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Invalido 100%: perché l’amministrazione di sostegno?

anziano pensionato di anni 90 invalido civile 100% riconosciuto da parte di una commissione medica sanitaria il 15/10/2019, vedovo solo senza famiglia autosufficiente dove la mia assistente sociale della mia comune di residenza (Ve) ha ritenuto opportuno di volermi internare presso una casa di riposo per anziani, (perché solo) andato via dopo avere passato il covid con l’intenzione di volermi suicidare, in seguito mi sottopone a un giudice tutelare assieme un amministratore di sostegno dove sono cominciati i miei problemi assai gravi essendo pensionato non sono più padrone del mio denaro perché bloccato in banca, attualmente residente a Catania disgustato de stare nel veneto dove non cambia nulla, il mio amministratore di sostegno si rifiuta di fornire informazione assieme il giudice insistendo di volere il mio denaro che serve per sopravvivere niente nessuna risposta da parte loro, Di recente mi sono rivolto presso un avvocato penalista a Catania la quale spero che faccia qualcosa

Come fai ad essere invalido civile al 100% e, contemporaneamente, autosufficiente?

Questo è un primo aspetto che merita di essere approfondito ben di più.

Per il resto, volendo fare qualche osservazione generica, in attesa di poter eventualmente studiare meglio il caso, la tua è una situazione in cui non è certo inusuale che venga disposta un’amministrazione di sostegno: hai un’invalidità totale e non ci sono familiari in grado di prestarti assistenza.

Per dire di più, purtroppo, bisognerebbe studiare il caso più in particolare.

Non credo che ci siano profili di rilevanza penale nella tua situazione, si tratta di vedere l’operato degli assistenti sociali e degli altri soggetti intervenuti e valutarlo sotto il profilo della opportunità per la tua miglior condizione di vita e di salute.

Se credi la cosa potrebbe essere approfondita, anche se onestamente non so se alla fine si potrà ottenere un risultato come quello che sembri desiderare tu.

Se vuoi comunque approfondire ulteriormente la questione, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o anche tramite telefono, se lo preferisci. Ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Fratello invalido: posso andare all’estero?

ho una sorella più vecchia di me sposata da quasi 40 anni con uno schizofrenico che a vOlte diventa anche pericoloso, un fratello anche lui schizofrenico da più di 30 , abita difronte a me, da poco ho saputo che anche l’altra sorella (non ho rapporti con lei da più di 20 anni) sposata da 15, anche lei con qualche problema…è alcolista grave tanto che in questi giorni è stata ricoverata in una comunità di recupero. Bene il marito di questa, quando lei uscirà dalla comunità vuole separarsi e pensa di mandarla a vivere con mio fratello in quanto la casa che per ora usufruisce solo mio fratello è un eredità e tutti noi fratelli abbiamo una quota, il fratello è interdetto e il suo tutore è il sindaco del paese, ora io chiedo se decido di trasferirmi all’estero e non posso più seguire mio fratello vado incontro a qualche grana?

Gli obblighi alimentari che potresti avere nei confronti di tuo fratello ai sensi dell’art. 433 cod. civ. e quelli, più in generale, che ogni persona ha nei confronti degli incapaci non sono tali da impedirti di trasferirti all’estero o altrove.

Si tratterebbe di una limitazione eccessiva della libertà personale di un individuo.

Ovviamente, se hai sempre seguito tu tuo fratello di fatto non puoi interrompere così semplicemente, ma devi trovare una soluzione e cioè un modo con il quale tuo fratello possa continuare ad essere assistito anche dopo che tu non lo farai più, specialmente se il bisogno di assistenza è assoluto.

Ti conviene, se hai questi progetti, iniziare a muoverti sin da subito, interessando gli eventuali familiari che possono essere in grado di farsi carico di questo problema ma soprattutto gli enti pubblici preposti.

Comincia segnalando la situazione e il caso ai servizi sociali.