Cosa dice la narrativa corrente sui grassi insaturi?
Prova tu stesso a fare una ricerca con google. Questa la mia, fatta adesso.
Secondo la «saggezza comune», i grassi insaturi sarebbero quelli “buoni”, che, al contrario di quelli saturi, “fanno bene all’organismo”.
Da qui, la raccomandazione di mangiare poca carne, ricca di grassi, invece, saturi.
Oggi la pressoché totalità delle persone é convinta che la carne faccia male e che si debba mangiarne meno possibile.
Da anni, se segui il blog, sai che io all’esatto contrario sostengo che la carne, purché di qualità, é il vero pane dell’uomo, l’alimento con il maggior valore e beneficio per la nostra specie.
Chi ha ragione?
Secondo uno studio appena uscito, chi ha nell’organo adiposo più grassi insaturi che saturi ha più probabilità di morire di chi, invece, ha più grassi saturi.
In questa puntata di radio solignani podcast, ti parlo, a partire dalla domanda di una ascoltatrice, anzi in realtà all’interno di un dialogo con la stessa, sviluppatosi a partire da una domanda iniziale, della dieta e dello stile di vita paleo, nell’ottica del suo utilizzo per il dimagrimento, la perdita di peso e la ricomposizione corporea, toccando aspetti quali:
É meglio farsi sempre seguire da un professionista?
Nel caso, che tipo di professionista cercare?
Che obiettivo porsi?
Come misurare i progressi?
Il protocollo autoimmune
La paleo per chi ha la fibromialgia
La paleo deve essere osservata rigidamente o si possono fare sgarri?
Il protocollo autoimmune
I polimorfismi MTHFR
La semplicità di preparazione dei pasti in paleo
Altri accenni ad allenamento, allenamento a digiuno, digiuno intermittente, paleo idioti, ecc.
Ascolta la puntata perché é venuta davvero bene ed è davvero ricca.
mai come in questi giorni i più grandi esponenti del mondo paleo ed evolutivo si trovano in contrasto tra loro, con sconfortanti attacchi personali reciproci.
Eppure, al netto della soggettività individuale, il corpo umano è sempre quello e le idee alla base della paleo ugualmente sono sempre quelle.
Per cui, ognuno potrebbe collaborare alla definizione di uno stile di vita comune migliore per tutti, cui ogni autore potrebbe appunto dare il suo contributo sulla base delle rispettive propensioni, esperienze e così via.
La stessa «paleo» come idea e come «marchio» sembra essere caduta un po’ in disgrazia, nel senso che é tutta una corsa a riproporla dopo averla ribrandizzata, cioè rivenduta tale e quale ma con un nome diverso. Questa è ad esempio Life 120 di Panzironi, che é la paleo versione chetogenica o proteica, con tanto marketing e, in seguito, anche qualche degenerazione rispetto allo schema originario.
Eppure l’idea e il punto di vista evolutivo sono corretti.
Si fa davvero fatica a criticare una dottrina, quella paleo, che comunque insegna a curare la qualità del cibo, combattere l’infiammazione, gestire i macro e fare tante altre cose che tanto negative non sembrano poi essere, considerato che la gente oggettivamente dopo aver intrapreso questo percorso sta meglio.
Personalmente, seguo ancora questa impostazione, anche se con alcuni correttivi neolitici, o sgarri, se vuoi (ma ricordiamoci ben sempre che per Cordain puoi fare la paleo mangiando tre pizze a settimana!).
Credo di non essere un paleo zelota, ma uno che pratica la paleo in buona parte e con ottimi risultati.
Per questo, nonostante al momento la paleo sia un po’ meno di moda e molti esponenti italiani passino il tempo a litigare tra loro, senza comprendere che l’autorevolezza viene dal saper collaborare e aiutare davvero la gente e non dalle liti da cortile che, tutto al contrario, la abbassano, io ci credo ancora, perché semplicemente questo stile di vita funziona.
Anzi, é anche vero che siamo per certi versi solo all’inizio, ci sono tante altre cose che si possono aggiustare e affinare, personalmente ho fatto un grande salto di qualità dopo aver fatto gli esami per i polimorfismi MTHFR ad esempio.
Semplicemente, mi limito a prendere il meglio da ciascun autore, quello che mi sembra più sensato e applicabile, a sperimentarlo e a mantenerlo se ha dato buona prova, al netto di polemiche, discussioni, liti, ecc..
Basta, in fondo, un po’ di buon senso, che in questo gruppo (come anche in altri, naturalmente) non é mai mancato.
Il mio viaggio, dunque, e il tuo viaggio continuano.
Mi dispiace, ma per avere una buona alimentazione è necessario innanzitutto appassionarsi al fare la spesa o, più elitticamente, alle fonti di approvvigionamento del proprio cibo, la cui gestione oggigiorno, per vari motivi, può essere anche abbastanza complessa.
Come dice Dominique Lorrain, bisogna accostarsi alla «spesa» con lo spirito di un cacciatore alla ricerca del meglio. Chi prova a farlo, poi ne riceve grande soddisfazione.
Purtroppo, oggi non è facile, con sistemi di grande distribuzione che offrono corsie che apparentemente presentano la scelta tra diverse marche di prodotti che poi, dopo adeguata analisi, si rivelano però essere tutti uguali.
Bisogna per prima cosa ovviamente uscire dai canali della grande distribuzione: usare il contatto diretto coi produttori locali (il famoso contadino), ma anche internet e persino amazon.
La seconda cosa che deve obbligatoriamente fare chi vuole passare ad una alimentazione consapevole e sana è imparare a cucinare.
Mi dispiace, ma anche qui bisogna staccarsi da mammà e imparare a prepararsi da soli il proprio cibo. Anche, anzi soprattutto, se siete maschi.
Non è affatto vero che cucinare è un affare da femmine.
Lasciamo stare la solita cazzata che i più grandi chef sono maschi (quando vedo la faccia di Cracco sui camion della San Carlo mi viene da vomitare ancor di più di quando la vedo altrove): cucinare è essenziale per la sopravvivenza, lo hanno fatto migliaia di cacciatori, soldati, trasfertisti, semplici singles (che – attenzione – non sono degli sfigati, perché magari scopano più di noi).
Mettetevi dunque a preparare, con le vostre mani, il cibo che vi siete procurati, a costo di scoprire che vi tira talmente tanto il culo cucinare da dedicarvi al crudismo.
Se volete abbracciare seriamente la paleo, ma anche qualsiasi altra dieta, dovrete appassionarvi a queste due cose: spesa e cucina.
In questo contesto, qualche tempo fa, ho fatto un ordine da carnissima.it e mi sono trovato molto bene.
Ho contattato il fornitore come admin del gruppo «la tribù della paleo» e ho ottenuto un codice sconto ben del 10% che vi metto a disposizione.
Ma prima, un avvertimento importante: io mi sono limitato a provare la carne una volta, a trovarla di qualità, almeno per i miei standard, quindi non mi scassate la minchia chiedendo certificazioni, rassicurazioni, cazzi del genere. Se pensate che vi possa piacere, compratela e viceversa. Se, quando l’avrete presa, non vi sarà piaciuta, saranno ugualmente cazzi vostri. Non mi contattate in privato per chiarimenti o, ancora peggio, lamentele.
Io, ripeto, mi sono limitato a testarla per me e la mia famiglia, trovarla molto buona, instaurare un rapporto più stretto col fornitore, ottenendo questo codice per voi, che vi giro con la celebre formula AS IS.
Ciò detto, se volete chiarimenti sulla mia esperienza quanto a qualità, tagli, consegna, lasciatemi un commento, risponderò per quel che potrò dirne e per quel che può valere.
A me la carne piace molto, e proprio in questi giorni farò il mio secondo ordine. Tra l’altro, rispetto al precedente «catalogo», adesso hanno anche a disposizione costate, fiorentine e roast-beef che non ho alcuna intenzione di perdermi.
La strada del ritorno è il libro che sto scrivendo adesso, un progetto nato pressoché spontaneamente a forza di accumulare e soprattutto condividere appunti, spunti e materiali, seguendo alcuni miei interessi.
Si tratta, grossomodo (il progetto si delinea man mano che procede, come succede spesso), di una serie di riflessioni e materiali sullo stato attuale della specie umana, specialmente nel cosiddetto mondo occidentale, e sulle cose che si possono fare per avere o riconquistare il benessere e ritrovare la nostra identità, in termini di cambiamento sia di nutrizione che di stile di vita.
Un libro non tecnico, visto che io non sono un esperto della materia, ma un lavoro che sta a metà tra l’inchiesta giornalistica e miei personali percorsi intuitivi che, per quel che possono valere, mi sento di condividere.
Ad oggi, 5 maggio 2014, il progetto è ancora decisamente acerbo e occorreranno ancora molti mesi per la chiusura del libro, ma sto lavorando in modo molto fluido e scorrevole, sostenuto dalla mia persistente e profonda curiosità per questi temi e agevolato da un software eccezionale che ho recentemente adottato sulle mie iDevices, Trunk Notes, che, tra i tanti vantaggi, mi consente di lavorare, e da periferica mobile, contemporaneamente sia sulla struttura complessiva dell’opera, per così dire dall’alto, sia sulla stesura delle singole parti, cioè dal basso, variando man mano i primi aspetti in base agli altri e viceversa.
Questa applicazione mi consente di essere molto efficiente nel prendere appunti su parti da sviluppare man mano che trovo articoli interessanti in rete e di sviluppare parti di testo quando ho dei tempi morti.
Incredibilmente, oggigiorno si scrive più agevolmente con l’iPhone che seduti alla scrivania.
Questo telefono che oramai fa sia da blocco degli appunti e degli spunti sia da macchina da scrivere.
Ma del resto lo sapevo già, perché già 9 storie lo avevi scritto con l’iPhone, con una mano sola mentre con l’altra tenevo uno dei miei figli per farlo addormentare.
Come è destinata a cambiare l’immagine dello scrittore! Che uno se lo immagina sempre al tavolo, con una macchina da scrivere…
Ad ogni modo, la strada del ritorno è un progetto collaborativo, come pressoché tutte le cose che faccio. Se volete, potete collaborare alla redazione del testo, suggerendo approfondimenti, chiedendo chiarimenti, sollevando dubbi, segnalando veri e propri errori e così via.
La collaborazione funziona cosi:
Quando ho finito una parte del libro (capitolo, paragrafo, ecc.) la condivido nel gruppo segreto su facebook la strada del ritorno
Chi vuole può leggere e fare le sue osservazioni, direttamente come commento nel post del gruppo, così sulle osservazioni si potrà sviluppare una discussione col mio intervento o con quello di altri
In seguito, provvederò a modificare il testo inegrandolo è arricchendolo con gli spunti e le osservazioni ricevute.
chi riceve il testo lo fa per soli scopi di revisione ed è tenuto a non distribuirlo a terzi per nessun motivo senza autorizzazione dell’autore, essendo il testo soggetto a diritto d’autore e divieto di riproduzione non consentita.
Il libro conterrà naturalmente una pagina speciale per tutti i contributori con nome e cognome eventualmente professione, sito web e recapiti, sia a mo’ di ringraziamento che di riconoscimento del loro contributo.
Il libro viene portato avanti, come tutti i miei progetti extra, nei miei ritagli di tempo, quelli che mi lascia la professione forense che è ancora la mia occupazione principale (e di cui parlerò anche nel libro, ci sarà una parte sulla gestione dei conflitti).
Il libro non è neutrale, parte da un approccio di tipo evolutivo, con un angolo visuale piuttosto determinato da quello, ma con la consueta ampiezza di vedute, elasticità ed apertura che chi mi conosce sa che comunque metto in qualsiasi cosa. Però ugualmente potrebbe non piacere o interessare ad alcune persone che hanno fatto scelte che si pongono in contrasto, ovviamente per me non ci sarà nessun problema a confrontarsi su tutto, l’avvertenza è solo per loro.
L’hashtag ufficiale del libro, da usare nei social network per fare riferimento al progetto, è #lastradadelritorno.
Il libro, se non si farà avanti un editore con proposte sconvolgenti in termini di distribuzione, fruibilita, ecc., cioe un editore disposto a credere fortemente nel progetto, cosa che io vedo molto poco probabile per tanti motivi, sarà pubblicato con il mio marchio parole sotto vetro e quindi solo in formato ebook, in vendita su tutti gli stores on line al prezzo accessibilissimo di 1,99€, come da mia politica dei prezzi.
Grazie a tutti per il vostro interesse.
Se volete partecipare al gruppo dei contributori, cliccate qui. Se non ci conosciamo, mandatemi due righe prima però, mi riservo di inserire solo persone che conosco o della cui partecipazione posso valutare l’opportunità.
Dopo il grande successo riscosso nei social network, e le numerose richieste di avere la ricetta, ecco qui un bel post completo per il blog, dal quale tutti potranno attingere.
Ingredienti
250 grammi di farina di tapioca, che si può ad esempio acquistare qui
250 grammi di miele biologico
3 uova
60 ml olio extravergine di oliva o altro grasso a scelta (olio di cocco, ecc.)
2 limoni
1 cucchiaio raso bicarbonato di sodio
mandorle tostate o pinoli tritati
sale rosa dell’Himalaya
Preparazione
In una terrina, sbattere i tre tuorli, dopo averli separati dall’albume, mescolandoli con il miele.
Raggiunta una certa cremosità, aggiungere la farina di tapioca e mescolare.
Aggiungere il grasso prescelto, il succo dei due limoni e la scorza grattugiata (quest’ultima solo se biologici, ovviamente).
Mescolare di nuovo e poi aggiungere il cucchiaio di bicarbonato, i pinoli o le mandorle tritate e gli albumi montati a parte a neve con un pizzico di sale.
Ungere uno stampo di silicone (io ad esempio ho usato quello che si vede nella foto) o una teglia, mettere l’impasto e cuocere a 180° in forno preriscaldato per 30 minuti circa.
Prima di consumare, si consiglia di far raffreddare per bene il composto, altrimenti è troppo colloso; dei due sarebbe meglio mangiarla il giorno dopo, quando è già intervenuta la retrogradazione.
È un nuovo gruppo (comunità) di discussione, su facebook. Lo scopo è quello di andare oltre l’etichetta paleo e aggregare tutti quelli che hanno fatto scelte consapevoli in materia di nutrizione e stile di vita, nella convinzione che le etichette appunto possano essere un limite e valga la pena confrontarsi con tutti. Un gruppo che non è per chi cerca l’ortodossia delle proprie scelte, ma ha il desiderio e la maturità di confrontarsi sempre con tutti, nella ricerca della messa a punto migliore per il proprio corpo e la propria vita.
Il gruppo si trova qui, ovviamente se vi interessano queste tematiche siete invitati!
Di seguito trovate il manifesto, che riassume lo spirito dell’iniziativa.
Buon biohacking a tutti.
== manifesto del gruppo ==
Se hai un corpo, questo gruppo può esserti utile.
Biohacking significa mettere a punto la propria esperienza di vita, migliorandola intervenendo su tutti gli aspetti in cui è possibile farlo: dalla nutrizione allo stile di vita più in generale.
Ho creato questo gruppo per avere una comunità di discussione non strettamente legata all’ambito delle diete evolutive, che rimangono comunque il mio punto di riferimento, ma allargata a tutti quelli che hanno acquisito la consapevolezza dell’importanza della nutrizione e dello stile di vita per il proprio benessere, qualunque indirizzo seguano, compresi quelli vegetariani o vegani, lontani dal mio, ma che per alcune persone che li praticano si sono rivelati, almeno per loro, positivi.
Stai con noi se, come noi, sei convinto che quello che mangi e che fai (o non fai) tutto il giorno sia determinante per il tuo benessere e la tua esperienza di vita, così come per la prevenzione o il trattamento, anche in parte, di alcune particolari patologie.
Ricordati che questo è un gruppo di studio, non di cazzeggio. Le persone stanno qui dentro perché vogliono imparare e approfondire, non vogliono in questo percorso essere disturbate. Chi si porrà come elemento di prevalente o esclusivo disturbo, sarà bannato dal sottoscritto, previo solo eventuale ammonimento.
So che questo non è democratico, ma lo scopo del gruppo non è fornire la possibilità a tutti, compresi i più idioti, indistintamente di parlare, cosa per la quale è sufficiente usare facebook, dove ognuno può creare un suo gruppo e aggregare persone (se ne trova di disposte ad ascoltarlo): lo scopo è quello sopra indicato, di studio e approfondimento degli strumenti, metodi, sistemi per migliorare la nostra nutrizione e il nostro stile di vita.
È inoltre rigorosamente richiesto l’uso della buona educazione: avere un’opinione divergente da un’altra persona non può in nessun caso essere considerato motivo sufficiente per insultarla, tutto al contrario si può manifestare ogni divergenza con stile. Ricordatevi che lo stile di una persona non dipende mai dagli altri, ma da quella persona stessa.
Ok, questa «ricetta» è in primo luogo per i bambini, per evitare di fargli mangiare cose inaccettabili come la Nutella e altri prodotti di cui l’italiano medio va di solito estremamente fiero (e pensare che siamo considerati in tutto il mondo il paese dove si mangia bene, mamma mia…), ma non è male certamente anche per i grandi paleoisti e biohackers che hanno voglia di qualcosa di dolce e sfizioso.
Dal punto di vista della palatabilità, prima di farla e perfezionarla pensavo fosse un mezzo ripiego, invece sono arrivato ad adorarla e a preferirla a qualsiasi tipo di crema o budino ottenuto con mezzi tradizionali. Il gusto del miele biologico e la cremosità dell’avocado sono assolutamente insuperabili e si sposano perfettamente tra loro.
Un altro vantaggio di questa ricetta è la estrema semplicità e velocità di preparazione.
Di seguito metto le dosi e proporzioni per fare circa 6 tazze da «caffè americano» come quelle che vedete nella foto, naturalmente potete cambiare, in proporzione, ma anche non in proporzione, dal momento che la tonalità dolce, ad esempio, del prodotto finale dipende dal gusto di ognuno, chi la preferisce più o meno dolce magari rispetto a quello che pratico io, per cui il suggerimento è di assaggiare man mano che si amalgamano gli ingredienti nel mixer.
Un ingrediente che è bene tenere al minimo possibile è la polvere di cacao, che come sapete conferisce una nota amara e astringente, che è favolosa se contenuta nella giusta misura e controbilanciata dalla nota dolce del miele, mentre se in eccesso può effettivamente rovinare la preparazione, arrivando anche da conferire un eccezionale gusto di «bruciato» al tutto 😉
Naturalmente, se aumentate, nel limite nel consentito, la dose di cacao, dovete essere pronti ad aumentare parallelamente anche il miele. Per questo motivo, io tengo il cacao al minimo, nella misura appena sufficiente per dare un po’ di colore al composto, su cui rimarrà comunque una nota verde giallognola data dall’avocado, così posso tenere anche il miele basso.
Questi sarebbero gli ingredienti e le relative quantità:
6 avocado
2, 3 cucchiai di polvere di cacao crudo biologico
250 g di miele bio
Gli avocado sapete che devono essere al giusto grado di maturazione. L’errore tipico di chi non conosce questi frutti è di utilizzarli quando sono ancora troppo acerbi e finire con il pensare che «fanno schifo». In realtà, l’avocado è un frutto assolutamente meraviglioso, sia come gusto che, a quanto pare, come apporto nutrizionale, noi in famiglia ne consumiamo almeno uno al giorno.
Ad ogni modo, l’avocado è maturo quando cede alla pressione di un dito sulla superficie. Nei negozi, quando li comprate, di solito sono ancora acerbi e vanno tenuti alcuni giorni fuori dal frigo a maturare, insieme se possibile ad alcune mele o altri frutti che emettono etanolo. Una volta che sono maturati, li dovete mettere in frigorifero e … usare man mano. Perché gli avocado non vengono venduti già maturi? Per una questione di conservazione, dovuta al fatto che la maggior parte sono importati da paesi lontani, e per il fatto che, se fossero esposti già maturi, siccome i consumatori del frutto sanno che devono premerne la buccia per vedere se è pronto per il consumo, dopo alcuni giorni sarebbero spappolati a forza di subire le prove di tutti quelli che passano.
Naturalmente, sapete come si sbuccia un avocado (a proposito, al plurale il nome è invariato: sempre avocado): bisogna tagliarlo per il lungo con un coltello girandogli intorno in modo da ricavare due metà. Tracciato questo solco lungo il lato più lungo del frutto bisogna prendere ogni lato con una mano diversa e sparigliarlo, ruotando una mano verso di sé e l’altra verso l’esterno, in questo modo le due metà si staccheranno lasciando il nocciolo dentro ad una sola di esse. Togliere il nocciolo e iniziare a sbucciare. Alcune qualità si pelano, cioè basta tirare la pelle con la mano e verrà via naturalmente. Altre qualità hanno una buccia più dura, quindi bisogna per forza usare il coltello. Dicono che molte sostanze nutritive siano concentrate nella parte, di colore più verde, più vicina alla buccia per cui il consiglio è: tutte le volte che potete, pelate l’avocado e non usate il coltello.
Bene, a questo punto avrete pelato 6 avocado (notate il plurale corretto) e avrete 12 metà dentro ad una ciotola, un po’ come in questa foto qui:
Mettete gli avocado dentro al mixer. Io ho il Bimby ed uso quello, ma penso che possiate utilizzarne uno qualsiasi che abbia capacità sufficiente.
Aggiungete gli altri ingredienti, cioè il miele biologico e il cacao.
Io come miele uso questo:
Essendo il barattolo esattamente 250 grammi, lo verso direttamente dentro al mixer.
Potete scegliere il miele che volete, chiaramente dovete curare solo che sia liquido o meglio più liquido sarà e meglio è, per una evidente questione di maggior facilità di manipolazione dell’ingrediente. Se prendeste, ad esempio, certi mieli di arancia, che sono quasi solidi, sarebbero più difficili sia da versare nel mixer che forse da amalgamare.
Come cacao, uso quello di lifefood, che è crudo (piccola nota sticazzi: secondo alcuni, gli antiossidanti del cacao si conservano solo in quello crudo) e biologico, comunque a me piace. Questa la confezione:
Come dicevo prima, vi consiglio dopo una prima amalgamata di assaggiare ed osservare ed eventualmente aumentare miele e/o cacao.
Vi consiglio anche di non mixare troppo, perché il composto potrebbe diventare troppo poco consistente, perdendo di cremosità e diventando troppo liquido, non è facile farlo accadere ma a me una volta è successo quindi cercate di concludere in un tempo ragionevole.
Se pensate che 6 tazze siano troppe, valutate attentamente. In casa mia, i miei due figli ne mangiano una appena pronta, un’altra a colazione al giorno dopo e la prendono a merenda a scuola sempre il giorno dopo. A me di solito giustamente rimane da leccare il Bimby.
Buon appetito e, come si dice a Vignola, affogatevi!
*La dott.ssa Sabine Eck, che personalmente come noto stimo moltissimo, ha letto il resoconto del mio primo anno di esperienza con lo stile di vita paleo e mi ha mandato alcune osservazioni via mail che mi sembrano molto interessanti anche se in parte critiche e distanti dai concetti di base delle diete evolutive. Dopo averle chiesto il permesso, le metto di seguito a beneficio di tutti i lettori del blog.
Con l’occasione, voglio, anche se non è il tema di oggi, lasciarvi i link ad un bellissimo video, diviso in due parti, della dott.ssa sull’argomento «sale»: li trovate qui e qui. Dovete prendervi un po’ di tempo per vederli, ma vi assicuro che ne vale la pena.*
La Paleo-dieta fa dimagrire un bel po’… sopratutto per la rinuncia totale dei carboidrati a base di grano.
In oriente non c’è gente grassa (almeno che non siano occidentalizzati) perché mangiano riso (ha un’effetto asciugante sul corpo). Basta vedere i cinesi in italia…i vecchi (cibo tradizionale cinese) sono magri…i loro figli (cibo italiano) sono spesso grassi
Poi ci sono da considerare alcuni aspetti/contesti:
alla lunga è molto pericolosa per un eccessivo carico proteico-in mancanza di “movimento da cacciatore” soprattutto
i cacciatori non mangiavano di sicuro la carne ogni giorno-facevano dei gran digiuni!!!! e mangiavano erbe e radici,semi,frutta
i cacciatori mangiavano anche le interiora (sono alcalini)…la massa muscolare invece è acida (aminoacidi insomma)
è una alimentazione per pochi – se lo facesse l’intera umanità occidentale sarebbe un disastro ecologico
l’uomo dovrebbe evolvere…e non retrocedere… natura e cultura non sono identici
eticamente non trovo giusto uccidere tanti animali…con l’età la dieta dovrebbe essere più rispettosa verso altre forme di vita
la lunga vita rimane ancora un mistero a livello scientifico…certamente non dipende solo dal mangiare…ma sopratutto dal modus pensandi
Comunque sia…importante rendersi conto che si può cambiare, sperimentare diverse forme di alimentazione.
Un modello unico per tutti non può esistere
Importante togliere il cibo industriale!… E tornare alle stagioni e alla rotazione alimentare saluti 🙂 S Eck