Quando scrivete le gigantesche cazzate che scrivete, non perdo la speranza.
Quando però, ad esempio, condivido un passaggio di Manzoni, di Proust, di Viktor Frankl o altri e mi scrivete sotto cose come «concordo con Proust», in quegli istanti cala in me una certezza: non avete idea di dove siete, come vivete, cosa dite e come pensate.