Counseling in videoconferenza?
Oggi, visto il grande numero di richieste ricevute in tal senso, ti parlo di come funziona il counseling «a distanza» con me.
Molte persone, infatti, vorrebbero essere seguita da me, ma si trovano collocate geograficamente lontano da Vignola, sede del mio studio.
Oggigiorno, tutti fanno sedute di consulenza personale tramite sistemi di videoconferenza come ad esempio classicamente skype – che tra l’altro è un software che mi è sempre stato antipatico.
Usano molto Skype, ad esempio, gli psichiatri e gli psicologi negli Stati Uniti, dove non è raro per le persone avere uno psichiatra che sta in uno Stato diverso da quello della propria residenza.
Questa cosa della possibilità di aiutare le persone tramite videoconferenza, tuttavia, va secondo me un po’ approfondita e ben considerata e non, invece, implementata acriticamente come tutti sembrano voler fare al giorno d’oggi punto.
Ti dico come ho pensato di fare io, spiegandoti per bene le ragioni delle mie scelte, in modo che anche tu possa fare le tue valutazioni.
Come si trasmettono conoscenza e saggezza?
Partiamo da una considerazione.
Qual è il metodo migliore per poter imparare qualcosa da una persona, tra tutti i metodi che sono astrattamente disponibili?
Il metodo classico per la trasmissione della cultura in modo asincrono, e cioè senza la presenza contemporanea del «maestro», è sempre stato il libro. Oggi, a questo strumento classico e ancora fondamentale, se ne sono affiancati molti altri, come ad esempio i video, i podcast, i blog, gli account sui social network e così via. Nel caso di video e podcast le possibilità espressive consentite al «maestro» sono sicuramente maggiori per certi versi di quello che è consentito in un testo scritto, mentre per quanto riguarda blog e account sui social si tratta sempre di testi scritti, anche se con una struttura è una periodicizzazione molto diverse, caratterizzate peraltro dalla discontinuità e dalla confusionarietà.
Tutti questi supporti per la trasmissione delle informazioni e della formazione rappresentano tuttavia – sia quello tradizionale del libro, sia quelli più moderni che abbiamo appena visto – un mero ripiego rispetto al metodo principe per poter imparare le cose, che è quello di andarle ad ascoltare di persona dalla viva voce del «maestro».
Questo è tanto vero che, per tutti i più grandi maestri dell’umanità che ci sono stati di volta in volta, la scelta dei loro discepoli non è stata quella di leggere le dispense, di guardare degli eventuali video, di ascoltare delle registrazioni e cose del genere, ma è stata ogni volta quella di andare a vivere direttamente con il maestro per assorbire il più possibile tutto quello che questo maestro aveva da insegnare loro.
Ovviamente, io non mi ritengo un «maestro», solo appunto un counselor, ma questi concetti che ti ho appena illustrato si applicano anche nella relazione di cura del counseling, dove si tratta sempre di trasmettere qualcosa che determina un cambiamento positivo nella persona che vi fa ricorso.
Questo cosa c’entra con il counseling?
È evidente che anche nel counseling bisogna trasmettere qualcosa che va al di là dell’informazione, bisogna trasmettere delle vibrazioni positive – non ci crederai, ma molti vengono al mio studio dopo avermi sentito al telefono e avermi detto che la mia voce, così calma, li tranquillizza, ad esempio -, dei punti di vista alternativi, più funzionali, con cui guardare il mondo e la propria vita. Bisogna trasmettere, insomma, delle onde, bisogna, in altri termini, trasmettere una serie di cose che vengono davvero molto meglio di persona, che determinano un coinvolgimento molto maggiore della persona che si rivolge al counselor.
Insomma, proprio come quando si va da un maestro per un percorso di formazione, anche il percorso di cura viene innegabilmente molto meglio quando il counselor e la persona che si rivolge a lui si incontrano periodicamente di persona, senza intermediazioni tecnologiche e in sincrono.
Detto questo, qual è il mio consiglio per te?
Cerca un counselor vicino a te.
Per questo motivo, in prima battuta, il mio consiglio è sempre di cercare un counselor che possa seguirti di persona e che quindi sia disponibile nelle zone in cui vivi o lavori.
Questo, ovviamente, lo dico contro il mio interesse di libero professionista che guadagna di più quanti più incarichi ha, ma mi sembra più importante, specialmente nell’ambito del lavoro di cura, essere onesto e dare il consiglio giusto anche a costo di perdere degli incarichi.
Questo anche perché il counseling è un percorso che si vorrebbe che avesse una durata predeterminata, ma che spesso non riesce ad averla, oppure viene prolungato, dopo la risoluzione di un determinato set di problemi, per valutarne altri, quindi in realtà ha spesso una durata indefinita.
Per cui diventa anche difficile preventivare una serie di sedute, perché la progressione del lavoro dipende da mille fattori, come in tutti i lavori del mondo.
É necessaria una connessione.
Detto questo, va anche detto che, naturalmente, il counselor deve essere una persona che ti ispiri, con il quale nasce un minimo di alchimia perché questa base di intesa credo sia necessaria per poter svolgere un lavoro di cura in maniera efficace.
In sostanza, devi guardare al tuo counselor con interesse, con curiosità, con stima e riconoscimento della saggezza relativa. Oppure deve comunque «scattare qualcosa», come nell’esempio che ti ho fatto prima delle persone che mi «scelgono» dopo aver sentito il suono della mia voce e il mio modo di parlare – una cosa che, quanto a metodo, potrebbe sembrare, di primo acchito, non molto intelligente, ma che invece è mio giudizio intelligentissima, perché quando ci si muove in questo modo si mette al lavoro la propria intelligenza emotiva. Ricordiamoci sempre che la ragione sceglie, ma l’emozione decide!
Mi rendo, a questo riguardo, conto che non è così facile trovare un professionista con cui scatta questo tipo di scintilla, quindi tutto sommato capisco anche chi preferisce farsi seguire a distanza piuttosto che utilizzare un professionista in loco che per lui ha poco significato. Personalmente, ad esempio, sono io stesso seguito da professionisti a distanza per quanto riguarda la mia nutrizione e i miei workout in palestra.
Diciamo che, nel momento in cui tu che restringi la tua scelta dei professionisti da cui vuoi farti aiutare ad una determinata area geografica, stai anche restringendo la tua possibilità di scelta e la stai restringendo enormemente perché rivolgendoti anche a professionisti a distanza le tue opzioni diventano davvero tantissime.
La conclusione di questo discorso quindi qual è?
É che se trovi un professionista, un counselor, che ti ispira ed è vicino a te sei fortunato e puoi lavorare con quello. Viceversa, se non trovi un counselor con cui non scatta una certa intesa, che è il presupposto di base per fare un lavoro proficuo, puoi anche serenamente rassegnarti a cercarne uno a distanza.
Nel caso in cui tu volessi scegliere me per questo lavoro di counseling a distanza, vediamo allora come il lavoro con te potrebbe essere impostato. Prima di leggere le parti seguenti, prova però a cercare il tuo counselor vicino a te. Solo se non ci riesci dopo aver fatto il possibile, o se sai già che è, per varie ragioni impossibile, torna qui e continua a leggere.
Come lavorare a distanza.
E dunque a te che ora mi rivolgo, a te che non hai trovato un counselor in loco con cui poter stabilire un rapporto di intesa e vuoi cercare una persona che ti ispira anche lontano da te, perché nonostante tu sia poi costretto – almeno in parte, come vedrai tra poco – ad utilizzare dei mezzi tecnologici che potrebbero rendere meno efficace la relazione di cura e il lavoro su te stesso, in ogni caso il rapporto professionale è comunque più proficuo, perché almeno hai scelto un counselor che ti piace e nel quale senti di poter avere fiducia.
In questi casi, come può essere organizzata la relazione di cura? Come si può procedere a lavorare al meglio nonostante la distanza?
Ovviamente la scelta spetta a te, io ti fornisco solo alcune indicazioni e condivido con te alcune osservazioni, oltre a darti la mia flessibilità e disponibilità a riguardo.
Possiamo anche lavorare, se tu lo desideri, come fanno quasi tutti gli altri professionisti e quindi tramite sessioni di videoconferenza, sia tramite Skype, che tramite altri software che consentono appunto di fare sessioni del genere.
Una interessante e valida soluzione: sedute molto più lunghe.
La cosa però che di solito propongo io, e che a mio giudizio funziona molto meglio, specialmente se non sei così lontano, è quella di combinare le sedute di persona con quelle in videoconferenza facendo almeno la prima seduta di persona, in maniera da sintonizzarci e allinearci molto bene e fare poi in maniera molto più proficua le sedute successive.
Ovviamente, per te che vieni da fuori la prima seduta, e magari anche quelle successive, non sarebbe la classica seduta di un’ora. Per chi viene da fuori, specialmente la prima volta, organizzo sedute da due, tre ore e anche di più. Cosa che peraltro è utile a tutti quelli che iniziano un percorso di counseling, infatti anche con i clenti «locali» il primo incontro non di rado dura alcune ore.
Avendo clienti che vengono anche da molto lontano, ad esempio da Firenze, Milano, Roma e addirittura Napoli, ho appunto pensato sin da subito a delle sedute più estese, cioè anziché fare una seduta di un’ora ogni settimana o due come si fa tradizionalmente con le persone che vivono vicino allo studio, fare appunto delle sedute anche di una mezza giornata – ovviamente programmandole con un certo anticipo, perché non è così facile per me poter liberare una mezza giornata intera.
Il fatto è che alcune persone, alcuni miei clienti diciamo «remoti», che vengono da lontano, usano queste sedute di più ore di seguito, o di mezza giornata, e basta – venendo ad esempio una volta al mese, oppure ogni 45 giorni, e fermandosi appunto una mattinata o un pomeriggio intero per lavorare su loro stessi e tornando poi il mese successivo o quando sentono di aver bisogno di nuovo.
Vedo che in questo modo si riesce a lavorare molto bene, anche perché – e questo vale anche per i «locali» – i nodi di cui sono portatori le persone possono essere affrontati meglio in sedute più lunghe, dove si riesce a raggiungere un livello di approfondimento maggiore di quello della seduta oraria, tanto è vero che, come ti accennavo, spesso, specialmente per le prime sedute, consiglio anche ai clienti locali di fare una seduta di due o tre ore.
Conclusioni
Quindi il mio consiglio per te, che vuoi essere seguito dal mio studio, ma che vivi o lavori abbastanza lontano da Vignola è il seguente.
Prima, guarda bene che non ci sia un counselor o un’altra persona che si occupa di consulenza personale vicino a te che ti piaccia e con il quale senti di poter stabilire un rapporto proficuo di lavoro su te stesso.
Solo se non lo trovi, contattami per organizzare almeno una prima seduta in cui tu vieni a Vignola e ti fermi almeno due o tre ore, se non addirittura quattro, a seconda del tipo di problematiche che vuoi affrontare, della distanza che devi percorrere per venire qui, di come ti vuoi organizzare.
Dopo la prima seduta di persona.
Dopo questa prima seduta in cui ci saremo allineati e sintonizzati molto bene per il lavoro che dobbiamo fare e che avremo innescato nel modo migliore il cambiamento, starà poi a te scegliere che cosa fare in seguito, come lavorare con me in seguito.
Se vorrai, anche in relazione al tuo stato personale, potremmo non vederci più, e fare solo delle sessioni di videoconferenza, altrimenti se ti piacerà di più, se senti il bisogno di tornare a vedermi di persona, potremmo tornare a vederci, sempre con una seduta di più ore per sfruttare l’occasione di incontro una volta che ha investito sul viaggio per fare più lavoro possibile.
In conclusione, il mio consiglio è dunque questo: cerca di mettere in cantiere almeno una prima visita al mio studio di Vignola, in maniera che si possa stabilire un rapporto e una connessione tra di noi, che sono molto utili secondo me per poter iniziare un lavoro di un certo tipo e soprattutto con un certo livello di efficacia e fiducia.
L’importante è partire.
Se proprio non vuoi venire al mio studio, possiamo iniziare anche in videoconferenza: è sempre meglio di niente.
Ricordati che qualsiasi gesto che fai per lavorare su te stesso è un gesto meritorio, apprezzabile, è utile: io ti sto, in questo post, indicando quello che sarebbe il metodo secondo me migliore, perché è giusto che io te lo dica, però resta sempre comunque la considerazione per cui è meglio poco che niente e ognuno fa quello che riesce.
Già quel poco, a livello di crescita personale, è tantissimo, anche perché noi sappiamo che la cosa più importante è sempre iniziare, è fondamentale fare il primo passo, quindi in conclusione se vedi che ti piacerebbe venire da me organizziamo e vieni; invece, se in capo a un paio di settimane, massimo tre, la cosa non si riesce ad organizzare, piuttosto che non fare niente iniziamo anche direttamente con le sedute in videoconferenza.
Una volta che sarai venuto la prima volta poi deciderai tu se le volte successive fare in videoconferenza oppure tornare di nuovo, sempre con delle sessioni e con le distanze tra le stesse che siano compatibili con il viaggio che devi fare.
Indicazioni logistiche.
Un po’ di indicazioni per consentirti di valutare meglio se e come venire al mio studio di Vignola.
Non so tu da dove vieni e con quale mezzo preferisci di solito viaggiare, ma io ti consiglierei di dare un’occhiata, come prima cosa, a google maps e vedere cosa dice questo sistema di navigazione circa il tragitto e il tempo di percorrenza in auto. È comunque una prima indicazione, anche grafica, della distanza tra noi.
Personalmente, amo molto i lunghi viaggi in auto, specialmente con la compagnia giusta, perché creano un’intimità e una connessione che non si può avere altrimenti, mentre mi piacciono meno, devo confessare, i mezzi pubblici. Anche perché mi piace magari fermarmi lungo la strada se mi va, fare qualche sosta e così via…
Ad ogni modo, le informazioni che ti posso dare sono le seguenti.
Per venire a Vignola in auto, puoi usare l’autostrada uscendo al casello di Modena sud, quello più vicino, o, se preferisci, quello di Valsamoggia o anche Casalecchio. Dipende ovviamente anche da che parte stai venendo. Da Modena sud, poi, a Vignola ci sono 15 minuti.
Lo studio è in una laterale della tangenziale, al piano terra, davanti ci sono parcheggi dello studio, quindi una volta che arrivi in zona è comodissimo trovarlo, sistemare l’auto ed entrare.
Se vieni in treno, puoi andare ovviamente a Bologna. Da Bologna, ogni ora – durante il giorno – c’è un treno che viene a Vignola. La stazione è vicina al mio studio, quindi una volta sceso puoi venire a piedi, oppure ti posso passare a prendere io senza problemi. Il trenino da Bologna a Vignola impiega circa un’ora, un po’ meno.
In alcuni casi, alcuni miei clienti hanno fatto una pool car per venire insieme e dividere il viaggio divertendosi anche, ma questo ovviamente non si può realizzare sempre, chiaramente se ho altri clienti nella tua stessa zona posso certamente provare a mettervi in contatto.
Se vuoi pernottare a Vignola, oppure se vuoi usare la mezza giornata che magari ti rimane per visitare qualche cosa, ci sono molte cose interessanti da vedere nei paraggi, te ne parlerò nel caso, magari si può intanto andare anche a mangiare insieme, qui ci sono cose che non si trovano in altre parti d’Italia e che probabilmente non conosci, al di là di quelle famose che conoscono tutti.
Contattami.
Bene, se hai letto tutte le indicazioni e vuoi provare ad organizzare un percorso di counseling con me nonostante la distanza, contattami tramite il modulo nel menu principale del blog e vedremo di iniziare a ragionarci insieme, ti darò le mie disponibilità, ovviamente tutto senza impegno.
Se, invece, vuoi già acquistare una prima sessione di un’ora, puoi farlo da questa scheda prodotto.