Categorie
informatica tecnologia tutorial

Posta elettronica: come monitorare le risposte.

Odio la mail.

Se c’è una cosa che odio, quella è la posta elettronica. Messaggi scritti da gente che non sa esprimersi destinati a gente che non è comunque in grado di comprenderli. Uno degli strumenti che più compromettono la produttività, if you ask me.

Non l’ho sempre pensata così, agli albori della rivoluzione informatica nel nostro paese, 15/20 anni fa, ero abbastanza entusiasta del mezzo… In realtà, era solo un’illusione. È un protocollo vecchio, poco malleabile e con software che, a dispetto di tutto, non consentono di gestirla davvero in modo efficiente. Inoltre, il suo utilizzo si è diffuso eccessivamente, cosìcchè ognuno di noi ogni giorno si trova ad avere a che fare con centinaia di messaggi della inbox, che è un po’ diventata la moderna catena di montaggio del lavoratore dell’era digitale.

Ultimamente sono riuscito a smaltire un pauroso arretrato che si era man mano accumulato e ad avere una inbox più leggera e gestibile (dove gestibile sta per «che si può tenere in qualche modo sotto controllo»), ma è uno strumento che richiede davvero attenzione e cura quotidiani, pena l’ingolfarsi presto di nuovo.

È chiaro che bisogna andare verso nuove forme di comunicazione, come la messaggistica, spesso più sintetica e, per questo, accettabile, o tornare addirittura alle vecchie, come il telefono, che è la soluzione che più spesso mi sono trovato a prendere in mano proprio per svuotarmi la casella di posta elettronica…

Inoltre è chiaro che ogni professionista o lavoratore che ha a che fare con la posta elettronica come strumento di lavoro deve assolutamente definire delle strategie per poter «sopravvivere» allo strumento e riuscire ad essere produttivo con esso e, a volte, nonostante questo.

Quest’ultimo è un discorso su cui torneremo, sto anche redigendo una sorta di vademecum da distribuire a tutti coloro che intrattengono corrispondenza elettronica con me, con alcune regole di base chiare per rendere il rapporto più piacevole, produttivo e salvaguardare il fatto che io possa dare la mia attenzione a tutti coloro che ne hanno bisogno, o diritto, avendo ad esempio acquistato il mio tempo sui loro problemi.

Magari si potrà fare una serie di post sul tema, ognuno dedicato ad uno specifico problema, valuteremo.

Oggi voglio parlarvi di un aspetto particolare, dove ho elaborato una strategia abbastanza semplice di gestione, è che quello di controllare il riscontro che viene dato alle mail che inviamo, una cosa abbastanza cruciale per chi, come gli avvocati, vive avvolto dalle scadenze.

Il controllo dei followup.

Questo aspetto riguarda il controllo dei riscontri che si richiedono quando si spedisce una mail. Raramente, quando si compone una mail è per fare semplicemente un saluto. Di solito, è per chiedere un’informaziona o ad un’altra persona di fare qualcosa e cioè per avere una risposta, salva solo l’ipotesi, ovviamente, in cui non si stia rispondendo ad una mail, nel qual caso le posizioni sono invertite e la nostra mail ben potrebbe (anzi, di solito si spera) essere quella che conclude la comunicazione.

Per avere un elenco di mail di cui controllare che arrivi riscontro ci possono essere ovviamente diversi metodi, ma quello più veloce a mio modo di vedere si può avere rimanendo all’interno della mail stessa, senza, ad esempio, andare ad annotare alcunchè in liste, elenchi o altro, magari dentro ad un programma di gestione delle cose da fare.

Per ottenere questo risultato, il sistema da me congegnato si basa sulla definizione di una specie di alias del mio indirizzo principale di posta elettronica insieme ad una regola per la posta in arrivo, che sfrutta il segno «più»apposto dopo la prima parte dell’indirizzo, ma prima della chiocciola.

Parliamone subito in concreto per capire meglio. In sostanza, se il vostro indirizzo fosse pinco@pallino.it, quello che dovreste usare per implementare questo sistema potrebbe essere, sempre ad esempio, pinco+inattesa@pallino.it.

Dopo aver «pensato» ad un indirizzo del genere, dovete creare una regola di posta elettronica o filtro che smisti tutti i messaggi in arrivo diretti a questo indirizzo dentro ad una cartella specifica, che potrebbe essere chiamata ad esempio «in-attesa».

A questo punto, quando inviate una mail di cui volete controllare che poi vi diano riscontro, non dovete far altro che inserire tra i destinatari, nel campo CC, l’indirizzo pinco+inattesa@pallino.it.

In questo modo, quando il messaggio vi tornerà indietro, il vostro server di posta o programma di posta elettronica (consiglio, ovviamente, di definire i messaggi sul server e non a livello di client) «smisterà» la copia del messaggio nella cartella «in-attesa».

A questo punto, dovrete solo ricordarvi di guardare ogni tanto, oltre che nella inbox, anche nella cartella «in-attesa», per vedere se è stata data una risposta adeguata alle vostre mail. Con Apple Mail si può definire una «scorciatoia» a questa cartella per metterla più in evidenza, probabilmente si può fare anche con altri client di posta elettronica. Si può, inoltre, inserire in google calendar una scadenza settimanale che ci aiuti a ricordarlo.

Per implementare questo sistema, occorre che il vostro provider di posta elettronica supporti l’aggiunta di desinenze con l’aggiunta del segno «più» alla prima parte (user name) dell’indirizzo di posta elettronica. Il mio, che è fastmail, lo fa ed infatti uso questo sistema già da alcuni mesi. So che gmail, uno dei più diffusi fornitori del servizio mail (anche se a me non piace onestamente), inoltre lo supporta. Se volete implementarlo anche nel vostro, non vi resta che verificarlo, anche semplicemente provando a spedirvi una mail con questa particolare aggiunta e vedendo se vi arriva.

Grazie per avermi seguito sino a qui, se c’è qualcosa di poco chiaro lasciate pure un commento.

Categorie
informatica tecnologia tutorial

ePub troppo grandi: come ridimensionarli.

Può capitare di avere tra le mani un ebook in formato ePub troppo grande. Ad esempio, Play Libri di google accetta ePub solo fino a 100 mega. Ci sono anche libri che superano questa dimensioni, tipicamente libri con molte immagini. In questi casi, c’è il problema di come ridurre le dimensioni del file per caricarlo sul proprio lettore preferito (o magari per metterlo su una periferica con poco spazio a disposizione o altro).

La cosa è più semplice di quel che potrebbe sembrare, dal momento che gli ePub sono in realtà degli archivi zip, cioè dei file compressi con dentro immagini, pagine html e altri elementi, una specie cioè di mini sito web, se vogliamo.

La procedura da seguire, sul mac (adattabile come al solito mutatis mutandis anche su altri sistemi), è la seguente.

Innanzitutto, bisogna usare un programma apposito per scompattare e ricompattare l’archivio zip, perché se si usa un compressore generico poi l’epub una volta ricompattato non funziona.

Io utilizzo ePub Zip-Unzip, che in realtà è solo un Applescript che immagino esegua, con una semplice interaccia grafica, alcune istruzioni a riga di comando.

Venendo al dunque, dovete per prima cosa prendere il file epub di cui dovete ridurre le dimensioni, lavorando magari su una copia da mettere sul desktop (consiglio di conservare sempre un originale del file, anche perché inevitabilmente la qualità delle immagini è destinata a degradare anche se in modo spesso impercettibile).

Lanciate a questo punto ePub Zip-Unzip. Vi chiederà di indicare il file da estrarre e poi dove salvare il contenuto dell’estrazione. Procedete.

Avrete una cartella con tutti i singoli files contenuti dentro allo Zip. Simile a questa.

Schermata 2017-05-27 alle 10.40.45.png

Ovviamente, dovete andare dentro a /OEBPS/Images.

Qui dovete procedere come segue. Aprite Anteprima / Preview in modo da averla nel dock. Quindi entrate in Images e selezionate tutti i files di immagine. Trascinateli sopra Anteprima nel dock. Vedrete che saranno tutti aperti, mostrando le miniature a sinistra. A questo punto dovete selezionarli tutti con COMMAND + A e quindi aprire lo strumento di ridimensionamento dal menu, ottenendo una schermata simile a questa:

Schermata 2017-05-27 alle 10.25.15.png

Nel mio caso, è stato sufficiente ridurre al 95% delle dimensioni originali le immagini. Lo strumento è fatto benissimo, perché mostra quale sara la dimensione dopo l’intervento, insieme a quella precedente, così potete fare volta per volta i vostri calcoli e le vostre considerazioni.

Scelta la proporzione giusta, dovete dare ok, poi chiudere Anteprima in modo che tutte le immagini siano ridimensionate e salvate.

A questo punto, aprire ePub Zip-Unzip scegliendo la cartella dove si trovano tutti i files dell’ePub e facendogli compiere il processo inverso, di creazione dell’ePub.

Al termine, naturalmente potete cancellare tutto quello che avevate messo temporaneamente sul desktop.

 

Categorie
cultura informatica libri tecnologia tutorial

How to manually sync annotations etc. with Marvin app.

Marvin-logo

This is how to manually sync an ebook’s annotation (notes, highlightning, bookmarks…) with Marvin iOS app between you various iDevices (BTW, I read on iPhone, iPad mini and iPad air, so that’s a long way to go…), as long as the good developer does not provide an automatic way to.

This way is a bit tedious, but it could serve for backup purposes as well and that’s not bad.

You’ll usually perform the following steps as soon as you’re finished reading on a device of yours, so that, should you later restar reading on another device of yours, you’ll have a file to import.

Eventually, you’ll get used to it and it’s not a bad habit at all for backup purposes, as I said.

This is what you should do:
– open the ebook you would like to export annotation from
– select bookmark icon (top left)
– select share icon (top right)
– select “export annotations” and not “send highlights and notes
– a new email with a .mrv file attached should be generated
– send it via mail to yourself or your evernote or whatever
– go to the other iDevice where you want your annotation synced
– open the mrv file (from mail or evernote or else)
– click the mrv file and select open with Marvin
– Marvin will recognize the destination book and ask you if you want to merge annotations or replace the existing ones: you have to choose merge of course, that way the existing one would be preserved
– after merging, Marvin will confirm everything went ok
– you’ll have to close and reopen the book

So, when you are done reading on the current iDevice, just remember to send away annotation, so that you got a backup of them and, should you start reading again the same book from another device, you could import and merge before starting to.

Of course, you can do the syncing only when you are finished reading the book, just to align annotations amongst the iDevices of yours, and then «archive» the book, it’s up to you.

Categorie
informatica tecnologia tutorial

I feed rss o atom: il modo migliore per seguire un blog o sito web.

rss_what_it_is_480

Perché usare i feed e non ad esempio i social network o i «preferiti»?

Perché, ad esempio, aggiungere un sito ai preferiti è un eccellente modo per dimenticarsene per sempre, mentre inserirlo tra quelli che si seguono nei social network significa nella maggior parte dei casi fare confusione e rischiare di perdersi molti contenuti.

Il modo migliore per seguire tutti i siti che ti interessano è, invece, usare un aggregatore di feed, che è un software e/o un servizio fornito tramite internet, come ad esempio feedly, col quale puoi raggruppare tutti i siti che vuoi seguire in un comodo elenco unitario, suddivisibile poi ulteriormente per categorie, argomenti, temi, settori di interesse e così via.

Immaginiamo che tu voglia seguire, in qualche modo, un centinaio di siti internet, come faccio io, perché sai che in ognuno di essi potrebbero essere pubblicate notizie di tuo interesse. Col metodo tradizionale, dovresti collegarti ad essi tutte le volte, oppure sperare di vederli le volte che apri, ad esempio, facebook.

La cosa è improponibile, ovviamente.

Usando invece i feed puoi fare in modo di leggere in un unico posto i titoli (e, spesso, una breve anteprima) di tutti gli articoli pubblicati su tutti i siti che aggiungi alla tua lista di «osservazione».

In questo modo puoi scorrere appunto i vari titoli, per vedere se c’è qualcosa che ti sembra degno di approfondimento, e leggere poi solo ciò che ti interessa davvero, da una selezione di fonti molto più ampia rispetto a quella che potresti materialmente consultare sito per sito.

Per questi motivi, registrare un blog tra i feed che si consultano ogni giorno significa avere la sicurezza di non perdere nessun nuovo articolo. Con gli aggregatori, infatti, ogni nuovo articolo rimane in evidenza finché non decidi tu di marcarlo come «letto», un po’ come le mail contenute nella tua casella di posta elettronica.

Quasi tutti i blog si possono seguire via feed, anche se spesso non è così ben evidenziato nella loro home page.

Ecco, ad esempio, il feed per seguire questo blog.

Come usare i feed: un tutorial passo passo.

Vediamo i passi necessari per iniziare a usare i feed rss.

Il metodo proposto è solo uno dei tanti possibili, va bene per iniziare poi ognuno può fare le variazioni che crede in base alle sue preferenze e ai dispositivi di cui dispone.

Questo metodo è basato sull’utilizzo di un account sul server di un fornitore di servizio di feed, come il già citato feedly, ma a stretto rigore non è necessario. Serve per poter avere una locazione centralizzata della propria lista di feed, da consultare da computer e periferiche diverse, quindi è sicuramente il metodo consigliato e comunque quello che uso io.

I passi da seguire sono questi.

  1. Crea un account 1 su feedly. Farlo è del tutto gratuito e richiede pochi istanti.
  2. A questo punto, installa sul tuo dispositivo (computer, telefonino, tablet, ecc) un programma per leggere i feed scegliendo tra i seguenti che sono a mio giudizio i più consigliati:
    1. su iPad: Mr. Reader
    2. su iPhone: Reeder oppure la stessa app di feedly
    3. su Mac: Reeder 2 oppure ReadKit
    4. su Android, sia telefoni che tablet: Press
  3. Apri l’applicazione appena installata e configura un account, inserendo le credenziali usate al momento di creare l’account con feedly.
  4. Verifica che l’applicazione comunichi correttamente con il server di feedly.
  5. Inizia ad aggiungere i feed rss che vuoi seguire. Ad esempio, il feed per seguire questo blog è https://blog.solignani.it/feed.
  6. Ripeti i punti precedenti, tranne ovviamente la creazione dell’account su feedly, su ogni dispositivo in cui vuoi leggere i tuoi feed. Grazie alla sincronizzazione col server centrale di feedly in ogni dispositivo troverai le fonti di notizie che hai inserito negli altri. La sincronizzazione riguarderà inoltre gli articoli non letti, quelli contrassegnati come preferiti e così via.

Se incontri qualche problema, lasciami un commento qui sotto e vedremo di risolvere volta per volta.

Una precisazione importante. Non è necessario usare un software apposito per consultare feedly, si può fare anche tramite l’interfaccia web, collegandosi al sito ed autenticandosi. Magari, in un primo momento, si può iniziare anche così, poi in seguito si può passare da un software (client) apposito, che offre più funzionalità.

Usando un feed reader o aggregatore per seguire i blog interessanti si ha anche la possibilità di condividere facilmente i contenuti via mail o sui social network, oppure inviarli al proprio account evernote, ad omnifocus o altro gestore di cose da fare.

È un po’ come farsi il proprio «palinsesto» di contenuti interessati, basato sui propri gusti, che poi diventa la base per ulteriori azioni di condivisione, di svolgimento di attività, di spunto, ecc. ecc.

Sì, ma poi come posso aggiungere un sito alla raccolta di quelli che seguo?

Questa è la parte più gustosa dell’usare i feed per leggere le cose su internet.

Quando trovi un sito o un blog che ti interessa, bastano pochi clic per aggiungerlo all’elenco di quelli di cui non vuoi perderti i nuovi contenuti.

Ad ogni modo, se usi feedly, come io consiglio di fare, basta andare nella home, cliccare su aggiungi feed e poi incollare l’indirizzo del feed precedentemente copiato. Molti browser come Safari, Chrome o Firefox poi consentono di aggiungere direttamente i feed a feedly. Oppure ci sono apposite estensioni per il browser stesso.

Esiste inoltre un bookmarklet, che funziona sia sul computer desktop che sui dispositivi mobili, molto comodo:

javascript:void(d=document);void(el=d.getElementsByTagName(‘link’));void(g=false);for(i=0;i<el.length;i++){if(el[i].getAttribute(‘rel’).indexOf(‘alternate’)!=-1){ty=el[i].getAttribute(‘type’);if(ty.indexOf(‘application/rss+xml’)!=-1||ty.indexOf(‘text/xml’)!=-1){g=true;h=el[i].getAttribute(‘href’);void(location.href=’http://www.feedly.com/home#subscription/feed/’+h);}}};if(!g){window.alert(‘Could%20not%20find%20the%20RSS%20Feed’);};

Infine, se usi un programma come Readkit, Reeder o Mr Reader che si sincronizza con feedly puoi aggiungere il feed anche all’interno di uno di questi programmi, per poi ritrovarlo su tutti i dispositivi.


  1. Si possono, per la verità, usare anche altri server, o anche non usare nessun server del tutto. Io preferisco avere un server centralizzato con tante diverse applicazioni (sul computer, sui dispositivi portatili) che vi fanno riferimento per avere sempre lo stesso elenco di feed sincronizzato. Tra i server, quello che mi sembra funzionare meglio è feedly. ?
Categorie
diritto roba per giuristi tecnologia tutorial

Notifiche via pec tra avvocati: la mia esperienza.

Nota: dopo questo tutorial del 2012, la situazione anche normativa è cambiata profondamente. Il tutorial lo lascio per interesse più che altro «storico», anche perché a quanto pare sono stato tra i primi a fare questo tipo di notifiche, ma naturalmente invito tutti ad aggiornarsi adeguatamente prima di provvedere a notificare, ci sono ottime ed aggiornate fonti che si possono trovare mugolando (ts, 10 maggio 2016).


Stamattina ho inaugurato la modalità di notifica «tra avvocati» resa possibile dalla modifica dell’art. 4, comma 1, della legge 53/1994 sulle notifiche in proprio.

Faccio il mio solito collage, partendo proprio dalla disposizione appena citata, secondo cui, nel testo attuale:

1. L’avvocato o il procuratore legale, munito della procura e dell’autorizzazione di cui all’articolo 1, può eseguire notificazioni in materia civile, amministrativa e stragiudiziale, direttamente, a mezzo posta elettronica certificata, ovvero mediante consegna di copia dell’atto nel domicilio del destinatario, nel caso in cui il destinatario sia altro avvocato o procuratore legale, che abbia la qualità di domiciliatario di una parte.

Le modalità con cui provvedere alla notifica in questi casi sono dettagliate dal decreto 21 febbraio 2011 , n. 44 (Regolamento concernente le regole tecniche per l’adozione nel processo civile e nel processo penale, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in attuazione dei principi previsti dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, ai sensi dell’articolo 4, commi 1 e 2, del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, convertito nella legge 22 febbraio 2010 n. 24). In particolare, è l’art. 18 a dettare disposizioni in materia, di cui riporto il primo comma:

Notificazioni per via telematica tra avvocati

1. Nel caso previsto dall’articolo 4, legge 21 gennaio 1994, n. 53, il difensore puo’ eseguire la notificazione ai soggetti abilitati esterni con mezzi telematici, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo. A tale scopo trasmette copia informatica dell’atto sottoscritta con firma digitale all’indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante dal registro generale degli indirizzi elettronici, nella forma di allegato al messaggio di posta elettronica certificata inviato al destinatario. Nel corpo del messaggio e’ inserita la relazione di notificazione che contiene le informazioni di cui all’articolo 3, comma 2, della legge 21 gennaio 1994, n. 53, dell’indirizzo di posta elettronica certificata presso il quale l’atto e’ stato inviato, nonche’ del numero di registro cronologico di cui all’articolo 8 della suddetta legge. La notificazione si intende perfezionata nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna breve da parte del gestore di posta elettronica certificata del destinatario.

Le modalità sono dunque molto chiare. Il procedimento che ho seguito io è il seguente:

  1. Estrazione di copie pari al numero dei destinatari più uno, sebbene questo sia un punto controverso, cioè sebbene sia discutibile la necessità di estrarre copie cartacee che non servono dal momento che la notifica avviene tramite consegna di copia digitale. Ho proceduto in questo modo per sicurezza, ma la lettera del regolamento che recita espressamente «anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo» mi fa dubitare della necessità di fare tutte queste copie. Sicuramente un domani quando il PCT sarà a regime si potrà scaricare la copia dell’atto o provvedimento da notificare e provvedere saltando il classico giro in cancelleria.
  2. Formazione della relata di notifica. Nella relata va indicato l’indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario e il numero cronologico della notifica. Un problema può essere quello di capire, nel caso che vi siano due procuratori in mandato, a quale dei due notificare, nei casi in cui ad esempio il «dominus» abbia indicato il proprio indirizzo di pec nell’atto, dichiarando di voler ricevere colà le notifiche, mentre abbia eletto domicilio presso un altro collega, co-mandatario, con studio nella città ove ha sede il Tribunale dove pende il procedimento, situazione abbastanza comune. La lettera della legge sembra indicare il domiciliatario come destinatario della notifica – «che abbia la qualità di domiciliatario di una parte» -, ma la cosa, se aveva un senso con gli indirizzi fisici, non ne ha molto con le notificazioni digitali, che possono raggiungere allo stesso modo tanto il domiciliatario quanto il dominus, anche considerando che poi il gesto tipico del domiciliatario che riceve la notifica sarà quello di fare semplicemente l’inoltro al dominus… Ad ogni modo, nel mio caso mi sono regolato con il classico principio dell’abbondanza e ho notificato ad entrambi, soluzione pragmatica che credo sia consigliabile finchè questo aspetto non verrà regolato con un intervento legislativo correttivo.
  3. Una volta formata la relata di notifica, nel mio caso con google docs, l’ho salvata in formato pdf e unita al files contenente il provvedimento da notificare, ottenendo un unico pdf con l’atto e la relata.
  4. A questo punto ho proceduto a firmare digitalmente l’atto così ottenuto, come previsto dal regolamento di attuazione e come, del resto, intuitivo.
  5. Quindi ho creato un nuovo messaggio di posta elettronica e vi ho allegato l’atto da notificare con firma digitale (più una copia senza firma, a titolo di cortesia, magari più leggibile per quei colleghi che non riescono ad aprire i files con l’estensione della firma digitale).
  6. Ho quindi fatto copia e incolla del testo della relata nel corpo del messaggio, così come previsto dal regolamento attuativo. Nell’oggetto del messaggio ho messo appunto una descrizione sommaria del contenuto e cioè «notifica istanza di sospensione e pedissequo provvedimento di fissazione udienza nell’esecuzione immobiliare xx/xxxx Trib. Mo». L’oggetto a quanto ho capito è libero, meglio comunque utilizzarlo per evidenziare subito ai colleghi riceventi di cosa si tratta.
  7. Purtroppo, uno degli indirizzi a cui ho inviato la notifica era cambiato tra il giorno in cui avevo consultato i pubblici elenchi e il giorno in cui ho fatto la notifica. Mi è tornato, insomma, un avviso di mancata consegna. Sono quindi andato a prendere il nuovo ed aggiornato indirizzo ed ho fatto un inoltra dalla posta inviata, correggendo la relata di notifica inserita nel corpo dell’atto.
  8. Per quanto riguarda la compilazione del registro cronologico non credo ci sia molto di particolare da dire, va indicato anzichè l’indirizzo fisico di destinazione l’indirizzo di pec a cui è stata fatta la spedizione. I campi sull’ufficio postale da cui sarebbe avvenuta la spedizione li ho lasciati vuoti.
  9. Circa, invece, la formazione dell’atto cartaceo da depositare all’udienza per testimoniare l’avvenuta notifica, ho stampato la relata e l’ho unita cucendola alla copia che avevo fatto diventare «originale», poi ho man mano aggiunto le ricevute di consegna pec, in formato cartaceo.

Questo è quanto, ad oggi.

Qualsiasi osservazione come al solito sarà benvenuta. Dal canto mio, vi terrò aggiornati.

Categorie
tutorial

come seguire i nostri focus

Per seguire al meglio un focus, si possono usare questi due metodi.

Innanzitutto, ci si può iscrivere ai commenti, in modo da ricevere ogni nuovo commento via mail. Per fare questo, fare clic sul quadratino accanto a “Avvisami via e-mail della presenza di nuovi commenti a questo articolo”, ovviamente sotto al post che contiene il focus al quale ci si vuole iscrivere:

esempio di riquadro

Il secondo modo è iscriversi al feed dei commenti del post in cui è contenuto il focus. Ogni post di un blog di wordpress.com infatti ha un feed rss di tutti i commenti che vengono pubblicati sotto allo stesso. L’indirizzo del feed è composto in questo modo:

indirizzo del post/feed

Praticamente, basta aggiungere uno slash (/) e la parola «feed» al termine dell’indirizzo. Il feed così ottenuto può poi essere aggiunto alla raccolta di quelli che si consultano quotidianamente, su google reader o altri lettori.

L’indirizzo del feed del nostro primo focus è, ad esempio, questo:

https://blog.solignani.it/2011/06/29/focus-ios-e-android-per-i-professionisti-del-diritto/feed

Categorie
tutorial

PCT: connettersi a polis con Chrome dal Mac.

Questo intervento per confermare quanto riportato dalla collega Annalisa Grillo su questo stesso blog, cioè che dal Mac, almeno (non so per i pc con Windows), è possibile collegarsi al Processo Civile Telematico e a Polis usando Chrome come browser. Ho appena provato e funziona. La mia configurazione è la seguente: businesskey Lextel, ultime versioni di Chrome e OS X.

La schermata che appare all’utente quando si tenta di accedere al punto di accesso è la seguente:

In questa maschera di input dovete inserite il vostro pin, dopodichè polis si apre tranquillamente.

Non so dare una spiegazione tecnica al funzionamento, cioè al fatto che adesso funzioni e prima non funzionasse, sospetto che sia un cambiamento di configurazione dal lato del punto di accesso più che una nuova caratteristica di Chrome, ma non so dirlo per certo, magari qualcun altro più informato di me potrà dire la sua.

Grazie a questa nuova possibilità, in questi giorni sto usando quasi esclusivamente Chrome che a me personalmente piace molto di più di Firefox e Safari e penso che, se non incontrerò altri problemi, farò presto il passaggio.

Ricordo a tutti i colleghi utenti Apple che per la discussione di queste problematiche possono iscriversi al nostro gruppo di discussione Legalmac.

Categorie
tecnologia tutorial

Ebook con Adobe DRM: come leggerli su iPad senza sproteggerli.

È possibile farlo senza bisogno di rimuovere il DRM, procedura considerata da alcuni illegale (anche se io ho qualche dubbio, nel caso ovviamente in cui una persona lo faccia solo per uso personale e senza assolutamente diffondere ulteriormente la copia sprotetta): sul punto, per gli interessati, comunque c’è una discussione nella nostra Legalit.

Il procedimento da me descritto è stato utilizzato con successo per una copia di «Terra del fuoco» di Francisco Coloane, un ebook in formato epub acquistato un paio di giorni fa dalla Libreria Rizzoli on line.

Subito dopo l’acquisto, per il quale ho pagato con paypal, ho potuto scaricare dal negozio on line un file con estensione .acsm, che credo sia semplicemente un bookmark per poter scaricare il libro vero e proprio e non contenga niente di per sè. Il file ha dimensione 4k.

A questo punto, ho scaricato gratuitamente dal sito di Adobe la versione di Adobe Digital Editions per Mac. Una volta installato questo programma, il file con estensione .acsm è stato associato allo stesso, quindi facendoci doppio clic sopra è partito Adobe Digital Editions ed è iniziato lo scaricamento del libro vero e proprio. Prima di poterlo leggere, ho dovuto inserire il mio Adobe ID. Non mi ricordavo nemmeno di averlo, ma ne avevo già uno, probabilmente perchè mi ero registrato anni prima al sito, se voi non l’avete dovete fare questa registrazione, è gratuita. Dopodichè ho dovuto autorizzare il mio Mac. In questo modo, ho potuto accedere al libro tramite il Mac.

Siccome non esiste che io legga un libro davanti allo schermo di un computer, mi sono messo subito alla ricerca di un sistema per poter portare il libro sull’iPad. Grazie alla segnalazione del collega Mario Sabatino, sempre all’interno di Legalit, sono venuto a conoscenza dell’applicazione Blufire Reader per iPad, che è appunto quella che dovete installare anche voi, è gratuita. Dopo averla aperta dovete autenticarvi nuovamente con il vostro Adobe ID e autorizzare l’iPad.

Per trasferire l’epub sull’iPad ho usato dropbox, che oramai è diventato il canale più usato di comunicazione e trasferimento di materiale tra macchine tradizionali e dispositivi mobili, almeno per me, seguendo una indicazione letta sulla guida di Blufire, che appunto indicava tale possibilità (oltre a quella di usare la funzione di file sharing di iTunes). Quindi sono andato a prendere il mio file epub (che si trova nella directory Documenti dell’utente, dentro ad una cartella che Adobe chiama «Digital Editions») e l’ho copiato nella root di dropbox. Quindi ho preso l’iPad, ho aperto dropbox e ho scaricato l’epub; terminato lo scaricamento, dropbox si è «lamentato» dell’impossibilità di leggere il file, ma premendo in alto a destra ho potuto dargli il comando di aprirlo con Blufire e voilà ho avuto accesso al libro, che si legge molto comodamente con l’iPad.

Purtroppo, non credo (almeno al momento non l’ho vista) che ci sia la possibilità di fare annotazioni sincronizzabili tra i diversi dispositivi, però il fatto che gli ebook si possano passare via dropbox è veramente un plus di Blufire, una funzionalità che sarebbe comodissima e che paradossalmente non ha nemmeno iBooks, che può andare a prendere files pdf allegati alla posta elettronica di Mail per iPad ma non è in grado di fare la stessa cosa per gli epub (e io preferisco di gran lunga il formato epub, che puoi annotare, sottolineare e così via, rispetto al formato pdf, per gli ebook).

È una ottima cosa che ci sia questa applicazione, Blufire, e mi sorprende che sui blog dedicati alle iDevices non se ne sia parlato maggiormente. Ora manca solo di aspettare che anche Apple si svegli, doti di maggiori funzionalità il suo iBooks e soprattutto riesca a riempire almeno un po’ lo store. Per il momento, sicuramente il primato continua a mantenerlo Amazon con il suo sistema Kindle, che funziona perfettamente sulle iDevices, molto meglio di iBooks, peccato che in Italiano ci sia poca roba.

Tutto questo sperando che tra poco il mio editore faccia finalmente uscire anche il mio libro in formato elettronico, con un sistema che non costringa i lettori a diventare scemi per poterselo leggere comodamente…

Categorie
tutorial

Businesskey Lextel: come usarla con Firefox sul Mac.

Per accedere al sistema polisweb e al Processo Civile Telematico, noi avvocati utilizziamo sistemi di firma digitale, nel mio caso forniti da Lextel sia nella versione con smart card più apposito lettore sia in quella tipo «businessey», che non è altro che una chiavetta usb che contiene i certificati.

Al momento di scegliere tra i due sistemi, ho preso la businnesskey, che poi è sempre un prodotto bit4id.

Il mio problema è che secondo il fornitore, per accedere a polis/PCT, avrei dovuto usare una versione «portatile» di Firefox che si trova sulla chiavetta stessa.

La cosa non mi piace, perchè Firefox, per motivi di sicurezza, è aggiornato almeno una volta a settimana, inoltre per me, che oramai faccio qualsiasi cosa col browser, dover chiudere il browser principale per aprire quello portatile sulla chiavetta (i due browser non si possono aprire insieme) significa interrompere il mio lavoro e non poter avere accesso ai miei dati: se, ad esempio, chiama un cliente mentre sto consultando polis non posso guardare il suo fascicolo e così via.

Quindi sono andato alla ricerca di un sistema per poter usare, per accedere a polis e al PCT, il browser installato sul mio Mac, la versione di Firefox che si trova sul disco fisso, e non quella portatile della chiavetta.

Ho chiamato l’assistenza di Lextel, dove mi hanno detto che con il Mac è «impossibile», come se fosse quasi colpa mia che sono andato a scegliere un sistema tanto difficoltoso (per la serie: hai voluto prendere qualcosa di diverso da windows, adesso ti arrangi).

Naturalmente la spiegazione non mi ha convinto e quindi sono andato avanti per mio conto e alla fine la soluzione è stata molto semplice, alla faccia delle rassicurazioni circa la impossibilità di praticarla (che in realtà significavano solamente che non avevano voglia di mettercisi a lavorare sopra).

Descrivo qui la procedura da seguire in modo che possa essere utile magari anche ad altri che si trovano nella mia stessa situazione.

In sostanza, non si deve fare altro che andare nelle preferenze di Firefox seguendo questo percorso del menu: Firefox, Preferenze, Avanzate, Cifratura, Dispositivi di sicurezza.

Una volta entrati in «Dispositivi di sicurezza», cliccare su «Dispositivi di sicurezza» e fare clic su «Carica».

In sostanza, bisogna installare due librerie. Queste librerie si trovano nel «pacchetto» di DikeX, che si trova nella Businesskey all’interno della cartella «Mac». Bisogna inserire il percorso completo, va fatto a mano perchè il contenuto del pacchetto non viene visto dal Finder.

I nomi delle librerie da inserire, nel mio caso, sono quelli che trovate riprodotti nelle schermate che seguono. Per sapere quali erano, ho aperto la schifosa copia di Firefox portatile che c’era sulla Businesskey e ho guardato come era configurata quella, dopodichè ho semplicemente riprodotto la configurazione sulla mia copia di Firefox; naturalmente, vi suggerisco di fare altrettanto, può darsi che nel vostro caso le librerie siano identiche alle mie, ma può anche darsi che siano diverse. Per quanto riguarda il nome da dare ai due nuovi moduli, anche in questo caso ho riprodotto nel «mio» Firefox i nomi che avevo trovato nella versione portatile, non so se questo sia necessario tuttavia, mettendo rispettivamente «BusinessKey Eutron» e «BusinessKey».

Una volta fatto questo, ho potuto accedere con la mia firma digitale. Tuttavia, la mia copia di Firefox è diventata instabile. Questo perchè Firefox, generalmente considerato un ottimo browser, in realtà presenta parecchie magagne e punti deboli e non è affatto stato scritto in modo solido come Chrome o Safari o Opera. Purtroppo, per molti siti web è necessario usare Firefox e quindi continuo ad adottarlo anche io, ma se potessi userei Chrome. I problemi li ho risolti avviamendo Firefox in modalità provvisoria (sul Mac si può fare tenendo premuto in fase di avvio il tasto «Opzione») e poi ripristinando impostazioni di default e in qualche caso disattivando alcuni componenti aggiuntivi. Adesso tutto funziona perfettamente.

Se seguite questa procedura con successo, lasciate il vostro commento, analogamente se avete bisogno di aiuto, per quel che posso sono disponibile. Buon computing a tutti.

Categorie
tecnologia tutorial

come tagliare una SIM card

Ieri mi è arrivato il nuovo iPhone 4, ordinato il giorno 30 luglio, ed essendo privo di micro SIM mi sono deciso ad affrontare la famigerata pratica del taglio sim… Ho provato a contattare qualche negozio Wind per vedere se avevano la disponibilità di qualche micro SIM, ma niente da fare: naturalmente non potevo stare con un telefono del genere dentro al cassetto e ho deciso di correre il rischio.

Per fortuna, è andata bene. La SIM «tagliata» è adesso dentro al mio iPhone 4 e funziona sia per le chiamate che per il traffico dati.

Vi racconto come ho fatto io, magari può essere utile anche ad altri.

Io avevo una SIM wind molto vecchia, di diversi anni. Fortunatamente, ho potuto utilizzare una micro SIM della 3 che avevo per l’iPad (non utilizzabile per la fonia vocale, ma solo per i dati) come «guida» per le dimensioni da dare alla vecchia SIM da tagliare.

Io ho fatto in questo modo. Per prima cosa, utilizzando la micro sim della 3 ho segnato con una biro la sagoma da tagliare sulla sim grande. Ho dato anche un’occhiata alle varie guide presenti in rete, che ti danno anche le indicazioni sulle dimensioni in millimetri che la scheda deve avere una volta tagliata.

Una volta tracciata la sagoma, ho tagliato la SIM con le forbici, stando abbastanza distante dalle linee tracciate, considerando che è meglio avvicinarsi per approssimazione alle dimensioni giuste piuttosto che trovarsi con troppo materiale tagliato. A questo punto ho fatto una prima prova di inserimento nella vaschettina, tanto per vedere quanto materiale doveva ancora essere asportato. Quindi ho fatto la lavorazione finale strisciando la sim su della carta vetrata, confrontandola man mano con la vaschettina sino a che le dimensioni non sono state adatte per entrare. Alla fine, l’ho inserita nella vaschetta, dentro al telefono e per fortuna è andata bene.

Tra poco ne farò un’altra, rispetto al cambio SIM con la wind sono sempre 10 euro risparmiati e al massimo potrò farmela sostituire se si rompe.

Spero che funzioni tutto bene anche per voi.