
Halloween, momento anche delle consuete farneticazioni sulla natura della festa, per le quali ripropongo il testo di una grande maestra, Silvana de Mari, che mi pare chiarisca in modo definitivo la questione.
Con Halloween, celebriamo la sera, la notte, dell’anno, e quindi il buio e l’oscurità, prima del Natale, che é invece una festa di luce e rappresenta l’alba del ciclo solare, la luce che ricompare, ricomincia.
Perché celebrare l’oscurità? Perché anch’essa fa parte della vita, perché mentre sonnecchiamo ed è buio i nostri cari che non ci sono più ci sono più vicini e li vediamo in una fiammella, li sentiamo in un rumore o in un chiarore lontano.
Perché quando c’è la luce vediamo la bellezza del mondo, ma é al buio che si scatena la meraviglia della nostra immaginazione e del nostro spirito.
Gaudeamus, dunque, e se qualche fedele ci contesta che é una festa pagana o altre boiate del genere, mandiamolo ad informarsi o, se preferite, anche direttamente a quel paese…
Un abbraccio.

«Halloween é una festa cristiana che qualche sprovveduto sta facendo passare per qualcosa di alieno e pagano.
Halloween è semplicemente la contrazione delle parole inglesi All Hallows’ Eve, vigilia di Tutti i santi, vuol dire semplicemente la vigilia di Ognisanti, niente di più e niente di meno. Il capod’anno celtico non c’entra un fico, non c’entra un accidenti. Il paganesimo c’entra meno di zero e altrettanto, meno di zero c’entra il diavolo (minuscolo, perché il diavolo è un pezzente, un povero babbeo, nel senso letterale di impedito nella parola e quindi nel pensiero) Halloween è una festa cristiana, se preferite cattolica, che fa parte anche del mondo protestante perché risale a prima della tremenda frattura data dal protestantesimo, che ai Santi ha rinunciato e non sanno poveretti cosa si sono persi. Halloween lo festeggiavano, senza sguaiataggini e senza zucche, anche i cristianissimi Tolkien e Lewis, autori de Il Signore degli Anelli e Le cronache di Narnia, fondatori del Fantasy, cristiani appassionati e devoti, forti nella fede come sempre lo sono i credenti di frontiera, coloro che devono andare controcorrente nel professare il loro credo.
Era la festa che si faceva a Ognissanti, nascondendo i lumini dentro le piccole zucche svuotate, così che la loro luce fosse attenuata. Era la festa delle ombre, delle luci nascoste che nasceva nel buio dell’autunno, mentre Natale è la festa delle candele, delle luci vive che si fa nell’ inverno, quando sappiamo che la luce e l’estate nasceranno di nuovo. Ognissanti si celebrava in sordina, a volte con piccole processioni notturne, nascoste tra le nebbie e le brume, senza che il parroco e il pastore intervenissero, forse senza che neanche sapessero. Era la festa dove i vivi si rincontravano con i loro morti, li ricordavano, si illudevano che un colpo di vento nel buio fosse un alito o un saluto.
In Sicilia come nel Messico, paese di colonizzazione mediterranea e cattolica sono i Morti, il giorno dei morti, cioè Ognissanti, che portano i doni ai bimbi.
La festa di Ognissanti, più anglofonicamente Halloween, peró nata come festa cristiana lo sta diventando sempre meno. È la festa della morte di cui ridiamo nella speranza di poterla esorcizzare perché ci terrorizza, visto che abbiamo dimenticato che la morte è la porta sull’infinito, la strada per incontrare Dio. Siamo pieni di mostri perché ormai vivono stabilmente sotto ai lettini, su pavimenti su cui i genitori non si inginocchiano più per dire una preghiera insieme ai bambini.
Halloween è cristiana, ricuperiamola e festeggiamola tutti insieme.
Ho preparato i dolcetti. Questa notte verranno i bambini dei vicini di casa ridacchiando con i costumi fabbricati con l’aiuto di papà, e mamma dieci metri dietro nascosta nel buio a chiedere immonde porcate piene di grassi sbagliati, coloranti e zucchero. Domani ci rimettiamo a mangiare bio, consapevole e a chilometro zero.
Per questa notte andiamo con le porcate.
Nessuno pensi che qualcosa dove i bambini ridono, con le mamme che li accompagnano nascoste nel buio, possa essere qualcosa di male. Quindi per tutti i credenti la regola potrebbe essere: dolcetto o scherzetto alla sera, e il giorno dopo per nessun motivo si perde la messa, con la sua straordinaria lettura dall’Apocalisse con l’infinito esercito di figure vestite di bianco così che i bambini imparino a non aver paura della morte».
(Silvana de Mari)
