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Avvocati: perché, nonostante tutto, è preferibile che siano felici.

Tutte le volte che faccio girare questo post, in cui dico quanto sia per certi versi ancora bello fare l’avvocato, salta puntualmente fuori gente che dice cose del tipo «Sì però a mio cuggino dieci anni fa gli avvocati e i giudici e gli assistenti sociali hanno dato un’inculata! Aveva ragione da vendere, decine di testimoni e camion di documenti, però ha perso la causa in tutti e tre i gradi e ha dovuto pagare più di 20.000 euro di spese legali! Tutti gli avvocati e i giudici di … sono corrotti! È un sistema! L’ordine degli avvocati non fa niente, cane non morde cane! Fate girare. Svegliaaaaaaa!».

Se non ci credete, guardate anche solo i commenti lasciati in calce al post stesso, alcuni dei quali davvero fuori di testa e assurdi.

Ad uno di questi ho chiesto cosa c’entrasse questa inculata che lui o suo cuggino si sarebbero presi con la piacevolezza con cui io ed altri facciamo il nostro lavoro e mi ha risposto che si voleva solo sfogare, come se si potessero commentare a cazzo i contenuti solo per «sfogarsi».

Allora io metto su facebook la foto di una torta che mi sono appena cucinato o mangiato e uno sotto, solo perché sono un avvocato, scrive «A me 20 anni anni fa i giudici e gli avvocati e gli assistenti sociali mi hanno truffato per questo e quello è terribile è inammissibile è anticostituzionale…».

Con questi atteggiamenti, tocchiamo il cuore del carattere italiano: l’italiano medio non sopporta la felicità altrui.

Siccome lui è stato inculato una volta, magari anche con giusta ragione, e magari non da un avvocato ma da un giudice, o altro, non importa: tutti gli avvocati devono almeno vivere infelici. Se si azzardano e dire che loro, tutto sommato, sono sereni e contenti di fare questo mestiere, allora ecco che per loro si riaprono vecchie ferite…

Io credo che l’unico modo corretto di rispondere a questo sia proprio chiedere: «Ma che cazzo volete?».

Se una persona fa il suo dovere e lo fa con cuore lieto, liberi voi di lamentarvi, vedere tutto nero e rovinarvi la vita per le tragedie che sono accadute, decenni fa, nella vostra famiglia.

Io però scelgo di costruire, di non fare di tutta l’erba un fascio, di cercare di aiutare davvero le persone, cosa per la quale l’ottimismo e la felicità mi servono, come il cibo che ingerisco tutti i giorni, come i computer che uso, come le cose che leggo, le famose sentenze, i libri, gli articoli.

Ma soprattutto ricordatevi anche che quando vi troverete di nuovo nella merda – cosa che peraltro non vi auguro affatto – l’unico che potrà provare a tirarvi fuori sarà un bravo avvocato che fa ancora con piacere, e magari addirittura con passione, questo mestiere sempre più difficile.

Tutto il resto sono solo lamentele con le quali vi trascinate solo sempre più in basso. Da soli, quasi come perfetti idioti. Pensate di aver capito tutto dalla vita, ma la tristissima realtà è che l’esperienza negativa che avete avuto non vi è servita nemmeno a questo. Tutto questo è un vostro diritto, sicuramente, stai tuttavia a voi decidere se e come esercitarlo.

Resta il mio diritto di svolgere serenamente e con piacere questa professione, nell’interesse mio ma soprattutto di tutti coloro che mi pagano per farlo, che si traduce in quello di ignorarvi e andare per la mia strada.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

2 risposte su “Avvocati: perché, nonostante tutto, è preferibile che siano felici.”

Buongiorno,
ho registrato un incontro durato 30 minuti con un avvocato. Dalla registrazione emerge che l’incontro è iniziato con 30″ di ritardo e il contenuto intellettuale del supporto ricevuto è stato:”Io non sono un azzecca garbugli, con me una causa non dura più di 6 mesi”, “Io sono un matrimonialista, non mi intendo di cause di lavoro”,”Lei non deve interpretare, se nò io cosa ci sto a fare”. Quando mi sono alzato a vestito per andare e ha capito che non chiedevo di rito:”Quanto le devo” o “Le devo qualcosa per questo incontro?”(che ne prevedeva altri):
“Bene, abbiamo parlato un’oretta, ha dei bambini piccoli, è senza lavoro, le faccio uno sconto, sono 100€ … io fatturo sempre tutto neh….adesso vedremo, mi mandi le carte, se andiamo avanti… ma spero di non dover fatturare perché senò le mie tariffe sono molto alte”.

Lei accetterebbe di lavorare gratuitamente per farmi recuperare quei soldi che altri avvocati non hanno chiesto neanche dopo 3 incontri propedeutici?
In thailandia i dentisti espongo le tariffe all’ingresso dello studio, come i ristoranti.
Come abbiano fatto quei trogloditi a darsi un ordinamento simile è il mister di Rosetta.

Se per colpa di pochi avvocati approfittatori mediassero le tariffe orarie a quelle di un comune impiegato/operaio, riuscirebbe a mantenere lo stesso grado di felicità?
Perché tanti bravi e onesti avvocati non riescono a cambiare il sistema e a fottere i principi del foro?

In fondo l’avvocato non è uno Sherlock Holmes. L’avv. compensa le carenze legislative e solo nella forma data da come sono scritte. Mi hanno fatto capire che se una cosa la legge non la prevede, il giudice, pur accogliendo le mie ragioni, supportate da misure concrete, non potrà dare esecuzione (ad esempio una lettera di referenze, compensatrice del licenziamento illecito e della possibile diffamazione).

Ah, ho registrazione anche di colloquio in cui l’avvocato accoglie la mia idea per la lettera di referenze e l’ultimo in cui ammette che la lettera non ha valore e il giudice non può forzare.

In un altro caso ho consultato un avvocato per monitorare il comportamento del mio, come previsto dal codice deontologico (art.7 o 9 mi pare) che sostanzialmente scarica sul cliente la responsabilità del comportamento del proprio avvocato. Da un certo punto di vista mi pare anche giusto. Dall’altro lo stesso codice ammette che, in caso di mancanza di fiducia, ci sia dimissione e pagamento immediato. Di fatto è accaduto così.

Quindi per colpa di un avvocato consapevole di violare il c.d., ho perso il mio avvocato e ripagato uno nuovo per fare le stesse cose.

Tra l’altro ho pagato la fase istruttoria che non ha neanche avuto seguito. Sinceramente devo ancora capire cosa sia. La causa si è conclusa senza ascoltare alcun testimone perché i fatti erano pacifici. Il giudice ha deciso sul ricorso. All’udienza ha fatto ripetere agli avvocati il contenuto del ricorso a pappagallo ma era chiaro che aveva già deciso.
Un banale programma per computer avrebbe potuto valutare quella situazione e ottenere le stesse conclusioni del giudice.
Sempre un programma per computer istruito con l’elenco delle fasi e l’alberatura di domande di rito, non avrebbe compiuto le omissioni che hanno compiuto gli avvocati.
Infatti che il licenziamento fosse illecito lo poteva rilevare il sistema informatico del centro per l’impiego e farlo confermare all’ispettore del lavoro con interrogatorio degli ex colleghi. Sarebbero allora emersi gli altri altarini. Ma così sarebbe troppo pratico, veloce e sicuro.

In Lettonia, paese per certi versi 30anni indietro rispetto all’Italia, gli avvocati seguono le cause dal proprio ufficio, via internet.

Come mai Lei trova dei tutorial su internet che le evitano di avvalersi del supporto di un professionista per configurare la posta elettronica e altro, mentre se io trovo, a fatica, una sentenza, l’avvocato neanche la discute ma mi taccia subito con un:”Non basta leggere delle sentenze per essere avvocato”. Secondo altri avvocati non era così ma oramai il rito era impostato e nulla avrebbe più potuto cambiarlo e, proprio per questo, nessuno avrebbe più potuto far valutazione per danno professionale. Però ho dovuto scoprirlo a spese mie.

Ma quante belle coincidenze che portano l’acqua sempre allo stesso mulino si trovano nel codice civile e in quello deontologico.

L’ultimo avvocato, giovane, che salva la categoria, congedandosi mi ha detto che io non sono un cliente “comune”, perché voglio conoscere, capire, approfondire.

Mi scusino i precedenti se ho leso il loro onore mostrando di essere dotato di cervello con tanto di neuroni.

Programmo computer, cioé gli insegno a pensare come facciamo noi, limitatamente a ciò che non comprende creatività. Mi occupo di progetti per multinazionali che per numero di variabili e situazioni in gioco, la prestazione intellettuale di quegli avvocati risulta elementare. Guadagnavo come un impiegato ma ero felice, fino a quando non mi hanno rubato il posto di lavoro e messo in crisi la mia vita privata. Ma 6 mensilità sono un risarcimento omnicomprensivo sufficiente-
Ci sono però talmente tante situazioni senza risposta da giustificare ulteriore causa (ad esempio per riconoscimento di superiore qualifica).

Ma se solo per sapere se si può fare (cioè un normale preventivo), devo pagare, perché magari l’avvocato sa che è fattibile ma che il guadagno sarebbe minimo e quindi meglio recuperare il costo orario del tempo speso e perdere questo cliente….tanto complicata è la nostra legislatura che il lavoro salta fuori comunque.

Al CAAF mi dicono che se faccio l’unico, spendendo 50€ oggi ne recupero 80 fra 2 anni.

Sa come si dice. Se il lavoro non c’è, bisogna inventarselo.

Infatti qualcuno potrebbe inventarsi un blog:”Sputtana l’avvocato” però poi verrebbe sanzionato per aver espresso la propria opinione.

Avvocato. Nessuno si lamenta degli avvocati come ruolo e nemmeno come persone. Tutti possono capire che è l’occasione a rendere l’uomo ladro. Ci lamentiamo di ciò che rappresentano, cioé un gruppo di persone (per lo più medici e avvocati) che promuovono leggi che ostruiscono la Costituzione, che si sono dati il titolo e il merito di essere gli unici “intellettualmente” dotati per poter dare una direzione e hanno dimostrato invece di essere incapaci di semplificare e migliorare anche le situazioni più banali. I computer di oggi sono 100 volte più veloci di 30 anni fa. Il sistema burocratico è più complesso e lento. I dipendenti pubblici vanno a timbrare in mutande, in 100.000 se ne sono andati l’anno scorso dall’italia di cui 50000 informatici. Come è possibile avere in mano una Ferrari e guidarla come una panda? Solo con la volontà di chi può crearsi le occasioni, soprattutto quella di non avere concorrenza.

Ma come constata sempre Lei, noi “altri”, comuni cittadini, non conosciamo e non sappiamo. Ci è stata data un’istruzione limitata. Viviamo in questo paese, siamo geneticamente predisposti solo per apprendere le leggi per osmosi ma non ci possiamo rendere conto, non possiamo raggiungere l’eccellenza intellettuale di un laureato che ha un titolo, ossia un pezzo di carta dato da un altro avvocato che ha certificato che il nuovo avvocato la pensa proprio come il vecchio e può andare e diffondere il verbo.

Poi se ci confrontiamo con il resto d’Europa siamo sempre il fanalino di coda ma gli avvocati subiscono le leggi come i loro clienti. C’è una differenza, ma tutti dobbiamo campare dignitosamente.

E’ giusto che il cittadino comune, la maggioranza della popolazione, lavori per produrre beni che tutti possano consumare. Chi si deve assicurare che il pascolo sia messo nelle migliori condizioni per fare questo, invece deve assicurare se stesso con 7 assicurazioni.

Ormai le sue risposte sono stereotipate e se le può risparmiare. Comunque non gliele pago.

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