In piena #tangentopoli, il governo allora presieduto da Giuliano #Amato, quello stesso che, durante la notte, con un decreto, prelevò il 2% da tutti i conti correnti degli Italiani (lo stile socialista di fare le cose non è mancato, questo va riconosciuto: più «malandrino» e, forse per questo, paradossalmente più onesto), fece un decreto legge in cui depenalizzava i #reati di tutti i #politici.
Questo decreto prevedeva che tali illeciti sarebbero stati da rimettere al #prefetto, che è l’organo del #governo sul territorio, pertanto legato a filo doppio alla classe politica che l’ha messo al posto in cui si trova, che sicuramente non sarebbe stato duro come i #giudici, e soprattutto i pubblici ministeri, di Milano e delle altre #procure d’Italia.
Quel decreto, come noto, non venne mai promulgato e tangentopoli proseguì, come forse era giusto che fosse.
La parola «forse» è oggi, a bocce ferme, d’obbligo, perché i dubbi sulla bontà e sulla legittimità di quella operazione, che ha portato ad un ricambio della classe politica non certo favorevole come avrebbe voluto il #popolo, ma per molti versi deteriore, sono tanti.
Ma lasciamo stare, il tema di questo post non è questo.
Il decreto di Giuliano Amato – a proposito: finissimo #costituzionalista, autore di uno dei più celebri e celebrati manuali di diritto costituzionale; fatti una bella nota mentale di questo, per quando leggi di celebri giuristi che mitragliano il web di vaccate – non fu mai promulgato perché il presidente della Repubblica di allora, #Scalfaro, semplicemente si rifiutò, ritenendolo una porcata, come in effetti era.
Che cosa farà in questi giorni #Mattarella con il #decretolegge approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri del dicastero presieduto da #Draghi, un altro non voluto dal popolo ma chiamato a rimestare le cose dalla grande finanza internazionale con la complicità della classe politica italiana, esattamente come avvenuto a suo tempo con Amato?
Questo presidente, con cui condivido solo la data di nascita, e della cui rielezione si sta addirittura discutendo, approverà il #greenpass «pesante» senza batter ciglio, nonostante che sia una grossa porcata, forse ancora peggiore di quella che voleva parare le terga ai corrotti di tangentopoli, perché con queste normative si va ad incidere sulla salute e sul corpo delle perrsone, che si sentono – ma di questo ti parlerò in un post a parte – letteralmente violentate dallo Stato.
Non avrà la spina dorsale che ebbe Scalfaro quando, da solo, si mise contro tutti i politici, l’intero governo e tanti poteri forti.
Aspettiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il celebre punto di ebollizione della rana è arrivato ormai.
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