Le truffe su internet.

Come è meglio comportarsi quando si rimane vittima di una truffa su internet?

Truffe classiche
Un bel business…

 

Che cosa sono.

Chi ne è rimasto vittima, lo sa benissimo. Ha mandato un pagamento per acquistare un oggetto o un servizio, ma in seguito, nonostante mille promesse, non gli è arrivato nulla. Oppure è stato convinto a fare un prestito con mille scuse ma la restituzione, che doveva avvenire in tempi brevi, ritarda sempre di più…

Sono le «truffe su internet», un fenomeno in continua espansione.

Gli autori di questi inganni giocano sul fatto che, truffando spesso bassi importi, le vittime di solito lasciano perdere, non presentano denuncia e non fanno niente altro.

Ma è davvero così? Vale davvero la pena sempre di lasciar perdere? E, nonostante spesso possa valerne la pena, cosa si può fare se si vuole ugualmente procedere?

Quando si usano metodi di pagamento con un minimo di tutela.

Se per pagare l’oggetto che poi non ti è stato consegnato hai usato, ad esempio, paypal, che offre un programma di protezione degli acquirenti, forse hai qualche speranza.

Attiva il programma segnalando la mancata consegna del bene o servizio e segui la procedura, vedendo che cosa ne ricavi.

Questo vale anche per altri mezzi diversi da paypal che offrono questo tipo di protezione, vale sempre la pena tentare, dopo aver dato un’occhiata alle condizioni di utilizzo del servizio di reclamo o richiesta di rimborso.

Perché spesso non vale la pena attivarsi.

In tutti gli altri casi, in cui si sono utilizzati bonifici o pagamenti tramite Western Union o spedizione di contanti o altro, il quadro è piuttosto desolante.

In teoria, contro queste truffe si potrebbe presentare denuncia alle autorità di polizia, ma nella pratica ci sono alcune controindicazioni nel procedere in questo modo.

Spesso, infatti, c’è innanzitutto un problema di identificazione del responsabile: si ha solo un numero di cellulare, un numero IBAN, generalità che poi si sono rivelate false.

È vero che le autorità di polizia hanno accesso a banche dati cui le persone comuni, compresi gli avvocati, non possono accedere, ma non bisogna credere che sia facile anche per esempio per i Carabinieri fare una ricerca nel database dei numeri di utenza mobili: è una pratica burocratica con i suoi costi in termini di tempo e impegno e, nell’economia di un lavoro complessivo da gestire, ha sempre un suo peso.

Questo è un primo aspetto da non dare mai per scontato.

In secondo luogo, i dati che si hanno possono essere falsi, ovvero una volta risaliti agli intestatari si può scoprire che si tratta di prestanome, oppure di soggetti che si trovano all’estero.

In alcuni casi, inoltre, può essere impossibile per le autorità italiane svolgere indagini, perché è necessaria una rogatoria internazionale: sono i casi in cui le truffe si sono consumate ad esempio tramite facebook ,un sito che ha sede negli USA e a cui la polizia italiana non può accedere se non previa rogatoria. In questi casi, bisognerebbe identificare l’ingegneria sociale, alla scheda sulla quale rimando.

Anche quando non si hanno problemi di identificazione del responsabile, oppure con adeguata attività di indagine svolta in proprio, privatamente o tramite agenzia, oppure dalle Autorità di polizia, si arriva ad una identificazione del responsabile, può darsi che si tratti di un soggetto senza alcuna aspettativa di solvenza: un Italiano, ma completamente sbandato, nullatenente, oppure un cittadino o un’organizzazione con sede all’estero.

In questi casi, prendere qualsiasi iniziativa diventa sostanzialmente non solo inutile ma addirittura controproducente: spenderesti altri soldi per non recuperare nulla, aggiungendo danno su danno.

Bisogna capire che da molti punti di vista la gestione di una truffa che si è subita su internet non è molto diversa da un recupero credito comune, con tutti i problemi che ci sono in relazione allo stesso, per i quali rimando alla lettura completa della scheda relativa.

Da tutto questo, deriva che nel 95% dei casi in cui si è rimasti vittima di una truffa su internet, per quanto la delusione possa essere cocente e per quanto disturbi il pensiero di lasciar perdere, la realtà è che purtroppo non conviene fare nulla, anzi conviene proprio lasciar perdere e far tesoro dell’esperienza per una prossima occasione.

Bisogna capire bene un punto e cioè che coltivare questioni di questo genere non solo può essere inutile ma anche dannoso: sia per chi presenta la denuncia, che deve perdere tempo e soldi, sia per le autorità di polizia, che devono impiegare le proprie risorse di tempo ed altro per perseguire fatti di importanza minore a scapito di reati più gravi.

Cosa fare quando nonostante tutto si vuole procedere ugualmente.

Se, nonostante tutto, vuoi comunque procedere contro chi ti ha truffato, puoi presentare una denuncia querela.

Puoi farlo anche da solo, ma la cosa, specialmente se ci sono problemi di precisa identificazione del responsabile, è sconsigliata e ti offre davvero molte meno possibilità che la tua denuncia abbia un cammino concreto.

Quindi il consiglio è quello di rivolgerti ad un avvocato.

Purtroppo, ed è questa la nota dolente, lo devi ovviamente pagare tu.

Noi come studio abbiamo definito una tariffa a forfait per le denunce querele nel nostro listino flat, ma ogni studio legale segue criteri diversi di tariffazione, per cui è assolutamente tassativo chiedere un preventivo prima di procedere.

Come prevenire le truffe?

Non è poi così difficile evitare di rimaner vittima di truffe su internet oggigiorno.

La chiave è affidarsi solo a venditori di provata affidabilità.

Ad esempio, perché oggigiorno continuare ad acquistare su ebay anziché usare Amazon?

A volte si trova un oggetto che sembra particolarmente conveniente, ma il risparmio di qualche decina di euro non compensa il rischio di perdere tutto il prezzo versato, almeno a mio giudizio.

Meglio utilizzare un venditore serio e professionale, anche spendendo qualcosa in più.

Anzi, spesso il prezzo più basso è un indice che potrebbe trattarsi di una truffa.

La tutela legale.

Nel caso si disponga di una tutela legale, la si potrebbe sfruttare per gestire le pratiche di tentativo di recupero.

Rimane estremamente difficile recuperare quello che si è incautamente versato, tuttavia è evidente che non dovendo retribuire di tasca propria un legale un tentativo diventa più agevole da fare.

Conclusioni.

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2 risposte su “Le truffe su internet.”

Diffidare sempre. CON tutta onestà io mi sono trovato e mi trovo benissimo con acquisti di vario genere e di ottima qualità su AMAZON.

Salve avvocato, ho sempre acquistato su aliexpress.com e tutto si e risolto sempre tranne che sul sito ci sono venditori o negozi seri e meno seri cosa difficile da stabilire, nel mese di maggio due acquisti andati male senza tracciabilità e dopo aver atteso inutilmente tre mesi per la merce non pervenuta apro la disputa per il rimborso . Dopo molti tentativi con messaggi il rimborso non arriva.

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