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Espropriazione immobiliare: possono farla a pezzi e bocconi?

Il Comune del mio paese espropria parte di una proprietà confinante con la mia (e quella di altri vicini), per fare una strada; lascia però nella disponibilità del proprietario una striscia di terra tra la parte espropriata e la mia (la nostra) proprietà. Può farlo? o è tenuto ad espropriare senza lasciare residui particellari, che peraltro il proprietario cerca di venderci a carissimo prezzo, perché costituirebbe, per la mia proprietà, uno sbocco sulla nuova strada? Il comune, nell’espropriare per costruire una strada, e potendo farlo (nel caso specifico, semplicemente espropriando senza lasciare la striscia di terra suddetta), è tenuto a darmi la possibilità di uno sbocco tra la costruenda strada e la mia proprietà?

Che io sappia, non esistono regole così specifiche in materia, al di là forse di principi generali quali il buon andamento dell’azione amministrativa ed eventuali altri desumibili dalla legislazione in materia di atti ablatori cioè di espropriazione.

Sotto questo punto di vista, peraltro, il punto di riferimento è sempre e comunque l’interesse pubblico e difficilmente il disagio «commerciale» del singolo.

Chiaramente, al di là di specifici diritti, sarebbe stato utile intervenire nel procedimento amministrativo diretto all’ablazione, facendo le proprie osservazioni e dimostrando che la stessa avrebbe dovuto essere condotta con modalità diverse, estendendone l’oggetto, per non lasciare problemi irrisolti. Ma temo che questa strada oramai non sia più percorribile, avrebbe dovuto esser percorsa illo tempore.

Piuttosto, il problema forse può essere affrontato da altri punti di vista, che, senza conoscere la situazione in concreto, può essere difficile ipotizzare in dettaglio ma che in generale, ad esempio, potrebbero essere quello della costituzione di una servitù di passaggio, per interclusione, che, come noto, può essere sia assoluta che relativa.

Insomma, come al solito sarebbe bene lasciare agli avvocati di individuare le possibili soluzioni e i possibili modi di trattare un problema legale, limitandosi ad esporre la situazione di fatto e il problema, sempre in fatto, relativo.

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se il fondo su cui si passava viene venduto ad un terzo che lo vuole chiudere

Sono proprietario di un fondo da ventisette anni, Questo fondo è da quando ho memoria coltivato dai miei. Per raggiungere tale fondo si passa su una strada di campagna larga circa tre metri. È una strada che gli abitanti della cascina vicino utilizzavano per recarsi nel comune vicino, ora da loro abbandonata perchè sono state realizzate altre vie asfaltate ma che io ed un mio vicino utilizziamo tuttora per accedere alle nostre proprietà che non hanno altre vie di accesso. Recentemente abbiamo scoperto che questa strada non è segnata sul catasto terreni ed il fondo su cui grava è stato venduto. Il nuovo proprietario sostiene che noi non abbiamo diritto di passaggio e vuole mettere una sbarra per chiudere la strada. Premetto che in quel fondo sto realizzando degli alloggi per animali e che se mi venisse tolto la possibilità di passaggio andrei incontro a seri problemi. Con l’ usucapione potremmo acquisire la servitù o potrebbe essere un boomerang e perdere ogni diritto in quanto so che oltre al passaggio ininterrotto per più di venti anni devono esserci anche delle opere visibili, che nel nostro caso sono solo due tracce nel terreno leggermente in evidenza rispetto al piano campagna. Chiedo a voi un consiglio in merito.

Come sempre accade in tema di servitù, il problema può essere valutato da molti e diversi punti di vista. Forse l’usucapione, tra i vari approcci possibili, è il più debole, sia per la presenza di opere di scarso impatto, come da te riferito, sia per la discutibile opponibilità al nuovo acquirente del fondo. Il mio consiglio sarebbe quello di valutare, innanzitutto, i titoli di acquisto, molto spesso ci sono elementi utili per ricostruire la situazione nel senso dell’esistenza di un diritto di passaggio; quindi valutare se, anche risalendo indietro nel tempo, ci possono essere i presupposti per l’avvenuta costituzione del passaggio in base alla destinazione del padre di famiglia. Infine, siccome riferisci di «problemi» che avresti in caso di chiusura, si può valutare il discorso dell’interclusione.

Su tutto questo, va poi «spalmata» l’idea, sempre valida, di negoziare e trovare un accordo bonario. Ma gli accordi si trovano quando si conoscono bene i propri diritti, quando ci si limita ad «abbozzare» al buio difficilmente si può trovare un punto d’incontro.

Direi che ti serva un bravo avvocato per una consulenza approfondita, se ti interessa veramente conservare questo passaggio.