosufficienza, occasione in presenza della quale cessa, ovviamente, l’obbligo del genitore al mantenimento e il genitore stesso riacquista la piena disponibilità del proprio patrimonio.

Grazie per la risposta. Tra l’altro, avvocato, ho casualmente scoperto che lei è esperto di questi argomenti. Si veda questo esauriente articolo sull’alienazione genitoriale: http://www.leggioggi.it/2011/08/01/quando-un-genitore-mette-il-figlio-contro-laltro-genitore/
Ecco, non si può adottare questa stessa normativa nei casi in cui il genitore, invece che contro il compagno, se la prenda contro il figlio, parli male del figlio con l’altro genitore, alluda in sua assenza alle sue incapacità, per avvantaggiare la propria posizione o quella di un altro figlio, diciamo, preferito? Ci sono un’infinità di casi del genere che non trovano tutela, perché, pare, la potestà genitoriale ha sempre un certo valore per il legislatore. O la mia impressione è errata?

Non credo proprio, sono due fenomeni completamente diversi, almeno a mio modo di vedere. In quei casi, si può fare riferimento alle modalità di esercizio della responsabilità genitoriale. Ma dare un prestito non dovuto ad un fratello e non darlo all’altro non è un vero e proprio maltrattamento, sono decisioni legittime, per quanto possano essere percepite come spiacevoli da uno dei soggetti coinvolti.

Ho compreso il senso della risposta anche se non capisco nello specifico cosa intenda per “modalità di esercizio della responsabilità genitoriale”. Ad ogni modo grazie .

Significa che è un comportamento che può essere rilevante semmai come scorretto esercizio della responsabilità genitoriale, cosa per la quale la legge prevede in determinati casi l’intervento della magistratura.

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