Dietro un narcisista, c’è una persona che ha reagito nel modo meno funzionale ad un profondo dolore, diventando purtroppo a sua volta causa di ulteriore dolore per gli altri.
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Dietro un narcisista, c’è una persona che ha reagito nel modo meno funzionale ad un profondo dolore, diventando purtroppo a sua volta causa di ulteriore dolore per gli altri.
L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.
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Su di me. Ho sempre desiderato fare l'avvocato, tanto che al mio terzo compleanno i miei genitori mi regalarono un cavillo a dondolo. Possiedo il raro talento di salutare parenti e amici inesistenti dentro ad una folla e sono bravissimo soprattutto a letto, dove posso dormire per ore senza interruzioni. Sul … leggi di più...
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Dietro un narcisista c’è… un narcisista!
Un gioco di parole che gioco non è se la prospettiva è quella della vittima (Ecoica, piuttosto che egoica) di questi sedicenti feriti.
Feriti dalla vita, da una triste infanzia, dal mondo crudele o anche solo dall’ultima “donnaccia” che hanno avuto la malasorte di incontrare (il riferimento al maschile omaggia il mito…).
Poi, col tempo, si scopre che non c’è nessuna ferita speciale: i soliti dolori, le “sfighe” che tutti, prima o poi, abbiamo dovuto affrontare. A volte nemmeno quelli.
Solo che il Narciso, più che affrontare, ha recepito l’affronto. Intollerabile.
A questo è volta la sua ricerca, meticolosa e incessante, di un capro espiatorio: punire nell’altro proprio quella “stupidità” di essere umano e portatore di amore che, giustamente, non riconosce in sé. E godere della conferma della propria superiore immunità.
Allora, l’impressione è che parlare di queste creature “sovrumane” come di “individui feriti” sminuisca il dolore (reale) delle loro vittime e possa, in un qualche modo, invogliarle a credere che una ferita, in quanto tale, si potrà guarire, cicatrizzare, o almeno lenire.
Piuttosto che di ferite, parlerei di “arti mancanti”: quello che non c’è (più o mai stato) non (ri)crescerà.
In ogni caso, il narcisista raramente (ne) soffre – in genere si limita ad invidiare.
E ancor più di rado sceglie la solitudine, come farebbe una persona addolorata e indurita dalla vita.
Più spesso è soggetto affascinante, seduttivo, magnetico e attorniato da persone-specchio a confermarlo. E quando si rompono, basta fare un salto al discount del mobile.
È tutto molto vero. A volte sono reduci da un trauma senza aver mai subito nessun trauma. Resta però in me la convinzione che questo tipo di persone, sconnesse dalle altre, non viva comunque bene. La mia angolazione visuale sui narcisisti è tale da favorire più la compassione che il giudizio, perché penso che questo punto di vista sia quello più funzionale per chi rimane vittima di un narcisista, in fondo. Certo, poi, il narcisista ha sempre «bisogno» di un pubblico, una compensazione di plastica rispetto ai rapporti veramente umani che potrebbe avere con le persone della sua vita ma che non riesce ad avere.