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Come scrivo i testi per il blog.

Molti mi hanno chiesto come scrivo i miei testi per il blog, considerando che questo è il più antico blog giuridico, e non solo, esistente in Italia, che pubblica un post al giorno da oltre due decenni ormai ed ha richiesto quindi un lavoro enorme e costante nel tempo.

Oggi voglio spiegarti gli strumenti che uso, in modo che anche tu, se credi, possa creare un tuo blog o comunque usare questi stessi strumenti per il lavoro con i testi in altri ambiti.

Naturalmente, non ho sempre usato questi stessi strumenti. Quando ho iniziato ad usare il computer, più di venti anni fa, il mio sistema operativo era il DOS, un ambiente testuale e non grafico. Ricordo i primi giorni passati a studiare i comandi di questo sistema su vecchie dispense della mitica casa editrice Jackson – di cui poi anni dopo sarei diventato autore con «Il perfetto cybercittadino».

In quell’ambiente, usavo un wordprocessor sempre testuale, tutto in bianco e nero (non c’erano ancora i monitor a colori), che però funzionava egregiamente e che ancora oggi un po’ mi manca per il suo carattere spartano ed essenziale. Si chiamava Wordstar, bisognava caricarlo tramite floppy disk, su cui poi salvavi anche i tuoi documenti. Con Wordstar ho scritto la mia tesi di laurea. Era un sistema, considerato l’hardware oggi considerabile assurdo dell’epoca, velocissimo.

Ma chiudiamo la parentesi «retrocomputing» e facciamo un balzo in avanti di oltre 20 anni.

Oggi, e ormai da più di 10 anni, non uso più personal computer con Windows, un sistema operativo che ho sempre detestato, ma computer Mac che, pur essendo passato ad Android per quanto riguarda i dispositivi mobili, non abbandono, continuando a ritenerlo sempre il miglior tipo di computer oggi a disposizione.

Il computer, peraltro, ha perso di importanza, perché anche i programmi ormai sono diventati più dei servizi. Non uso più wordprocessor locali, per lo più, ma servizi come google documenti, di cui ho parlato diverse volte già nel blog, che offrono diversi vantaggi.

I miei post per il blog, dunque, nascono come documenti di google documenti. Il primo passo è la creazione di un nuovo documento, cosa che può avvenire sia dal mac che dal cellulare che dal tablet, con molta semplicità e disinvoltura.

Subito dopo la creazione, «sposto» il documento così creato in una cartella blog, per tenere insieme tutti gli articoli che ho in bozza e separarli da tutti gli altri documenti che ho in google, che utilizzo anche a volte per atti processuali, ricerche, appunti vari.

A questo punto, scrivo l’articolo, di solito in una unica soluzione ed utilizzando il mac. A volte, posso usare il cellulare. In questo secondo caso, se è un testo breve facilmente lo scrivo con la tastierina che, devo dire, è davvero efficiente. Se invece è un testo più lungo, lo «scrivo» in realtà utilizzando la funzione di dettatura che, su Android, è molto più efficiente di quanto avvenga su iOS e mi ha consentito di «scrivere» articoli anche molto lunghi con poca fatica o in situazioni che non mi consentivano di scrivere agevolmente – come al mare su uno sdraio ad esempio…

Ovviamente, nel caso in cui io utilizzi la funzione di dettatura, devo poi mettere in conto una successiva fase, abbastanza veloce, di revisione, da fare preferibilmente al mac, per sistemare se non altro la punteggiatura, spezzare i periodi che, dettando, tendono a venire eccessivamente lunghi, controllare eventuali errori e così via. Anche considerando la fase di revisione, comunque dettando al cellulare riesco a comporre il testo dei miei articoli molto più velocemente che se li battessi – e considera che io sono da anni velocissimo a battere, sin dagli anni dell’Università.

Se, invece, scrivo direttamente il testo con la tastiera, senza effettuare operazioni di dettatura, raramente faccio una fase di revisione. Cerco di stendere un periodo dopo l’altro, in modo logico e consequenziale, pensando bene a quel che devo scrivere, per cui alla fine mi basta una rilettura molto veloce e sporadica per poi passare alla pubblicazione.

Per quanto riguarda, specificamente, la pubblicazione, come avrai visto attualmente il mio blog, dopo essere passato per numerosi siti, piattaforme e software di gestione, tra cui anche il glorioso Plone, si trova su una versione di WordPress in self-hosting, cioè su un «mio» server, che è poi un server presso un fornitore di servizi terzo.

Per pubblicare su wordpress un testo contenuto su google documenti esiste un componente aggiuntivo, un plugin, che si chiama WordPress.com for Google Docs, che consente di salvare direttamente il testo creato con google docs dentro a WordPress come bozza, impostando la categoria e i tags.

A questo punto, dunque, invoco questo plugin, che determina l’apertura di un box a destra di google documenti, in cui posso impostare appunto la categoria del post e i tags del medesimo. Fatto questo, lo salvo come bozza in wordpress.

Una volta che è stato salvato come bozza, lo apro in anteprima in modo da fare le ultime modifiche, tra cui essenzialmente il salvarlo come «in sospeso» o pending review.

A questo punto il mio lavoro sul testo è finito. Il post finirà in una «coda» o elenco di post «in sospeso». Un apposito plugin installato su wordpress, chiamato Auto Post Scheduler, automaticamente, in base alle mie impostazioni, «pescherà» da questa coda o elenco un post al giorno, pubblicandolo.

L’unica cosa che faccio, per completare a questo punto il lavoro, è spostare di nuovo il documento di google docs, questa volta dalla cartella «blog» alla relativa sottocartella «blog/archivio», in modo da avere nella cartella principale «blog» solo le bozze di post ancora in attesa di completamento.

Buon lavoro, se vuoi chiedermi chiarimenti su questi strumenti lascia pure un commento risponderò volentieri!

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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