Stai usando un password manager?
Nel caso la risposta sia negativa, dovresti invece considerare di farlo.
Come ho spiegato in un altro post, confezionato in occasione dell’uscita di Android Oreo, oggigiorno le credenziali che utilizziamo per accedere ai sistemi informatici sono tantissime ed è impossibile pretendere di ricordarcele tutte.
Soprattutto, è totalmente da sconsiderati utilizzare sempre la stessa coppia di credenziali, in particolar modo la stessa password. Molte persone non capiscono perché ciò sia così disastroso, quindi vale la pena spiegarlo di nuovo.
Ogni tanto, qualche sistema informatico viene bucato da crackers che riescono a penetrare al suo interno e a carpire i suoi dati.
Se in quel sistema informatico che è stato bucato tu hai usato le stesse credenziali, finite grazie all’altro sito in mano a malintenzionati, che usi per accedere al tuo sistema di home banking, cosa pensi che possa succedere dopo?
Non credo ci sia da aggiungere altro…
Oggigiorno, dunque, l’uso di un software o di un sistema di gestione delle credenziali è obbligatorio, oltre che molto comodo, specialmente considerando le funzioni di auto-fill o riempimento automatico di cui si dispone, che facilitano molto il lavoro quando – come è ormai indispensabile – si usano password complesse.
Il mio sistema è Enpass, che ha il vantaggio di essere multipiattaforma e di costare abbastanza poco. La versione per Mac è stata recentemente aggiornata con il passaggio ad una grafica completamente nuova, che supporta anche il dark mode di Mojave, la possibilità di creare più files di credenziali (vault, o cassaforti) e una condivisione più sicura.
Quest’ultima è una funzionalità molto importante, che uso spesso con la mia assistente alla quale trasmetto le credenziali che le servono per accedere ai servizi che utilizziamo in studio.
In ogni caso, non importa quale software di gestione delle credenziali decidiate di utilizzare, l’importante è che ne adottiate uno quanto prima.