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Contratto di assistenza: quand’è che simula una donazione?

siamo 3 figli e quando è morto nostro padre ,vedovo, io e mio fratello abbiamo scoperto che nostra sorella aveva ereditato la casa dove abitava nostro padre con un atto in cambio di assistenza. Cosa che non è avvenuta in quanto nostro padre era in grado di fare tutto. In pratica secondo noi si tratta di una donazione mascherata. La mia domanda è se il rogito si può impugnare e come si fa a dimostrare che in realtà nostra sorella non ha servito nostro padre?

Atti di questo genere, parlando genericamente, si possono impugnare ed è abbastanza consueto vedere cause di questo genere nei nostri tribunali, anche perché l’intento di eludere le disposizioni sulle successioni necessarie purtroppo non così di rado emerge concretamente.

Nel vostro caso, ti sembrerà incredibile, ma per poter valutare se questo contratto di assistenza sia effettivamente impugnabile, cioè se vi siano adeguate basi legali, fattuali e probatorie per poter dimostrare che è una simulazione, occorre necessariamente esaminare il contratto stesso e più in generale la situazione familiare e personale di tutti i protagonisti, raffrontando tutte queste cose tra loro, in modo da «leggere» questo contratto in modo contestualizzato.

Visti i valori in ballo, che non sono trascurabili, e la particolare «antipatia» di una vicenda del genere, vi suggerirei, quantomeno, di acquistare una consulenza da un avvocato, per avere maggiori delucidazioni e chiarimenti, cosa che rappresenta intanto comunque un valore in sé, perché è giusto sempre, in queste cose, sapere cosa si deve pensare, cosa si potrebbe fare o meno, per poi decidere in seguito se fare o meno davvero l’azione.