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Anche per gli iPhone sbloccati (jailbroken) vale la garanzia.

[un iPhone di Apple]1
un iPhone di Apple

Ultimamente si è parlato abbastanza del fatto che Apple nega l’assistenza a coloro che hanno sbloccato gli iPhone, per essere utilizzati con un operatore diverso da quello previsto dalle disposizioni contrattuali. Gli utenti, generalmente, condividono questo atteggiamento di Apple, ritenendolo quasi automaticamente corretto. In realtà, dipende da caso a caso e, almeno a mio giudizio, Apple non può rifiutarsi di riparare un iPhone presentatogli con un problema solo perchè è stata fatta una modifica dall’utente.

In primo luogo, come sappiamo, esistono almeno due grandi tipi di garanzie: quella legale, prevista direttamente dalla legge e irrinunciabile, e quella convenzionale, o di “buon funzionamento” che è quella non prevista da leggi o altro, ma semplicemente concessa dal produttore dell’oggetto. Le garanzie spesso si sovrappongono e l’utente finale può azionare quella che preferisce.

Nel caso della garanzia di buon funzionamento, Apple può probabilmente rifiutarsi di riparare l’iPhone che è stato sbloccato, in violazione di una disposizione contrattuale, dal momento che il nostro diritto, così come quello di molti altri Paesi del mondo, prevede la possibilità di usare la “eccezione di inadepimento” per cui la parte adempiente di un contratto può rifiutarsi di eseguire le prestazioni cui è tenuta (in questo caso: Apple e la garanzia sul bene) se l’altra è rimasta inadempiente (in questo caso l’inadempimento è l’avvenuto sblocco del telefono). Anche questo aspetto andrebbe, comunque, approfondito, perchè bisognerebbe esaminare la validità e l’estensione delle clausole con le quali Apple impone un determinato operatore agli acquirenti di iPhone, ma si può dire che può anche darsi che, approfondendo la questione, potrebbe venirne fuori che Apple ha ragione.

Nel caso, invece, della garanzia legale, che comprende anche la garanzia contro i difetti di conformità dei beni spettante ai consumatori, Apple non ha e non può aver ragione se non in un limitato numero di casi.

Poniamo il fatto di una persona che acquista un iPhone, lo sblocca e dopo una settima si rompe il microfono perchè era difettoso. Lo sblocco del telefono, evidentemente, non ha niente a che fare con la rottura del microfono, che è una circostanza che ricade nella “colpa” del produttore, cioè Apple, che non può essere ritenuta legittimata a inserire hardware scadente nei propri prodotti solo perchè gli utenti effettuano la procedura di sblocco. In questo caso, l’utente finale avrà diritto a richiedere la riparazione del bene, in base alla garanzia contro i vizi della cosa venduta o a quella sulla mancanza di qualità promesse, applicabile sia ai consumatori che alle aziende, oppure in base alle nuove disposizioni in materia di garanzia di conformità, senza che Apple possa eccepire alcunchè. In tutti i casi in cui, insomma, la rottura di cui si richiede la riparazioni non è correlata o non è stata determinata dalla procedura di sblocco del telefono, Apple deve prestare la garanzia.

Non è dunque, insomma, che per il fatto di avere degli utenti hacker Apple possa sottrarsi ai suoi obblighi di consegnare un buon hardware. Naturalmente, anche gli utenti faranno bene a tutelarsi, non solo per gli iPhone, ma per qualsiasi altro prodotto di elettronica di consumo è bene disporre, come diciamo sempre, di una adeguata forma di tutela giudiziaria, molto più preziosa di qualsiasi tessera di associazione di consumatori.