Sono singole parole o termini preceduti dal simbolo cancelletto (ad es.: #diritto) contenuti negli aggiornamenti di stato delle reti sociali – come twitter, facebook e google plus – che servono per trovare nuovi contenuti a tema, o per argomento, al di fuori della cerchia dei profili che frequentiamo di solito (persone, pagine o account che seguiamo, o amici).
I social network sono infatti un flusso in cui gli utenti vedono di solito solo gli aggiornamenti dei profili che hanno scelto di seguire. Tramite gli hashtag si scavalca l’assetto consueto per vedere contenuti postati da altre persone, in questo modo si possono conoscere cose interessanti e nuovi account da seguire.
Ecco un esempio di hashtag su facebook, che è stato l’ultimo social network a implementare questo sistema: #diritto. Se cliccate, vedrete tutti i post in tema “diritto”, cioè di argomento giuridico. Una “ricerca per hashtag” può essere anche salvata nei bookmark, ad esempio io posso voler vedere tutti i giorni quel che si dice su facebook o twitter su un certo argomento.
Ovviamente, il sistema degli hashtag non consente di superare le impostazioni della privacy configurate da ogni singolo utente: vedrete solo i post che avete il permesso di vedere, quindi quelli pubblici, o quelli di vostri amici, oppure, su facebook, quelli delle pagine, che sono sempre pubbliche.
Affinché il sistema funzioni bene, è fondamentale che chi posta contenuti nei Social network inserisca volta per volta gli hashtag più corretti. Nei paesi anglosassoni sono molto rigorosi su questo, qui in Italia siamo ancora un po’ indietro.
Il social network dove gli hashtag sono più utili e ricchi è sicuramente twitter. Su facebook l’implementazione è ancora all’inizio, anche se a volte si riescono comunque a trovare cose interessanti.