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Frequentare i classici per capire l’anima dell’uomo.

Lo dicevo, senza conoscere questo autore, da sempre.

Sono i libri che ho divorato avidamente sin da bambino che mi hanno messo in grado di aiutare davvero gli altri.

É nella grande letteratura di tutti i tempi che c’è la vera anima dell’uomo e un terapeuta deve essere, prima di tutto, anche lui un poeta, una specie di cantastorie. «Il giocatore» di Dostoevskij, ad esempio, é di gran lunga il saggio migliore sulle compulsioni mai scritto…

Chi vuole aiutare gli altri deve frequentare i grandi classici, più che leggere la saggistica o gli studi…

Un abbraccio!

«Più “divori” pagine di alta letteratura e più migliora un’abilità conosciuta come Theory of Mind, teoria della mente, che consente di prevedere gli stati d’animo di chi ci è di fronte.
Una caratteristica che affonda le radici nell’empatia, inevitabile quando aprendo un libro ci si immedesima nei personaggi descritti. Si tratti del buono o del cattivo di turno, poco importa, la dinamica è sempre la stessa: si vivono le sue avventure, si cerca di capirne idee, stati d’animo e, perché no, persino di anticiparne le mosse. Il salto dal mondo immaginario al reale è breve: si allena la mente. Si addestra il cuore. Si affina l’intuito.
È la rivincita dei lettori, alla faccia di chi li accusa di non comprendere la realtà, eternamente immersi con la testa nelle nuvole. Sono da escludere i cosiddetti “volumetti rosa”.
Un carattere prevedibile o una dinamica scontata sono poca cosa per i nostri neuroni rispetto al racconto che ribalta gli stereotipi e distrugge ogni attesa.
Con uno shock letterario che ci prepara all’imprevedibile o, almeno, ci prova. Non è una questione di contenuto, ma di processo.
Quando leggiamo accendiamo le nostre competenze empatiche.»

(Keith Oatley – Università di Toronto – dalla rivista “Science”)

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Qualità dell’essere: al centro di tutto.

Post speciale con i miei auguri per il 2020…

Il mio sogno era di diventare insegnante, ma non di una disciplina tradizionale come la lingua italiana, la matematica, la fisica, bensì delle qualità dell’essere: compassione, non giudizio, empatia, ascolto, bellezza, musica, emozioni, inconscio

Tutte quelle cose che sono assolutamente necessarie per vivere bene e in maniera appagante, da uomini liberi e non da schiavi, come invece ci hanno educato.

Sì perché le qualità dell’essere non ce le insegna nessuno.

Non la scuola, che si dedica alle materie classiche, diventando spesso purtroppo una fucina di mentalizzazione, non la famiglia, dove si fa sempre più fatica non dico a parlare di queste cose, ma spesso a parlare tour court, perché c’è sempre un «altro impegno» più importante, o, in mancanza, un messaggio, una chat, un commento o un like, veicolati da una tavoletta, cui dare prioritariamente attenzione.

Non le insegna la Chiesa e questa è la mancanza più grave e
«colpevole» perché la Chiesa, col catechismo e con tutte le altre attività pastorali, esiste proprio per prendersi cura dell’anima. Il Vangelo, che tu ci creda o no, é un insuperabile manuale di crescita personale e cura dell’anima, peccato che non ci sia rimasto quasi più nessuno, a partire proprio dalla Chiesa, a veicolarne i messaggi.

Oggi la formazione, soprattutto dei giovani, é completamente rovesciata.

La prima cosa che dovrebbe apprendere un uomo libero sono le qualità dell’essere: per essere un bravo amico, figlio, fratello, coniuge, genitore un domani. La seconda cosa di cui si dovrebbe prendere cura un giovane uomo, una giovane donna, é il suo corpo: un dono
meraviglioso, il primo mistero, da cui tanto dipende tutto il resto. Solo da ultimo ci si dovrebbe prendere cura della mente.

Oggi invece é tutto rovesciato. Sì é schiacciati dal lavoro di formazione mentale, che spesso degenera in una mentalizzazione, che causa spessissimo piccole o grandi nevrosi – su questo sfido chiunque a dimostrare il contrario. Si fa poco per il corpo. Non si fa niente, assolutamente niente per l’anima.

Poi ci si scopre – grazie al cazzo – ad essere bravi lavoratori, ma con relazioni col coniuge, coi figli, coi genitori, cogli amici devastate, e devastanti. Cioè, come dico sempre: giganti nel lavoro, nani nella vita privata.

Ma la vita vera é quella del lavoro o la famosa vita privata?

Avevo un sogno, dunque. Quello di diventare insegnante di qualità dell’essere.

Nel 2019, grazie a Dio, l’ho realizzato. Ho potuto aiutare, nella mia pratica di counseling, tante persone ad aprire gli occhi, a prendere consapevolezza di tante cose e di come è fatto davvero il cuore dell’uomo, il nostro cuore, a tornare a viverci dentro, scendendo di un piano, dalla testa al petto, a riprendere a vivere con
soddisfazione all’interno di matrimoni e convivenze che erano pieni di dolore.

La cosa che ogni volta ancora mi stranisce é che basta così poco, non ci vuole poi molto ad acquisire le consapevolezze necessarie per vivere bene con se stessi e con gli altri…

Al 2020 chiedo solo di poter continuare così, diventare giorno per giorno una versione migliore di me stesso ed avere l’occasione di aiutare sempre più persone.

Grazie per l’affetto con cui mi segui sempre, significa molto per me

Buon anno 2020, che la mano di Dio sia sempre su di te per proteggerti. Un abbraccio.

Per il 2020, ti auguro di ottenere davvero quella vita che al momento fingi solamente di avere sui social, per poi scoprire così che in realtà non ti serve per essere felice.