Categorie
diritto

Recesso immotivato dei clienti: come tutelarsi?

Siamo una società di produzioni cinematografiche e organizziamo anche corsi di un paio di giorni con personaggi dello spettacolo.
Ora capita che alcuni dei partecipanti a questi corsi firmino, versando una quota minima, un contratto di adesione al corso e poi, con varie scuse, cambino idea con due righe per mail o non si presentino il giorno dell’inizio del corso e del saldo.
E’ possibile in questi casi ottenere ugualmente per vie legali il saldo e in questo caso può essere previsto un intervento legale a percentuale?

La prima cosa da fare, in situazioni del genere, è sistemare il modello di contratto o il contratto «tipo» che fate firmare al momento della raccolta dell’adesione, in modo da regolamentare in modo specifico questo aspetto del «recesso» e da munire l’eventuale violazione delle clausole relative di adeguate tutele.

Ad esempio, se opportuno, potrebbero essere previste clausole di tutela come le clausole penali.

Più in generale, va rivista anche la politica della negoziazione e della trattativa con il pubblico dei clienti. Ad esempio, quale percentuale è più idonea da raccogliere come anticipo e, soprattutto, tramite quali mezzi di pagamento? Raccogliendola, ad esempio, tramite carta di credito, si sarebbe sicuramente più tutelati in caso di recesso illegittimo.

Per quanto riguarda eventuali azioni di recupero, la prima cosa da dire è che, come probabilmente risulta già chiaro, è evidente che bisogna cercare in ogni modo di ridurle al minimo, prevenendo l’insorgere di situazioni di questo tipo con strumenti di tutela «a monte» come quelli sopra indicati.

Nei casi in cui dovessero comunque verificarsi ipotesi del genere, la tariffazione a percentuale si può valutare, anche se non credo che si tratti di importi che possano offrire molto margine a riguardo. È una cosa ad ogni modo da valutare in concreto, in relazione al lavoro presumibilmente necessario e a quello che effettivamente si andrebbe a recuperare nel suo importo più o meno preciso.

Ti consiglierei, per prima cosa, di chiedere un preventivo, compilando il modulo apposito nel menu principale del blog, per la redazione di un buon modello contrattuale, adeguatamente tutelante, per tutti i rapporti con i vostri clienti.

Categorie
diritto

Se il costruttore non mi dà l’agibilità e la certificazione ape è inadempiente?

vorrei chiederLe un consiglio, sperando che l’argomento interessi altre persone. dopo aver acquistato casa, il costruttore, mi consegna, prima del rogito, alcune copie delle chiavi, tenendone una per se.questo a suo dire per permettermi di prendere visione dell’avanzamento lavori e per le sue per poterli proseguire.
purtroppo però non si riesce a fissare la data del rogito, c’è sempre qualche intoppo da parte sua.
nella compravendita è prevista , nel caso di ritardata consegna, una penale giornaliera fino alla consegna definitiva e si specifica che l’immobile dev’essere perfettamente ultimato e funzionante.
la mancanza di scuretti, certificazione di abitabilità e mancata consegna ape, possono decretare che l’immobile non sia perfettamente ultimato a tutt’oggi malgrado abbia ricevuto le chiavi? oppure la loro consegna, malgrado abbia fatto notare queste carenze, lo solleva dal pagamento della penale?

Purtroppo, per poter dare una risposta con un minimo di utilità nel tuo caso bisognerebbe leggere con attenzione il contratto preliminare che hai sottoscritto.

Tu infatti non hai ancora acquistato nessuna casa, hai solo firmato un compromesso, o contratto preliminare, ma sarà al momento della stipula del definitivo, chiamato rogito, che diventerai proprietaria.

In generale, si può solo osservare che la mancanza di parti importanti come gli infissi, ma soprattutto dei provvedimenti e delle certificazioni necessarie per poter abitare legittimamente e con sicurezza l’immobile di solito impedisce che si possa parlare di adempimento da parte del venditore.

Peraltro, sono situazioni che si verificano anche abbastanza spesso e che di solito si risolvono con un accordo bonario, non so però ovviamente dirvi cosa convenga maggiormente nel vostro caso.

se cancello la prenotazione su booking.com di una camera devo pagare lo stesso?

A Ottobre ho prenotato tramite booking.com un week end in Austria (non era richiesta carta di credito o altri dati…). Ho avuto un problema imprevisto che mi ha impedito di andare e il giorno prima ho disdetto. Era scritto chiaramente che avrei dovuto pagare l’intera cifra (330€), ma io ho telefonato tempestivamente dicendo che potevano affittare la camera i quei giorni (ponte del 1° novembre c’erano molte richieste). Ora mi stanno sollecitando il pagamento, dicendo che si muoveranno tramite avvocato. Vi chiedo cosa possono fare e se alla fine sarò costretta a pagare. Mi dicono che avviare una pratica tramite avvocato costa circa € 500 e che nn ne vale la pena x loro….ma col fatto che sono austriaci….magari vanno fino in fondo… e non vorrei vedermi costretta a spendere il doppio! Potete consigliarmi in merito? Per me 330€ sono davvero tanti….ho uno stipendio basso…

Per poter dire cosa prevede la legge nel tuo caso, bisognerebbe esaminare con precisione quel tuo «era scritto». Innanzitutto, dove era scritto? Nelle condizioni generali di booking.com? In una mail che ti è arrivata dopo la prenotazione da booking.com? In una comunicazione che ti è arrivata direttamente dall’albergo? Come dico sempre, quando c’è qualcosa di scritto, per capire come è regolata una cosa, è a quello che bisogna far capo, tutto il resto sono osservazioni e discorsi destinati a rimanere in secondo piano. Oltre alla collocazione, bisogna vedere anche che cosa c’era scritto di preciso, cioè se era una clausola generale, una vera e propria clausola penale, se nelle condizioni generali ad esempio erano fatti salvi i casi di forza maggiore e così via.

Detto questo, come ti hanno detto anche le tue controparti, si tratta a mio giudizio di una di quelle vicende che mal si prestano ad essere gestite con riferimento al diritto in senso stretto e che andrebbero valutare con il ricorso all’equità, cioè lasciando perdere i criteri precostituiti nelle leggi e cercando di raggiungere un punto d’incontro. Io, se fossi al posto tuo, insomma offrirei una somma tipo 100/150€ per chiudere tutto e, se accettassero, gliele mandarei. Non è pensabile di poter discutere di un caso come questo, con tutte le sue possibili variabili (anche il tuo «imprevisto» sarebbe da approfondire, ma anche l’effettivo uso della camera che hai lasciato vuota, magari sono riusciti a riaffittarla e di fatto non hanno avuto nessun danno…), per un valore di 300€, come vai da un legale per una consulenza ne spendi 100 e questo è solo il primo passo, penso che sia sufficiente per darti l’idea della sproporzione, non è che uno possa andare a caccia di zanzare con un trapano a percussione…