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diritto roba per giuristi

Nasce la nuova comunità di discussione «giuristi di facebook».

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I colleghi me l’hanno sempre chiesto e io, con almeno dieci anni di ritardo, l’ho creato 😉

Le caratteristiche di questo nuovo gruppo sono le seguenti:

  • la partecipazione è riservata agli operatori giuridici (avvocati, giudici, notai, ufficiali giudiziari, cancellieri, sindacalisti, membri delle forze dell’ordine, ecc.) sul modello della vecchia e sempre cara legalit
  • non sono ammessi semplici utenti, che potranno se credono far parte di altri gruppi a loro dedicati come «avvocati dal volto umano» sempre su facebook, dedicati alla divulgazione delle tematiche giuridiche, con un linguaggi semplice e non tecnico
  • ogni richiesta di adesione sarà vagliata dagli amministratori (al momento, sono amministratore solo io, ma ho intenzione di costituire presto un comitato di gestione di 5 membri totali, me compreso)
  • il gruppo è e sarà sempre di tipo chiuso ciò significa che tutti gli utenti di facebook possono vedere che il gruppo esiste e chiedere di farne parte (cosa essenziale perché il gruppo viva e si sviluppi crescendo nel tempo) ma non possono leggere le discussioni. Questo è il succo di questo nuovo gruppo, molti giuristi mi chiedevano un luogo in cui discutere tra loro con discrezione, per tanti motivi (riservatezza, opportunità di non divulgare certi casi con riguardo alla tutela dei clienti, ecc. ecc.).

Al momento non c’è altro da dire, se siete giuristi siete invitati a far parte di questa nuova comunità specializzata che credo sarà presto uno strumento utile di confronto e discussione per fare sempre meglio il nostro lavoro.

Il gruppo lo trovate qui.

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cultura diritto editoriali

15 falsi miti su avvocati e diritto.

Oggi parliamo di 15 falsi miti, luoghi comuni spesso totalmente infondati e quindi anche pericolosi per chi si trova a dover trattare un problema giuridico.

Alcuni li leggeranno sicuramente con perplessità, per questo mi sembra il caso di dire chiaramente che io credo in ogni singola lettera di quello che ho scritto: voi ne farete l’uso che credete.

  1. Per ogni problema, esiste una soluzione giusta prevista direttamente dalla legge o ricavabile per interpretazione tanto che si può risolvere ogni conflitto facendo riferimento al diritto. Semplicemente non è vero, anzi a volte, per la verità molto spesso, la legge prevede solo criteri generici che vanno poi adattati al caso concreto e che nella realtà servono a poco per chi deve capire come si deve fare, senza l’intervento di un bravo professionista e senza la ragionevolezza dei soggetti coinvolti.
  2. Gli avvocati conoscono tutte le leggi, sentenze e tutto quello che di giuridico c’è da sapere. In realtà, invece, sono molte più le cose che un avvocato non sa di quelle che sa e questo vale per qualsiasi avvocato, anche se professore universitario, autore di libri, promotore di convegni e così via. In un avvocato è peraltro importante la preparazione sistemica di base e la capacità di fare ricerca, essere creativo e avere buone intuizioni su come si può risolvere un problema. È inoltre assolutamente fondamentale l’empatia cioè la capacità di comprendere davvero la persona che si trova davanti e il problema di cui è portatrice.
  3. Le leggi prevedono quello che è giusto, sono giuste. Semplicemente, non è vero. Le leggi prevedono quello che conviene in un determinato momento storico. Ad esempio, la regola possesso vale titolo è stata introdotta solo per tutelare l’economia, a discapito dei legittimi diritti di proprietà privata delle persone.
  4. Un avvocato mi può tutelare se rimango vittima di un’ingiustizia. Forse, ma dipende da tante altre variabili. Innanzitutto, tu puoi vivere la tua situazione come una ingiustizia, ma la legge può essere di diverso parere. Se, poi, la legge è comunque dalla tua parte, non è sufficiente «avere un avvocato» ma occorre avere anche delle prove a sostegno delle tue ragioni.
  5. Un avvocato costa un occhio della testa e conviene starci lontano. Qui di vero c’è che in passato sicuramente alcuni avvocati hanno presentato conti molto salati agli utenti e si sono diffusi racconti terrificanti al riguardo. Nella realtà, non è sempre vero, a volte basta una consulenza da 100 euro per evitare problemi peggiori. Non evitate gli avvocati perché pensate che potrebbero costarvi troppo, semplicemente chiedete un preventivo, oggi è possibile, poi valutate. Il preventivo fatevelo fare sempre per iscritto e se c’è qualcosa che non è chiaro chiedete.
  6. Non c’è modo di evitare le spese legali se si viene coinvolti in una causa. Non è vero, ci sono le assicurazioni di tutela giudiziaria.
  7. Se ho un problema giuridico grave, posso sempre prendere il miglior avvocato sulla piazza. Non puoi, semplicemente perché questo avvocato … non esiste. Quello che viene dipinto in questo modo, di solito è solo il più costoso, ma non è affatto detto che ti aiuterà a risolverà il problema che hai in modo più efficace rispetto ad un altro. Non esiste il miglior avvocato, esattamente come non esiste il miglior giocatore di calcio, politico, idraulico, medico e così via. Esistono solo persone più o meno in gamba che, se sono in giornata, e ti va bene, cercano di fare del loro meglio per te, ma i risultati non sono mai garantiti o garantibili.
  8. Un avvocato cattivo può difendere meglio i miei diritti. È un luogo comune abbastanza diffuso, per cui diciamo la verità con molta franchezza e cioè che questi avvocati di solito sono solo dei poveri stronzi, conosciuti come tali dai colleghi e, soprattutto, dai giudici. Gli unici con cui finiscono per poter essere davvero cattivi sono i loro clienti. Il mio consiglio è quello di starne lontano il più possibile.
  9. I giudici sono tutti corrotti e gli avvocati si mettono d’accordo tra loro. La cronaca ci dice che anche tra i giudici a volte si verificano episodi di corruzione, ma generalmente non è vero e le sentenze sono rese in diritto in modo corretto. La realtà è che dicerie del genere molto spesso sono messe in giro da persone che hanno perso cause avendo torto marcio e non rendendosene nemmeno conto (e qui la colpa è anche dell’avvocato che li ha seguiti). Quanto agli avvocati, anche in questa categoria ci sono dei corrotti, ma anche in questo caso il fenomeno non è generalizzabile. Circa poi il mettersi d’accordo, è evidente che un accordo serio e sano è un’eccellente modo per definire una vertenza, ovviamente deve essere tale e non frutto di corruzione.
  10. Un avvocato guadagna tanto e fa un bel mestiere. Magari fosse vero. Circa la qualità di vita, se fosse così bella, la professione, come mai saremmo stati messi al secondo posto come categoria a rischio di sviluppare problemi psichici? Del resto, non deve stupire, un avvocato trascorre la sua vita tra persone da assistere con pretese a volte giuste a volte assurde (e in questo caso bisogna naturalmente spiegarglielo) e un apparato burocratico assurdo dall’altro, quello giudiziario, che non fornisce risposte se non raramente e comunque molto lentamente… non proprio una sciccheria ;-). Quanto ai guadagni, la maggior parte degli avvocati tolte spese, tasse e così via guadagna meno di quanto guadagnava un impiegato assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Non ci credete? Fate come volete, ma è così.
  11. Il mio avvocato non ha fatto niente. Questo non è proprio un falso mito, perché a volte è vero che un avvocato non fa niente. Il punto è che a volte fare niente per un determinato periodo di tempo è il modo migliore di risolvere un problema giuridico. Anche i medici si fanno aiutare dal famoso «Dottor Tempo», che in effetti è spesso il fattore più importante per raggiungere una guarigione, ed esattamente allo stesso modo lo possono anzi debbono usare gli avvocati nella trattazione dei problemi giuridici, che non sono problemi di tipo burocratico ma riguardano sempre le persone, esattamente come quelli di salute. A volte, l’abilità e la competenza di un avvocato, quelle che fanno la differenza, stanno proprio nel decidere di mettere una vertenza a riposo, a decantare, per riprenderla poi al momento giusto. È difficile illustrare in generale un aspetto come questo, perché dipende sempre dalle circostanze del singolo caso, ma è una cosa che per esperienza posso assicurare essere vera. Ovviamente, tutto un altro discorso è quello del legale che, incaricato di trattare un problema, semplicemente lo trascura o, ancora peggio, fa cadere il diritto in prescrizione.
  12. I conflitti tra le persone si risolvono facendo riferimento alla legge e non alle persone che ne sono protagoniste. Non è vero, la legge è una delle ultime cose, bisogna quasi sempre lavorare per lo più su altri piani. Questo specialmente in un contesto come quello italiano, dove il sistema giudiziario è colassato e non si sa se e quando mai si riprenderà e quindi acquistano fondamentale importanze le strategie alternative di composizione delle liti tramite negoziazione, mediazione e così via.
  13. Peccato che gli avvocati non possano essere pagati a percentuale altrimenti tutto sarebbe più efficiente. In realtà, la legge prevede per gli avvocati, da qualche anno, la possibilità di essere pagati a percentuale o a quota lite e io lo faccio da quando è stato reso possibile. Peraltro, il sistema del compenso a percentuale non serve per quello cui pensa la gente comunemente, cioè rendere più efficienti gli avvocati o il sistema giudiziario, ma solo a consentire a chi non dispone di denaro per pagare un avvocato di coltivare una vertenza, tenendo presente che il risarcimento che si consegue alla fine è molto più intaccato dal compenso dell’avvocato di quello che sarebbe con un altro regime tariffario. Questo regime tariffario non velocizza nulla, perché gli avvocati non hanno semplicemente il potere di velocizzare il sistema giudiziario. Inoltre, un avvocato per accettare un accordo di questo tipo deve analizzare la tua posizione e crederci, esattamente come una qualsiasi persona cui chiedi di essere «socio» in qualsiasi iniziativa: è chiaro che se ti presenti per recuperare un credito di 8 anni fa in India non trovi avvocati che si mettono in fila…
  14. Non ho un contratto scritto, ma ho registrato la telefonata. Le registrazioni, specialmente nel processo civile, servono a molto poco. Il punto è che non c’è nessuna prova di chi siano davvero le persone che parlano. A parte questo, è molto difficile che un giudice si metta ad ascoltare una registrazione o ne ordini la trascrizione. Bisogna munirsi sempre di un contratto scritto o almeno di una prova scritta come ad esempio uno scambio di lettere. Lo spiego meglio in questo post.
  15. Io e il mio compagno ci siamo accordati tra noi e abbiamo fatto una carta per regolare l’affido di mia figlia così in caso di problemi siamo a posto. Purtroppo, non vale niente perché la materia è indisponibile. Può costituire un promemoria, ma se uno dei due non la rispetta nessuna autorità presterà la sua assistenza per farla rispettare.
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pillole

Oggi mi capita un caso di questo genere,…

Oggi mi capita un caso di questo genere, dove l'acquisto del terreno, su cui è stata poi edificata la casa, è stato effettuato il giorno 19/5/1975, un giorno prima l'entrata in vigore della #legge. Indebitatosi il marito, l'immobile è stato #pignorato per l'intero. Quando si dice la sfiga.

la proprietà degli immobili acquistati prima della riforma del diritto di famiglia del 1975

Il defunto contraeva nel 1957 matrimonio senza alcuna scelta relativa al regime patrimoniale tra i coniugi; i coniugi hanno avuto due figlie; nel 1971 acquistava da solo un terreno sul quale edific…

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diritto

Laurea in legge / giurisprudenza: che cosa si può fare?

Sono laureato in giurisprudenza dal 2002, e non interessandomi la carriera di avvocato, magistrato o notaio quali altre professioni posso svolgere? Esiste qualche professione emergente?

Bella domanda… su cui si potrebbero fare tante riflessioni anche di contorno ma non certo meno importanti. Innanzitutto, fai bene a non interessarti alla carriera di avvocato, trattandosi di una professione in crisi profonda ed in caduta libera, fatta eccezione per i grandi ed affermati studi. Per quanto riguarda la magistratura, bisogna esserne portati, mentre circa il notariato beato chi riesce ad entrare, credo che quella professione piacerebbe a tutti.

Per quanto riguarda le possibili alternative, non vedo grandi spazi per i laureati in giurisprudenza come noi. Molti miei compagni di corso sono finiti a lavorare nella pubblica amministrazione, alcuni si trovano bene e altri meno, quelli che si trovano bene sono soprattutto le donne che poi si sono sposate, hanno messo su famiglia e hanno un marito con uno stipendio più importante mentre loro con il lavoro nella pa riescono meglio a gestire i figli… per darti un’idea della situazione. Anche la pubblica amministrazione, tuttavia, oltre ai difetti tradizionali che non sono assolutamente spariti attraversa un periodo di grande transizione e lo scenario muta continuamente, quindi non saprei proprio consigliartela o meno.

I lavori emergenti sono quelli legati all’informatica. Io ho due figli e spero che nessuno dei due continui la mia attività ma che diventino entrambi, magari in società tra loro, consulenti informatici. Naturalmente, per fare gli informatici la laurea in legge non serve a niente o a molto poco, anche perchè la laurea in sè, senza almeno un decennio di pratica concreta, è solo la certificazione di un percorso di studio teorico che non rende assolutamente in grado di inquadrare correttamente i casi della vita e di suggerire soluzioni. Quindi anche nel campo delle licenze software e simili una laurea a mio giudizio serve a poco.

C’è anche, su un piano più generale, da tenere presente che oggigiorno i lavori cambiano in continuazione. Secondo gli statistici, un europeo cambierà nel corso della sua vita lavoro almeno sette volte. Questo, peraltro, è vero non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per i professionisti: il mio lavoro, rispetto a quando ho cominciato 10 anni fa, è cambiato tanto che oggi non faccio più le cose che si facevano allora. Tanto per fare un sempio, 10 anni fa non c’erano molte questioni di alimenti o mantenimento anziani, ne capitava una magari all’anno, oggi ne capitano un paio al mese ed è naturale: ci sono sempre più anziani e sempre meno giovani disposti a prendersene cura come si faceva una volta. Un tempo si faceva molta infortunistica stradale, ora questo filone di lavoro con l’avvento dell’indennizzo diretto è venuto completamente meno. In compenso se ne sono aperti dei nuovi come quelli delle amministrazioni di sostegno, che fanno alcuni miei colleghi di studio e che fino a pochi anni fa non esisteva. Quindi la conclusione è che la società è in continua evoluzione, con ritmi impensabili per le generazioni precedenti: mio padre ad esempio ha lavorato tutta la sua vita presso la medesima azienda.

Per questi motivi, il consiglio mio è questo: qualunque cosa tu faccia, sii sempre creativo. Cerca di avere delle idee nuove, di scorgere le nuove opportunità, di valutarle e di praticarle se lo ritieni opportuno. Internet può servire, ma ci sono anche tante occasioni nel mondo tradizionale, l’importante è essere sempre positivi, parlare e pensare chiaro, guardare le cose che ci circondano e farsi venire delle idee. Il titolo di studio, in questo marasma, ha sempre più solo una funzione culturale, cioè serve per la propria cultura personale e per aiutarci a riflettere, qualsiasi sia il campo percorso, ma non altro. In bocca al lupo.

PS prova a procurarti questo libro e a darci un’occhiata, magari.