Vivi nell’epoca della distrazione di massa. Ogni contatto con la tua vera anima é ostacolato. Vuoi un esempio? Questa è una crisi economica o ambientale o di altro genere? In realtà, la vera crisi é quella del cuore e dell’anima, tutto il resto viene di conseguenza. Come mettere a buon frutto questo periodo di crisi? Si comincia intanto dalla consapevolezza. Un abbraccio.
«Nella nostra società, l’ambizione, l’intera concentrazione è sul distrarci. Distrarci da tutto ciò che è importante.
Un sistema di fili spinati e divieti che impediscono l’accesso alla nostra profondità.
Si tratta di una enorme cospirazione, la più gigantesca cospirazione di una civiltà contro l’anima.
La crisi, a questo punto, si rivela come una sorta di ariete per abbattere le porte della fortezza in cui ci troviamo murati, con l’arsenale completo della nostra personalità e ciò che crediamo di essere.
Sarebbe un errore credere che la crisi è una cosa normale, insita nella natura umana.
Ci sono molte società che hanno un diverso modo di agire.
Un amico antropologo mi ha riportato queste parole di un africano: “No signore, non abbiamo crisi ma iniziazioni.”
E si scopre che tutte queste iniziazioni, con la loro diversità ed inventiva incredibili, hanno lo stesso obiettivo: avviare al contatto con la morte; il vecchio principio del “muori e divieni”.
Come si può giocare la crisi nel nostro mondo occidentale come se fosse una iniziazione?
Potremmo usare la parola inversione e rovesciamento: “Hai costruito una vita? – Bravo, ora ribaltala!”; “Hai costruito una personalità? – Grande, complimenti, destrutturala!; “Hai combattuto, sei stato coraggioso? – Perfetto, ora il tempo della resa è venuto!”
L’iniziazione consiste nel non fuggire, ma avere il coraggio di stare proprio qui dove stiamo sfidando noi stessi, in questo luogo dove tutte le maschere cadono, dove si rivelano tutti i demoni e tutti i lati d’ombra e dove l’ultima risorsa è credere solo nel proprio essere – impensato finora.
Dall’Oriente ci viene questo monito: “Sedersi in mezzo al disastro, e diventare testimone; svegliarsi e se stessi e ritrovarsi alleati a quel nucleo divino che è in noi.
C’è un punto del mozzo che non si muove e se per un attimo, troviamo questo punto, la nostra vita cambia, perché improvvisamente la prospettiva si allarga; il crollo delle schermate e delle piccole rappresentazioni ci dona una prospettiva più ampia.»
(Christiane Singer – da “Il buon uso della crisi”)