Un incipit…
«Le piante, secolari veterane del giardino che circondavano la casa di lui come altrettanti militi in perenne missione, acconsentirono indifferenti al passaggio di lei, come a quello di migliaia d’altri visitatori dei decenni precedenti, limitandosi a lasciar tremare qualche fronda solleticata dal vento, che quella mattina di primo settembre le accarezzava dolcemente.
Lei camminava lentamente, trasognata, lasciando che l’aria fresca e tersa di quel cielo turchese e nitidissimo che vedeva sopra di lei si frangesse timida contro il suo viso, facendole ondeggiare i capelli.
– Benvenuta – disse lui, già in attesa sulla porta.
– Grazie…
Sorridevano entrambi. Gli occhi di lei non erano più liberi come poco prima, ma puntati ora su di lui con attenzione e piacere.
Lui la guardò in silenzio per qualche secondo, poi, facendosi serio, e scostandosi per predisporsi a lasciarla entrare, osservò, continuando con leggerezza a tenere gli occhi su di lei, abbassandoli solo all’ultimo momento per fingere un po’ di timidezza – Un giorno bisogna che ti parli di quanto sei bella, perché secondo me tu non lo sai ancora bene…
Il sorriso di lei si aprì ancora di più.
Le piacevano i complimenti, come a tutte le donne, e lui sapeva esattamente come nutrirla. E voleva farlo, perché la felicità di lei subito dopo tornava anche a lui, come in un gioco di specchi.
– Il solito?
– Sì, grazie – rispose lei, con soddisfazione, rincuorandosi, mentre si accomodava felice al tavolino del soggiorno, ripetendo un gesto evidentemente ormai consueto.
Chissà perché una tazza di caffè toglie sempre una parte di agitazione alle persone: la scienza dice che il caffè agita l’uomo, il cuore invece sa che – all’esatto contrario – l’uomo che si siede davanti ad una tazzina ritrova, almeno per un poco, la pace.»

Una raccolta di racconti brevi
Oggi ti voglio parlare di un altro progetto di scrittura che sto portando avanti in questo periodo accanto a quello di un manuale sul counseling cogli arcani, di cui ti ho già detto in quest’altro post: una raccolta di storie brevi o racconti.
Quello che hai potuto leggere qui sopra è l’incipit di uno dei racconti, quello che ho scritto proprio oggi.
Si tratta, quindi, di un’opera di narrativa, genere nel quale voglio tornare a cimentarmi, anche se richiede un’applicazione e un lavoro molto maggiori di quello richiesto dalla saggistica, dove è molto più facile raggiungere e mantenere la «quota quotidiana» di battute.
Al momento, sono a circa 80 cartelle da 1800 battute ciascuna, con una quota quotidiana minima di 1800 battute, e mi considero poco oltre la metà, avendo un target di progetto di circa 150 cartelle, anche se naturalmente potrà variare sia in aumento che in diminuzione, in base alle valutazioni da far man mano che l’opera prosegue.
Anche questo progetto verrà proposto a qualche editore tradizionale, ma, in mancanza di un accordo editoriale, verrà comunque pubblicato col self-publishing. In entrambi i casi ci sarà una versione cartacea del libro, che ormai considero indispensabile, essendomi ricreduto rispetto ad una precedente fase in cui ritenevo potesse essere in qualche modo sufficiente anche un ebook.
Altri libri di narrativa.
Ho già scritto in passato storie brevi di fiction o narrativa, ad oggi disponibili solo come ebook:
- 9 storie mai raccontate. 9 storie, in realtà, è una raccolta di fiabe, certo per bambini ma fruibili anche dagli adulti. È stato tradotto in portoghese.
- La lettera di Sara. Questi sono veri e propri racconti brevi, aventi tutti come protagonista Davide Boni, personaggio introdotto con questo libro.
Il nuovo libro di racconti non presenta collegamenti con questi lavori precedenti, non c’è il personaggio di Davide Boni.
Storie di donne.
Sono storie che sono, al momento, accomunate dal fatto di avere per protagoniste una o più donne.
Quello che mi interessa, come scrittore, è infatti parlare delle donne e della loro condizione non facile, anzi in alcuni casi estremamente difficile, nel mondo di oggi, un lavoro che la letteratura può, a mio giudizio, fare molto meglio del giornalismo, della politica, della filosofia, specialmente in una società ormai sempre più governata dal pensiero unico e sempre più scollata, proprio perché le donne, cui è affidato questo fondamentale compito, non riescono più a tenerla insieme – e non ci riescono perché non stanno così bene come credono di stare, o come i potenti vogliono far loro credere.
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Conclusioni
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