Un Anniversario.
Oggi 11 marzo 2014 faccio un anno di paleo.
Un anniversario non è niente in tutto, è solo una convenzione, ma può essere l’occasione per fare un po’ il punto della situazione, raccontare un’esperienza, mettere a disposizione degli altri le proprie idee, sensazioni, punti di vista.
Per questo ho deciso di raccontare tutto dall’inizio, partendo dalla situazione in cui mi trovavo prima di acquisire consapevolezza alimentare e di stile di vita e iniziare a valutare con attenzione sia quello che ingerisco sia quello che faccio durante tutto il giorno.
L’inizio.
La mia rinascita è iniziata, come tutte le cose importanti, per caso.
Una notte di poco sonno come al solito, tra la primavera e l’estate del 2012, mentre sfogliavo Amazon sul mio iPad mi sono imbattuto in una centrifuga, molto di base, per fare succhi di frutta e verdura. Siccome in quel periodo iniziava a fare abbastanza caldo, ho deciso così, d’istinto, di acquistarla.
In quel periodo mangiavo malissimo, la classica alimentazione occidentale contemporanea piena di cibi inadatti al nostro metabolismo, prodotti industriali, vera e propria spazzatura. Verosimilmente avevo una dipendenza da varie porcherie, di cui non solo non riuscivo a liberarmi ma di cui non mi rendevo nemmeno bene conto. Lo stile di vita in cui si inseriva questa alimentazione poi era piuttosto tremendo, stress acuto per via del lavoro, gestione familiare, quasi sempre in un vicolo cieco senza sapere bene che cosa fare, e nemmeno, anche qui, rendendomi davvero conto di essere dentro ad un buco.
Il juicing.
Le cose hanno iniziato a cambiare quando, all’interno di questa dieta disastrosa, ho iniziato ad usare la centrifuga per farmi alcuni succhi, quasi esclusivamente di frutta fresca.
Ho seguito semplicemente la mia voglia, non è stata una decisione salutistica, anche perché in quel periodo non sarei stato in grado di prenderne. Si vede che qualcosa dentro al mio metabolismo, nonostante anni e decenni di maltrattamenti pesanti, era ancora in grado di guidare i miei istinti verso qualcosa di sano, qualcosa di cui il mio corpo aveva effettivamente bisogno, in mezzo a tutte le false necessità e ai cravings generati dalle dipendenze da zucchero, grani, latticini e così via.
Dopo un po’ che andavo avanti a consumare succhi, inizialmente fuori pasto, come «merenda», poi al posto della colazione, sempre seguendo il mio gusto e facendo quello che mi piaceva fare, ho notato che il cibo spazzatura, stranamente, sembrava sempre meno attraente. Quelli che mi apparivano come biscotti deliziosi iniziavano a sembrarmi sabbiosi pezzi di roba comunque troppo dolce e innaturale.
Forse mi sono convinto da solo come per autosuggestione, forse sono stati, come sostengono molti autori fautori del juicing, i nutrienti apportati dai succhi, comunque sta di fatto che ho cambiato i miei gusti, spontaneamente, indirizzandomi verso cose più salutari, cibi freschi, cose semplici.
Sta di fatto che i succhi sono stati il «ponte» che mi ha fatto passare da una situazione di totale incuria alimentare e di stile di vita alla consapevolezza della necessità di curare questi aspetti per il proprio benessere, inteso sia come eliminazione e prevenzione di patologie che come qualità di vita.
Per questo ai succhi sono ancora molto affezionato, nonostante la loro efficacia sia controversa nella comunità paleo.
Dopo un po’ di tempo, sono passato dalla centrifuga ad un estrattore, l’Hurom 400, che uso tuttora pressoché tutte le mattine con soddisfazione, facendo anche cose un pochettino più elaborate.
La nutrigenomica.
Sempre cazzeggiando con l’iPad (questa periferica ha un ruolo chiave, come del resto ha avuto e avrà sempre la lettura in tutta la mia vita), un giorno, sfogliando iBookStore, il market di ebook della Apple, mi imbatto in «Mangia che ti passa» di Filippo Ongaro. Leggendo le recensioni, decido di acquistarne una copia. Mi si apre così il mondo della nutrigenomica e il concetto di base per cui tutto ciò che introduciamo nel nostro organismo rappresenta una informazione di regolamentazione per il nostro DNA, in grado di «accendere o spegnere» i nostri geni.
Seguo regolarmente il programma proposto dal dr. Ongaro, che è un programma validissimo che consiglio a tutt’oggi a tutti coloro che non si sentono di seguire l’impostazione paleo, eliminando con ancora più convinzione ulteriori categorie di cibi come il latte e i latticini, le farine bianche e i grani raffinati, ed ottenendo risultati ancora migliori.
Il tutto sempre con grande soddisfazione, senza sentirmi limitato in nulla e senza rimpiangere alcun cibo, anzi con la soddisfazione di essermi finalmente liberato di alimenti che mi danneggiavano senza che io ne avessi coscienza.
Dopo aver seguito per alcuni mesi le indicazioni del libro del dr. Ongaro, e degli altri testi dello stesso autore usciti successivamente, che sono ottimi libri che mi sento di consigliare a tutti, leggo della paleo e, più approfondisco, più mi pare un approccio dotato di tanto senso e molto legato all’impostazione nutrigenomica del dr. Ongaro.
La paleo sembra avere senso.
L’uomo ha vissuto, e si è evoluto, per due milioni e mezzo di anni mangiando solo certi cibi, per cui si è adattato a funzionare bene con quegli stessi cibi, dal momento che tutti gli esemplari o individui, diciamo così, che non li avessero ben tollerati, sarebbero stati eliminati dalla continuazione della specie, per un processo di evoluzione naturale.
L’alimentazione dell’uomo è cambiata con la rivoluzione agricola, che è avvenuta solo 10.000 anni fa, un «soffio» in termini di durata della presenza umana sulla terra, che è consistita sostanzialmente nella diffusione della coltivazione dei grani su vasta scala, con conseguente impostazione dell’alimentazione a base di cereali anziché carne di animali selvatici e tuberi come in precedenza.
La rivoluzione agricola è stata un disastro per l’umanità e questo disastro è stato perfezionato dalla successiva grande rivoluzione dell’uomo, quella industriale, che ha applicato all’agricoltura, già dannosa in sé per la nostra salute, i metodi industriali, facendo nascere le coltivazioni intensive, le qualità manipolate dall’uomo (fino ai moderni OGM), gli allevamenti in batteria.
Ciò a portato ad un uomo che vive in un ambiente sempre più diverso da quello per cui è stato programmato, da millenni di evoluzione che ne hanno scolpito il DNA e che, come succede agli animali rinchiusi in uno zoo, che si trovano in un habitat diverso da quello loro congeniale, soffre terribilmente.
Questo fatto che l’umanità si trovi in uno stato, oggigiorno, di grave prostrazione e sofferenza, specialmente nei paesi occidentali, paradossalmente dove c’è maggior «benessere» (le virgolette sono assolutamente d’obbligo), direi sia una circostanza oggettiva e incontestabile, una sofferenza che è poco materiale ma tutta esistenziale, diventa materiale quando ricade sullo stato di salute, perché, guarda un po’, lo stato del nostro cervello e del nostro umore condizione anche lo stato del nostro corpo.
Molti non credono che tutto questo sia vero, dicono che sono tutte cazzate perché «l’uomo si è evoluto in tutti questi anni» e «non siamo mica più gli uomini delle caverne!».
In realtà, tutto al contrario noi siamo proprio ancora gli stessi uomini che abitavano nelle caverne milioni di anni fa (e alcune fortunate tribù, sparse per il mondo, lo fanno ancora oggi).
Sapete qual è la fobia più diffusa nel mondo occidentale?
La paura delle auto, che causano in media 10 morti al giorno solo in Italia?
Macchè. Camminiamo tranquilli in mezzo alle auto, le guidiamo, le ammiriamo e le desideriamo persino.
La fobia più diffusa è invece la ofidofobia, che in Italia fa un morto ogni 4 anni se va bene.
Perché proviamo una sensazione di benessere e di intimità quando guardiamo un campo d’erba verde, mentre una gettata di cemento ci lascia spenti?
Forse la spiegazione è che cibiamo evoluti nelle savane africane, che a quel tempo erano verdeggianti, prima di distribuirci in tutte le parti del mondo.
Il passaggio alla paleo.
Chiudiamo, comunque, questa digressione e torniamo al mio percorso.
Per me passare alla paleo come dieta è stato semplicissimo, ho dovuto solo eliminare due categorie di alimenti rispetto al programma che già seguivo del dr. Ongaro: i legumi e i cereali.
Ho deciso di provarla per vedere se sarei stato meglio o peggio, nel perfetto solco della filosofia del biohacking, che è quella che di base oramai mi caratterizza in pieno.
Dopo avere eliminato i grani, ho scoperto che la mia pancia prima era sempre gonfia, ma io non me ne rendevo bene conto, e che invece si può vivere con una pancia molto più tranquilla e serena. Inoltre ho scoperto che si può mangiare senza accorgersene, a livello digestivo, alzandosi da tavola nella stessa condizione in cui ci si era seduti, senza alcuna sonnolenza, tutti aspetti inediti per me.
I primi giorni di rinuncia a pane e pasta avevo un po’ paura. Decenni di abitudini e convinzioni innestate non si sa bene da cosa e da chi, mi facevano temere che senza i carboidrati sarei «crollato», mi sarebbe girata la testa e ad un certo punto mi sarebbero mancate le forze, tanta era la convinzione che fossero quei cibi a dare energia (in realtà, poi, è vero il contrario e cioè che la tolgono).
Mi ricordo che giravo con una mela in tasca, uno snack di emergenza per l’ipotesi in cui avessi avuto un calo di energia…
Ora sembra tutto molto ridicolo, ma per uno che non ha mai vissuto un solo giorno senza mangiare pane o pasta forse non è così inverosimile.
Ovviamente, non c’è stato nessun calo di energia, anzi tutto al contrario ci sono stati solo miglioramenti, e proprio oggi è un anno che non mangio grani in nessuna forma (pane, pasta, pizza, grissini, farine, fritti, merendine, cazzi e mazzi).
Non ho sofferto nemmeno di carb flu, probabilmente con il programma del dr. Ongaro mi ero abbastanza ripulito bene in precedenza.
Per me la paleo, dunque, è stata solo una ulteriore rifinitura di un processo di biohacking iniziato precedentemente, che nel mio caso ha dato buona prova e che quindi ho deciso di mantenere.
Naturalmente, le vostre esperienze potrebbero essere diverse.
Va anche ricordato che la paleo è solo un modello di dieta, non una dieta rigida, ma un modello che lascia ampi spazi a variazioni o personalizzazioni. Può essere chetogenica, low carb, low fruit, con procotollo autoimmune o senza, adattata alle stagioni, alle disponibilità locali, ai tuoi gusti e inclinazioni e così via. La mia stessa paleo varia costantemente, a seconda di quello che trovo e a volte che mi va di mangiare, ad esempio in questo periodo non so perché ma consumo moltissimo cacao (al 100%), dopo essere stato alcuni mesi senza mangiarne. Inoltre dispongo di carne di angus grass-fed di cui non ho avuto la disponibilità per molto tempo, quindi i piatti che mi arrivano in tavola dipendono anche da questo.
Resta il fatto che la paleo o la dieta evolutiva è la dieta naturale dell’uomo, di questo sono piuttosto convinto. Nella nostra società corrotta e idiota non ha il molto maggior successo di quello che ha adesso che si meriterebbe, anzi viene ritenuta una dieta «di moda», solo perché alla paleo e alle diete evolutive in generale non è collegato un marchio e una industria che la spinge commercialmente sul mercato, così la gente finisce per fare la tisanoreica, la Dukan, la Axodiet e tanti altri sistemi che servono per lo più a vendere a caro prezzo prodotti appositi. Queste sono le vere diete FAD, le diete alla moda del momento, mentre è assolutamente demenziale parlare di diete del momento con riguardo a quelle evolutive, che sono diete che l’uomo ha seguito per oltre due milioni e mezzo di anni…
Ovviamente pochi se ne renderanno conto, ma questo è un discorso ancora più grande e che non riguarda solo il settore delle diete purtroppo, ma anche tanti altri e deriva da come è organizzata la nostra società.
Per fortuna, con internet qualcuno che inizia ad aprire gli occhi ogni tanto salta fuori.
La situazione attuale.
Quali sono i risultati che ho ottenuto con la consapevolezza alimentare e con la paleo, che ne rappresenta al momento il massimo grado di affinazione che sono riuscito a darle?
- Ho perso quasi 50 kg di peso. Adesso peso 85 kg, per una altezza di 178 cm, con un 25% circa di massa grassa. C’è ancora da lavorare su questo versante, e il lavoro diventa sempre più difficile man mano si avvicina il traguardo, ma … non mollo, anzi mi sto solo divertendo
- Non so più cosa sia l’acidità di stomaco, il gonfiore intestinale, non ho emicranie (che prima avevo abbastanza spesso) da un anno
- Ho molta più energia per il lavoro e per giocare con i miei figli, più voglia di godermi la vita in generale
- Non ho mai fame. Paradossalmente, quando mi imbottivo di grani, zuccheri e cibi industriali, avevo sempre fame, probabilmente per un processo di ipoglicemia reattiva. Attualmente, posso saltare un pasto senza problemi e ogni tanto lo faccio.
- Quando mangio, anche quando mangio molto, mi alzo da tavola nello stesso stato in cui mi ci sono seduto: non ho sonno, non mi sento appesantito, lo stomaco e l’intestino non mi tirano, mi alzo e riprendo a fare quello che facevo prima come se non avessi neanche mangiato. L’unica cosa che mi fa capire che ho mangiato è che sono sazio e soddisfatto, ma non sento nessun carico digestivo.
- Mi diverto a fare la spesa e ad occuparmi delle provviste della famiglia. Ho anche allevato e macellato un vitello di Angus galloway per avere carne grass-fed che in Italia è difficilmente reperibile. Sono cose che mi piace fare.
- Mangio roba buonissima e completamente appagante continuando a dimagrire e a stare bene: ciccioli, salsiccia, pancetta, bacon, prosciutto, salmone, sgombro, uova, cacao, fiorentine di oltre 1kg, grigliate, frutta e verdura deliziose, ogni tanto frutta secca, miele, avocado… È vero che la paleo è una dieta di eliminazione, e quindi uno potrebbe pensare che si tratti di una dieta fatta di restrizioni, in realtà si elimina solo la zavorra: cos’è che ti piace degli spaghetti col ragù, dov’è il gusto, negli spaghetti collosi o nella carne? Io ho buttato la colla e tenuto la carne… E non lo rimpiango
- Mi piace leggere di alimentazione, salute, fitness, insomma ho anche questi nuovi interessi, che non fanno mai male, ma soprattutto un nuovo, interessante, curioso … punto di vista.
Ecco che cos’è la paleo in fondo: un punto di vista con cui guardare noi stessi e il mondo, che ti fa capire tante cose. E questo per me, che mi considero da sempre un venditore di punti di vista, è assolutamente fondamentale ed appagante 😉
La paleo interessa anche a te?
Nel caso, qui trovi la lista dei libri che puoi leggere per iniziare ad approfondire un po’.
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