Una cosa in cui mi è capitato di «specializzarmi» di recente sono i facebook ads.
Vi ho detto diverse volte che, in fondo, sono un eclettico, avendo curiosità che spaziano dalle materie più umanistiche a quelle matematiche o economico-giuridiche.
In realtà, nel marketing e nel copy vedo la possibilità per una persona innamorata del linguaggio e delle sue potenzialità, che crede moltissimo nel potere della parola, di poter avere grandi soddisfazioni…
Ad ogni modo, gli annunci di facebook sono la realtà del momento. Hanno superato quelli di google, dal momento che la pubblicità sul social gestito da Zuckerberg, che ha profilato miliardi di utenti, finisce giocoforza per essere molto più mirata ed efficace.
Gli ads di facebook possono essere utilizzati per moltissime cose e, nella mia attività di counselor (quante cose si incrociano nel mio lavoro!) mi ritrovo a proporne la valutazione in diversi casi, specialmente a persone, anche privati, che devono risolvere problemi che comportano la vendita di un immobile oppure anche trovare un lavoro.
Creare un buon annuncio su facebook è sicuramente una forma d’arte, dalla definizione di un buon copy, cioè di parole efficaci contenute nell’annuncio stesso e poi nella successiva «landing page», alla definizione delle persone che devono essere obiettivo della campagna, cioè target, cioè ulteriormente le persone cui l’annuncio deve essere mostrato.
Parleremo in diversi post ulteriori di questi vari aspetti, oggi mi voglio concentrare sulla definizione degli aspetti open graph dell’annuncio da pubblicare. Questi riguardano il modo in cui un link, inserito all’interno di un annuncio facebook, compare per quanto riguarda l’immagine, il titolo, il breve riassunto sotto al titolo.
Se trascuri questi aspetti, l’annuncio appare senza immagine (malissimo!) e con stringhe di testo non adeguate, spesso relative ad aspetti tecnici della landing page che colleghi all’annuncio.
Per configurare, invece, questi aspetti bisogna usare le funzioni offerte dal plugin di creazione della landing page ovvero dal plugin di gestione degli aspetti SEO di wordpress – sto dando per scontato per comodità di esposizione che usiate wordpress, ovviamente il discorso vale mutatis mutandis anche per altre piattaforme.
Una cosa importante da sapere al riguardo è che facebook, nel momento in cui qualcuno vi condivide un link, conserva una cache di immagine, titolo, riassunti per quel link, per cui è bene che gli aspetti open graph siano sistemati e ben configurati al momento della pubblicazione della landing page.
È possibile dire a facebook di cancellare questa cache, nel caso in cui ad esempio la pagina sia stata editata o si vogliano cambiare gli elementi open graph.
Per fare questo bisogna usare lo strumento messo a disposizione da facebook a questo indirizzo.
In questa pagina, si può vedere come facebook presenterà il link della nostra landing page e controllare che tutti gli aspetti grafici e testuali siano corretti e come li desideriamo noi.
È inutile spendere dei soldi in una campagna se tutto quello che possiamo dimostrare con essa è la nostra sciatteria.
Ti consiglio di affidarti sempre a qualcuno esperto per la realizzazione delle tue campagne e di non improvvisarti perché l’immagine e l’autorevolezza tua o della tua azienda potrebbero addirittura esserne compromesse.
Se vuoi un preventivo, puoi chiederlo compilando il modulo apposito nella voce principale del blog.
Come probabilmente sapete già, mi sono iscritto ad un master di counseling, per diventare appunto counselor.
Ma che cos’è il counseling?
In termini molto elementari, ma a mio giudizio abbastanza efficaci, il counseling consiste nel farsi ascoltare da un «esperto», esperto in niente di molto più specifico che non sia l’ascolto stesso, per ricevere un aiuto nella definizione di una o più strategie o tattiche per poter affrontare uno o più problemi della vita, di qualsiasi genere, dal lavoro, alle relazioni, alla spiritualità, alla personalità e così via.
Entrare in questo mondo per me è stato davvero molto spontaneo.
Sono avvocato da 22 anni, per tutto questo tempo ho cercato di aiutare le persone definendo strategie efficaci per i loro problemi legali – che, come tali, non sono mai problemi giuridici, ma presentano sempre profonde radici emotive.
Da alcuni anni, sono mediatore familiare e aiuto le coppie, cercando anche in questo caso di definire delle strategie per poter raggiungere i loro obiettivi, auspicabilmente di composizione delle crisi o, nei casi meno fausti, di separazione – è noto che io sono molto favorevole alle riconciliazioni o al lavoro sulla coppia, specialmente quando ci sono i figli, mettendo la soluzione della separazione sempre all’ultimo posto.
Come counselor, potrò aiutare le persone, gli individui, andando per certi versi anche alla radice dei primi due problemi, quelli legali, che coinvolgono due individui non necessariamente legati da relazioni specifiche, e quelli di coppia, che spesso originano da problemi singoli di uno o dei due componenti della stessa.
Mi sento molto portato per questo tipo di lavoro, per via delle mie doti di empatia e della mia preparazione tendenzialmente eclettica, a cavallo delle scienze umane e della tecnica, con la quale sorprendo sempre le persone che hanno a che fare con me quando vedono che mi destreggio abbastanza bene sia con la letteratura, la filosofia e la fede, sia con le tecniche più moderne – nel colloquio che ho avuto ieri ad esempio ho consigliato ad una mia cliente di creare una campagna utilizzando facebook ads, un sistema di marketing che ho approfondito per interesse personale e che ho trovato molto efficace.
La mia fortuna, appunto, è stata probabilmente quella di essere sempre stato molto curioso, senza porre confini, e interessato da tutto quello che avrebbe potuto essermi utile o anche solo divertente.
Credo che aiutare gli altri sia anche molto cristiano e so che, ad ogni modo, aiutare davvero gli altri mi piace e mi dà profonda soddisfazione (purtroppo, molte persone non vogliono essere aiutate).
Nel campo dei problemi legali, purtroppo tutto quello che puoi fare per aiutare gli altri incontra mille ostacoli che sfuggono dalla tua sfera di controllo: puoi impostare bene un ricorso o una strategia, ma poi c’è un giudice che decide e magari vede le cose in modo diverso da te. Nel campo del lavoro individuale, il rapporto è tra il consulente e l’individuo – e questo è francamente e finalmente meraviglioso.
Le persone oggigiorno non sono felici.
Potete tentare di venirmela a raccontare in qualsiasi modo, ma io sono 22 anni che tengo le mani dentro alle ferite più brucianti della gente e so che cosa c’è nella pancia di più o meno tutti.
Facendo l’avvocato, ho raccolto più confessioni di un frate, quindi so perfettamente cosa dico.
Parlo di persone che avrebbero tutto per essere felici, ma non lo sono.
Anzi, stanno male, proprio male e continuano a girare in tondo senza riuscire ad uscirne.
Per metterci anche la ciliegina sopra, finiscono per giudicarsi molto aspramente per la situazione in cui si trovano…
Io sono andato verso il counseling per la tensione verso il dolore e la sofferenza di queste persone, dopo un percorso di crescita individuale che mi è capitato di fare e che mi ha reso molto più forte, felice, resiliente.
Ovviamente, non tutto può essere risolto con il counseling, che è un tipo di intervento che si basa sulla parola, che è uno strumento potentissimo, ma non sempre sufficiente.
Peraltro, il counseling si può utilizzare per persone che sono «sanissime», non presentano alcun disagio, ma posso semplicemente giovare dell’aiuto di un punto di vista diverso («think different») per affrontare le cose della loro vita o semplicemente per fare crescita personale, una cosa importantissima che ognuno di voi deve fare da quando nasce a quando muore (e, probabilmente, anche oltre…).
Il counselor si colloca, a mio modo di vedere, su un primo, ma vastissimo, gradino di lavoro di cura e relazione con la persona, quello dei «sani» che possono giovarsi di un aiuto esterno o delle persone con disagi contenuti.
Se i disagi sono più grandi, ma si possono curare ancora con la parola, si può tentare con uno psicoterapeuta, magari insieme ad un counselor.
Se sono più grandi ancora, c’è lo psichiatra o, ulteriormente, il ricovero sanitario.
Sempre come avvocato, mi è capitato, ad esempio, di ricevere tre persone, in altrettante occasioni diverse, che erano vittime di veri e propri deliri – di persecuzione, di distorsione della realtà – con le quali ogni terapia basata sulla parola sarebbe stata inutile.
Ognuna delle figure che si occupano della persona (counselor, psicoterapeuta, consulente filosofico, psichiatra, ecc.) deve avere l’onestà di inviare la persona alla figura più appropriata per lui, sia in alto che in basso, a seconda della situazione e della gravità del problema e questa è e sarà sempre la mia «proposizione etica» come counselor.
Da oggi, il blog cambia anche il suo payoff, che diventa, da «avvocati da volto umano» qual era, «avvocati, mediatori e counselor dal volto umano».
Con questo ultimo tassello, si compie finalmente una prima grande fase della mia evoluzione come persona e come professionista.
Sono arrivato ad un punto che, in precedenza, non avevo nemmeno bene identificato come quello mio di arrivo, come sempre avviene nella vita, che è come un puzzle da ricostruire, in cui ricevi un pezzo alla volta da sistemare, senza però poter vedere l’immagine d’insieme.
Ma sento che era questo il punto cui dovevo arrivare.
Il lavoro di qualsiasi professionista, artigiano, imprenditore, lavoratore, familiare ha senso solo se è davvero utile agli altri.
Ho sempre intuito che al centro del mio lavoro avrebbe dovuto esserci l’uomo, con le sue esigenze, da trattare in modo umano – da qui lo slogan, fortunatissimo, degli «avvocati dal volto umano». Ho preso una professione tradizionalmente burocratica, fatta di tanta incomunicabilità con il pubblico degli assistiti, e ho cercato di renderla umana e mettere al centro il cuore e il lavoro sul cuore, da me ultimamente sempre più spesso proposto in alternativa a quello giudiziario classico.
Da là a prendere in mano la persona in modo completo il passo è stato davvero breve, ogni avvocato tocca con mano più volte al giorno la radice emotiva e individuale di tutti i problemi legali.
Dopo tanti anni passati non dico a girarci intorno, ma a vedere i problemi più da lontano, senza poter intervenir più nel profondo, finalmente avrò la possibilità di fare sempre di più quel lavoro sul cuore di cui oggi c’è assoluto bisogno.
Adesso concludo, ci sarebbero tante altre cose da dire, ma magari va ne parlerò in altri post successivi, come facciamo sempre sul blog.
Io posso solo ringraziarvi perché se sono qui a poter scrivere e fare queste cose è quasi solo merito vostro che mi avete dato fiducia e scelto per la trattazione dei vostri problemi, a volte delicatissimi, e mi avete fatto crescere, in tutti questi anni, sia come professionista che come uomo.
Il minimo che possa fare è continuare ad esserci, sempre, a disposizione per ascoltarvi.
Sapete che, quando c’è qualcosa che vi fa male, quando vi fa male da qualche parte, potete venirne a parlare con me.
Evviva noi e che Dio vi benedica e volga sempre il suo volto verso di voi.
PS vi lascio questo breve, ma eccezionale, video di un grande maestro, Mauro Scardovelli, che spiega ancora più approfonditamente cosa sia il counseling, parlando delle fondamentali intuzioni di Carl Rogers.