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Torta fantasia con farina di tapioca.

Dopo il grande successo riscosso nei social network, e le numerose richieste di avere la ricetta, ecco qui un bel post completo per il blog, dal quale tutti potranno attingere.

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Ingredienti

  • 250 grammi di farina di tapioca, che si può ad esempio acquistare qui
  • 250 grammi di miele biologico
  • 3 uova
  • 60 ml olio extravergine di oliva o altro grasso a scelta (olio di cocco, ecc.)
  • 2 limoni
  • 1 cucchiaio raso bicarbonato di sodio
  • mandorle tostate o pinoli tritati
  • sale rosa dell’Himalaya

Preparazione

In una terrina, sbattere i tre tuorli, dopo averli separati dall’albume, mescolandoli con il miele.

Raggiunta una certa cremosità, aggiungere la farina di tapioca e mescolare.

Aggiungere il grasso prescelto, il succo dei due limoni e la scorza grattugiata (quest’ultima solo se biologici, ovviamente).

Mescolare di nuovo e poi aggiungere il cucchiaio di bicarbonato, i pinoli o le mandorle tritate e gli albumi montati a parte a neve con un pizzico di sale.

Ungere uno stampo di silicone (io ad esempio ho usato quello che si vede nella foto) o una teglia, mettere l’impasto e cuocere a 180° in forno preriscaldato per 30 minuti circa.

Prima di consumare, si consiglia di far raffreddare per bene il composto, altrimenti è troppo colloso; dei due sarebbe meglio mangiarla il giorno dopo, quando è già intervenuta la retrogradazione.

Buon appetito!

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Crema di avocado.

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Ok, questa «ricetta» è in primo luogo per i bambini, per evitare di fargli mangiare cose inaccettabili come la Nutella e altri prodotti di cui l’italiano medio va di solito estremamente fiero (e pensare che siamo considerati in tutto il mondo il paese dove si mangia bene, mamma mia…), ma non è male certamente anche per i grandi paleoisti e biohackers che hanno voglia di qualcosa di dolce e sfizioso.

Dal punto di vista della palatabilità, prima di farla e perfezionarla pensavo fosse un mezzo ripiego, invece sono arrivato ad adorarla e a preferirla a qualsiasi tipo di crema o budino ottenuto con mezzi tradizionali. Il gusto del miele biologico e la cremosità dell’avocado sono assolutamente insuperabili e si sposano perfettamente tra loro.

Un altro vantaggio di questa ricetta è la estrema semplicità e velocità di preparazione.

Di seguito metto le dosi e proporzioni per fare circa 6 tazze da «caffè americano» come quelle che vedete nella foto, naturalmente potete cambiare, in proporzione, ma anche non in proporzione, dal momento che la tonalità dolce, ad esempio, del prodotto finale dipende dal gusto di ognuno, chi la preferisce più o meno dolce magari rispetto a quello che pratico io, per cui il suggerimento è di assaggiare man mano che si amalgamano gli ingredienti nel mixer.

Un ingrediente che è bene tenere al minimo possibile è la polvere di cacao, che come sapete conferisce una nota amara e astringente, che è favolosa se contenuta nella giusta misura e controbilanciata dalla nota dolce del miele, mentre se in eccesso può effettivamente rovinare la preparazione, arrivando anche da conferire un eccezionale gusto di «bruciato» al tutto 😉

Naturalmente, se aumentate, nel limite nel consentito, la dose di cacao, dovete essere pronti ad aumentare parallelamente anche il miele. Per questo motivo, io tengo il cacao al minimo, nella misura appena sufficiente per dare un po’ di colore al composto, su cui rimarrà comunque una nota verde giallognola data dall’avocado, così posso tenere anche il miele basso.

Questi sarebbero gli ingredienti e le relative quantità:

  • 6 avocado
  • 2, 3 cucchiai di polvere di cacao crudo biologico
  • 250 g di miele bio

Gli avocado sapete che devono essere al giusto grado di maturazione. L’errore tipico di chi non conosce questi frutti è di utilizzarli quando sono ancora troppo acerbi e finire con il pensare che «fanno schifo». In realtà, l’avocado è un frutto assolutamente meraviglioso, sia come gusto che, a quanto pare, come apporto nutrizionale, noi in famiglia ne consumiamo almeno uno al giorno.

Ad ogni modo, l’avocado è maturo quando cede alla pressione di un dito sulla superficie. Nei negozi, quando li comprate, di solito sono ancora acerbi e vanno tenuti alcuni giorni fuori dal frigo a maturare, insieme se possibile ad alcune mele o altri frutti che emettono etanolo. Una volta che sono maturati, li dovete mettere in frigorifero e … usare man mano. Perché gli avocado non vengono venduti già maturi? Per una questione di conservazione, dovuta al fatto che la maggior parte sono importati da paesi lontani, e per il fatto che, se fossero esposti già maturi, siccome i consumatori del frutto sanno che devono premerne la buccia per vedere se è pronto per il consumo, dopo alcuni giorni sarebbero spappolati a forza di subire le prove di tutti quelli che passano.

Naturalmente, sapete come si sbuccia un avocado (a proposito, al plurale il nome è invariato: sempre avocado): bisogna tagliarlo per il lungo con un coltello girandogli intorno in modo da ricavare due metà. Tracciato questo solco lungo il lato più lungo del frutto bisogna prendere ogni lato con una mano diversa e sparigliarlo, ruotando una mano verso di sé e l’altra verso l’esterno, in questo modo le due metà si staccheranno lasciando il nocciolo dentro ad una sola di esse. Togliere il nocciolo e iniziare a sbucciare. Alcune qualità si pelano, cioè basta tirare la pelle con la mano e verrà via naturalmente. Altre qualità hanno una buccia più dura, quindi bisogna per forza usare il coltello. Dicono che molte sostanze nutritive siano concentrate nella parte, di colore più verde, più vicina alla buccia per cui il consiglio è: tutte le volte che potete, pelate l’avocado e non usate il coltello.

Bene, a questo punto avrete pelato 6 avocado (notate il plurale corretto) e avrete 12 metà dentro ad una ciotola, un po’ come in questa foto qui:

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Mettete gli avocado dentro al mixer. Io ho il Bimby ed uso quello, ma penso che possiate utilizzarne uno qualsiasi che abbia capacità sufficiente.

Aggiungete gli altri ingredienti, cioè il miele biologico e il cacao.

Io come miele uso questo:

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Essendo il barattolo esattamente 250 grammi, lo verso direttamente dentro al mixer.

Potete scegliere il miele che volete, chiaramente dovete curare solo che sia liquido o meglio più liquido sarà e meglio è, per una evidente questione di maggior facilità di manipolazione dell’ingrediente. Se prendeste, ad esempio, certi mieli di arancia, che sono quasi solidi, sarebbero più difficili sia da versare nel mixer che forse da amalgamare.

Come cacao, uso quello di lifefood, che è crudo (piccola nota sticazzi: secondo alcuni, gli antiossidanti del cacao si conservano solo in quello crudo) e biologico, comunque a me piace. Questa la confezione:

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Come dicevo prima, vi consiglio dopo una prima amalgamata di assaggiare ed osservare ed eventualmente aumentare miele e/o cacao.

Vi consiglio anche di non mixare troppo, perché il composto potrebbe diventare troppo poco consistente, perdendo di cremosità e diventando troppo liquido, non è facile farlo accadere ma a me una volta è successo quindi cercate di concludere in un tempo ragionevole.

Se pensate che 6 tazze siano troppe, valutate attentamente. In casa mia, i miei due figli ne mangiano una appena pronta, un’altra a colazione al giorno dopo e la prendono a merenda a scuola sempre il giorno dopo. A me di solito giustamente rimane da leccare il Bimby.

Buon appetito e, come si dice a Vignola, affogatevi!

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La scudela modenese.

Una scudela ;-)
]1 Una scudela 😉

Che cos’è.

Può essere un’idea per la prima colazione per chi segue la paleo 1 oppure comunque uno stile alimentare più consapevole e sano.

Questa cosa mi è stata ispirata dalla ben più celebre tijela brasiliana di acai, che alcuni realizzano anche in Italia acquistando la polpa di acai congelata da fruttiamo.

Siccome in famiglia dispongo gratuitamente di molta frutta che so essere stata trattata con davvero pochi antiparassitari, sicuramente meno di quelli utilizzati nei protocolli dello stesso biologico, non mi andava di pagare per far arrivare frutta congelata importata dal Brasile che non saprei nemmeno come è stata irrorata, e ho quindi deciso di «adattare» l’idea e realizzare una mia versione di questa cosa.

In brasiliano, tijela significa scodella, non importa a questo punto che vi dica che cosa significa scudela in modenese… 😉 Ovviamente ho scelto il nome in modenese così rimane il tocco esotico di quello originale…

La scudela rappresenta da allora la colazione della mia famiglia, ma può essere anche un modo per gustare qualcosa che si avvicina molto all’esperienza di un gelato di stracciatella o al bacio, per chi come me segue la paleo o comunque vuole evitare alimenti non considerati idonei per l’alimentazione umana come appunto il gelato, per la presenza di zuccheri artificiali, latticini e altro.

Come si prepara.

Per la preparazione, io uso un masticatore di frutta (nel mio caso l’Hurom 400), ma va bene anche un frullatore, meglio se ovviamente utilizzato a bassa velocità per non strapazzare troppo le materie prime.

Come frutta, dal momento che credo abbastanza nella stagionalità, prendo volta per volta quello che è disponibile al momento. La scudela nella foto è stata fatta con pesche, uva, una mela e una pera, mezzo melograno.

È importante capire che il succo deve essere abbastanza denso per armonizzarsi con le parti solide e sorreggerle. Il succo di mela, ad esempio, è molto denso, mentre quello d’uva piuttosto liquido: state attenti a curare che ogni frutto sia nelle giuste proporzioni. Un’idea per aumentare la densità è aggiungere un avocado, come vedremo dopo.

La copertura.

Una volta estratto il succo, lo mettete appunto in una scodella e iniziate a tritare la «copertura».

Per essa, io uso di solito il cacao criollo «il 100%» della Domori (un quadratino singolo per scudela), che pur non avendo nessuna aggiunta di zucchero o dolcificanti ha un gusto incredibile, e due o tre noci (o altra frutta in guscio come le macadamia, anacardi, ecc.).

È essenziale triturare manualmente, senza usare un mixer, ma solo con un tagliere e un coltello, le materie della copertura: se usaste un robot i pezzi diventerebbero troppo piccoli e una volta in bocca conferirebbero a quel che mangiate un indesiderabile effetto «poltiglia» che è il contrario di quel che si vuol raggiungere con un piatto di questo genere.

La copertura deve rimanere a pezzettoni per essere croccante nella bocca.

Alcuni aggiungono anche alcune fettine di banana, come nella foto; a me non piace tanto, ma ovviamente va a gusti.

Il tocco dell’avocado.

Se volete una scudela più addensata e cremosa, con note più calde, che si sposano molto meglio con i sapori della copertura, specialmente nella brutta stagione, quando le note rinfrescanti della frutta schietta non sono godibili come d’estate, potete aggiungere un mezzo avocado all’altra frutta, direttamente dentro al masticatore.

L’unica condizione, come sempre quando si ha a che fare con questo frutto, è che sia maturo, cioè morbido e cremoso, tenero come il burro a temperatura ambiente. Se l’avocado che avete comprato non è ancora pronto, potete metterlo vicino ad altri frutti come pere e mele per accelerare la maturazione.

Io oramai aggiungo un mezzo avocado tutte le mattine e credo che questa aggiunta oltre che migliorare il gusto possa magari rendere più salutare la scudela, rendendola, grazie ai grassi dell’avocado, sia più nutritiva che, probabilmente, meno impattante sulla glicemia.

Sì, ma è paleo?

È discusso. Molti ritengono cose di questo tipo un po’ al confine. Io posso riportare di aver perso 40kg, senza fare esercizio fisico, facendo tutte le mattine colazione con un succo da masticatore, a volte come scudela e a volte no.

È assolutamente certo che una colazione o spuntino di questo genere è mille volte meglio di latte e biscotti o di un gelato, magari industriale, per cui io partirei intanto da questo concetto.

In un prossimo, ed apposito, post comunque torneremo sul tema dei succhi di frutta o frullati in paleo.


  1. So che in paleo il concetto di colazione è molto discusso, con alcuni esponenti che sostengono che la colazione si possa benissimo non fare e non rappresenti un problema. Personalmente, la faccio e conosco molte altre persone, in paleo, che la fanno, per cui un’idea in materia può sempre essere utile. Molti che si avvicinano alla paleo per la prima volta sono dubbiosi su cosa mangiare a colazione, hanno in realtà il «timore» di doversi mangiare una bistecca o delle costolette di maiale al mattino presto… Alcuni esperti paleo rispondono che se queste persone non sanno cosa mangiare per colazione, possono benissimo saltarla, ma secondo me non è la risposta più adatta per tutti… A parte che non ci sarebbe nulla di male nel far colazione con una bistecca, ci sono comunque mille cose che si possono mangiare, come al solito è bene che ognuno provi la soluzione che gli aggrada di più e poi ascolti il suo corpo e valuti i risultati. 

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Torta Sacher versione paleo

torta Sacher paleo
torta Sacher paleo

Voilà, la traduzione di una ricetta, che mi pare ben congegnata, presa da Paleoliscious, per fare la torta Sacher in versione paleo (cioè senza latticini, cereali, zuccheri raffinati), che cade a fagiolo in questo periodo in cui maturano ottime albicocche, ma che soprattutto vede l’avvicinarsi del mio compleanno ;-). Enjoy.

Ingredienti
(per una torta di 18 cm, 8 fette)

Per l’impasto
2 cucchiaini (80g) di miele
40 g di polvere di cacao
50 g di olio di cocco
150 g di farina di mandorle o mandorle macinate
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio
2 uova
un pizzico di vaniglia naturale
2 (100 g) albicocche mature

Per il purè di albicocche
4 (220g) albicocche (pesate con il nocciolo)

Per la glassa di cioccolato
2 cucchiaini (50g) ciascuno di:

  • cacao in polvere
  • olio di cocco
  • miele

Preparazione
(divisa in tre fasi, corrispondenti agli strati della torta)

1) La base. Mescola uova, miele, cacao in polvere, olio di cocco e vaniglia. Lava, pela e affetta in un mixer le pesche, frulla e aggiungile all’impasto. Aggiungi la farina di mandorle e il bicarbonato e mescola bene. Stendi l’impasto in una teglia antiaderente e cuoci in forno (da preriscaldare prima) a 175° per almeno 25 minuti. Probabilmente lieviterà moltissimo, ma si abbasserà poi in seguito. Lascia raffreddare su un supporto da torta. Per proseguire, occorre che la base si sia raffreddata completamente.

2) Il purè di albicocca. Lava, sbuccia, togli il nocciolo alle albicocche. Mettile in un mixer e riducile a purè. Non deve venire molto liquido, ma rimanere cremoso, se dovesse venire troppo liquido si può mettere in un pentolino a fuoco medio alto facendolo cuocere finchè non si addensa. Quando pronto, distribuire in cima alla torta una volta che la stessa si è completamente raffreddata.

3) Lo strato di cioccolato. Riscalda un po’ l’olio di cocco per renderlo liquido e mescolalo al cacao in polvere e al miele. Versa la glassa in cima alla torta, sopra allo strato di albicocche, aiutandoti con una spatola.

Cerca di raffreddare la torta mettendola in frigo, controllando dopo qualche minuto che lo stato non si sia scomposto, nel qual caso aggiustalo, ed eventualmente ricontrollando in seguito. Lasciala in frigo fino a uno o due minuti prima di servirla.

| via Paleolisciuos