Oggi ti presento un testo meraviglioso della Candiani che ribadisce ancora una volta che il metodo migliore per affrontare le difficoltà sia imparare a stare con esse, come insegna la mindfulness, e non distrarsi, fuggire, cercare di pensare ad altro. Non puoi togliere niente dai tuoi pensieri, puoi togliere tu stesso dai tuoi pensieri, disidentificandoti.
«C’era un uomo che aveva paura della propria ombra e orrore delle proprie impronte. Così le sfuggiva correndo. Ma quante più volte alzava il piede, tanto più numerose erano le impronte che lasciava; e più in fretta scappava, meno l’ombra l’abbandonava. Credendo di andare troppo piano, corse più svelto senza mai riposare, finché, all’estremo delle forze, non morí. Egli non capiva che per far scomparire l’ombra bisogna rimanere nell’oscurità, che per far cessare le impronte bisogna rimanere nella quiete.
Ecco, una stanza della meditazione non è un luogo esemplare, né dove essere esemplari, ma dove stare fermi nell’oscurità per conoscere la propria ombra e le proprie impronte. E per procedere oltre.»
Chandra Livia Candiani