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Niente più tribunale, baby.

Il governo dei migliori (sottinteso: malati mentali) con il varo del decreto legge 1/2022, che puoi scaricare e leggere sul blog noinonvaccinati.com, ha previsto, secondo l’interpretazione datane dal ministro della giustizia, che gli avvocati ultracinquantenni non possano più entrare in tribunale, sia per fare le udienze, che, semplicemente, per accedere agli uffici, in mancanza di green pass “rafforzato”, ottenibile solo con vaccinazione o guarigione.

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Avendo 52 anni, non essendo né vaccinato né vaccinaturo, soprattutto vedendo i macelli che le persone mi portano in studio quasi tutti i giorni, rientro tra gli avvocati esclusi dalla possibilità di accedere al tribunale e agli altri organi giudiziari.

Mi sembrava giusto dirlo alla generalità del pubblico, anche se in realtà è una cosa di scarsa, se non nulla rilevanza.

Qui di seguito, se vuoi, puoi scaricare la circolare del ministero già cennata.

Già prima di questa novità, andavo, come sanno i miei colleghi e i miei assistiti, pochissimo in tribunale, preferendo dedicarmi alle attività di studio, ricevimento persone, redazione atti e così via.

Come può un avvocato lavorare bene senza andare quasi mai in tribunale?

In realtà, é vero piuttosto il contrario: se vai a perdere tempo in tribunale, spendendo ad esempio una mattinata intera per un’udienza irrilevante di cinque minuti, come puoi fare bene il tuo lavoro?

Ormai da anni la professione forense si fa andando il meno possibile in tribunale, grazie ai processi telematici, che nel nostro ordinamento sono sette (civile, penale, amministrativo, ecc.), fanno sempre bestemmiare, però funzionano e sono utili alla fine, grazie, poi, alle sostituzioni, alle agenzie per le commissioni e così via.

Certo, si perde il contatto coi colleghi, che poi però vedi ugualmente quando ci sono da fare incontri, colloqui e altro, che comunque puoi fare benissimo in studio e che spesso, ultimamente, per ragioni di comodità, avvengono sempre più spesso tramite zoom o altri sistemi video.

É molto raro che sia richiesta la presenza personale di un avvocato e, per contro, ogni avvocato tende ad essere più bravo in una o più fasi dello svolgimento della professione. Ci sono ad esempio legali cui viene meglio parlare coi clienti, altri che si trovano bene nella redazione degli atti e altri ancora cui piace partecipare alle udienze.

Ognuno segue le sue propensioni, a me andare in udienza non è mai particolarmente piaciuto per cui quasi sempre negli ultimi anni mi sono fatto sostituire da colleghi di studio, e a volte anche esterni, che hanno finito per essere molto più bravi di quello che sarei stato io se fossi andato personalmente, conoscendo le abitudini degli uffici e dei magistrati meglio di me, frequentandoli quotidianamente.

Alcune udienze che faccio volentieri, e che posso continuare a fare non essendo richiesto l’accesso agli uffici giudiziari, sono quelle da remoto, che ultimamente, a causa dell’aumento dei contagi, i magistrati hanno ricominciato a disporre. Non è escluso che possa, anzi, anche presentare apposite istanze in questo senso, di svolgimento dell’udienza da remoto stante il mio stato vaccinale con conseguente impossibilità di accedere agli uffici, anche se in molti casi probabilmente non ne varrà la pena.

In conclusione, per me non cambia niente, però mi sembrava corretto parlarne per quelle persone che vogliono lo stesso avvocato anche in udienza, una cosa che comunque quasi mai si riesce a realizzare perché spesso le udienze si sovrappongono e un avvocato non può essere presente a tutte.

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Decreto 127 green pass: conversione approvata al Senato.

Ieri il Senato ha approvato, peraltro nemmeno in maniera definitiva (la legge passa ora alla Camera), la conversione in legge del decreto 127 e il popolo della libera scelta entra in fibrillazione…

In realtà, non c’è niente di cui preoccuparsi.

Per spiegarti meglio, ho fatto un video.

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Buona visione.

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Green pass e vaccino: cosa succederà dopo il 31 dicembre?

Note dell’episodio.

Un video che spiega cosa potrebbe succedere dopo fine anno, anche nel caso in cui venisse previsto un obbligo vaccinale.

Disponibile anche come puntata del podcast per chi preferisce ascoltare.

Riferimenti.

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Mice at the bar discussing covid vaccine

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Green pass: facciamo il punto.

Nei giorni scorsi, insieme alla collega avv. Gaia Venturelli, ho fatto il punto sulla situazione del green pass alla trasmissione Life On Air – Storie di Vita Reale.

Se non hai ancora visto il video, ti consiglio di farlo: io e Gaia, stimolati dalle due brave conduttrici, facciamo riflessioni e diamo indicazioni che possono essere utili a molte persone.

Ti consiglio, con l’occasione, di iscriverti sia al blog che al mio canale youtube.

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All’hub con l’avvocato: per fare la figura del coglione.

Ultimamente, ricevo molte richieste da parte di clienti che vorrebbero che andassi con loro all’hub vaccinale per difendere le loro posizioni e la libertà di scelta, il loro “diritto” di non farsi vaccinare.

uomo che litiga

In linea di principio sono disponibile a qualsiasi tipo di assistenza possa essere utile ad una persona, tuttavia ti sconsiglio molto decisamente di operare in questo modo.

Non so se sei mai andato presso un hub vaccinale. Chi fosse andato avrebbe visto tante persone in fila, come in catena di montaggio, in attesa di essere inoculate.

I medici del centro hanno davvero poco tempo e poco aggio di valutare le posizioni e le storie individuali, che per di più non conoscono.

Non si può pretendere che un medico intento a vaccinare in massa le persone sospenda tutto per un’ora o due ogni volta che arriva una persona con una valigia di documenti da esaminare o una lunga storia da ascoltare.

È esattamente per questo che il potere, ad esempio, di concedere l’esenzione dalla vaccinazione  è stato concesso dalla legge al medico di base: perché lui ti conosce, sa già, più o meno, o deve sapere, la tua storia e in ogni caso ha più tempo per ascoltarti ed approfondire. 

La totalità delle esenzioni che ho ottenuto sino ad ora è stata rilasciata dal medico di medicina generale (MMG, o medico di base), non ne ho nessuna che sia stata rilasciata da un medico dell’hub vaccinale.

Nonostante che alcuni medici di base si ostinino a dire che non sono competenti, in realtà la competenza a dichiarare l’esenzione, e, oltre la competenza, anche e soprattutto la possibilità di fare la diagnosi e la valutazione che ne costituiscono i presupposti, spetta a loro.

Questo è già una prima considerazione che suggerisce come sia inutile andare a tentare di lavorare all’hub vaccinale: è il bersaglio sbagliato, il tuo interlocutore deve essere in primis il medico di base.

Oltre ad essere sbagliato come bersaglio, è sbagliatissimo poi anche come metodo.

Innanzitutto, se ti presenti con un avvocato, indisponi immediatamente e gravemente il medico addetto all’hub.

Se costui avesse avuto un briciolo di disponibilità ad ascoltarti e, magari, addirittura a concedere l’esenzione, stai tranquillo che quella briciola ti viene immediatamente bruciata. 

I medici vaccinali fanno un lavoro pesante, non vogliono, come tutti, scocciature o rallentamenti: dover discutere con un avvocato è una delle ultime cose che desiderano.

Anche perché non ha senso, è demenziale.

Infatti, un avvocato – questo ti sembrerà strano, ma è la verità – non ha niente da dire al medico vaccinale.

La normativa in materia è chiara e la conoscono tutti, anche i medici vaccinali.

Quella che si deve discutere è, semmai, la tua situazione sanitaria, per vedere se ci sono i presupposti per un’esenzione o meno.

Quindi su una valutazione sanitaria che cosa dovrebbe dire un avvocato, che non è in grado di distinguere, se glielo metti davanti, l’osso di una gamba da quello di un braccio?

È come andarci facendosi accompagnare dall’idraulico, a meno che tu non pensi che il medico vaccinale possa farsi convincere da eventuali ciarle dell’avvocato sull’incostituzionalità del green pass, dell’obbligo vaccinale e così via.

Il medico vaccinale ti dice che lui applica semplicemente la legge, finché la Corte costituzionale non la dichiara effettivamente incostituzionale, e fa benissimo. Io non ci trovo davvero niente da dire a riguardo, è il comportamento giuridicamente più corretto.

In conclusione, si dice che ci sono solo due cose che vanno sempre in giro in coppia: i carabinieri e i coglioni.

Andando all’hub vaccinale con un il tuo avvocato, o comunque un avvocato, rischieresti di fare, insieme a lui, esattamente la figura del coglione, cosa grave sia in sé sia perché riduce grandemente le tue già scarse possibilità di ottenere un’esenzione.

Un avvocato non lavora andando a fare il pagliaccio all’hub vaccinale, dove si discute di cose di cui non ha la minima competenza. Un avvocato lavora scrivendo lettere di valore ufficiale in cui si fanno valere circostanze accertate da altri medici, come ad esempio referti di specialisti, considerazioni, esami e così via e con le quali si mettono i medici e le istituzioni di fronte alle loro responsabilità in modo documentale e per iscritto.

Se proprio vuoi andare all’hub vaccinale accompagnato da un professionista, cosa che non serve a niente, anzi è solo dannosa, l’unica figura di riferimento utile potrebbe, semmai, essere quella del medico legale.

Se, tuttavia, vuoi evitare di fare vaccate e accrescere le possibilità di ottenere davvero l’esenzione, fai fare una richiesta via pec dal tuo avvocato, nei modi che ti ho già spiegato diverse volte nei precedenti post.

Conclusioni

  • Se pensi che questo post possa essere utile a qualcuno, condividilo liberamente, anche sui social, mi fa solo piacere;
  • Se vuoi chiedermi assistenza per la richiesta di esenzione o per come affrontare da non vaccinato il prossimo periodo, scrivimi su whatsapp al n. 059 761926;
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Geometra va nelle case per lavoro: serve green pass?

Sono un geometra libero professionista. Devo avere il green pass quando vado a casa delle persone per effettuare sopralluoghi, misurazioni e comunque il mio lavoro?

 

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A mio giudizio no, per niente.

L’art. 9 septies, comma 2°, del decreto legge 22 aprile 2021, n. 52, così come modificato dal celebre decreto 127, che ha introdotto il green pass «forte» sui luoghi di lavoro, prevede, con riferimento al tuo caso, che la richiesta del green pass sia prevista anche per «tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa … nei luoghi di cui al comma 1, anche sulla base di contratti esterni».

Il precedente comma 1 della stessa disposizione parla di «chiunque svolta un’attività lavorativa nel settore privato… ai fini dell’accesso ai luoghi in cui la predetta attività è svolta».

A me pare che la normativa attualmente in vigore si riferisca solo ed esclusivamente ai luoghi di lavoro, cioè alle sedi delle aziende o, al massimo degli studi professionali, con esclusione delle abitazioni.

Secondo l’art. 12 delle preleggi, «nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore».

Per quanto concerne il significato letterale, ti ho appena mostrato che la legge parla espressamente di luoghi «di lavoro», escludendo dunque le abitazioni private. Lo stesso decreto 127 reca, del resto, come rubrica «Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato» 

Sotto il profilo teleologico, quello relativo all’intenzione del legislatore, è evidente che la normativa in essere ha come scopo quello di contenere un’epidemia di microorganismi patogeni. È, sotto questo profilo, molto più probabile che la diffusione dell’epidemia possa essere agevolata in un’azienda frequenta da molte più persone che un’abitazione privata, dove per impedire il contagio sono sufficienti i dispositivi di protezione individuale.

È rilevante anche quanto dispone l’art. 14 delle preleggi, secondo cui «le leggi … che fanno eccezione a regole generali o ad altre leggi non si applicano oltre i casi e i tempi in esse considerati». Sotto questo profilo, va considerato appunto che la normativa in questione, sicuramente eccezionale e d’urgenza, non è suscettibile di interpretazione estensiva, per cui non si può sotto alcun profilo ritenere che quando il legislatore ha fatto riferimento ai luoghi di lavoro abbia inteso anche le abitazioni di residenza. 

In conclusione, dovrai presentare il green pass solo qualora il tuo cliente fosse un’azienda, in questo caso sei tenuto all’obbligo ai sensi del comma 2° che ti ho citato all’inizio. In tutti gli altri casi, a mio giudizio, il green pass non è dovuto.

Due considerazioni finali:

  • sei tenuto a richiederlo ai soggetti che venissero per svolgere prestazioni lavorative presso la tua sede di lavoro, come ad esempio il tecnico della caldaia, eventuali elettricisti, idraulici e così via;

  • sei tenuto a mio giudizio a formare il documento di cui al comma 5 dell’art. 9 septies già citato, entro il prossimo 15 ottobre, salvo proroghe, proprio per il motivo di cui al punto precedente, di cui ti metto di seguito un esempio molto semplice:

Ai sensi della. 9 septies, comma 5°, del decreto legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, così come introdotto dal decreto legge 127/2021, art. 3, dichiaro che i controlli di cui alla stessa norma verranno effettuati all’ingresso dei locali con l’applicazione «VerificaC19» per i soggetti di cui al comma 2 della stessa norma che, a qualsiasi titolo, dovessero venire a svolgere la loro attività lavorativa presso il nostro negozio. Addetti ai controlli sono i tre soci indistintamente. Sarà rispettato comunque il DPCM di cui al comma 5, ultimo periodo. Data, ora

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Green pass per entrare al lavoro: serve anche agli autonomi?

Il decreto 127 sul greenpass per l’accesso ai luoghi di lavoro si
applica anche ai lavoratori autonomi?

É controverso.

Controverso significa che una parte dei giuristi ritiene non si
applichi, un’altra parte invece che, al contrario, si applichi.

Cosa significa nella pratica?

Bisogna vedere che orientamento prenderà piede e quale interpretazione
seguirà il prefetto cui le autorità intervenute manderanno la loro
relazione di servizio.

Ti spiego meglio.

Il decreto 127 ha previsto che nessuna delle autorità che intervengono
presso l’azienda possa fare direttamente una multa: esse possono fare
solo una relazione di servizio in cui viene riportato chi c’era in
azienda, che titoli aveva o meno e ogni altra circostanza rilevante.

Questa relazione di servizio viene poi mandata al prefetto per
l’applicazione delle sanzioni del caso.

Questo meccanismo é favorevole perché offre due vantaggi.

Il primo è che nessuno può venire nella tua azienda a tentare di
truffarti dicendo che è venuto per un controllo, che siccome tu o
altri siete dentro senza green pass gli dovete dare del denaro.

Carabinieri, polizia di Stato, polizia locale, guardia di finanza e
altre autorità possono entrare, ma non possono farvi direttamente la
multa.

Questo significa che puoi anche risparmiarti di chiedere tesserini: la
presenza di un falso membro delle forze dell’ordine é inutile, quindi
questo tipo di truffe é difficile che si diffonda – ovviamente se le
persone avranno le informazioni giuste, come quelle di questo post, e
non le vaccate.

Il secondo vantaggio di questo duplica passaggio accertamento più
applicazione della sanzione é che crea uno spazio per difenderti.

Una volta che avrai subito un controllo da parte delle autorità, che
avranno spedito al prefetto la loro relazione di servizio, prima
dell’irrogazione della sanzione da parte dello stesso potrai
intervenire nel procedimento e dare la tua versione dei fatti.

Se ti avranno ad esempio fatto la multa come autonomo potrai scrivere
e depositare – rigorosamente con l’aiuto di un avvocato, non fare il
costituzionaleso – una «memoria», cioè uno scritto a tua difesa in cui
sostieni, con dovizia di argomenti, che la normativa del 127 non si
applica agli autonomi.

Anche per le aziende in cui, come consiglio di cercare di fare, sono
previsti controlli a campione, ci possono essere discreti spazi di
difesa dopo un controllo da parte delle autorità.

Se il documento ex decreto 127, che ogni azienda deve redigere entro
il 15 di cui ti ho parlato nel precedente post, prevede i controlli
all’ingresso, é ovvio che se un dipendente viene trovato all’interno
senza titolo ci sono pochi cazzi.

C’è molto più margine se il metodo dei controlli é invece quello a
campione, per evidenti motivi: i dipendenti controllato sono stati
altri o il controllo doveva ancora essere eseguito.

Per questo ti ripeto se hai un’azienda è bene che il documento ex
decreto 127 lo scrivi con l’assistenza di un avvocato, dopo aver ben
ponderato ogni aspetto in relazione alla situazione della tua azienda
stessa.

Ok, adesso ci fermiamo un attimo io e te.

Spero che tu sia riuscito a seguirmi bene fino a qui, perché le cose
che ti ho detto sono molto importanti e rilevanti in molti casi.

Ora ti chiudo la necessaria parentesi e torno alla questione iniziale.

Il lavoratore autonomo per entrare nella sua azienda deve avere il
green pass come devono averlo i dipendenti?

É controverso, come ti dicevo.

Non manca chi ritiene di sì, ma io penso di no e ti spiego quali sono
i motivi che mi fanno propendere per questa tesi.

Innanzitutto, c’è un argomento letterale. Il decreto 127 parla
espressamente di «datore di lavoro». Questa é inequivocabilmente
un’espressione che si riferisce al lavoro dipendente. Gli autonomi –
imprenditori, liberi professionisti – non hanno mai un «datore di
lavoro».

Sì, su facebook le teste fresche scrivono che sono il datore di lavoro
di loro stessi, ma questa è solo una battuta priva di qualsiasi
significato tecnico, per dire che uno fa il dj o la rappresentante di
pentole.

Nel mondo del diritto, quello vero, non quello dei decretolesi, il
datore di lavoro ce l’hanno solo i lavoratori dipendenti.

Oltre a questo argomento, ce n’è un altro molto significativo. Se
ipotizzassimo che anche gli autonomi fossero soggetti alle regole del
decreto 127, chi dovrebbe fare i controlli al momento dell’accesso?

Un funzionario del governo, che evidentemente quel giorno aveva
mangiato pesante, e magari da piccolo era pure caduto dal seggiolone,
ha scritto una FAQ – si scrive effe,a,qu e si pronuncia fuck, proprio
come vaffanculo – sul sito del governo dove giulivamente sostiene che,
sì, il decreto 127 si applica anche agli autonomi e, poi – che
problema c’è? – che i controlli all’accesso sono fatti dagli stessi
soggetti incaricati dall’imprenditore di fare i controlli
all’ingresso.

Il mio mite parere é che questa FAQ non valga un cazzo.

Ti faccio subito il mio esempio.

Io, grazie a Dio, ho un’impiegata, che Dio davvero me la conservi.

Quindi io dovrei scrivere il documento ex decreto 127, incaricare lei
di fare i controlli di chi entra (non sarebbero i clienti, ma gli
artigiani che venissero a lavorare presso il mio studio, ad esempio il
tecnico della caldaia).

Dunque, la mia impiegata, al mattino, dovrebbe controllare il mio
diritto di entrare nel mio studio? E se non ho il green pass perché
non ho il tampone o é scaduto mi lascia fuori dal mio studio,
lavorando nel quale prendo i soldi per pagarle lo stipendio?

Ma io butto a mare Draghi e tutta l’Unione Europea piuttosto di
sposare una conclusione così demenziale.

Dunque la prima ragione per cui il decreto 127 non si applica agli
autonomi é che accogliere l’interpretazione contraria porterebbe a
conseguenze inique e paradossali, cosa che, se le leggi devono avere
un senso, anche pratico, non può mai essere.

E la FAQ allora? É scritta sul sito del governo, é una fonte ufficiale.

Ti dò una notizia.

Le uniche fonti ufficiali sono quelle normative. Le FAQ, legalmente,
non hanno alcun valore.

Hanno lo stesso valore delle circolari: atti scritti da buoni
funzionari che cercando di aiutare le persone a capire come devono
essere interpretate le leggi, ma che non sempre purtroppo raggiungono
esiti lusinghieri e apprezzabili.

Le uniche fonti giuridiche valevoli per i magistrati e i prefetti sono
i testi normativi, cioè, detto in altri termini, un giudice o un
prefetto può sbattersene altamente sia di circolari che tanto più di
FAQ e decidere i casi che gli sono sottoposti facendo riferimento a
come secondo lui e lui solo devono essere interpretati i testi
normativi.

Diciamo che circolari e FAQ propongono un’interpretazione che gli
operatori giuridici sono liberi di seguire, se la trovano convincente,
o, al contrario, disattendere se la trovano poco convincente ovvero,
come la trovo io in questo caso, una vera e propria cazzata.

Quindi in conclusione cosa devi fare tu che sei un lavoratore autonomo?

In conclusione, devi scegliere tu.

Sai che se entri nella tua azienda senza green pass e viene un
controllo, il prefetto della tua zona potrebbe sposare la tesi
sfavorevole, secondo cui il green pass si applica anche agli autonomi,
e farti una multa – che ovviamente poi puoi tentare di impugnare per
vedere se la magistratura é di diverso avviso.

Oppure potresti trovare un prefetto che segue l’interpretazione
opposta e non ti fa nessuna multa.

La garanzia non ci può essere, per cui ognuno deve scegliere cosa
fare, sulla base delle informazioni corrette che ti ho qui fornito.

Io di sicuro non vado a farmi un tampone ogni due giorni per farmi poi
controllare dalla mia impiegata se posso entrare nel mio studio,
Draghi, Speranza e Brunetta hanno visto un film alla radio.

Io entro nel mio studio tutti i giorni per fare il mio lavoro e vaffanculo ?

Tra l’altro noi avvocati per espressa previsione del decreto 127
possiamo andare in tribunale, che é letteralmente un mercato con gente
ammassata in ogni dove, senza green pass, quindi dovremmo viceversa
averlo per ricevere una o due persone alla volta in studio?

Due colleghi del CNF hanno pubblicato uno “studio” in cui sostengono
candidamente questo, ma, di nuovo, questo studio, come tutti gli
studi, non vale un cazzo: come le FAQ, come le circolari, propone solo
un’interpretazione, che può benissimo non essere condivisa e io non la
condivido affatto perché è una boiata ed è per di più in
contraddizione col resto del decreto 127, anche sotto il profilo
teleologico di cui all’art 12 delle preleggi.

Spiace che le nostre istituzioni forensi abbiano perso un’occasione
per aiutare la categoria, cogliendone invece una oer dimostrarsi
conformiste come da lunga tradizione.

Ti chiudo anche questa parentesi, che però serviva per darti un
ulteriore dettaglio circa l’assurdità di quella tesi che vorrebbe il
green pass applicabile anche agli autonomi.

Queste sono le osservazioni corrette in diritto, se conosci qualche
autonomo mandagli pure il post perché nel marasma attuale, in cui
ognuno fa a chi la spara più grossa, é importante avere informazioni
fondate, di qualità e soprattutto sulle quali fare affidamento.

Evviva noi

Riferimenti

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Esenzioni vaccinazione covid: prorogata la validità.

Il ministero della salute, con una propria circolare, rappresenta come la validità delle esenzioni dalla vaccinazione covid – originariamente limitata alla fine del corrente mese di settembre – sia stata prorogata a fine novembre.

Al di là di tutte le vaccate che circolano in rete, l’ottenimento di una esenzione rimane una delle strategie principali per avere a che fare col green pass ottenendone, di fatto, uno.

È vero, è piuttosto difficile ottenere un’esenzione, ne concedono circa una ogni dieci domande. Conosco molto bene la materia, perché in questo periodo mi trovo ad inviarne 3 o 4 al giorno. Inoltre è necessario avere una o più patologie per supportare la richiesta, per i soggetti sani non ci sono i presupposti per richiedere l’esenzione.

Però a mio giudizio vale comunque la pena di tentare, tutto sommato, considerato l’investimento estremamente contenuto – si fa tutto all’interno di un singolo appuntamento.

Questa proroga, come ti ho spiegato in una precedente puntata del podcast, è stata fatta probabilmente perché non hanno semplicemente fatto in tempo ad allestire il sistema informatico per passare anche le esenzioni dentro al sistema del green pass, che appunto deve essere un sistema «trasparente» per chi effettua i controlli.

Non è che le esenzioni ottenute ora vadano a scadere al 30 novembre, anche perché in quasi tutti i casi le patologie non passano e i motivi per l’esenzione restano: semplicemente, quei certificati di esenzione andranno portati in un sistema digitale che consentirà l’emissione del green pass.

Se vuoi valutare la richiesta di una esenzione, contattami in privato.

Iscriviti al blog se vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità in tema covid, green pass e restrizioni.

Ringrazio la collega avv. Gaia Ventureli per avermi fornito il testo della circolare.

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Il free pass è pura merda di vacca.

il free pass messo a punto da comicost ha qualche validità?

No, è pura merda di vacca.

Una delle tantissime vaccate, o bufale, che circolano e di cui ho già parlato diverse volte.

Il free pass sarebbe questo:

AUTODICHIARAZIONE EX ARTT 46, 47, 48 DPR 445/2000

AUTOCERTIFICAZIONE

DOCUMENTO SOSTITUTIVO DELLA CERTIFICAZIONE VERDE (GREEN PASS) (Valido ad ogni effetto di Legge)

Nome_______________________Cognome_________________________________ Nato a ______________________il_________________Domiciliato a___________ _______________________Via__________________________________n._______

Vista la Risoluzione 2361/2021 del Consiglio d’Europa.
Visto il Regolamento e statuto dell’Unione Europea.
A fronte del Regolamento n. 953/2021 – n.36 – del Parlamento Europeo che vieta la discriminazione fra coloro che hanno ricevuto una o più dosi di “vaccino”, coloro che per vari motivi non hanno potuto riceverlo e coloro che hanno scelto di non essere vaccinati, con il presente documento, ai sensi e per gli effetti degli artt. 38, 46, 47 et 48 del DPR n.445/2000 e preso atto di quanto segue:
– ai sensi dell’art. 46 Lett. d) -godimento dei diritti civili e politici- il sottoscritto dichiarante gode dei medesimi diritti civili di chi è munito di certificazione verde prevista dalla normativa vigente, in prevenzione al contagio covid – 19 – fra cui DL n.52/2021, DL n.105/2021 e DL n.111/2021;
– ai sensi art. 38 del dpr n. 445/2000 la presente autocertificazione viene corredata del documento di identità ovvero viene inviata a mezzo telematico al destinatario (Pubblica Amministrazione o esercente un pubblico servizio o un esercente aperto al pubblico) ovvero presentata brevi manu al ricevente;
– ai sensi dell’art. 48 del dpr n. 445/2000 il presente documento di autocertificazione sostituisce al solo scopo di esercitare, in modo paritetico, indiscriminato e garantito dalla Costituzione Italiana, oltre che dalle Leggi Europee, gli stessi identici diritti esercitabili con la certificazione verde, ovvero di libero ingresso in ogni locale o ambiente o mezzo di trasporto o istituto scolastico od ospedaliero o lavorativo come previsto dai Decreti Legge indicati ai punti precedenti;
– ai sensi del testo del codice della Privacy coordinato ed aggiornato, da ultimo, con le modifiche apportate dalla L. 27 dicembre 2019, n. 160, dal D.L. 14 giugno 2019, n. 53, dal D.M. 15 marzo 2019 e dal Decreto di adeguamento al GDPR (Decreto Legislativo 10 agosto 2018, n. 101).
II sottoscritto, essendo in possesso di tutti i requisiti di legge per l’esercizio dei propri diritti civili, e consapevole delle conseguenze a cui si va incontro in caso di dichiarazioni mendaci (Art. 495 c.p.)

AUTOCERTIFICA

IL PROPRIO DIRITTO DI INGRESSO in ogni ambiente previsto dalla certificazione verde.
IL PROPRIO DIRITTO DI UTILIZZO DEI TRASPORTI nelle stesse identiche misure garantite a chi sia munito di certificazione verde.

IL PROPRIO DIRITTO DI FREQUENZA DI TUTTE LE SCUOLE nelle stesse identiche modalità previste dal DL n.111/2021 mediante l’uso della certificazione verde.
Luogo e Data…………………………….

Firma ________________________________

NB: in caso di presentazione brevi manu la sottoscrizione dell’autocertificazione va eseguita al momento della presentazione in ottemperanza dell’art. 38 DPR 445/2000

Fai una prova molto semplice.

Vai in un ristorante senza green pass, ti metti all’interno dove sarebbe necessario, chiami i Carabinieri e poi quando arrivano gli fai vedere questa puttanata, poi vedi se ti fanno o non ti fanno la multa.

Oppure se sei un insegnante o un bidello prova ad entrare a scuola mostrando questo foglio.

Voglio poi anche ben sperare che tu non abbia in mente di metterti a disquisire coi Carabinieri di costituzionalità o meno di un determinato provvedimento…

Personalmente, detesto il green pass, vorrei davvero che non ci fosse, lo ritengo odioso e inutile, ma come giurista devo dirti le cose come stanno, non posso non dirti le cose come stanno: inutile inventarsi cazzate prive di fondamento.

Anzi, cose di questo genere non fanno che danneggiare chi in modo efficace vorrebbe opporsi a questo obbrobrio legislativo pandefuffico, perché distolgono dalle vere iniziative che si potrebbero adottare.

Ad oggi, l’unica ipotesi seria di esenzione dal green pass è l’art. 3, comma 3, del decreto legge 105. Oltre a questo, si può provare lavorare su quelli costretti alla vaccinazione, ma che hanno la carica anticorpale alta per avere avuto il covid in passato.

Tutte il resto è pura fuffa!

Qui il caso di una bidella che si era presentata col free pass e che é stata rimandata a casa. Poi ha fatto una denuncia, ma intanto é restata fuori. Ovviamente io credo che la denuncia sarà archiviata.

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Insegnanti che non possono vaccinarsi: che fare?

sono un’insegnante. Non sono vaccinata e non ho intenzione di vaccinarmi a causa di numerose allergie che ho manifestato fin da bambina. Non ho ottenuto l’esonero alla vaccinazione. C’è modo per me di continuare a insegnare, senza fare tamponi ogni 2gg? È possibile appellarsi a qualcosa, visto che trovo ingiusta questa condizione di obbligo green pass? Se non altro sarà possibile avere tamponi gratuiti per la nostra categoria?

Le principali speranze, al momento, sono due:
– la mancata conversione dei decreti 105 e/o 111 del 2021;
– l’esenzione dalla vaccinazione ex art. 3, comma 3, d.l. 105.

Pexels pixabay 247851

La mancata conversione, al momento, è assai improbabile, dal momento che i decreti sono stati adottati da un governo sostenuto da tutti i partiti, tranne uno, quindi con una larghissima maggioranza politica.

L’unica speranza, più che nella piazza, sarebbe che il green pass colpisse settori economici forti e con una forte influenza politica (lobbismo) in grado di determinare un cambio di orientamento sulla maggioranza parlamentare.

Per quanto riguarda l’esenzione, mi sembra di capire che il tuo medico si sia rifiutato di concedertela, però non tutti i medici ragionano in questo modo. Ad esempio un mio cliente proprio per la sua natura di soggetto allergico con precedenti di shock anafilattici ha ottenuto l’esenzione.

Questo, comunque, è un aspetto su cui sto lavorando, prendendo contatti con medici che, tendenzialmente, abbiano un orientamento più favorevole alla libertà vaccinale.

Per quanto riguarda i tamponi gratuiti, è una decisione politica che al momento è stato presa in senso esattamente opposto: li hanno lasciati a pagamento proprio per favorire la vaccinazione, esattamente come se la vaccinazione fosse il bene supremo, ancora più importante di fermare il contagio – considerando che un vaccinato può sempre e benissimo, come si è visto, essere infetto, molto più difficilmente una persona con un tampone negativo.

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