Ieri ho visto Nomadland e devo dire che – nonostante gli oscar, premi ormai per lo più assegnati ad minchiam – é davvero meraviglioso.
Mi è piaciuto talmente tanto che sono andato subito a recuperare il libro, di cui sono in corso di lettura, come ormai avranno visto gli amici che mi seguono sui social, dove condivido sempre i passaggi che mi colpiscono di più di tutto quello che leggo.
Il libro, della giornalista Jessica Bruder, é molto più virato sulla denuncia sociale, mentre la pellicola, per ovvie ragioni, contiene anche in buona parte il tema del viaggio e della libertà.
Tutto parte dalla situazione di alcune persone che, negli Stati Uniti, pur dopo aver lavorato una vita, perdono il lavoro, a volte anche la casa – come accaduto agli abitanti di Empire, che lavoravano tutti per la stessa azienda / mamma che poi ha chiuso lo stabilimento a seguito della crisi dell’edilizia – e che si ritrovano a vivere in un «mezzo ricreativo» (RV), cioè un van o un camper, diventando vandwelling, appunti abitanti di van.
La libertà sta nel non avere più affitti, utenze e altro da pagare, ma solo carburante e costo, a volte, di campeggio o parcheggio. Queste persone continuano a lavorare, svolgendo mansioni umili, abitando nel loro mezzo e spostandosi all’occorrenza o lungo la stagionalità, esattamente come i lavoratori di un secolo fa in America, anche se con mezzi diversi, come ci racconta il celebre «Furore» di Steinbeck.
Come sempre da una grande sfortuna nascono delle opportunità, fatte di più leggerezza di vita, più libertà, più solidarietà tra persone che vivono in questa condizione, che in parte é sicuramente anche una scelta.
Ti consiglio di vedere il film appena puoi, ma di leggere anche il libro che é scritto benissimo, in maniera scorrevole e fa riflettere su tante cose.
/n«Ci sono strane amicizie: i due amici vogliono quasi divorarsi l’un l’altro, e vivono cosí tutta la vita, ma intanto non possono separarsi. Separarsi anzi non è possibile in nessuna maniera: l’amico che si mettesse a fare i capricci e spezzasse il legame sarebbe il primo ad ammalarsi e magari a morirne, se ciò accadesse.»
Fëdor Dostoevskij – I demoni
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«L’amico ed io non possiamo patire la luna: al suo lume escono i morti sfigurati dalle tombe, particolarmente donne avvolte in bianchi sudari, l’aria si colma d’ombre verdognole e talvolta s’affumica d’un giallo sinistro, tutto c’è da temere, ogni erbetta ogni fronda ogni animale, una notte di luna.
E quel che è peggio, essa ci costringe a rotolarci mugolando e latrando nei posti umidi, nei braghi dietro ai pagliai; guai allora se un nostro simile ci si parasse davanti! Con cieca furia lo sbraneremmo, ammenoché egli non ci pungesse, più ratto di noi, con uno spillo. E, anche in questo caso, rimaniamo tutta la notte, e poi tutto il giorno, storditi e torpidi, come uscissimo da un incubo infamante. Insomma l’amico ed io non possiamo patire la luna.»
Tommaso Landolfi – Le più belle pagine. Scelte da Italo Calvino
Trovarsi nel bel mezzo di una sofferenza -di qualsiasi tipo, tutte hanno la propria dignita?- 9 volte su 10 -se non sempre- equivale a convincersi di non poterne uscire e di morirci o, quantomeno, di stagnarci dentro, proprio sguazzandoci. Comodo, spesso, rectius, SEMPRE. Ebbene, e? pure questa una scelta, legittima e insindacabile. Gia? aprirsi, magari
La domanda dipende molto dalla tua situazione attuale, dalle cose con cui risuoni al momento, quindi molto anche dal tuo vissuto, da tutto quello che ti ha portato sino a qui.
Dalla tua domanda si coglie un desiderio di riavvicinarti a Dio, dal quale ti sei allontanata così, inconsapevolmente, o magari dopo una ferita, un dolore, ricevuto dalla vita.
Più che un libro potrebbero essere utili due o tre sedute di counseling, per capire meglio che cosa c’è dietro a questa «separazione», che per l’uomo è davvero dolorosa, il suo allentamento da Dio, come testimonia la nostra epoca più di ogni altra.
Se, in qualche modo, sei ancora credente o aperta alla possibilità di credere in alternativa, o anche insieme, al counseling, puoi anche cercare un consigliere spirituale che sarà sicuramente lieto di aiutarti a riallacciare il tuo rapporto con Dio.
Infine, la pratica della preghiera può essere davvero molto utile e fondamentale. In fondo, preghiamo tutti per sentirci più vicino a Dio e il rosario è appunto il sistema che abbiamo ricevuto per sentirci più vicini ai misteri della nostra fede, sempre, ovviamente, che tu sia cattolica; qualora non lo fossi, non importa, il discorso sarebbe valido ugualmente, mutatis mutandis.
Fatte queste importanti premesse, veniamo a parlare finalmente di libri. Il tema è davvero sconfinato, mi limiterò a dare solo qualche spunto, le prime cose che mi vengono in mente.
Personalmente, trovavo convincenti e irrobustenti il mio rapporto con Dio anche i libri scientifici, come quelli di biologia studiati al liceo, quando ti facevano toccare con mano la logica e i principi ispiratori del creato, tanto che si può davvero dire che tante vie portano a Dio.
A parte questa notazione, tuttavia, in generale io penso che il linguaggio che l’anima – che è quella parte di noi che più anela al rapporto con Dio – comprende meglio e da cui più si fa muovere sia quello della poesia e della bellezza.
Da questo punto di vista, le opere che possono essere utili sono tantissime, di nuovo ripeto che ne cito solo alcune.
«Guerra e pace», il grande capolavoro di Lev Tolstoj che ho appena finito di leggere, è intriso di riferimenti espliciti al Vangelo e precipita da una evidente concezione cristiana che emerge con chiarezza in tante parti dell’opera. L’ho adorato, è veramente un capolavoro altissimo. È impegnativo, ma restituisce tutti gli sforzi che si fanno per leggerlo con gli interessi. Ti consiglio la versione che puoi visualizzare facendo clic qui.
Ci sono tante altre opere di narrativa, specialmente dei grandi classici, dove Dio è una presenza viva e determinante, uno dei tanti personaggi per così dire, opere che così riavvicinano a Dio.
Una saga ad esempio che contiene tanta fede è la saga degli ultimi, della mia maestra Silvana De Mari, su cui puoi leggere maggiori informazioni qui.
A parte questo, ci sono alcuni libri della Bibbia che sono bellissimi, vere e proprie poesie, storie magiche, miti, che credo possano funziona molto bene a riguardo: cito ad esempio il libro di Giobbe, di cui parlo spesso nelle mie sedute di counseling, la storia di Tobia e Sara, a suo modo molto poetica, il Cantico dei cantici, l’Ecclesiaste. Il libro che trabocca più di amore per Dio è ovviamente quello dei salmi, su cui c’è un bel saggio di C.S. Lewis, il celebre autore delle Cronache di Narnia. Come edizione della Bibbia, ti consiglio di prendere questa.
Spero di averti dato qualche spunto utile, grazie ancora per la tua bellissima domanda.
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La saggistica dipende dagli interessi di ognuno di noi, quindi sarebbe sicuramente stato preferibile indicare quello che ti piace, quello che risuona di più con te.
Per ogni settore dell’esperienza umana, ci sono dei saggi fondamentali, ma è evidente che un libro, per quanto magnifico possa essere, ad esempio in materia di giardinaggio è destinato a risuonare poco con te, se il giardinaggio è una materia che non ti interessa.
Come sempre, si conferma la grande verità per cui qualsiasi percorso di evoluzione o «terapeutico» come la biblioterapia, ma anche, come ho detto tante volte, gli arcani, inizia al momento della formulazione della domanda.
È importante saper formulare le domande più funzionali di partenza, altrimenti si rischia di non arrivare da nessuna parte significativa.
Tutto ciò premesso, volendo comunque dare un consiglio in generale, a prescindere dallo specifico settore di interesse, a mio giudizio un libro che dovrebbe davvero leggere e assorbire ognuno di noi è quello dei 5 linguaggi dell’amore, su cui puoi trovare maggiori informazioni qui.
Si tratta di un manuale fondamentale del grande Gary Chapman, che consiglio a pressoché tutti i miei clienti del counseling, clienti dello studio legale, amici, parenti e conoscenti, perché coglie alcune fondamentali verità delle relazioni umane.
Siccome, come è stato giustamente detto «la vita è l’arte dell’incontro» (la citazione è in un disco di Vinicio de Moraes e Sergio Endrigo), un saggio che ti insegna cose fondamentali in materia di relazioni può a ben diritto essere considerato tra i primi libri da leggere, anche in mancanza di indicazioni specifiche.
Buona lettura.
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