Categorie
counseling

Maschera: la metti per paura del giudizio altrui.

Perché si indossa una maschera?

È sempre per un motivo molto preciso: la paura del giudizio degli altri.

È per questo che una maschera, chi più chi meno, ce l’abbiamo tutti.

La maschera, però, ci impedisce di essere autentici e quindi unitari, centrati, sereni e felici.

Impedisce le relazioni autentiche, perché la maschera è uno degli ostacoli principali all’ascolto, che è lo strumento fondamentale per stabilire una connessione empatica non giudicante, e quindi
genuinamente umana e, come tale, spiritualmente «nutriente» tra esseri umani.

Già è difficile incontrare una persona che sia davvero in grado di e disposta ad ascoltarti, senza interromperti, senza fornire
«soluzioni», senza giudicare, dandoti la sua completa attenzione…

Se però tu, quando anche hai la fortuna di incontrare una persona così, o, il ché è lo stesso, di aver trovato un bravo counselor, fai parlare, anziché te stesso, la tua maschera, come può esserci vero ascolto, se chi parla non è la persona autentica, ma una incrostazione che hai costruito sulla tua personalità perché avevi paura della sofferenza che avresti provato se il tuo autentico sé fosse stato giudicato?

Ecco perché, nelle prime fasi di una relazione di amicizia o di affetto, anche intimo, e di una relazione di aiuto come il counseling, una delle cose più funzionali che si può fare è quello di calare, lentamente, la maschera, fino ad arrivare al punto in cui ne è rimasta meno possibile – un po’ rimarrà sempre, nessuno riesce ad essere mai al 100% autentico, fa parte della complessità umana.

Alla domanda «ti chiedo di essere sincero» si potrebbe rispondere in due modi entrambi curiosi, entrambi estremamente sinceri:
– «a quale delle mie personalità lo stai chiedendo?»
– «lo stai chiedendo al mio vero sé o alla mia maschera?»

Valuta un percorso di counseling.

Evviva noi.