A meno che tu non sia infallibile… ci saranno giorni, anche a dieta, in cui mangi troppo.
Non mollare.
Gli errori accadono. L’importante è accettare di aver fatto un errore, imparare da esso e provare a non farlo di nuovo. Se poi capiterà ancora, pazienza, sarà sempre stato meglio un errore o due in un programma sensato di non aver fatto niente in assoluto. È assolutamente fondamentale la felicità e la gratitudine per i risultati parziali.
Se vuoi fare qualcosa di costruttivo dopo aver mangiato troppo, colpisci duramente il tuo prossimo allenamento e brucia alcune calorie in più.
Quindi, riprendi, anzi rimani con la tua dieta.
Accettare le «deviazioni» senza giudicarsi («ecco, anche stavolta non riesco a fare una dieta» o, ancora peggio, «ecco, non sono capace nemmeno di stare a dieta») è probabilmente la cosa più importante di tutte in un programma di lavoro sul corpo.
Non è vero che una dieta a base vegetale sia più salutare di una a prevalenza di cibi di origine animale: é vero l’esatto contrario.
Dietro le «scelte» vegetariane o vegane, spacciate inconsapevolmente o disonestamente per «etiche», c’è molto spesso un disturbo alimentare (dca), una delle tante nevrosi dell’uomo contemporaneo.
Oggi voglio parlarti di come può essere utile il counseling per la perdita di peso, un tema sempre gettonatissimo da parte dei miei clienti, che va però inquadrato e compreso correttamente.
Sono tornato, infatti, ieri da Rapallo, dove ho fatto le mie ferie per un paio di settimane.
Qui sotto, la mia faccia nel momento in cui a Paraggi, per darmi tre ore di ombrellone, mi avevano appena chiesto 175 euro… Forse pensavano che volessi acquistarlo per sempre.
Comunque, dopo quindici giorni in cui ho mangiato ben oltre la sufficienza, sfondandomi in particolare di farinate di ceci, stamattina sono salito sulla bilancia.
Farinata, mon amour.
La farinata di ceci è uno dei miei sgarri più sistematici alla paleo, il tipo di alimentazione che seguo come riferimento, anche se non integralmente e che escluderebbe i legumi. Mangio spesso farinate come strumento di ricarica dei carboidrati i giorni di allenamento, insieme al riso bianco (altro «sgarro» paleo), quindi nel momento in cui mi sono trovato in Liguria, che è la capitale mondiale della farinata, non potevo non sfondarmene!
Là sostanzialmente quasi ogni pizzeria ti offre, accanto alle pizze classiche con farina di grano, un tipo di alimento che io ritengo molto poco funzionale e se possibile da evitare, anche la possibilità di una farinata, che si può mangiare con sopra niente, semplicemente, oppure condita, ma non come una pizza, bensì in modo più semplice, perché la base, non avendo la colla del glutine, non regge tutti gli ingredienti che regge una pizza di grano – questa cosa è poi quella che, dopo che mangi una pizza, ti tiene alzato tutta notte: hai mangiato un pastone colloso di roba poco digeribile.
Questa, ad esempio, è una farinata «coi funghi», assolutamente strepitosa, che ho mangiato il giorno prima della partenza in un ristorante pizzeria a Rapallo lungo il mare.
La farinata, se la vuoi provare, la trovi comunque un po’ dappertutto, anche se è un prodotto, ovviamente, industriale e non artigianale come questa. Io la trovo al PAM e alla Coop. Quella della Coop personalmente mi piace di più.
Come ricarica per i carbo, la farinata mi piace molto perché il contenuto di carbo ogni 100 grammi è molto basso – di solito 15% – inoltre mi ricorda il sapore di cose che mangiavo prima della paleo e cui sono in qualche modo affezionato – è la fame del cuore, innanzitutto, come ti spiegherò tra poco – come le varie preparazioni con la farina di grano e i prodotti da forno.
Il counseling per il peso funziona?
Chiusa questa parentesi, torniamo alla bilancia.
Ebbene, dopo 15 giorni così, mangiando spesso un po’ oltre la sazietà, senza pesare mai, se non a occhio, gli alimenti (a casa lo faccio, ma mi sembrava una crudeltà portarmi la bilancia in ferie), senza avere mai fame, essendo pieno di energia di giorno e ben rilassato durante la notte, ho perso un altro mezzo chilo, continuando con la mia tabella di marcia che mi ha consentito di perdere circa 10 chili negli ultimi mesi.
Naturalmente, sono molto contento di questo risultato, che conferma che ormai le mie abitudini alimentari sono piuttosto funzionali, tanto da consentirmi di mantenermi in forma anche fuori casa e mangiando quello che per i miei gusti è comunque molto.
Preciso che durante queste due settimane ho comunque continuato ad allenarmi, non sono andato in palestra ma, armato di un tappetino, ho fatto, sempre a giorni alterni, una routine a corpo libero di circa 45 minuti. Mi sono mosso molto di più, sia per i bagni in mare con i miei figli, sia per le passeggiate, e anche questo credo che abbia contribuito.
Chiudo adesso la mia parentesi personale per parlare più in generale di come il counseling può essere utile per chi vuole perdere peso, allargando il discorso a tutti quelli che vogliono approfittarne per loro stessi
Da questo punto di vista, il counseling può essere utile sotto due profili grossomodo, che sono:
a) quello della compliance rispetto ad un determinato stile nutrizionale e
b) quello della ingegnerizzazione del cibo, verso prodotti che, più o meno a parità di gusto e palatabilità, sono molto più funzionali.
La compliance.
Comincio a descriverti la compliance. Che cos’è?
Sai perfettamente che se tu mangiassi meno, se tu evitassi certi cibi, perderesti peso e acquisteresti più salute. Quante volte, tuttavia, hai fatto una dieta senza però riuscire, nel medio e lungo termine, a tenertici aderente, iniziando col perdere qualche chilo e finendo poi per riacquistarli, spesso con gli interessi. O addirittura non sei riuscito nemmeno a seguirla più di tanto…
La compliance è il vero problema di chi vuol fare un percorso di salute oggigiorno.
La compliance è la capacità da parte tua di fare effettivamente quello che sai già che serve per poter raggiungere i tuoi obiettivi di salute e composizione corporea, ma che – per qualche ragione, che è ben radicata nel tuo profondo – in questo momento non vuoi o non puoi fare.
La strada della compliance è fatta di acquisizione di maggior consapevolezza del tuo rapporto col cibo, cosa per la quale utilizzo lo strumento della mindfulness e, in particolare, del mindful eating, e di lavoro su tutti quei nodi interiori – come ad esempio tipicamente la mancanza di amore per te stesso, l’eccesso di giudizio tossico, ma anche tanti altri – che ti impediscono di fare questo percorso.
La gente a volte mi dice che andare da un counselor per la perdita di peso non serve.
All’esatto opposto, io penso invece che un counselor sia nella maggior parte dei casi molto più importante di un nutrizionista e di un personal trainer.
Voglio essere completamente chiaro con te.
Il nutrizionista e il personal trainer servono.
Io ce li ho entrambi e li «uso» con soddisfazione.
Però nella maggior parte dei casi, e se ti parlo di «maggior parte» lo faccio calibrando esattamente le mie parole, gli ostacoli non sono la mancanza di cultura alimentare o del movimento, perché ormai la gente sa che cosa bisogna mangiare o non mangiare e che, o come, bisogna muoversi (grossomodo), il problema è solo che non riesce a farlo e non ci riesce perché non può o non vuole farlo per via di alcuni aspetti interiori che, se si vuole procedere, bisogna sistemare o rendere oggetto di lavoro e crescita spirituale o quantomeno di riacquisto di consapevolezza.
Ingegnerizzare il cibo.
Significa semplicemente che i piatti che hai sempre mangiato e che ti hanno sempre fatto ingrassare, e tolto una parte di salute, li puoi reinventare e sostituire con cibi analoghi che però sono molto più funzionali.
Ti faccio un esempio, credo sia il modo migliore per spiegartelo. Questa è una vecchia foto di una colazione che però ho fatto anche poco fa.
È composta da zabaione fatto con due tuorli d’uovo crudi, due fette di cracker di riso con una crema gianduia speciale, costituita solo da nocciole, cacao ed eritritolo, ed un infuso con collagene, di cui ho parlato già qui, e magnesio.
Dal punto di vista, della palatabilità, per me è gustosissima e mi soddisfa come la vecchia «pastarella» che mangiano tutti quelli che non seguono diete particolari.
Però, anziché togliere salute e far ingrassare, come farebbe una pastarella, promuove la salute e consente di perdere peso (questa è la colazione che ho fatto regolarmente anche a Rapallo), perché:
non c’è glutine, essendo i cracker di riso;
non ci sono grassi o altri ingredienti nocivi, come ci sarebbero se si usassero le creme gianduia industriali;
lo zucchero è sostituito dappertutto (crema gianduia, zabaione, infuso) con l’eritritolo, un dolcificante privo di calorie ed innocuo che non viene metabolizzato dall’organismo;
ci sono tutti i benefici del tuorlo d’uovo crudo, che sono davvero infiniti.
Questo, naturalmente, è solo un esempio per far vedere come si può ingegnerizzare il cibo, cioè scomporlo, andandone a realizzare una versione più funzionale, con poca fatica, per inserire nella tua vita abitudini alimentari molto più funzionali e promotrici della salute.
Conclusioni.
Questi sono solo alcuni primi spunti, per farti capire la potenzialità del counseling per la ricomposizione corporea e più in generale per l’incremento della salute e dell’energia delle persone.
Tornerò presto a parlarti di questi argomenti, in particolare mi sta molto a cuore, perché lo ritengo uno strumento potentissimo, il mindful eating.
Se vuoi iniziare un percorso di counseling con me, o se vuoi anche semplicemente maggiori informazioni senza impegno, contattami compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.
Proteine: che mondo sarebbe senza di loro? Un mondo senza tette e culi, riesci a pensarci?
Brrr… mi vengono i brividi solo ad immaginarlo.
Comunque, mi hai chiesto quali sono i prodotti migliori per integrare le proteine, per cui ho pensato di fare questo post a beneficio come al solito di tutti i lettori del blog, con quelle che uso o ho comunque usato con soddisfazione in passato personalmente.
Chiaramente, ci sono in giro, anche sui social, PT con addominali, culi e persino tette molto migliori dei miei che potrebbero consigliarti altri prodotti. Magari queste persone hanno anche un curriculum studiorum più pertinente e ricco del mio, quindi in ultima analisi valuta tu, in questo post mi limito a riportare la mia esperienza, le mie considerazioni, per quel che può valere, di persona che si allena, cura l’alimentazione ed è appassionata di tutti gli argomenti legati al fitness, finendo per informarsi e leggere molto, pur in mancanza – purtroppo – di una preparazione sistematica di base.
Prima di tutto: quelle da scartare.
Qui ti parlo innanzitutto di alcuni tipi di proteine che personalmente tendo a scartare, indicandotene anche i motivi.
Non userei mai le caseine, onestamente, essendo molto allergizzanti e la base per procurarsi problemi di permeabilità intestinale, oltre che ad assorbimento molto più lento, cosa che specialmente come uso post workout le rende abbastanza prive di senso, oltre tutto.
Le proteine vegetali non hanno lo stesso valore biologico di quelle animali. Alcune sono proprio da evitare come la peste, mi riferisco a quelle di soia.
Se vuoi approfondire a riguardo, puoi leggere il libro di Kaayla T. Daniel, The Whole Soy Story, dove si comprova come l’uso, naturalmente protratto nel tempo, di questo tipo di proteine, specialmente quelle isolate, abbia comportato problemi alla tiroide, fertilità e di tipo autoimmune.
Proteine dell’uovo.
Tra le proteine che non uso ma che invece in qualche caso si potrebbero usare metto anche quelle dell’uovo, che hanno lo svantaggio di essere poco gestibili per l’integrazione, si usano infatti solo da cotte e non si mettono in uno shaker, e di essere in media ancora più allergizzanti delle caseine. Ma il loro profilo sarebbe ottimo, quindi non sarebbero proprio da scartare del tutto, se si riescono ad integrare nella propria cucina. Un prodotto che mi piace molto, che non ho mai preso, ma che prima o poi vorrei provare sono quelle di ProteinVital.
Le whey.
Se vuoi usare le whey, o proteine del siero del latte, il tipo migliore tra i tre disponibili (concentrate, isolate, idrolizzate) a mio giudizio è quello delle isolate.
Quando le usavo, prendevo questo prodotto, Iso-Fuji di Yamamoto Nutrition, disponibile in diversi pesi e in diversi gusti, tra cui anche il caffè che a me piaceva molto.
Le beef.
Ancora poco studiate, meno diffuse delle whey, ma io le preferisco, anche perché mi piace di più evitare, quando possibile, latticini e lattosio, per via del mio stile paleo.
Ho usato due prodotti con cui mi sono trovato bene:
Ultra Beef di Yamamoto. Costa un po’ ma è una confezione da 2kg con cui alla fine risparmi e vai avanti moltissimo. Inoltre contengono anche la creatina, così ti risparmi di integrarla a parte, questa cosa per me è molto comoda.
100% Hydrolyzed Beef di Scitec Nutrition. Costano un po’ meno, ma pesano meno della metà delle Ultra, inoltre non hanno la creatina. Per me convengono quelle di Yamamoto, poi vedi tu.
Il collagene idrolizzato.
Una cosa, sempre della grande famiglia proteine / aminoacidi, che metto nella tisana della colazione tutte le mattine è appunto il collagene idrolizzato.
Ho notato un effetto rinvigorente sui capelli, dicono si produca anche per le unghie, ma io, tenendole corte, non ho potuto valutarlo, e un miglioramento nelle articolazioni e nei dolori articolari, che io non avendo mai avuto non ho potuto ugualmente valutare.
Il collagene è completamente incolore e insapore, lo puoi sciogliere tranquillamente nel tè o nella tisana del mattino, o durante la giornata, che non cambia di una virgola il gusto, né, quando si è dissolto, la trasparenza e quindi l’aspetto della bevanda.
Dopo averne provato diversi, ho trovato un prodotto molto buono, che contiene collagene da bovini al pascolo: questo di PureCollagen. Venduto in una busta che contiene anche un misurino, ne metto due nella tisana, come da istruzioni, ogni mattino.
Come edulcorante, sai che uso l’eritritolo bio, ma di questo magari ti parlerò meglio in un altro post apposito.
Brodo di ossa concentrato.
Un altro prodotto che mi piace moltissimo della famiglia delle proteine e degli aminoacidi, che personalmente utilizzo così da solo ma anche per cucinare, è il concentrato di brodo d’ossa di Meador e Marrow.
Qui, peraltro, non solo fai rifornimento di proteine, ma anche di minerali.
Ha la consistenza di una crema e si può usare come insaporitore, che però arricchisce anche molto nutrizionalmente, per molti piatti come risotti, stufati, spezzatini, ecc.. Io ne metto un cucchiaio, ovviamente è molto sapido, fai conto che sia tipo un «dado» di quelli venduti comunemente.
Anche questo prodotto viene da bovini allevati al pascolo, senza ormoni e antibiotici.
Ne esista anche un’altra versione insaporita con limone ed erbe varie.
Io lo uso anche per «farmi una tazza di brodo»: col mio adorato e sfruttatissimo bollitore scaldo l’acqua, poi ci diluisco dentro il concentrato, è sostanzialmente come avere un bicchiere di saporitissimo brodo appena fatto.
Dopo averlo aperto la prima volta, tienilo in frigo.
Conclusioni.
Grazie per avermi seguito sin qui, in questo meraviglioso viaggio nel mondo delle proteine ed affini.
Quando avrai provato questi prodotti, fammi sapere come ti sei trovato.
Se vuoi qualche altra indicazioni, lasciami pure un commento qui sotto o scrivimi in privato.
Se conosci qualcuno cui questo post può essere utile, o se pensi che possa essere utile per buona parte dei tuoi contatti sui social, sentiti libero di condividerlo: a me fa soltanto piacere.
In questa puntata molto speciale del podcast ti presento un’intervista con Angelo Rossiello, autore, tra l’altro, del libro «Insonnia. Il male del nuovo secolo» e importante esponente della comunità paleo, lo stile di vita che seguo con soddisfazione da alcuni anni.
Come sentirai, abbiamo finito, anzi iniziato, anche per parlare di diritto, che oggigiorno è una delle cose che più mina anche la salute dell’uomo, considerato come funzionano i sistemi giudiziari.
Nel corso dell’intervista, che è diventata un dialogo che verrà sicuramente ripreso in altri episodi del podcast, ho citato alcune fonti o riferimenti, di cui metto di seguito i link, in ordine rigorosamente sparso:
Ingegnere e light trainer. Autore del best seller INSONNIA. IL MALE DEL NUOVO SECOLO. il più completo libro al mondo sugli stili di vita. Coautore del VIVERE SECONDO NATURA
Past President ed attuale segretario della SIMNE (Società Italiana di Medicina e Nutrizione Evoluzionistica). Organizzatore del PALEOMEETING, l’evento itinerante divulgativo su dieta e stili di vita salubri. Redattore per il progetto IMMUNOREICA MAGAZINE. Editore del blog www.evolutamente.it. Esperto di paleodieta per atleti di endurance ed inventore del metodo Mitochondrial Training. Fa consulenze multitasking (con altri ingegneri, PT e biologi nutrizionisti) sulla persona per correggere stili di vita insalubri e resettare ritmi circadiani, semplici biohacking, per illuminazione artificiale per case, palestre, uffici e evolutionary fitness (allenamento con i pesi abbinato alla Dieta Secondo Natura).
Manda la tua domanda!
Se hai delle domande per Angelo, puoi scrivere al blog, dalla pagina dei contatti, o mandarci tranquillamente un messaggio vocale tramite l’account whatsapp dello studio.
Mi dispiace, ma per avere una buona alimentazione è necessario innanzitutto appassionarsi al fare la spesa o, più elitticamente, alle fonti di approvvigionamento del proprio cibo, la cui gestione oggigiorno, per vari motivi, può essere anche abbastanza complessa.
Come dice Dominique Lorrain, bisogna accostarsi alla «spesa» con lo spirito di un cacciatore alla ricerca del meglio. Chi prova a farlo, poi ne riceve grande soddisfazione.
Purtroppo, oggi non è facile, con sistemi di grande distribuzione che offrono corsie che apparentemente presentano la scelta tra diverse marche di prodotti che poi, dopo adeguata analisi, si rivelano però essere tutti uguali.
Bisogna per prima cosa ovviamente uscire dai canali della grande distribuzione: usare il contatto diretto coi produttori locali (il famoso contadino), ma anche internet e persino amazon.
La seconda cosa che deve obbligatoriamente fare chi vuole passare ad una alimentazione consapevole e sana è imparare a cucinare.
Mi dispiace, ma anche qui bisogna staccarsi da mammà e imparare a prepararsi da soli il proprio cibo. Anche, anzi soprattutto, se siete maschi.
Non è affatto vero che cucinare è un affare da femmine.
Lasciamo stare la solita cazzata che i più grandi chef sono maschi (quando vedo la faccia di Cracco sui camion della San Carlo mi viene da vomitare ancor di più di quando la vedo altrove): cucinare è essenziale per la sopravvivenza, lo hanno fatto migliaia di cacciatori, soldati, trasfertisti, semplici singles (che – attenzione – non sono degli sfigati, perché magari scopano più di noi).
Mettetevi dunque a preparare, con le vostre mani, il cibo che vi siete procurati, a costo di scoprire che vi tira talmente tanto il culo cucinare da dedicarvi al crudismo.
Se volete abbracciare seriamente la paleo, ma anche qualsiasi altra dieta, dovrete appassionarvi a queste due cose: spesa e cucina.
Un anniversario non è niente in tutto, è solo una convenzione, ma può essere l’occasione per fare un po’ il punto della situazione, raccontare un’esperienza, mettere a disposizione degli altri le proprie idee, sensazioni, punti di vista.
Per questo ho deciso di raccontare tutto dall’inizio, partendo dalla situazione in cui mi trovavo prima di acquisire consapevolezza alimentare e di stile di vita e iniziare a valutare con attenzione sia quello che ingerisco sia quello che faccio durante tutto il giorno.
L’inizio.
La mia rinascita è iniziata, come tutte le cose importanti, per caso.
Una notte di poco sonno come al solito, tra la primavera e l’estate del 2012, mentre sfogliavo Amazon sul mio iPad mi sono imbattuto in una centrifuga, molto di base, per fare succhi di frutta e verdura. Siccome in quel periodo iniziava a fare abbastanza caldo, ho deciso così, d’istinto, di acquistarla.
In quel periodo mangiavo malissimo, la classica alimentazione occidentale contemporanea piena di cibi inadatti al nostro metabolismo, prodotti industriali, vera e propria spazzatura. Verosimilmente avevo una dipendenza da varie porcherie, di cui non solo non riuscivo a liberarmi ma di cui non mi rendevo nemmeno bene conto. Lo stile di vita in cui si inseriva questa alimentazione poi era piuttosto tremendo, stress acuto per via del lavoro, gestione familiare, quasi sempre in un vicolo cieco senza sapere bene che cosa fare, e nemmeno, anche qui, rendendomi davvero conto di essere dentro ad un buco.
Il juicing.
Le cose hanno iniziato a cambiare quando, all’interno di questa dieta disastrosa, ho iniziato ad usare la centrifuga per farmi alcuni succhi, quasi esclusivamente di frutta fresca.
Ho seguito semplicemente la mia voglia, non è stata una decisione salutistica, anche perché in quel periodo non sarei stato in grado di prenderne. Si vede che qualcosa dentro al mio metabolismo, nonostante anni e decenni di maltrattamenti pesanti, era ancora in grado di guidare i miei istinti verso qualcosa di sano, qualcosa di cui il mio corpo aveva effettivamente bisogno, in mezzo a tutte le false necessità e ai cravings generati dalle dipendenze da zucchero, grani, latticini e così via.
Dopo un po’ che andavo avanti a consumare succhi, inizialmente fuori pasto, come «merenda», poi al posto della colazione, sempre seguendo il mio gusto e facendo quello che mi piaceva fare, ho notato che il cibo spazzatura, stranamente, sembrava sempre meno attraente. Quelli che mi apparivano come biscotti deliziosi iniziavano a sembrarmi sabbiosi pezzi di roba comunque troppo dolce e innaturale.
Forse mi sono convinto da solo come per autosuggestione, forse sono stati, come sostengono molti autori fautori del juicing, i nutrienti apportati dai succhi, comunque sta di fatto che ho cambiato i miei gusti, spontaneamente, indirizzandomi verso cose più salutari, cibi freschi, cose semplici.
Sta di fatto che i succhi sono stati il «ponte» che mi ha fatto passare da una situazione di totale incuria alimentare e di stile di vita alla consapevolezza della necessità di curare questi aspetti per il proprio benessere, inteso sia come eliminazione e prevenzione di patologie che come qualità di vita.
Per questo ai succhi sono ancora molto affezionato, nonostante la loro efficacia sia controversa nella comunità paleo.
Dopo un po’ di tempo, sono passato dalla centrifuga ad un estrattore, l’Hurom 400, che uso tuttora pressoché tutte le mattine con soddisfazione, facendo anche cose un pochettino più elaborate.
La nutrigenomica.
Sempre cazzeggiando con l’iPad (questa periferica ha un ruolo chiave, come del resto ha avuto e avrà sempre la lettura in tutta la mia vita), un giorno, sfogliando iBookStore, il market di ebook della Apple, mi imbatto in «Mangia che ti passa» di Filippo Ongaro. Leggendo le recensioni, decido di acquistarne una copia. Mi si apre così il mondo della nutrigenomica e il concetto di base per cui tutto ciò che introduciamo nel nostro organismo rappresenta una informazione di regolamentazione per il nostro DNA, in grado di «accendere o spegnere» i nostri geni.
Seguo regolarmente il programma proposto dal dr. Ongaro, che è un programma validissimo che consiglio a tutt’oggi a tutti coloro che non si sentono di seguire l’impostazione paleo, eliminando con ancora più convinzione ulteriori categorie di cibi come il latte e i latticini, le farine bianche e i grani raffinati, ed ottenendo risultati ancora migliori.
Il tutto sempre con grande soddisfazione, senza sentirmi limitato in nulla e senza rimpiangere alcun cibo, anzi con la soddisfazione di essermi finalmente liberato di alimenti che mi danneggiavano senza che io ne avessi coscienza.
Dopo aver seguito per alcuni mesi le indicazioni del libro del dr. Ongaro, e degli altri testi dello stesso autore usciti successivamente, che sono ottimi libri che mi sento di consigliare a tutti, leggo della paleo e, più approfondisco, più mi pare un approccio dotato di tanto senso e molto legato all’impostazione nutrigenomica del dr. Ongaro.
La paleo sembra avere senso.
L’uomo ha vissuto, e si è evoluto, per due milioni e mezzo di anni mangiando solo certi cibi, per cui si è adattato a funzionare bene con quegli stessi cibi, dal momento che tutti gli esemplari o individui, diciamo così, che non li avessero ben tollerati, sarebbero stati eliminati dalla continuazione della specie, per un processo di evoluzione naturale.
L’alimentazione dell’uomo è cambiata con la rivoluzione agricola, che è avvenuta solo 10.000 anni fa, un «soffio» in termini di durata della presenza umana sulla terra, che è consistita sostanzialmente nella diffusione della coltivazione dei grani su vasta scala, con conseguente impostazione dell’alimentazione a base di cereali anziché carne di animali selvatici e tuberi come in precedenza.
La rivoluzione agricola è stata un disastro per l’umanità e questo disastro è stato perfezionato dalla successiva grande rivoluzione dell’uomo, quella industriale, che ha applicato all’agricoltura, già dannosa in sé per la nostra salute, i metodi industriali, facendo nascere le coltivazioni intensive, le qualità manipolate dall’uomo (fino ai moderni OGM), gli allevamenti in batteria.
Ciò a portato ad un uomo che vive in un ambiente sempre più diverso da quello per cui è stato programmato, da millenni di evoluzione che ne hanno scolpito il DNA e che, come succede agli animali rinchiusi in uno zoo, che si trovano in un habitat diverso da quello loro congeniale, soffre terribilmente.
Questo fatto che l’umanità si trovi in uno stato, oggigiorno, di grave prostrazione e sofferenza, specialmente nei paesi occidentali, paradossalmente dove c’è maggior «benessere» (le virgolette sono assolutamente d’obbligo), direi sia una circostanza oggettiva e incontestabile, una sofferenza che è poco materiale ma tutta esistenziale, diventa materiale quando ricade sullo stato di salute, perché, guarda un po’, lo stato del nostro cervello e del nostro umore condizione anche lo stato del nostro corpo.
Molti non credono che tutto questo sia vero, dicono che sono tutte cazzate perché «l’uomo si è evoluto in tutti questi anni» e «non siamo mica più gli uomini delle caverne!».
In realtà, tutto al contrario noi siamo proprio ancora gli stessi uomini che abitavano nelle caverne milioni di anni fa (e alcune fortunate tribù, sparse per il mondo, lo fanno ancora oggi).
Sapete qual è la fobia più diffusa nel mondo occidentale?
La paura delle auto, che causano in media 10 morti al giorno solo in Italia?
Macchè. Camminiamo tranquilli in mezzo alle auto, le guidiamo, le ammiriamo e le desideriamo persino.
La fobia più diffusa è invece la ofidofobia, che in Italia fa un morto ogni 4 anni se va bene.
Perché proviamo una sensazione di benessere e di intimità quando guardiamo un campo d’erba verde, mentre una gettata di cemento ci lascia spenti?
Forse la spiegazione è che cibiamo evoluti nelle savane africane, che a quel tempo erano verdeggianti, prima di distribuirci in tutte le parti del mondo.
Il passaggio alla paleo.
Chiudiamo, comunque, questa digressione e torniamo al mio percorso.
Per me passare alla paleo come dieta è stato semplicissimo, ho dovuto solo eliminare due categorie di alimenti rispetto al programma che già seguivo del dr. Ongaro: i legumi e i cereali.
Ho deciso di provarla per vedere se sarei stato meglio o peggio, nel perfetto solco della filosofia del biohacking, che è quella che di base oramai mi caratterizza in pieno.
Dopo avere eliminato i grani, ho scoperto che la mia pancia prima era sempre gonfia, ma io non me ne rendevo bene conto, e che invece si può vivere con una pancia molto più tranquilla e serena. Inoltre ho scoperto che si può mangiare senza accorgersene, a livello digestivo, alzandosi da tavola nella stessa condizione in cui ci si era seduti, senza alcuna sonnolenza, tutti aspetti inediti per me.
I primi giorni di rinuncia a pane e pasta avevo un po’ paura. Decenni di abitudini e convinzioni innestate non si sa bene da cosa e da chi, mi facevano temere che senza i carboidrati sarei «crollato», mi sarebbe girata la testa e ad un certo punto mi sarebbero mancate le forze, tanta era la convinzione che fossero quei cibi a dare energia (in realtà, poi, è vero il contrario e cioè che la tolgono).
Mi ricordo che giravo con una mela in tasca, uno snack di emergenza per l’ipotesi in cui avessi avuto un calo di energia…
Ora sembra tutto molto ridicolo, ma per uno che non ha mai vissuto un solo giorno senza mangiare pane o pasta forse non è così inverosimile.
Ovviamente, non c’è stato nessun calo di energia, anzi tutto al contrario ci sono stati solo miglioramenti, e proprio oggi è un anno che non mangio grani in nessuna forma (pane, pasta, pizza, grissini, farine, fritti, merendine, cazzi e mazzi).
Non ho sofferto nemmeno di carb flu, probabilmente con il programma del dr. Ongaro mi ero abbastanza ripulito bene in precedenza.
Per me la paleo, dunque, è stata solo una ulteriore rifinitura di un processo di biohacking iniziato precedentemente, che nel mio caso ha dato buona prova e che quindi ho deciso di mantenere.
Naturalmente, le vostre esperienze potrebbero essere diverse.
Va anche ricordato che la paleo è solo un modello di dieta, non una dieta rigida, ma un modello che lascia ampi spazi a variazioni o personalizzazioni. Può essere chetogenica, low carb, low fruit, con procotollo autoimmune o senza, adattata alle stagioni, alle disponibilità locali, ai tuoi gusti e inclinazioni e così via. La mia stessa paleo varia costantemente, a seconda di quello che trovo e a volte che mi va di mangiare, ad esempio in questo periodo non so perché ma consumo moltissimo cacao (al 100%), dopo essere stato alcuni mesi senza mangiarne. Inoltre dispongo di carne di angus grass-fed di cui non ho avuto la disponibilità per molto tempo, quindi i piatti che mi arrivano in tavola dipendono anche da questo.
Resta il fatto che la paleo o la dieta evolutiva è la dieta naturale dell’uomo, di questo sono piuttosto convinto. Nella nostra società corrotta e idiota non ha il molto maggior successo di quello che ha adesso che si meriterebbe, anzi viene ritenuta una dieta «di moda», solo perché alla paleo e alle diete evolutive in generale non è collegato un marchio e una industria che la spinge commercialmente sul mercato, così la gente finisce per fare la tisanoreica, la Dukan, la Axodiet e tanti altri sistemi che servono per lo più a vendere a caro prezzo prodotti appositi. Queste sono le vere diete FAD, le diete alla moda del momento, mentre è assolutamente demenziale parlare di diete del momento con riguardo a quelle evolutive, che sono diete che l’uomo ha seguito per oltre due milioni e mezzo di anni…
Ovviamente pochi se ne renderanno conto, ma questo è un discorso ancora più grande e che non riguarda solo il settore delle diete purtroppo, ma anche tanti altri e deriva da come è organizzata la nostra società.
Per fortuna, con internet qualcuno che inizia ad aprire gli occhi ogni tanto salta fuori.
La situazione attuale.
Quali sono i risultati che ho ottenuto con la consapevolezza alimentare e con la paleo, che ne rappresenta al momento il massimo grado di affinazione che sono riuscito a darle?
Ho perso quasi 50 kg di peso. Adesso peso 85 kg, per una altezza di 178 cm, con un 25% circa di massa grassa. C’è ancora da lavorare su questo versante, e il lavoro diventa sempre più difficile man mano si avvicina il traguardo, ma … non mollo, anzi mi sto solo divertendo
Non so più cosa sia l’acidità di stomaco, il gonfiore intestinale, non ho emicranie (che prima avevo abbastanza spesso) da un anno
Ho molta più energia per il lavoro e per giocare con i miei figli, più voglia di godermi la vita in generale
Non ho mai fame. Paradossalmente, quando mi imbottivo di grani, zuccheri e cibi industriali, avevo sempre fame, probabilmente per un processo di ipoglicemia reattiva. Attualmente, posso saltare un pasto senza problemi e ogni tanto lo faccio.
Quando mangio, anche quando mangio molto, mi alzo da tavola nello stesso stato in cui mi ci sono seduto: non ho sonno, non mi sento appesantito, lo stomaco e l’intestino non mi tirano, mi alzo e riprendo a fare quello che facevo prima come se non avessi neanche mangiato. L’unica cosa che mi fa capire che ho mangiato è che sono sazio e soddisfatto, ma non sento nessun carico digestivo.
Mi diverto a fare la spesa e ad occuparmi delle provviste della famiglia. Ho anche allevato e macellato un vitello di Angus galloway per avere carne grass-fed che in Italia è difficilmente reperibile. Sono cose che mi piace fare.
Mangio roba buonissima e completamente appagante continuando a dimagrire e a stare bene: ciccioli, salsiccia, pancetta, bacon, prosciutto, salmone, sgombro, uova, cacao, fiorentine di oltre 1kg, grigliate, frutta e verdura deliziose, ogni tanto frutta secca, miele, avocado… È vero che la paleo è una dieta di eliminazione, e quindi uno potrebbe pensare che si tratti di una dieta fatta di restrizioni, in realtà si elimina solo la zavorra: cos’è che ti piace degli spaghetti col ragù, dov’è il gusto, negli spaghetti collosi o nella carne? Io ho buttato la colla e tenuto la carne… E non lo rimpiango
Mi piace leggere di alimentazione, salute, fitness, insomma ho anche questi nuovi interessi, che non fanno mai male, ma soprattutto un nuovo, interessante, curioso … punto di vista.
Ecco che cos’è la paleo in fondo: un punto di vista con cui guardare noi stessi e il mondo, che ti fa capire tante cose. E questo per me, che mi considero da sempre un venditore di punti di vista, è assolutamente fondamentale ed appagante 😉
La paleo interessa anche a te?
Nel caso, qui trovi la lista dei libri che puoi leggere per iniziare ad approfondire un po’.
Se sei su facebook, puoi entrare nella nostra comunità della «tribù della paleo», composta da altri pazzoidi che parlano tutti i giorni di alimentazione, stile di vita, consapevolezza alimentare…
Questo documento vuole essere una piccola raccolta – tutorial per chi è interessato alla paleo e vuole capire quale libro è meglio procurarsi, o come primo testo in assoluto da leggere in argomento, oppure per approfondimenti successivi, tramite una ricognizione dei principali scritti offerti dalla letteratura in materia.
In molti gruppi di paleoisti esistenti su internet, come la nostra tribù della paleo, è caldamente consigliato, per ovvi motivi, leggere almeno uno dei testi di base prima di postare, appunto per evitare il ripetersi sempre delle solite domande ed usare il gruppo per i vari approfondimenti.
First off: puoi leggere in Inglese?
Il quadro dei libri disponibili è sensibilmente diverso a seconda che tu sappia l’Inglese o solo l’Italiano.
Se non conosci l’Inglese, le risorse disponibili si riducono incredibilmente. Volendo fare una proporzione, si può dire che in Italiano c’è 1/100 di quello che è disponibile in Inglese, purtroppo.
Ad ogni modo, se conosci solo l’Italiano, la scelta pressoché obbligata in fatto di libri è leggere quello di Wolf e magari la traduzione, che però non è aggiornata, del libro «La paleo dieta» di Cordain. Altri testi assolutamente eccellenti, poi, sono quelli di Giovanni Cianti, a partire dalla «Dolce catastrofe».
Se però sei proprio all’inizio, e non hai ancora letto nient’altro, prendi il libro di Wolf, comincia con quello.
Se, invece, sai l’Inglese, puoi innanzitutto prendere comunque le versioni originali di ogni libro, anche di quelli tradotti, che sono sicuramente migliori, come accade con ogni testo, che perde sempre qualcosa nel passaggio ad un’altra lingua. Soprattutto, poi, avrai accesso a diversi libri non disponibili per il pubblico italiano, che contengono informazioni fondamentali di approfondimento, come The Paleo Answer dello stesso Cordain, oppure che affrontano la materia con approcci originali e interessantissimi come quello di De Vany, o ancora molto chiari e ricchi di spunti interessanti come Neanderthin di Ray Audette e Perfect Health Diet dei coniugi Jaminet.
In che formato prendere i libri?
Per quanto riguarda il formato del libro, il mio consiglio, come noto, è prendere, tutte le volte che è possibile, l’ebook.
Il formato elettronico è ancora più comodo per i libri tecnici, ricchi di informazioni e dettagli, ma anche ricette, come i classici della paleo.
Nel formato ebook potrete infatti: evidenziare alcuni passaggi importanti, copiare brani e riportarli in vostri appunti o condividerli sui social network, anche per chiedere chiarimenti; potrete inoltre ricercare il testo per parola chiave, cosa utile ad esempio quando avete bisogno di sapere cosa pensa un certo autore di un determinato alimento. Ad es., volete sapere se Wolf considera «paleo» i funghi? Basta aprire l’ebook e cercare «funghi»… Oppure cercate una ricetta che si possa fare con un determinato ingrediente.
Tutti i libri indicati nell’elenco seguente sono disponibili sia in formato cartaceo che in ebook, quindi la scelta spetta a chi acquista. Fanno eccezione solo alcuni libri, cui abbiamo già cennato, di Giovanni Cianti, come «La dolce catastrofe», purtroppo non ancora disponibili in ebook.
Veniamo adesso i singoli libri, senza far distinzione tra tradotti e non tradotti, cosicché ogni lettore, una volta avuto un quadro sintetico ma completo della letteratura disponibile, si possa regolare in base alle proprie capacità e preferenze. Dopo i principali testi di riferimento, troverai alcuni testi consigliati per approfondimenti vari.
I principali libri paleo.
Loren Cordain, The paleo diet, disponibile in Italiano come La paleo diet. È il libro capostipite della dieta paleo dal suo più autorevole esperto, colui che l’ha elaborata e divulgata al resto del mondo. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 2002, poi nel 2010, sulla scorta del suo successo, ne è stata fatta un’edizione aggiornata in diversi punti importanti, come i grassi. Purtroppo, la traduzione italiana riguarda la prima edizione, mentre la seconda edizione, quella rivista nel 2010, è disponibile solo in Inglese. Per avere un’idea delle differenze tra le due edizioni, riporto di seguito un breve passaggio dello stesso Cordain, nella prefazione alla seconda edizione (la traduzione è mia, il testo originale in nota): «Allora, cosa c’è di nuovo in questa edizione, e quali sono i cambiamenti degni di nota. Il primo cambio di orientamento riguarda gli olii consigliabili. Oggi ci siamo ridotti a solo quattro: olio d’oliva, olio di semi di lino, olio di noci e olio di avocato. Non raccomando più assolutamente l’olio di colza, e l’unico olio che credo dovrebbe essere usato per cucinare è quello di oliva. Il mio amico e famoso nutrizionista Robert Crayhon diceva sempre “lascia che siano i dati a parlare”, e io credo che queste parole siano proprio vere. La ragione di queste diverse raccomandazioni è appunto basato solamente su nuovi fatti che sono emersi. Si potranno trovare questi aggiornamenti in questa nuova edizione. Un altro cambiamento è che ho ammorbidito le mie posizioni sulla questione dei grassi saturi man mano che sempre più dati diventavano disponibili, comprese informazioni da un mio recente studio evoluzionistico sull’argomento. Per concludere, man mano che gli scienziati iniziano a chiarire il mistero delle malattie autoimmuni, sta diventando evidente che molte scelte nutrizionali della dieta paleo potrebbero proteggerci da esse e da molte altre malattie che affliggono circa il 10 per cento della popolazione degli Stati Uniti. Tutte queste informazioni, insieme con tutti i più piccoli aggiustamenti necessari per aggiornare la dieta paleo al 2010, si potranno trovare in questa edizione» 1. Quindi, se potete, prendete il libro in Inglese. Se non sapete l’Inglese, e volete scegliere un solo libro da leggere, lasciate perdere il pur fondamentale Cordain e andate al punto in cui parliamo del libro di Wolf.
Loren Cordain, The paleo answer. Disponibile solo in Inglese, è un testo dove Cordain approfondisce singole tematiche già trattate in generale nel libro «base». A tratti molto scientifico, è comunque una lettura utilissima e ricchissima, ma più consigliata per chi possiede già le basi e vuole approfondire che per chi si approccia per la prima volta alla materia. A me personalmente questo libro è piaciuto tantissimo e ho potuto conoscere un Cordain più entusiasta della paleo, un accademico meno abbottonato e più disponibile a parlare di sé, come quando racconta di come si procurava acqua da bere andando a prenderla al centro, e sul fondo, del lago Tahoe… In questo libro, comunque, Cordain approfondisce molte questioni di cui non aveva parlato nel suo primo testo, per me è una lettura obbligatoria per comprendere davvero la paleo.
Robb Wolf, The paleo solution, che, in Italiano, è stato tradotto in La paleo dieta. La traduzione italiana, per una volta, è decente e completa. È il libro da prendere per primo, da parte di chi vuole iniziare a leggere qualcosa in materia, specialmente se non si conosce l’Inglese. Sembra voluminoso, ma la narrazione è scorrevole e piacevole, a tratti addirittura simpatica e pervasa di umorismo. Se non avete mai letto un libro sulla paleo, potete iniziare da questo. Se, dopo aver letto Cordain, volete approfondire, o comunque volete un punto di vista diverso, e tante altre informazioni utili, potete prenderlo tranquillamente, rimane un bellissimo e fondamentale libro sulla paleo.
Art De Vany, The new evolution diet. Questo è un libro assolutamente meraviglioso, scritto da un autore che sa come scolpire i concetti di base della materia e che regala in ogni riga abbondante materiale per riflettere sia sullo stile di vita paleo / evo che su concetti generali come l’incidenza del caos nella vita umana, l’importanza dei «picchi» negli allenamenti e nell’esperienza di vita e altre cose del genere. Purtroppo disponibile solo in Inglese, se però leggete questa lingua lo dovete prendere assolutamente. Per me è il migliore di tutti ed è un libro che dovrebbero leggere anche coloro che non sono minimamente interessati né alla paleo/evo né alle diete in generale.
Giovanni Cianti, La dolce catastrofe. Espone i concetti fondamentali dell’approccio evolutivo insistendo in particolare sui danni derivanti agli uomini dall’esser posti, sin dal momento in cui si stanno formando, quando ancora si trovano nel ventre materno, ad un costante «bagno di zucchero», che è assolutamente inadatto alla nostra specie. Il tutto con foto (personalmente mi ha colpito il confronto tra il cranio, e i denti, di un cacciatore raccoglitore, e quelli di un uomo dell’epoca agricola), riquadri di approfondimento, notevole rigore scientifico della trattazione, note in calce per chi vuole approfondire. Purtroppo, come cennato, non disponibile in ebook, ma solo in cartaceo. Personalmente, ho trovato eccezionali le parti in cui getta le basi filosofiche e sociologiche dello stile evo, con tanto di analisi di passi biblici. L’autore ha anche recentemente aperto un gruppo su facebook dedicato esplicitamente a questo libro, in cui risponde alle domande dei lettori e interagisce con loro.
Altri libri da me consigliati ai paleoisti.
Salt, Sugar, Fat: How the Food Giants Hooked Us. Il testo definitivo per capire che cos’è veramente il cibo industriale, solo in Inglese. Prendetelo anche se doveste leggere solo le prime pagine, con il dettagliato resoconto della riunione segreta tra i big dell’industria alimentare USA, dove essi hanno preso perfettamente coscienza del problema dell’obesità dilagante a causa del cibo spazzatura e deliberamente deciso di non fare nulla al riguardo.
Play. Il gioco è un tema fondamentale in paleo, correlato con la riduzione dello stress. A chi segue la paleo, viene raccomandato di «giocare», con i figli, gli amici, i propri animali da compagnia. Questo libro lo approfondisce in svariati modi e con riferimenti sempre interessanti. Solo in Inglese, purtroppo.
John Briffa, Escape the diet trap, tradotto in Dimagrisci subito mangiando. Sebbene non annoverabile a stretto diritto tra i classici della paleo, il tipo di approccio alimentare e di stile di vita è paleo o consimilare ed è un libro scorrevole che affronta i vari temi con approccio scientifico rigoroso senza diventare mai noioso. Pur essendo un libro «minore», è stato quello che mi ha convinto, o dato l’occasione per passare dall’approccio nutrigenomico sostenuto dal dr. Ongaro che stavo seguendo in quel periodo a quello paleo, per cui ci sono in qualche modo affezionato. Al di là di questi aspetti soggettivi, credo che sia un buon testo per l’introduzione ad un tipo di alimentazione paleo, con buoni approfondimenti sul tema di cereali, latticini, legumi e altri «classici» argomenti della paleo.
Mark Sisson, The Primal Blueprint 21-Day Total Body Transformation: A step-by-step, gene reprogramming action plan, tradotto in Italia, con una scelta editoriale assolutamente demenziale ed irrispettosa del pubblico dei lettori, in Paleo total body. Questo libro, nonostante nell’edizione italiana abbia un titolo esponente il termine «paleo», non è paleo. Sisson propone una dieta, sempre di tipo evolutivo, chiamata tuttavia «Primal», che presenta alcune importanti differenze con la paleo, la principale delle quali è ammettere i latticini. Si tratta comunque di un’ottima lettura, un buon completamento specialmente per chi non conosce l’Inglese e non può così accedere agli altri libri paleo fondamentali.
Filippo Ongaro, Mangia che ti passa. Questo libro non è paleo, perché l’autore non consiglia di eliminare cereali e legumi, ma propone una visione nutrigenomica ed evolutiva dell’alimentazione con vasti punti di contatto con la visione paleo. Alcuni concetti di base e comuni della materia, inoltre, sono illustrati qui con ancor più efficacia che su molti altri testi paleo veri e propri. Sono molto affezionato a questo libro, perchè è stato quello che mi ha fatto iniziare il percorso di guarigione e mi ha accompagnato per mesi, sino a che non l’ho portato al passo successivo entrando in paleo. Se la paleo vi spaventa, o vi sembra troppo da fare tutto in una volta, potreste cominciare dal programma alimentare indicato in questo testo. L’autore, in seguito, ha poi pubblicato altri libri, tutti interessanti, che ugualmente consiglio.
In questa sezione indico alcuni libri che non ho letto, ma che vengono segnalati come interessanti all’interno del nostro gruppo di discussione.
Michael Pollan, Il dilemma dell’Onnivoro e, dello stesso autore, In difesa del cibo. Segnalazione di Gianpaolo Usai, che riporta come questi libri «potrebbero essere letti per completezza da chi segue la paleo. Bene o male si tratta di uno scrittore neutrale e che segue un approccio aconfessionale ma che nella sostanza è paleo fino al midollo».
Michael R. Eades, Mary Dan Eades, Protein Power, segnalato sempre da Gianpaolo Usai, che sostiene «andrebbe insegnato se non altro per essere preparati a dovere alle obiezioni veg/vegetariane».
Hertoghe Thierry, Margherita Enrico, La dieta ormonale, segnalato da Gabriele Ciamarra, secondo cui è una «lettura interessantissima, che evidenzia alla grande il rapporto che esiste tra il cibo e le comunicazioni ormonali. Anche se dal titolo non si direbbe…E’ comunque un libro sulla Paleo!». Disponibile anche in ebook.
Quando hai preso il tuo libro, e hai iniziato a leggere, se si tratta di un ebook puoi usare le comunità italiane per condividere passaggi, chiedere spiegazioni, ecc. Questi sono i due gruppi principali italiani.
Gruppo di discussione la tribù della paleo su facebook. Il gruppo da me fondato, sei ovviamente invitato a partecipare.
Gruppo di discussione PaleoItalia su facebook. Gruppo utilissimo, consigliatissimo. Attenzione: vige una policy rigorosa per cui è necessario leggere almeno un testo fondamentale prima di postare. Nella sezione file del gruppo, ci sono documenti utilissimi.
«So, what’s new in this edition, and what are the noteworthy changes? The first revision involves recommended oils. We are now down to only four: olive oil, flaxseed oil, walnut oil, and avocado oil. I no longer can recommend canola oil at all, and the only oil I believe should be used for cooking is olive oil [alla faccia di tutti quelli che consigliano l’olio di cocco]. My friend and noted nutritionist Robert Crayhon always said to “let the data speak for itself,” and I believe his words ring true. The rationale for these new recommendations is solely based on new facts that have emerged. You can find this updated information in this revised edition. Another shift is that I have softened my stance on the saturated fat issue as more and more data become available, including information from my recent evolutionary paper on the topic. Finally, as scientists begin to unravel the mystery of autoimmune diseases, it is becoming apparent that multiple nutritional elements of the Paleo Diet may protect us from these one hundred or more illnesses that afflict nearly 10 percent of the U.S. population. All of this information, along with the tweaks needed to bring The Paleo Diet up to date in 2010, is to be found within this edition». ↩