Perché far finta che l’anima non esista nella cura della persona?
Ecco, in questa immagine iconica, perché la psicologia, la psichiatria non convincono.
Siamo stati capaci di fondare una disciplina che si occupa di spiritualità senza considerare l’anima, che prescinde totalmente dall’anima e taglia fuori tutta la metafisica, la dimensione trascendente dell’uomo.
É una delle più gigantesche assurdità contemporanee, un controsenso. Cioè con un approccio «scientifico». Del resto, lo dice la parola stessa, scienza della psiche, studio della psiche, psiche analizzata dalla ragione (logos).
É come uno che sta su un grattacielo e, per vedere meglio e più lontano, scende ed entra in una casa a piano terra. O Salvini e Di Maio che scrivono un trattato su Michelangelo.
Noi cristiani lo sappiamo da venti secoli che amare ci fa stare meglio, perché la vita premia la vita, siamo comunque condannati ad amare, persino i nostri nemici, comprendendo che fanno parte necessaria del regno di Dio.
L’anima vuole amare, non altro.
Questo lo sanno benissimo anche i buddisti, i seguaci dello zen, i taoisti e tutte le tradizioni sapienziali del pianeta.
Qui invece un gruppo di scienziati ha «osservato» che chi si comporta gentilmente é più felice, riscoprendo clamorosamente l’acqua calda – una notizia di quelle che piacciono tanto a Repubblica, giornale che, quando va bene, parla del nulla (insieme, per la verità, alla maggior parte di tutti gli altri quotidiani e altri media).
Ecco perché la mia pratica di counseling non fa, non farà e non potrà mai far finta che l’anima non esista, anzi sarà sempre un lavoro di cura che, all’esatto opposto, parte proprio dall’anima.
Se, ad esempio, una persona ha poca autostima, le si può certo anche far fare degli esercizi, ma soprattutto le si potrà anche dire che, se esiste, é perché Qualcuno, Dio o l’universo o altro (può scegliere lei), la ha amata e continua ad amarla momento dopo momento e, pertanto, la sua vita ha comunque un senso.
É di poesia che ha bisogno l’anima, non tanto di ragionamenti e compitini!
É solo con la poesia che l’anima si convince a guarire, fate e dite quello che volete.
É di poeti che abbiamo bisogno, non di scienziati.
Aveva ragione Platone: i filosofi al governo della polis e – aggiungo io – i poeti a curare le anime.
L’anima dell’uomo la trovate molto semplicemente nelle pagine dei grandi autori – potete provare ad aprire qualche classico, quando avrete finito il libro di Corona – non negli studi di psicologia, che, quando va bene, non fanno altro che ribadire verità conosciute e ben descritte da secoli, come in questo caso.
Ecco perché Jung usava i tarocchi nella sua pratica.
Perché quando una cosa la diceva lui, come terapeuta, i suo pazienti se ne infischiavano, se invece la dicevano le carte la seguivano…Allora forse c’è un linguaggio di simboli, preverbale, che è l’unico ad essere compreso dalle parti interne che ci governano davvero, quelle su cui bisogna andare a lavorare se si vuole guarire, cambiare.
Un grande autore ha detto che ci salverà solo la bellezza, che – aggiungo io – é il linguaggio con cui Dio parla agli uomini.
É da qui che si deve ripartire.
Evviva noi.
Una risposta su “Non si può fare counseling ignorando l’anima.”
[…] Non si può fare counseling ignorando l’anima. […]