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Spese per la consulenza medico legale: sono rimborsate?

il costo della perizia medico legale effettuata a seguito di sinistro stradale in regime di indennizzo ordinario è rimborsabile dall’assicurazione?

Innanzitutto vediamo qual è di solito il prezzo per una perizia medico-legale o una consulenza tecnica di parte.

Il costo di una perizia medico-legale o una consulenza tecnica di parte non è fisso, ma viene determinato in base alla complessità e qualità delle prestazioni richieste, alla difficoltà del caso, all’impegno dedicato e alle spese sostenute, considerando anche le competenze e le risorse impiegate.

Al momento di affidare l’incarico professionale, una volta esaminato il caso, il medico legale deve comunicare in anticipo al cliente il costo dell’onorario, affinché questi possa prendere una decisione consapevole e informata riguardo all’accettazione dello stesso, tenendo conto dei benefici previsti, almeno in modo approssimativo.

Alcuni medici legali seguono, ad esempio, le tabelle degli “onorari per prestazioni medico-legali in ambito civilistico”, redatte a titolo indicativo dal Sindacato Italiano Specialisti di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SISMLA) e adottate dall’Ordine dei Medici di Roma mediante Delibera n. 162/2008 del 10 giugno 2008.

Queste tabelle non sono vincolanti, ma le parti possono scegliere di farvi riferimento.

Per quanto riguarda la rimborsabilità delle spese per la consulenza medico legale, si può vedere la questione in modo diverso per l’indennizzo diretto e per quello ordinario, valevole solo per i risarcimenti di danni superiori, ad esempio, al 9% di danno biologico.

Per l’indennizzo diretto, gli articoli 6 e 9 del DPR 254/06 così si esprimono a riguardo: – “art. 6 … Nell’ipotesi di danni al veicolo e alle cose, la richiesta di risarcimento contiene i seguenti elementi… e) l’eventuale consulenza medico legale di parte, corredata dall’indicazione del compenso spettante al professionista (…omissis…); -”art. 9…sugli importi corrisposti non sono dovuti compensi per la consulenza o assistenza professionale di cui si sia avvalso il danneggiato diversa da quella medico-legale per i danni alla persona”.

Dunque l’art. 6 impone di allegare la spesa per la consulenza medico legale, mentre l’art. 9, nell’escludere le spese di assistenza legale, non esclude quelle per la consulenza medico legale, che, pertanto, sono risarcibili.

Per quanto concerne, invece, l’indennizzo ordinario, valgono le seguenti considerazioni.

I giudici hanno più volte ribadito la rimborsabilità delle spese per il consulente medico legale, sia in ambito stragiudiziale; ad esempio puoi vedere la sentenza di Cassazione , sez. III civile, n. 31.05.2005 n. 11606 secondo cui «L’intervento di un professionista, sia esso un legale o un perito di fiducia, così come previsto dall’art. 5 ultimo comma legge 5 marzo 2001 n. 57 e come affermato nel regime precedente dalla Corte di cassazione (Cass. civ. 12.10.98 n. 11090, in Giust. civ., 1999, I, 422) è necessario non solo per dirimere eventuali divergenze su punti della controversia, quanto per garantire già in questa prima fase, là ove si osservi che l’istituto assicuratore non solo è economicamente più forte, ma anche tecnicamente organizzato e professionalmente attrezzato per affrontare tutte le problematiche in materia di risarcimento del danno da circolazione stradale, attesa la complessità e molteplicità dei principi regolatori della materia. Va, quindi, affermato il principio che nella speciale procedura per il risarcimento del danno da circolazione stradale, introdotta con legge n. 990 del 1969 e sue successive modificazioni, il danneggiato ha diritto, in ragione del suo diritto di difesa, costituzionalmente garantito di farsi assistere da un legale di fiducia e, in ipotesi di composizione bonaria della vertenza, ad ottenere il rimborso delle relative spese legali».

Nella mia esperienza, le spese per la perizia medico legale mi sono sempre state rimborsate.

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Problemi sanitari vari e invalidità: li valuta il medico legale.

io ho tolta la tiroide (3 tumori t5)poi ho avuto scompensi cardiaci (minima alta) , con problemi anche di diabete per ipotirodismo post operatorio cronico (tsh ballerino). In medicina legale viene tutto conteggiato ai fini dell’invalidata’ per malattia o no? visto che ci sono correlazioni scientifiche tra gli organi tiroide e cuore ecc.

L’unica cosa che posso dirti, sulla base di uno sguardo da estraneo alla materia, quello di uno che l’ha vista appunto solo da fuori, è che «potrebbe essere».

Come tu stesso riconosci, non è una problema di natura legale, rientrante nel dominio e nella competenza di un avvocato, quale io sono, ma di natura medico legale, dunque rientrante in quella di un medico legale, cioè un medico, un sanitario come figura di base, che ha preso una specializzazione di natura anche giuridica.

Devi dunque rivolgere questa domanda ad un medico legale, figura che ti sarà comunque necessaria per fare le pratiche di invalidità o aggravamento che mi pare tu abbia intenzione di fare.

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Vaccino covid e figli: come evitarlo contro altro genitore?

mi chiamo xxx, sono la mamma di un bambino di 5 anni. Dopo essermi documentata ed aver cercato di ragionare nel modo più lucido possibile, ho preso la decisione di non vaccinarmi contro il COVID-19. Sono divorziata. Il mio ex marito, nonché papà del mio bambino, si è vaccinato e non dubito che se dovessero estendere la vaccinazione anche ai più piccoli, sarebbe ben contento di portare il nostro bambino a vaccinarsi. Io sono assolutamente contraria a che il mio bambino venga vaccinato contro il COVID-19.Ci sono delle azioni che io posso fare già da ora per tutelare mio figlio?

Non è una situazione facilissima, ti spiego perché.

Innanzitutto, il favore per la vaccinazione è enormemente diffuso presso politica, media e, alla fine, anche società civile.

Chi diffida del vaccino è una minoranza: ben determinata, ma pur sempre una minoranza.

donna che prende una pillola

La famiglia, dopo la riforma del 1975, è sostanzialmente una diarchia: tutte le decisioni di interesse dei bambini devono essere concordate tra i genitori. Anche quando la famiglia è ormai disgregata, come in caso di separazione o divorzio.

In caso di disaccordo, ci si deve rivolgere al giudice.

Purtroppo, le prime pronunzie dei giudici hanno mostrato di essere favorevoli alla vaccinazione. Ti allego ad esempio un provvedimento del tribunale dei minorenni di Trento, anche se il caso riguardava una vaccinazione obbligatoria ex lege 31 luglio 2017, n. 119, e non la vaccinazione, al momento facoltativa, contro il covid.

Per quanto riguarda i bambini, specialmente così piccoli, anche io penso che sia sbagliato sottoporli a vaccinazione. Proprio in questi giorni è uscito uno studio in cui si chiarisce che è più alto per gli adolescenti, ad esempio, il rischio di sviluppare una miocardite a seguito della vaccinazione che quello di subire conseguenze negative dall’eventuale infezione di covid.

Puoi leggere qualcosa a riguardo qui.

Detto questo, ci sono alcune cose che si possono fare sin da ora per tentare di scongiurare l’inoculazione di tuo figlio ad opera del padre eventualmente autorizzato da parte di un giudice:

1) innanzitutto, può essere utile comunicare ufficialmente tramite un legale, a mezzo di una apposita diffida, la tua contrarietà alla vaccinazione all’altro genitore, cioè al padre, il tuo ex marito, indicando le motivazioni relative;

2) inoltre, può essere utile iniziare a raccogliere documentazione, che deve essere a) sia di tuo figlio, relativa al suo stato di salute ed eventuali problematiche sia b) in generale studi, osservazioni e discorsi (facendo ben attenzione a lasciar perdere le bufale, che sono tantissime) sulla inutilità o inopportunità di vaccinare i minori, specialmente se così piccoli.

Entrambe queste cose servono per l’eventualità che il tuo ex marito dovesse ricorrere al giudice per chiedere l’autorizzazione alla vaccinazione, soprattutto ovviamente la seconda, perché sarebbe documentazione che potresti mostrare al giudice per chiedergli di denegare l’autorizzazione.

Nel caso di patologie specifiche di tuo figlio, potrebbe essere utile anche acquisire una apposita consulenza medico legale, che sarebbe un approfondimento utile rispetto all’attività di cui al punto 2), ma che va fatto solo in determinate situazioni.

Ti consiglierei di acquistare una consulenza di base da questa pagina (nella qual pagina, prima di fare l’acquisto, puoi valutare anche il costo): in seno a questa consulenza, potremmo fare intanto la comunicazione al tuo ex marito, inoltre potremmo organizzare la raccolta della documentazione in modo da essere pronti in caso di richiesta al giudice.

Iscriviti comunque al blog, riceverai tutti i giorni un unico post; ultimamente sto parlando molto della vaccinazione, è importante restare aggiornati.

20200720 provvedimento tribunale minorenni Trento.pdf

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Intervento con rene danneggiato: c’è responsabilità?

Ho subito un intervento di neovescica con asportazione della prostata nel dicembre 2014, nel corso del quale ho perso l’uso di un rene, perché ne è stato strappato l’uretera nel togliere il catetere. È stato intentata un’ulteriore operazione per recuperarlo, ma non è riuscita, perché il medico non ha più ritrovato l’uretera. La mia domanda: ci sono gli estremi per la richiesta di un risarcimento?

Mi dispiace per la tua vicenda.

Quanto al tuo legittimo quesito, purtroppo è una cosa cui io, come avvocato, non posso essere in grado di rispondere.

Il caso deve essere esaminato da un medico legale.

Costui è un medico specializzato appunto in valutazioni forensi che ha il compito di dire se questo tipo di “complicanza” – diciamo così per capirci – è normale e tutto sommato accettabile, cioè in altri termini è un rischio difficilmente eliminabile di questo tipo di interventi, o è invece dovuta a responsabilità dei sanitari che hanno praticato l’intervento, tanto che, se fossero stati prudenti, esperti e diligenti, si potrebbe dire che questo danno non si sarebbe verificato.

Può darsi benissimo che questa responsabilità ci sia, insomma, ma va accertato in concreto da un medico legale.

Per fare questo accertamento, è sufficiente intanto acquisire una consulenza medico legale da un tuo professionista di fiducia, non è necessario adire il tribunale, cosa che potrai fare in seguito, solo a condizione che il tuo medico legale di fiducia ti abbia confermato che si cono buone basi legali per sostenere la responsabilità.

Questo tipo di azione solitamente si fa con il ricorso per CTU preventiva.

Se vuoi approfondire ulteriormente, o comunque intanto inviare comunque la richiesta danni, valuta l’acquisto di una consulenza.