«Io lo so com’è il tuo cuore, l’ho ascoltato a lungo, tutti i giorni, per molti anni. Anche se era a volte doloroso… Perché il primo comandamento di chi vuol amare davvero è ascoltare. Chi non sa mettersi in ascolto, non può mai amare davvero… Conosco le tue ferite molto meglio di te.» continuò lei. «E lascia che ti dica una cosa, l’unica che probabilmente importa. Tu non hai mai voluto accettarlo nè vederlo, ma io ti avrei preso ed amato per sempre, anche dopo che avrei smesso di amarti. Anche dopo che mi fossi innamorata di un altro. Anche in quei casi, avrei continuato ad amarti. Tutte le sere mi sarei coricata accanto a te, in modo che il mio corpo fosse ogni giorno il tuo primo e unico orizzonte al mattino. Non me ne sarei mai andata, sarei rimasta con te fino alla fine, la mia o la tua. Come una condanna, come un contagio, come un destino.»
D. ha tre donne: Giulia, Sara e la Morte.
Quale sarà ad averlo per sempre?
Il 5 dicembre è uscito il mio ultimo ebook.
Un racconto breve, una storia bellissima, intitolato «Le tre donne di D.»
Disponibile a 99 centesimi nei principali store.
Clicca qui per acquistare e leggere subito la tua copia.
[tre] é un libro di 9 racconti brevi (short stories) scritti da tre amici fraterni che hanno scommesso su cosa sarebbe venuto fuori dall’unione dei rispettivi talenti, sviluppati in campi diversi: Stefano Ferrari, Tiziano Solignani, Gianluca Ruggeri.
Al momento è disponibile solo come ebook, sia in formato ePub che PDF, in un secondo tempo renderemo disponibile anche il cartaceo.
I primi tre racconti sono di Stefano Ferrari, quelli dal 4 al 6 di Tiziano Solignani, gli ultimi tre di Gianluca Ruggeri.
Il costo del libro è di … tre euro (2,99 su alcune piattaforme).
Henry Guillaumet, dopo aver camminato per tre giorni in mezzo alla neve, in un freddo glaciale, sulla Cordigliera delle Ande, cadde in avanti, a faccia in giù nella neve, come un sacco di patate. Il suo Potez 25, aereo con cui portava la posta dal Cile all’Argentina, era caduto a causa del maltempo, ma lui era riuscito a non schiantarsi e ad uscirne vivo. Aveva preso a marciare, da solo, in mezzo al gelo, in cerca di aiuto, un paese, una città. Si trovava a Laguna del Diamante, in Argentina, provincia di Mendoza. Era il giugno 1930. Ed era il suo novantaduesimo volo sulle Ande.
Era esausto, stanchissimo, ormai senza più energie. Pieno di freddo sin dentro alle ossa, aveva deciso di lasciarsi andare. Con la faccia e il corpo abbracciava ormai la sua morte, la sua tomba, ed era persino felice che la sua sofferenza stesse per cessare.
Sempre sdraiato con la faccia nella neve, si preparò a morire. Pensò per un’ultima volta alle persone che amava, sua moglie e i suoi figli, per salutarli con il ricordo, non potendolo fare di persona, ed iniziò finalmente ad assopirsi man mano.
Si stava consegnando alla morte come una persona qualsiasi si abbandona al sonno della notte nel proprio letto: con dolcezza, fiducia e soddisfazione.
Libérati dalla tensione verso la salvezza, i suoi pensieri iniziarono a scorrere liberi, saltando disinvoltamente, e senza un ordine preciso, da una cosa all’altra, proprio come quando ci si sta per addormentare, sospesi tra il sonno e la veglia.
Ad un tratto, gli venne tuttavia in mente una cosa in particolare.
Se il suo corpo non fosse stato trovato, la sua adorata moglie Noëlle non avrebbe potuto incassare il risarcimento dell’assicurazione sulla vita prima di quattro anni. Significava che lei e i suoi figli avrebbero vissuto con molte difficoltà per un lungo periodo.
Questo pensiero lo risvegliò. Si alzò, finalmente, e riuscì a scorgere una roccia in lontananza, non coperta dalla neve. Si rimise in marcia, sperando di aver trovato qualcosa, deciso ormai o a salvarsi, o almeno a far trovare il suo corpo.
Guillaumet, dopo essersi rialzato quel giorno, avrebbe percorso ancora centottanta chilometri, a piedi, da solo, prima di raggiungere finalmente un villaggio dove sarebbe stato salvato.
Più tardi dichiarò, con giusta ragione: «Quello che ho fatto io, non l’avrebbe fatto nessun animale al mondo».
La storia di Guillaumet ci dimostra che l’egoismo, oggi tanto di moda – secondo gli insegnamenti di chi pretenderebbe che fosse una liberazione a lungo attesa, quella di poter finalmente pensare solo a noi stessi – non è invece la scelta migliore per l’uomo, non gli dà nè la felicità nè la salvezza, non può comunque mai essere il suo solo obiettivo ed orizzonte.
Pensare solo al proprio interesse non è una evoluzione, come vorrebbero farci intendere il mondo dei consumi e la società fluida e globalizzata, uguale da tutte le parti, sotto l’egida del grande fratello economico delle multinazionali.
L’egoismo, da solo, elevato a sistema e criterio di vita, e la famosa libertà di far quel che a ognuno pare, sono una devastazione per l’uomo contemporaneo, due veri e propri inganni che lo precipitano nel vuoto e che privano la sua vita di significato, rendendolo ancora più vacuo e disperato.
Il punto è che dobbiamo amare noi stessi, ma al contempo amare anche gli altri.
Abbiamo bisogno di entrambe le cose ed entrambe possono funzionare solo insieme, l’una non può avere senso senza l’altra. L’amore per se stessi e quello per gli altri si sorreggono a vicenda. Guai a pensare solo agli altri, guai a pensare solo a noi stessi.
È solo per gli altri – e questo lo sa perfettamente, ad esempio, chi è genitore – che troveremo le forze che non abbiamo per togliere la faccia dalla neve, dove ci stiamo preparando a morire in silenzio, e per rialzarci.
È così che funziona il cuore dell’uomo, esattamente come ha chiarito Cristo quando ha detto che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere»; senza contare la maggior forza che riesci a trovare quando non è per te, ma per un tuo caro.
E Guillaumet ha detto una cosa azzeccatissima. Nessun animale avrebbe fatto quel che ha fatto lui. Noi siamo uomini, a immagine e somiglianza di Dio: siamo capaci di amare e, per questo, di scrivere storie e vicende meravigliose, dove superiamo i nostri limiti, storie come la sua, che non sarebbe mai stata recitata senza un amore vero a sorreggerla.
Non spezzate mai il legame con gli altri, amate voi stessi, ma amate al tempo stesso anche i vostri cari.
L’egoismo, il narcisismo e il mettersi al centro di tutto non funzionano, sono falsi idoli dei tempi odierni, demoni che ti ingannano, promettendoti di renderti più forte, ma facendoti solo sempre più insoddisfatto, disperato e privo di senso.
L’egoismo non funziona nemmeno quando siamo in crisi.
Anzi, è proprio nelle crisi che spesso troviamo la forza di uscirne solo per gli altri, esattamente come ha fatto Guillaumet che, se fosse stato solo per lui, si sarebbe dato dolcemente alla morte e si sarebbe disperso per sempre nel bianco delle Ande.
Evviva noi.
La meravigliosa storia di Henry Guillaumet è stata raccontata da Antoine de Saint-Exupery nel suo «Terre des Hommes», del 1939; è ripresa da David Servan-Schreiber nel suo «Guarire». Su Guillaumet esiste una voce ben nutrita di Wikipedia in Francese, una buona voce in Inglese, nessuna purtroppo in Italiano.
Esce oggi il mio nuovo racconto breve, «La storia è altrove».
Parla del potere delle parole, della sua persistenza anche quando le parole stesse non sono comprese da chi le ascolta, anzi del suo diventare ancora più forte e penetrante via via che si abbassa la loro intelligibilità. Chi comprende, resta fermo ad un testo, chi non ci capisce niente invece immagina, sogna, ricorda e, alla fine, vive. È Ur, lo straniero, che fa capire tutto questo, agli abitanti di Caldeia e a noi, con le sue storie che vengono da molto, molto lontano, sia nello spazio che nel tempo.
Per ringraziarvi dell’affetto con cui mi seguite sul blog e sui social network, l’ebook è stato messo a disposizione gratuitamente, in formato PDF sprotetto, per tutto il periodo del lancio iniziale. La promozione è stata chiusa con l’uscita del mio nuovo libro, [tre], a marzo 2017.
Come preannunciato, oggi il libro è disponibile, su Ultimabooks, uno dei miei bookstores preferiti, e su Amazon, usato per gli acquisti di ebook dalla maggior parte delle persone.
Il libro costa solo 0,99€, ancora meno del prezzo solito di 1,99, perché essendo un racconto breve ho voluto imporre il prezzo minore possibile.
Alla pagina ufficiale del libro trovate qualche informazione in più, tra cui la quarta di copertina e l’elenco, che renderò attivo man mano, dei bookstores in cui può essere acquistato.
Vi ricordo che il libro è privo, per mia scelta, di qualsiasi protezione, così come tutti i libri di #parolesottovetro, per cui se preferite leggere su carta potete acquistarlo (in questo caso, scegliete il formato PDF) e poi stamparlo tranquillamente.
A questo proposito, abbiamo un progetto di rendere stampabili i nostri libri su carta di canapa, ancora alle primissime fasi, ma che ci piacerebbe molto riuscire a rendere concreto. Vedremo, vi terremo aggiornati man mano che ci saranno novità.
Se lo leggerete, mi farà molto piacere ricevere le vostre osservazioni, anche negative ;-), o leggere le vostre recensioni.
Sarà disponibile tra un paio di giorni, sia in formato PDF che ePub, su tutti i principali stores di ebook a 0,99€, con il mio marchio editoriale #parolesottovetro.
Ho abbassato ancora di più il prezzo, rispetto a quello solito di 1,99€, trattandosi di un racconto breve.
Vi metto di seguito la quarta di copertina.
Spero che questo racconto vi piaccia, scriverlo mi è costato davvero tante lacrime, e non sto scherzando, ma mi ha fatto capire meglio chi sono ;-).
Vi ricordo che, se volete essere avvertiti dell’uscita di ogni nuovo ebook di #parolesottovetro, potete iscrivervi alla newsletter.
La quarta.
Questo è un racconto breve, che riguarda però una storia lunghissima, iniziata milioni di anni fa e che continua ancora ai giorni nostri. La storia di un vergognoso tradimento perpetrato, ai danni di un essere di grande nobiltà, con una vigliaccheria e un’ipocrisia di cui solo gli essere umani, tra tutti gli animali, sono capaci, da quando hanno smarrito sé stessi. Questa lettura ha un prezzo che può essere probabilmente pagato solo in lacrime di nostalgia e pietà infinite, ma serve a capire chi sei veramente.
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Tiziano Solignani, nato a Modena nel 1969, vive a Vignola. Anarchico e primitivista, i temi dei suoi lavori sono le tante piccole ipocrisie diffuse, la vera natura dell’uomo, il ritorno ad uno stile di vita per il quale la nostra specie è più adatta, alla luce dell’evoluzione che ha avuto nel corso del tempo. «Io non avrò mai paura di te» è il suo secondo lavoro di fiction, dopo «9 storie mai raccontate», una raccolta di favole scritte per bambini, anche quando sono imprigionati dentro al corpo di un adulto.
Cura da molti anni un proprio blog, dove non si occupa di solo diritto, all’indirizzo blog.solignani.it e si diverte sui social network (facebook, twitter, google plus).
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«Io non avrò mai paura di te» è un libro di #parolesottovetro.
Stamattina, verso l’alba, uno sconosciuto è entrato in casa mia e mi ha puntato una pistola contro la schiena. Per il caldo dormivo su un fianco, a torso nudo e senza coperte, e ad un tratto ho avvertito una canna gelida premuta contro di me. Potevo sentire anche il vapore caldo fuoriuscire dal ferro cavo a contatto con la mia pelle, come un respiro.
Ho alzato le mani, senza chiedere, in attesa di ordini, di richieste. Ho capito subito che non era venuto per uccidermi, altrimenti sarei stato già morto. In quegli istanti di puro terrore, ho pensato che senza mia moglie non avrei nemmeno potuto consegnargli gioielli, preziosi, banconote, niente di niente.
Ma l’intruso non diceva nulla. Dopo alcuni istanti, durati ore dentro al mio cuore, ho iniziato a voltare pian piano la testa, finché non ho visto che l’intruso non c’era più.
Sulla scena, era rimasto solo il mio cane, che evidentemente aveva sentito il pericolo ed era venuto in mio aiuto. Mi guardava preoccupato, ed è stato in quel momento che ho capito che era stato proprio lui a mettere in fuga il ladro. Allora, sfinito per il terrore, mi sono girato di nuovo, lasciandomi andare. Lui, come per consolarmi e per dirmi «stai tranquillo, ci sono qui io», mi è venuto vicino e ha premuto il suo naso contro la mia schiena.