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Parcheggo da pagare in Croazia non dovuto: che fare?

Un avvocato croato (che agisce per conto di PULAPARKING 9 mi ha diffidato a pagare l’importo di 215 € per un parcheggio a Pola in Croazia .(13,70 per violazioe il resto per spese notifica,traduzioni ecc )
Ho visto che sono tantissimi i malcapitati italiani che segnalano richieste simili alle mie Nel mio caso avevo parcheggiato in un’area senza indicazioni che si trattasse di un parking – non c’erano cartelli all’ingresso che lo indicassero nè parchimetri nè le piazzuole individuate nel terreno . Dalle foto che mi ha mandato l’avvocato sono risalito ad individuare che l’area di sosta (google map – satellitare ) questa è collocata di fronte ad alcuni edifici e al suo interno non ci sono parcheggi. A quale autorità posso rivolgermi per segnalare l’accaduto . Non vorrei sostenere spese legali per diffendermi

Il problema delle vertenze di modesta entità è sempre quello del controsenso o sconvenienza del dover incaricare un avvocato, il cui compenso supera per forza notevolmente il valore della vertenza.

Questo problema è difficilmente superabile, perché se è vero che da un lato il compenso dell’avvocato è tendenzialmente più basso, anche in base ai parametri previsti dalla legge, ancor prima di una eventuale negoziazione a riguardo, comunque è sempre destinato a superare, specialmente quando il valore dell’affare è così basso, la soglia di convenienza.

Se, infatti, una questione è di basso valore, tuttavia il lavoro che c’è da fare per tentare di trattarla, affrontarla e risolverla è lo stesso che c’è da fare quando si tratta, invece, di una vertenza di valore molto più alto. Quello che cambia, semmai, è solo la responsabilità in caso di errore, che in materia di vertenze di valore infimo è ovviamente molto minore rispetto a quella che si ha in controversie, ad esempio, milionarie.

In queste situazioni, hanno ragione sia gli utenti, che non vogliono spendere soldi in vertenze legali e in avvocati, perché oggettivamente non conviene, sia gli avvocati, che comunque per occuparsi di vertenze di questo genere devono fare più o meno lo stesso lavoro che farebbero per occuparsi di vertenze di valore maggiore e che quindi se ne occupano solo se vengono adeguatamente retribuiti.

Ma l’importo che tu hai ricevuto da questo avvocato croato è più o meno pari a due ore di lavoro di un legale italiano, con le quali non è affatto detto che il problema si risolva, anzi spesso un’ora o due solo solo un primo punto di partenza per iniziare ad inquadrare ed affrontare un problema.

Tra l’altro, la tua questione non è nemmeno confinata alla dimensione nazionale, ma presenta purtroppo in qualche modo profili internazionali, aspetto che complica ulteriormente la situazione e le relative possibilità di trattazione – e ogni complicazione ovviamente si traduce anche in più studio, più approfondimento, più lavoro da fare e, di conseguenza, almeno in teoria più soldi da pagare.

Come si esce da queste situazioni in cui, appunto, hanno ragione sia gli utenti, a non voler buttare soldi quando non conviene, ma comunque hanno bisogno di giustizia, sia gli avvocati a rifiutarsi di lavorare se non adeguatamente compensati?

Una prima soluzione è quella delle polizze di tutela legale. Se segui il blog, sai che da due decenni almeno predico la necessità di munirsi di queste forme di garanzia, per maggiori dettagli sulle quali rimando alla pagina apposita. Ovviamente, non puoi fare la polizza adesso per questo problema, avresti dovuto averla prima.

Una seconda soluzione potrebbero forse essere le procedure per gli «small claims» previste dall’Unione Europea, ma non so se possano mai trovare applicazione a) per una materia come questa b) in Crozia – anche considerando che la mia esperienza a riguardo di procedure europee è estremamente negativa anche nella stessa Italia, uno dei paesi fondatori dell’UE.

Se vuoi approfondire maggiormente, valuta di acquistare una consulenza, anche se non credo proprio che ne possa valere la pena. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

2 risposte su “Parcheggo da pagare in Croazia non dovuto: che fare?”

Ovviamente la questione delle spese legali vale anche nel senso opposto: se queste società volessero veramente, dopo la prima lettera, che magari non è nemmeno una raccomandata e quindi non si può nemmeno dimostrare se e quando è stata ricevuta, proseguire in una vertenza legale, fra l’altro internazionale, per recuperare queste somme dovrebbero a loro volta affrontare spese legali non da poco moltiplicate per migliaia di trasgressori con singole posizioni da pochi euro.

Dovrebbero anche giustificare la somma pretesa perchè passare da 13 Euro a 215 non è proprio così naturale e immediato. E’ ragionevole quindi pensare che difficilmente lo faranno, ma al massimo manderanno qualche altro sollecito più o meno minaccioso.

Questo non vuole essere un invito a non pagare i propri debiti ma non è nemmeno corretto farsi “estorcere” così 200 Euro. Sembra proprio uno “sparare nel mucchio” e se 1 su 10 paga recuperiamo anche gli altri. Che è il comportamento tipico delle agenzie di recupero crediti: questi per fare più scena incaricano formalmente un avvocato che metta il suo nome sulla letterina prestampata (cosa legittima) ma è alla fine solo un modo per cercare di apparire più credibili, ma la sostanza e le dinamiche di fondo non cambiano.

Se proprio vuoi potresti anche valutare di provare a contattarli offrendo una cifra ragionevole. Se la mia ipotesi è giusta non esiteranno ad accettare.

Sono considerazioni interessanti e da valutare però purtroppo non è così semplice nel senso che anche in tema di giurisdizione le cose non sono sempre così chiare e pacifiche tra Stati con la conseguenza che la società gestrice del parcheggio potrebbe magari ottenere un qualcosa di analogo al nostro decreto ingiuntivo da un giudice croato e poi notificarlo in Italia ottenendone ulteriormente poi in caso di definitività la correlativa esecutorietà con l’onere per chi lo ricevesse di fare poi opposizione presso il giudice croato cosa che non è sicuramente simpatica…

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