Indovina indovinello. Chi è che é al tempo stesso un’adorata icona della sinistra, specialmente immigrazionista, e il re illegittimo ed usurpatore di uno Stato creato e fondato dal fascismo di Mussolini?
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Torno sulla distinzione tra morto di figa, figura nobile e funzionale, e rovinato dalla figa, situazione molto più problematica e destinata ad un esito infausto, per puntualizzare alcune cose a seguito di alcune osservazioni ricevute.
C’è un limite che un uomo non può mai superare, nemmeno quando ama, ed è il rispetto per se stesso, per quello che é, per quello che é chiamato ad essere.
É normale per una donna chiedere ad un uomo di «cambiare», di «essere diverso», «cambiare vita» e cose del genere. Lo fate solo per vedere se siamo così coglioni da venirvi dietro. Già solo per questo l’uomo deve sempre dire tassativamente e nel modo più assoluto «grazie, ma no».
La nostra fede, il nostro buon Maestro, pone un precetto di chiarezza esemplare e validità luminosa e incontestabile: «ama il tuo prossimo come te stesso».
«Come» vuol dire allo stesso modo: il tuo amore deve essere riversato sia sugli altri che su te stesso in ugual misura. Non c’è scritto di amare gli altri più di te stesso, né viceversa. É un precetto circolare e perfetto, l’unica cosa che si può fare è cercare di seguirlo il più possibile.
Harry ha rinunciato al suo destino, a quello per cui è stato educato, a quello che la sua famiglia e il suo popolo si aspettavano da lui, a quello cui era chiamato.
Ora, vuoi sapere come andrà a finire?
Che dopo aver perso la sua vita, perderà anche la moglie, perché se c’è una cosa che le donne non perdonano mai, e in nessun caso, é proprio un uomo che non sa tenere testa alle loro inquietudini.
E, devo dire, hanno ragione da vendere in ciò, perché un uomo così é inutile.
Su questo, sfido chiunque a dimostrare il contrario ??
Quando il consiglio che ti ritroveresti più spesso a dover dare sarebbe «secondo me, dovresti fare e pensare l’esatto contrario di come hai fatto fino adesso», allora smetti di dare consigli ?
C’è qualcuno che conosce discretamente le opere e il lavoro di G.K. #Chesterton e che potrebbe darmi qualche indicazione per iniziare a leggere di più di questo autore, che é stato un autentico genio e che adoro? Grazie.
Il mio commento sulle #elezioni in Emilia, quello vero, é che gli scontri di civiltà non si possono combattere mettendo un crocesegno, come analfabeti, chiusi, come vigliacchi, dentro ad una cabina, su un pezzo di carta, da conferire in un’urna di cartone dove andrà poi a morire e confondersi nel tutto.
Per difendere principi, ad esempio, come l’appartenenza dei bambini ai loro genitori, e non al sempre malefico Stato, e l’intoccabilità della vita nei momenti in cui é più debole – dentro all’utero, all’inizio della stessa, o, al contrario, verso la fine, nella vecchiaia – per difendere, inoltre, le famiglie, sempre più devastate dall’inconscio collettivo neoliberista, l’unico sistema onorevole sarebbe fare a cazzotti con chi sostiene il contrario, con le forze del male, che si travestono da agnelli per compiere le loro gravi nefandezze.
Prendere gente per cui il rispettivo corso di studi e percorso di formazione é servito solo a mentalizzarsi, a diventare più ignorante e presuntuoso, come il capo delle #sardine, e – naturalmente dopo essersi rilasciati a vicenda un’adeguata liberatoria – decidere a forza di sberle chi ha ragione e le soluzioni di chi devono prevalere, assolvendo al duplice compito di trovare un indirizzo di governo e di mettere tutti contro la realtà ed il principio di necessità, che sono sempre grandi maestri per tutti.
Non condivido e non condividerò mai le vostre idee, ma darei la mia vita per avere la possibilità di decidere a forza di mazzate se dobbiamo fare a modo vostro o a modo mio.
Tutto il resto mi interessa sempre meno.
Engioi.
Nel nostro Paese una assoluzione per strage non la si nega a nessuno, basta pensare alla sorte processuale dei responsabili dei fatti del Vajont, che non si sono fatti nemmeno un quarto d’ora di carcere dopo aver seppellito un intero paese con tutti i suoi abitanti. Però guai ad andare in piscina a fotografare o riprendere tuo figlio, potresti essere un pedofilo, uno di quelli contro cui adesso è di moda scagliarsi, poi l’anno prossimo, come dice Altan, tanto troveremo qualcun altro. Siamo nel guano fino al collo, abbiamo crimini importanti e altamente dannosi per la nostra società che non vengono puniti, ma le uniche sanzioni che vengono applicate sono quelle per chi non scrive “toilette” sul bagno o “uscita” sulla porta d’ingresso. Difficile comunque capire per quale recondito motivo uno che filma un ragazzino dovrebbe essere un pedofilo, allora chi va a caccia fotografica, ad esempio, dovremmo sospettarlo di violenza sugli animali? Se qualcuno, tra mille anni, vorrà capire la nostra società in base alle sue leggi, come facciamo noi adesso qualche volta con gli antichi romani, credo farà davvero molta fatica a trovare una chiave di lettura.
ROMA – Un papà, ai bordi di una piscina comunale, immortala con la cinepresa le prime bracciate del figlio. C’è qualcosa di male in questo quadretto familiare? Se l’incauto genitore si trova in un impianto natatorio di Trento sì. Nella provincia autonoma se inquadri con la videocamera o il telefonino una piscina piena di bambini che sguazzano diventi una persona molto sospetta e verrai fermato dal primo bagnino che si accorge di quello che stai facendo. Perché la piscina, come dice Roberto De Carolis direttore dell’Asis, la società che gestisce i 92 impianti sportivi cittadini, è un «territorio fertile per un certo tipo di reato».
Nei giorni scorsi a passare per pedofilo o qualcosa di simile è stato un padre, fermato dal personale proprio mentre filmava il proprio bambino. L’intervento garbato, ma fermo, del bagnino ha suscitato un vespaio di polemiche. È mai possibile che non si possa fare una foto neppure al proprio figlio? Ma allora non dovrebbe essere vietato anche sulle spiagge, si sono domandati in molti appellandosi al senso comune. E l’avvocato trentino Franco Busana parla di «forzatura usata come prevenzione anti-pedofilia». Il direttore dell’Asis, che difende a spada tratta il regolamento, è stupito da tanta ingenuità: «Ma come facciamo a sapere se chi filma è realmente un genitore? Se vedo uno che fotografa un bambino come faccio a sapere quali sono le sue reali intenzioni? Chi mi garantisce che non sia un pedofilo? Come posso prevedere se verrà fatto un uso privato delle immagini? E se finisce nel filmato anche un altro bambino, un soggetto indifeso che non è assolutamente in grado fare valere i propri diritti?».
Il regolamento adottato dalla società di gestione degli impianti sportivi del Comune di Trento, condiviso dall’amministrazione, è chiaro: vietato fare foto o riprese. Ma come tutti i regolamenti prevede delle deroghe. Se quel filmato o quella foto si devono proprio fare, basta chiedere alla direzione un permessino che verrà prontamente accordato. E mentre filmi un bagnino, appositamente allertato, ti terrà d’occhio, ti seguirà passo passo. «E’ un modo per garantire al nostro pubblico maggiori controlli e francamente non ci trovo nulla di male», dice Roberto De Carolis. I dirigenti della piscine di Trento sanno di essere duri e spietati: «Si capisce che un padre desideri filmare il proprio figlio. Ma il pericolo è sempre in agguato». In passato, spiegano, «non sono mancate segnalazioni allarmanti. Ai nostri bagnini sono state indicate persone che mostravano particolari attenzioni verso i bambini». «Non capisco tutto questo clamore per quel divieto – conclude il direttore delle piscine -. Ormai certe regole valgono dappertutto. Un mio amico mi ha raccontato di un padre fermato mentre filmava il figlio all’interno di un centro commerciale in Veneto». (Giulio Benedetti, 03 agosto 2008, Corriere della Sera)