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Come fare se gli altri frontisti non fanno la manutenzione della strada vicinale?

I frontisti di una strada vicinale ad uso pubblico (Comune di Castel san Pietro Bologna) non vogliono pulire le ripe né mantenere i fossi, né riparare la slavina che è venuta quest’inverno proprio al limite della strada. Oltretutto percorrono la strada con trattori e rimorchi pesanti nei periodi di semina, sfalcio erba e mietitura. La strada sta diventando non percorribile oltre che pericolosa; i rovi e i rami che arrivano sulla strada dalle proprietà limitrofe, segnano le fiancate della macchina. La strada è lunga più di 1 Km. e da solo non riesco a far fronte alle spese che occorrono. Cosa si può fare per richiamare i confinanti alle proprie responsabilità? Ho parlato ad entrambi (sono due) ma sono sfuggenti e non sono riuscito ad ottenere nulla. Oltretutto, anche se potessi finanziariamente, non potrei intervenire (ad es. con diserbo meccanico o chimico) sui terreni altrui.

Quello della manutenzione delle strade vicinali è un problema molto diffuso, ne abbiamo parlato, abbastanza approfonditamente, in questo altro post e proprio in questo periodo sto seguendo un caso qui al mio comune di Vignola.

Il fatto è che la strada vicinale, giuridicamente, è oggetto di proprietà privata in comune da parte di tutti i frontisti, ma su questa situazione, appunto privatistica, è «spalmato» un diritto di passaggio a favore di tutta la collettività (il famoso «uso pubblico»). Questo comporta che il Comune di riferimento abbia voce in capitolo, oltre che essere tenuto a partecipare alle spese per le opere necessarie.

Che cosa bisogna fare in concreto in casi come questi?

Innanzitutto, bisogna verificare la effettiva natura della strada, andando all’ufficio tecnico o viabilità del Comune per vedere se la strada è inclusa nell’elenco delle strade vicinali previsto, da tantissimi anni, dalla legge italiana. È evidente, infatti, che se la strada non fosse vicinale cambierebbe il relativo regime giuridico.

Una volta confermata la natura vicinale della strada, io suggerisco generalmente di seguire questi passaggi:

  1. Scrivere una lettera o diffida tramite lettera raccomandata predisposta da un legale a tutti i frontisti interessati e al Comune nel cui territorio si trova la strada. Se, infatti, i comproprietari si riescono ad accordare tra loro, con il beneplacito del Comune, si può evitare la costituzione del consorzio per la gestione della strada vicinale, che, come tale, ha delle spese sia per la sua costituzione, sia, in seguito, annualmente, per il suo mantenimento (è come avere una piccola società commerciale).
  2. Se a seguito della lettera e dei successivi incontri e trattative non si raggiunge un accordo sui lavori da fare e sulla ripartizione delle spese 1, ci sono poi svariate possibilità di azione:
  3. Posto che il Comune, almeno a mio giudizio, in caso di inerzia dei frontisti comproprietari e anche prima dell’avvenuta costituzione del consorzio, è tenuto ad eseguire le opere necessarie per la sicurezza e la percorribilità della strada, che è un bene di tutti, si può diffidare il Comune ad eseguire le opere. In questo caso, se poi il Comune le esegue, avrà azione di regresso nei confronti dei frontisti per la rispettiva porzione di competenza, cioè potrà andare a «riscuotere indietro» parte delle spese. È poi estremamente probabile che il Comune promuova la costituzione del Consorzio, per evitare di dover intervenire d’urgenza in future occasioni.
  4. Se non si vuole procedere ai sensi del punto precedente, si può in alternativa chiedere la costituzione d’ufficio del Consorzio. La richiesta va fatta al Prefetto. In questo caso, l’esecuzione delle opere sarà rimandata a quando il consorzio sarà stato costituito. Quindi diciamo che in caso di estrema urgenza il procedimento da seguire è quello precedente, mentre questo è per i casi meno urgenti.

La scelta della strada migliore da percorrere va come sempre valutata con attenzione in relazione al caso concreto.


  1. La ripartizione delle spese avviene di solito sulla base di tabelle millesimali del tutto analoghe a quelle che si usano nei condomini. Anche la creazione di queste tabelle deve avvenire mediante accordo tra i frontisti, eventualmente con la consulenza dell’avvocato o di un immobiliarista o un tecnico.