Categorie
pillole

«Dovete uccidere il vostro egoismo. Se non l …

«Dovete uccidere il vostro egoismo. Se non lo farete voi stessi, allora il Signore, martellata dopo martellata, vi spedirà tante disgrazie da far sì che questa pietra venga schiacciata.»

(Teofane il recluso)

Categorie
counseling

Lezioni d’amore: ego o anima?

Oggi voglio parlarti della scala che c’è tra amore egoico ed amore animico. Si tratta di un aspetto molto importante, e direi assolutamente fondamentale, dell’amore; quindi oggi in conclusione ti parlo di amore, una cosa basilare per la tua vita, spiegandoti un aspetto fondamentale dello stesso…

Il «tono di voce» di questo articolo ti potrà sembrare un po’ strano e diverso dal solito, la cosa è dovuta al fatto che questo articolo è la trascrizione di una breve lezione tenuta nel mio studio ad un gruppo di persone sul tema, quindi non nasce originariamente come testo scritto, ma appunto come lezione orale.

Ti ricordo sin da ora che puoi prenotare, se vuoi approfondire maggiormente questo argomento e altri allo stesso collegati, una seduta presso lo studio di Vignola o via skype, anche se io raccomando sempre almeno per la prima seduta di cercare di venire di persona, ovviamente a condizione di non essere davvero troppo lontani.

La scala dell’amore egoico-animica si applica all’amore di tutti noi o, detto in altri termini, l’amore di ognuno di noi si colloca sempre in un determinato gradino della scala egoico-animica.

Questi discorsi sembrano molto astratti, ma è possibile fare subito due esempi molto chiari che fanno anche capire come si tratti i discorsi in realtà molto concreti e fondamentali nella vita di tutti i giorni.

L’amore egoico è l’amore di colui che desidera letteralmente possedere la persona amata, per soddisfare un proprio bisogno e senza curarsi più di tanto, o addirittura senza curarsi minimamente, del benessere della persona amata. L’amore egoico quindi è quello di colui che prende una persona e ad esempio la chiude in cantina perché la vuole avere, la vuole avere tutta per sé, la vuole avere in qualsiasi momento, al completo soddisfacimento del proprio ego.

«Victor Hugo ha magnificamente descritto questo inseguimento di colei che vi ignora: l’abate Frollo, per farsi notare da Esmeralda che continua a respingerlo, alla fine la tortura e la mette a morte!»

David Servan-Schreiber – Guarire

L’amore animico si colloca invece all’estremo opposto.

Prima di farti l’esempio dell’amore animico devo però farti una precisazione.

Sia l’esempio dell’amore egoico che l’esempio dell’amore animico rappresentano due estremi che raramente si trovano in forma pura nell’uomo di tutti i giorni. Sono però due concetti molto importanti che ci fanno capire che cos’è questa scala egoico-animica e come la possiamo utilizzare per misurare il nostro amore, perché l’amore di tutti si colloca in qualche punto di questa scala, tra l’amore egoico, che abbiamo appena visto, e quello animico che vedremo tra poco.

L’amore animico è quello che appunto, come dice il termine stesso, viene dall’anima e non dall’ego della persona.

Facciamo subito un esempio. Tu sei sposato con una donna che ami tantissimo. Questa donna un giorno vieni a casa e ti dice che si è innamorata di un altro uomo e che per la prima volta in vita sua è completamente felice. Tu, anziché impazzire ed imbestialirti, sei genuinamente felice per lei e senti la sua stessa gioia e completezza dentro di te…

È evidente che l’amore animico è l’amore con cui ci ama Dio, è l’amore con cui hanno amato quegli uomini che si sono riusciti ad elevare al massimo grado della dimensione animica, ad essere delle grandi anime, come ad esempio Ghandi, che appunto era soprannominato grande anima (a proposito sai che ad esempio a Genova una persona che si comporta male viene chiamata anima piccola), oppure Budda oppure Gesù.

Per un uomo, è difficile provare per un’altra persona un amore puramente animico che é totale e incondizionato e prescinde anche dalle proprie esigenze.

Ma, se proprio dovessimo dare una definizione di amore, che cosa potremmo dirne, se fossimo davvero sinceri fino in fondo?

Come lo potremmo definire se non come mettere il benessere di un’altra persona sopra al proprio?

Io non credo che l’amore possa essere definito diversamente da così, l’amore è sempre mettere il benessere di un’altra persona sopra al proprio benessere.

É solo in questi casi che si ama davvero, è questo peraltro l’oggetto della promessa del matrimonio cristiano, che non è affatto una promessa da poco ma è una promessa terribile che ti impegna e ti vincola per sempre, anche perché, come è stato giustamente detto, chi non è disposto ad amare per sempre non ha amato davvero neppure un solo istante.

Ma allora se amare davvero è così difficile, così arduo, così improbabile specialmente in una società e con un inconscio collettivo di proiezione neoliberista che ha eretto l’egoismo a criterio di relazione con gli altri, sulla scorta del concetto, di Hobbes, homo homini lupus, che è esistenzialmente una delle più grandi truffe della storia della filosofia una cosa falsissima e sciagurata, dal momento che l’uomo è esattamente l’opposto è un animale non solo sociale ma socievole e che soffre tremendamente per la mancanza di autenticità propria e di relazioni autentiche con gli altri.

Se – dicevo – amare è così difficile, così arduo, così ridicolo persino, dovremmo forse rinunciarci prendendola persa in partenza o, magari, poco dopo la partenza, come fanno in tanti, quasi tutti?

Lo scopo del discorso di oggi non è fare rinunciare nessuno, anzi, tutto al contrario, io ti voglio dare più consapevolezza per renderti in grado di amare meglio, di più e più a lungo…

Quando dico che per imparare ad amare bisogna studiare molti anni intendo proprio questo, che non si nasce sapendo già come si può far sentire amata una persona, bisogna studiarlo, bisogna impararlo: bisogna studiare ad esempio i cinque linguaggi dell’amore di Gary Chapman, un grande genio.

Bisogna capire nella scala egoico-animica dove si colloca il nostro amore per una determinata persona e bisogna fare delle scelte.

L’amore non è per qualsiasi persona: qualunque stupidotto è capace di innamorarsi, per amare davvero invece ci vogliono le palle.

La conclusione del nostro discorso di oggi, comunque, è in una domanda, anzi un paio di domande.

L’essenza dell’uomo, come ha molto lucidamente sostenuto Heidegger, ha la forma di un punto interrogativo.

E lo stesso counseling, nonostante che il nome possa indurre qualcuno a pensarlo, non è mai fatto di consigli; nel counseling è assolutamente vietato impartire consigli, l’essenza del counseling è fare domande, domande che stimolino dei processi riflessivi e che generino delle nuove idee e dei nuovi punti di vista nella persona che ha fatto ricorso al counselor, che li deve produrre, di fatto, più o meno spontaneamente.

La domanda di oggi è allora questa:

«dove si colloca l’amore che provi per la persona che c’è nel tuo cuore, tra un estremo e l’altro della scala egoico-animica?»

Si colloca più vicina al tizio che prende una donna e la chiude in prigione per tenerla tutta per sè, anche a costo di farla morire, o si colloca più vicina a quell’altro tizio che gode sinceramente del fatto che finalmente la moglie ha trovato l’uomo della sua vita?

Sì, lo so: entrambi questi tizi ti sembrano dei pazzi, dei folli, delle persone completamente fuori di testa e può anche essere che sia vero, ma dentro di te ti assicuro che questi due tizi ci sono entrambi.

Ed ecco adesso la domanda finale di oggi e del resto della tua vita:

«a quale di questi due tizi dentro di te vuoi dare da mangiare da oggi in poi

Prenota un’ora o più di counseling presso lo studio di Vignola oppure una seduta via Skype chiamando il numero 059 761926 o contattandoci dal modulo apposito.

[spotify spotify:track:1bo6xzrCrK7ocEirC5rrZk]

«Frollo è talvolta vittima di pensieri passionali, benché abbia fatto voto di castità, s’innamora perdutamente della zingara Esmeralda, che altri personaggi vorrebbero conquistare, come il capitano Phoebus che, con l’intenzione di ucciderlo, Frollo pugnalerà alle spalle. Frollo vede Esmeralda soprattutto come un oggetto da ottenere, non come una persona da amare (tuttavia prova occasionalmente e disperatamente amore nei suoi confronti, che quasi sorpassano la libidine). Nonostante ciò, Esmeralda (che non essendo affatto innamorata e sapendo che è stato lui a cercare di uccidere Phoebus) si rifiuta di sposarlo, mentre lei viene condannata all’esecuzione Frollo prova un sadico piacere quando osserva la giovane al patibolo»

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Claude_Frollo

Categorie
counseling cultura libri racconti

Voler bene agli altri: perché ci è indispensabile. 

Henry Guillaumet

Henry Guillaumet, dopo aver camminato per tre giorni in mezzo alla neve, in un freddo glaciale, sulla Cordigliera delle Ande, cadde in avanti, a faccia in giù nella neve, come un sacco di patate.
Il suo Potez 25, aereo con cui portava la posta dal Cile all’Argentina, era caduto a causa del maltempo, ma lui era riuscito a non schiantarsi e ad uscirne vivo. Aveva preso a marciare, da solo, in mezzo al gelo, in cerca di aiuto, un paese, una città. Si trovava a Laguna del Diamante, in Argentina, provincia di Mendoza. Era il giugno 1930. Ed era il suo novantaduesimo volo sulle Ande.

Era esausto, stanchissimo, ormai senza più energie. Pieno di freddo sin dentro alle ossa, aveva deciso di lasciarsi andare. Con la faccia e il corpo abbracciava ormai la sua morte, la sua tomba, ed era persino felice che la sua sofferenza stesse per cessare.

Sempre sdraiato con la faccia nella neve, si preparò a morire. Pensò per un’ultima volta alle persone che amava, sua moglie e i suoi figli, per salutarli con il ricordo, non potendolo fare di persona, ed iniziò finalmente ad assopirsi man mano.

Si stava consegnando alla morte come una persona qualsiasi si abbandona al sonno della notte nel proprio letto: con dolcezza, fiducia e soddisfazione.

Libérati dalla tensione verso la salvezza, i suoi pensieri iniziarono a scorrere liberi, saltando disinvoltamente, e senza un ordine preciso, da una cosa all’altra, proprio come quando ci si sta per addormentare, sospesi tra il sonno e la veglia.

Ad un tratto, gli venne tuttavia in mente una cosa in particolare.

Se il suo corpo non fosse stato trovato, la sua adorata moglie Noëlle non avrebbe potuto incassare il risarcimento dell’assicurazione sulla vita prima di quattro anni. Significava che lei e i suoi figli avrebbero vissuto con molte difficoltà per un lungo periodo.

Questo pensiero lo risvegliò. Si alzò, finalmente, e riuscì a scorgere una roccia in lontananza, non coperta dalla neve. Si rimise in marcia, sperando di aver trovato qualcosa, deciso ormai o a salvarsi, o almeno a far trovare il suo corpo.

Guillaumet, dopo essersi rialzato quel giorno, avrebbe percorso ancora centottanta chilometri, a piedi, da solo, prima di raggiungere finalmente un villaggio dove sarebbe stato salvato.

Più tardi dichiarò, con giusta ragione: «Quello che ho fatto io, non l’avrebbe fatto nessun animale al mondo».

La storia di Guillaumet ci dimostra che l’egoismo, oggi tanto di moda – secondo gli insegnamenti di chi pretenderebbe che fosse una liberazione a lungo attesa, quella di poter finalmente pensare solo a noi stessi – non è invece la scelta migliore per l’uomo, non gli dà nè la felicità nè la salvezza, non può comunque mai essere il suo solo obiettivo ed orizzonte.

Pensare solo al proprio interesse non è una evoluzione, come vorrebbero farci intendere il mondo dei consumi e la società fluida e globalizzata, uguale da tutte le parti, sotto l’egida del grande fratello economico delle multinazionali.

L’egoismo, da solo, elevato a sistema e criterio di vita, e la famosa libertà di far quel che a ognuno pare, sono una devastazione per l’uomo contemporaneo, due veri e propri inganni che lo precipitano nel vuoto e che privano la sua vita di significato, rendendolo ancora più vacuo e disperato.

Il punto è che dobbiamo amare noi stessi, ma al contempo amare anche gli altri.

Abbiamo bisogno di entrambe le cose ed entrambe possono funzionare solo insieme, l’una non può avere senso senza l’altra. L’amore per se stessi e quello per gli altri si sorreggono a vicenda. Guai a pensare solo agli altri, guai a pensare solo a noi stessi.

È solo per gli altri – e questo lo sa perfettamente, ad esempio, chi è genitore – che troveremo le forze che non abbiamo per togliere la faccia dalla neve, dove ci stiamo preparando a morire in silenzio, e per rialzarci.

È così che funziona il cuore dell’uomo, esattamente come ha chiarito Cristo quando ha detto che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere»; senza contare la maggior forza che riesci a trovare quando non è per te, ma per un tuo caro.

E Guillaumet ha detto una cosa azzeccatissima. Nessun animale avrebbe fatto quel che ha fatto lui. Noi siamo uomini, a immagine e somiglianza di Dio: siamo capaci di amare e, per questo, di scrivere storie e vicende meravigliose, dove superiamo i nostri limiti, storie come la sua, che non sarebbe mai stata recitata senza un amore vero a sorreggerla.

Non spezzate mai il legame con gli altri, amate voi stessi, ma amate al tempo stesso anche i vostri cari.

L’egoismo, il narcisismo e il mettersi al centro di tutto non funzionano, sono falsi idoli dei tempi odierni, demoni che ti ingannano, promettendoti di renderti più forte, ma facendoti solo sempre più insoddisfatto, disperato e privo di senso.

L’egoismo non funziona nemmeno quando siamo in crisi.

Anzi, è proprio nelle crisi che spesso troviamo la forza di uscirne solo per gli altri, esattamente come ha fatto Guillaumet che, se fosse stato solo per lui, si sarebbe dato dolcemente alla morte e si sarebbe disperso per sempre nel bianco delle Ande.

Evviva noi.


La meravigliosa storia di Henry Guillaumet è stata raccontata da Antoine de Saint-Exupery nel suo «Terre des Hommes», del 1939; è ripresa da David Servan-Schreiber nel suo «Guarire». Su Guillaumet esiste una voce ben nutrita di Wikipedia in Francese, una buona voce in Inglese, nessuna purtroppo in Italiano.