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G. K. Chesterton: un autore da approfondire.

Gilbert Keith Chesterton é stato un gigantesco intellettuale, che aveva capito con largo anticipo e puntuale lucidità tutti i problemi delle società moderne e i conseguenti disagi degli uomini che vivono al loro interno.

Se non avessimo una chiesa ormai pressoché liquefatta, sarebbe già stato beatificato, per i numerosi e ricchissimi contributi dottrinali, filosofici e sapienziali conferiti, con la sua mente brillante, originale ed effettivamente controcorrente, al cristianesimo.

Eccessivamente sottovalutato, letto troppo poco, oggi voglio darti due spunti «facili», ma efficaci, per avvicinarti a questo autore di caratura davvero straordinaria, senza dover per forza iniziare da un libro, che resta la cosa migliore, ma che comunque a volte può essere “troppo” da incastrare nella vita di ognuno di noi.

A) Il primo modo per iniziare a conoscere Chesterton, per chi ha twitter, é quello di seguire un account, curato da un appassionato, che pubblica quotidianamente aforismi e citazioni del nostro autore.

L’account si chiama GKCdaily, trovi comunque il link tra i riferimenti in calce.

Twitter, ti ricordo, puoi seguirlo via browser, oppure tramite le apposite app sia sul desktop che sui dispositivi mobili. Un modo avanzato di seguire gli account twitter, inoltre, é tramite l’uso di un aggregatore come inoreader, il modo che seguo io, vedi il riferimento in calce.

L’account e le citazioni sono in Inglese, ma il linguaggio chestertoniano é molto semplice, quindi adatto anche a chi ha una conoscenza minima della lingua. In ogni caso, su twitter e inoreader é disponibile anche la traduzione in Italiano.

B) Il secondo modo per conoscere meglio il nostro G. K. passa da Rai Play. Devi sapere, infatti, che tra le svariate opere di Chesterton, ci sono anche i «racconti di Padre Brown», storie di un sacerdote cattolico cui capita di occuparsi di delitti e misteri, che riscossero all’epoca un notevole successo, completamente meritato if you ask me.

Di questi racconti, la Rai decenni fa realizzò uno sceneggiato diviso in puntate, che si può vedere, completamente gratuito, su rai play appunto, partendo proprio da uno dei racconti più celebri, quello della «croce azzurra».

Lo sceneggiato é sicuramente piuttosto datato, ma i dialoghi, tratti dall’opera di Chrsterton, sono assolutamente strepitosi e vale la pena di guardarlo. A me é piaciuto tantissimo.

Buon divertimento.

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Grande letteratura del passato: cercala nei podcast.

Com’è bella la parte finale del capitolo 10, con la professione
definitiva e le successive angustia e forte inquietudine di Gertrude.

Dopo aver letto Tolstoj, Dumas e Dostoevskij, che sono autori di
qualità e calibro infiniti, devo riconoscere che il nostro Manzoni é
tuttavia insuperabile.

Sono comunque grato a questi e agli altri grandi autori del passato,
che così bene ci hanno spiegato come funziona e come si muove l’anima
dell’uomo, anzi, meglio, al plurale: le varie e infinite anime
dell’uomo.

Molto meglio della moderna psicologia, che appare sempre più sterile
rispetto alla grande letteratura del passato.

Nel mondo dei podcast, ad ogni modo, si trovano cose meravigliose. Se
impari a scartabellarlo un po’, a grattare in certi angoli più
nascosti trovi cose davvero preziose.

Lascia perdere netflix e le sue serie vuote di contenuti e di
significato, precipitazioni insulse di una modernità sempre più vacua.

Gratis, solo con un po’ d’impegno e di discernimento, puoi trovare
molto di meglio.

Anche negli archivi rai, visibili gratuitamente tramite raiplay, ci
sono cose meravigliose, come lo stesso sceneggiato dei Promessi sposi,
i racconti di padre Brown, del gigantesco e sempre troppo poco letto
Chesterton, la coscienza di Zeno e molti altri sceneggiati di gran
lunga migliori delle produzioni odierne.

Evviva noi.

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Maternità: istruzioni per renderla una nevrosi.

Ecco una pregevole opera di fiction che ti insegna a vivere persino la
maternità, una delle cose più belle del mondo e che ogni uomo invidia
alle donne, come una nevrosi.

Ovviamente, sponsorizzata come sempre da Repubblica, che non perde mai
occasione di fare qualcosa contro l’uomo.

Date retta a loro, lasciate stare i bambini, meglio usare i sex toys.

E se proprio volete fare l’amore con un uomo, l’aborto resta sempre un
diritto, diventare madre sarebbe troppo da vittima del patriarcato…

«POCHI minuti e tutto cambia. Non si torna indietro, mai. Nasce uno
bambino e a quel punto non si è più donna, ma solo madre. La società
ti guarda solo così. Hai perso la tua identità, per sempre»

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Una terra da cui non si fa mai ritorno.

Ascolta.

Questa é la vicenda di un sovrano, re crudele di una terra lontana.

Il nome di quella landa potrà essere disvelato forse solo dal vento
che, proprio ora, sibila, si lamenta e s’ostina tra le sue torri.

Ghiotto di storie, forse ancor più di Shahriy?r, quel monarca invia
tutte le notti le sue guardie in Europa.

Le manda alla ricerca di coloro che sono dotate del solo ed unico
potere inestinguibile dell’affabulazione: le donne.

Quei gendarmi che vengono da lontano si acquattano così, calando piano
con la mano le spade perché non cozzino col terreno,
ed iniziano ad ascoltare sotto le case.

Se non è altro che silenzio quel che odono, subito si alzano e,
pagando con altrettanto silenzio, si raccolgono lungo le mura della
casa successiva, prestano l’orecchio, tentano di udire.

Quando sentono una donna che parla, si fermano.

Analizzano durata e contenuti di tutti i discorsi, elaborano,
valutano, quantificano.

Devi sapere, infatti, che questi gendarmi non sono appuntati,
brigadieri o marescialli dei carabinieri.

Sono truppe istruite.

Sì, sanno usare la spada, ma il re ha messo loro in mano anche tanti
libri, li ha spediti all’università.

Sono la guardia personale di un re avido di racconti.

Quando trovano la donna giusta, la rapiscono.

Ma, a differenza di quello che fecero i Romani, che delle Sabine
avevano bisogno soprattutto dell’utero, l’organo che le guardie del re
sequestrano é il cervello.

Usando un’antichissima alchimia del ferro e dell’oro, estraggono il
cervello e lasciano qua il corpo delle donne che, grazie alla potenza
di quegli incantesimi, continua a vivere.

Solo così il sovrano crudele può pascersi ogni sera col racconto di
una storia diversa, cullato dai pensieri acuti, divertenti, vibranti,
sfiziosi, creativi e stimolanti di milioni di cerebri femminili ben
nutriti ed oliati.

Intanto, anche i corpi rimasti in Europa continuano a parlare e noi li
possiamo udire pronunciare frasi come:

  • «sono una donna solare»
  • «regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza»
  • «per fortuna, ho finalmente [dopo il quarto divorzio] incontrato una
    persona magnifica»
  • «sono fatta di ciò che ami, più l’acciaio»
  • «gettami tra i lupi, diventerò capobranco»
  • «non sono impegnata sono impegnativa»
  • «mi piacciono le sorprese»
  • «ho divorziato perché con mio marito a parte quattro figli non avevo
    alcun interesse in comune»
  • «ogni tanto bisogna ricordare che l’aborto è un diritto!»
  • «e i preti pedofili?»
  • «se per avere una cosa la devo chiedere, allora non la voglio più»
  • «mi iscrivo a psicologia»

Negli occhi di chi ascolta quei corpi c’è tanta nostalgia e una
domanda: dov’é finito il cervello che prima ci stava?

Ma, caro lettore, solo io, e ora anche te, sappiamo la verità: lo ha
preso il re di Solaria!

E nemmeno Astolfo ormai potrebbe più andarlo a riprendere.

Non lo dire a nessuno.

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Si vive una volta sola: poco più di un cinepanettone.

Ieri sera ho visto l’ultimo di Carlo Verdone, «Si vive una volta
sola», che, come sempre, aspettavo da tempo.

Sono molto affezionato a Verdone, sia come regista, che come attore,
spesso mi basta guardare le sue espressioni per ridere o riflettere.

Purtroppo quest’ultimo lavoro, ostacolato peraltro nella sua uscita
dal covid, conferma il trend discendente del suo cinema, che
credo ormai si possa dire essere arrivato, proprio con quest’opera, al
format del cinepanettone.

Fa strano vedere come si muove oggi un autore che in passato era stato
capace di capolavori come «Compagni di scuola», una pellicola che ho
visto decine di volte, di cui si è da poco celebrato il trentennale,
che ha cambiato persino il linguaggio italiano inserendovi diverse
espressioni idiomatiche, come accaduto in passato per altri capolavori
sia dello stesso Verdone sia di altri, dove c’era un lavoro specifico
sul linguaggio, come Brancaleone.

C’è da dire che la responsabilità di questo livellamento verso il
basso non è solo degli autori, ma, almeno questa è la mia impressione,
della società in generale, che è diventata più cupa, politicamente
corretta, irrigidita e sempre meno disposta a farsi una risata di
gusto.

Non va dimenticato che film come «Un sacco bello» e «Bianco, Rosso e
Verdone», che restano enormi capolavori, sono stati concepiti, girati
e visti in un mondo completamente diverso da quello di oggi, per
sincerarsene basta riguardarli per l’ennesima volta.

In quei primi film, i protagonisti spendevano l’estate girando a piedi
per le strade di Roma, nelle ultime opere invece visitano posti da
sogno, fermandovisi a soggiornare, a bordo di grandi SUV,
perfettamente in linea con molti cinepanettoni del passato che, guarda
caso, si chiamavano «Natale a Montecarlo» e «Natale a Cortina».

Del film di Natale ci sono tutti gli ingredienti:
– gli amici che si fanno gli scherzi a vicenda, virando in qualche
caso, ma ancor più penosamente, verso «Amici miei» (ma il plagio
stesso fa parte di questo genus cinematografico);
– i culi, mostrati sempre con un pretesto o con altro;
– i luoghi di vacanza;
– uno che impara di essere cornuto;
– incontri sessuali equivoci;
– trama estremamente prevedibile, piuttosto banalotta e scontata.

Manca solo il portiere d’albergo gay, insomma.

Alla fine il film l’ho guardato volentieri, anche se non lo rivedrei,
perché Carlo é sempre Carlo, mi e ci ha regalato tante di quelle
emozioni dolce e amare che lo poss(Ian)o guardare volentieri anche
quando fa cose meno riuscite come questa.

Vorrei pensare che é lui a non averne più voglia, di fare bei film in
cui si ride di gusto, magari é diventato vecchio, si é stancato, come
accade a tanti, ma la mia poco piacevole – ma, temo, fondata – idea è
che sia il mondo intorno a lui, a tutti noi, ad essere cambiato e ad
aver reso più difficile fare quelle commedie meravigliose che noi
Italiani sapevamo fare così bene solo qualche decennio fa.

Nanni Moretti gridava che ci meritavamo Alberto Sordi, forse questa
società di adesso si merita il Verdone piuttosto annacquato di oggi.

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Nomadland: bellissimo il film, ancor meglio il libro.

Ieri ho visto Nomadland e devo dire che – nonostante gli oscar, premi ormai per lo più assegnati ad minchiam – é davvero meraviglioso.

Mi è piaciuto talmente tanto che sono andato subito a recuperare il libro, di cui sono in corso di lettura, come ormai avranno visto gli amici che mi seguono sui social, dove condivido sempre i passaggi che mi colpiscono di più di tutto quello che leggo.

Il libro, della giornalista Jessica Bruder, é molto più virato sulla denuncia sociale, mentre la pellicola, per ovvie ragioni, contiene anche in buona parte il tema del viaggio e della libertà.

Tutto parte dalla situazione di alcune persone che, negli Stati Uniti, pur dopo aver lavorato una vita, perdono il lavoro, a volte anche la casa – come accaduto agli abitanti di Empire, che lavoravano tutti per la stessa azienda / mamma che poi ha chiuso lo stabilimento a seguito della crisi dell’edilizia – e che si ritrovano a vivere in un «mezzo ricreativo» (RV), cioè un van o un camper, diventando vandwelling, appunti abitanti di van.

La libertà sta nel non avere più affitti, utenze e altro da pagare, ma solo carburante e costo, a volte, di campeggio o parcheggio. Queste persone continuano a lavorare, svolgendo mansioni umili, abitando nel loro mezzo e spostandosi all’occorrenza o lungo la stagionalità, esattamente come i lavoratori di un secolo fa in America, anche se con mezzi diversi, come ci racconta il celebre «Furore» di Steinbeck.

Come sempre da una grande sfortuna nascono delle opportunità, fatte di più leggerezza di vita, più libertà, più solidarietà tra persone che vivono in questa condizione, che in parte é sicuramente anche una scelta.

Ti consiglio di vedere il film appena puoi, ma di leggere anche il libro che é scritto benissimo, in maniera scorrevole e fa riflettere su tante cose.

Clicca qui per il libro.

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Kindle: come rimuovere i DRM.

A volte, acquisto libri elettronici (ebook) da Amazon Kindle perché costano meno che su Play Libri di Google dove li acquisto di solito, anche per la comodità di avere il doppio formato.

Oggi ad esempio ho preso un libro in Inglese sulla storia dei pulmini VW, i Bulli, un argomento che recentemente mi appassiona molto, che, mentre su Play Libri costa quasi 30 euro, come il cartaceo, su Kindle invece costa 18: il libro si può visualizzare qui.

ebook reader kobo kindleNaturalmente, non avendo un kindle, non volendo utilizzare l’app Kindle e, soprattutto, volendo avere tutti i miei libri in un posto solo, che è ormai Play Libri di Google, mi sono trovato nella necessità di sproteggerlo.

Per fare questo, sono dovuto tornare su alcune cose cui avevo messo mano in passato, perché con Calibre versione 5 purtroppo i plugin di rimozione dei DRM almeno dagli ebook Kindle non funzionano.

La mia procedura è testata su Big Sur.

Intanto, bisogna fare il downgrade della applicazione Kindle per Mac, passando alla versione 1.26. Attenzione che la app di amazon ha una politica di aggiornamento della versione molto rigorosa, per cui nelle preferenze bisogna andare a disabilitare l’aggiornamento automatico.

Per rimettere la versione 1.26 devi scaricare da internet un file che si chiama KindleForMac-55093.dmg. Ci sono anche versioni anteriori, ma su Big Sur non funzionano.

Una volta installata questa versione di Kindle for Mac, devi chiuderla ed eseguire un comando da terminale per fare in modo che i file che vengono scaricati vengano messi in un formato compatibile con i plugin di stripping di Calibre.

Il comando, da dare all’interno di una finestra di terminale, è il seguente:

sudo chmod -x /Applications/Kindle.app/Contents/MacOS/renderer-test

Fatto questo, si può scaricare il file del libro. Se il file del libro era già stato scaricato, va cancellato e scaricato di nuovo.

Per quanto riguarda Calibre, purtroppo i plugin di rimozione dei drm non funziona ancora con la versione 5, almeno questa è stata la mia esperienza di oggi: devi fare il downgrade alla versione 4, se sei andato a versioni successive. Le versioni precedenti di Calibre si trovano in questa pagina.

Una volta fatto il downgrade alla versione quattro, si possono reinstallare i plugin di rimozione dei drm e cioè KFX input, forse facoltativo, ma che io avevo installato al momento della rimozione del DRM, e deDRM. Questi plugin si trovano ai seguenti indirizzi:

Per installare i plugin, andare in preferenze, plugin, installazione da files. Attenzione che il plugin deDRM va scompattato prima, personalmente oggi ho installato la versione 6.8.1

A questo punto finalmente la rimozione dei DRM funziona, semplicemente importando il libro dalla cartella dell’applicazione Kindle dentro a Calibre.

Dopo la rimozione dei DRM il libro può essere quindi convertito in ePub e caricato su Play Libri.

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Sposati e sii sottomessa

Uno dei #libri più belli, forse l’unico #libro davvero necessario per le #donne di oggi (c’è, ovviamente, poi anche la versione per gli #uomini «sposala e muori per lei»).

Qui nella foto in una catalogazione «divertente», che rende molto l’idea della reazione che un libro così rivoluzionario e stridente col mondo devastato contemporaneo suscita, sia per il titolo che per il contenuto.

Ma resta un testo potentissimo, per molti versi si può capire cosa sono l’insegnamento e la #fede cattolici leggendolo, più che leggendo altre fonti, proprio perché parla di come vivere la fede dove é più difficile, lontano dagli altari e vicino alle #relazioni più impegnative.

Ovviamente, per l’uomo e la donna di oggi un libro del genere é esattamente come l’acqua santa per il #diavolo, basta vedere le reazioni che suscita ogni volta.

Tu però vai oltre e leggilo.

Ti darà dei punti di vista incredibili e una capacità di affrontare tante cose, a partire dalle relazioni e dal tuo modo di essere uomo o donna, che non avresti mai pensato di poter avere.

Ricordati bene che il #cristianesimo non è un errore di gioventù, come oggi vorrebbero farti pensare, ma una incredibilmente ricca tradizione sapienziale di oltre venti secoli: pensaci molto bene prima di catalogarlo come un errore, perché è tutto il contrario, una guida estremamente valida non ancora, ma soprattutto per l’uomo di oggi, che ne ha bisogno più che dell’aria che respira.

Catholics do it better.

Per acquistare «Sposati e sii sottomessa»: clicca qui.

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Gioca: serve a riprenderti la vita.

Per dieci minuti cover
Trovarsi nel bel mezzo di una sofferenza -di qualsiasi tipo, tutte hanno la propria dignita?- 9 volte su 10 -se non sempre- equivale a convincersi di non poterne uscire e di morirci o, quantomeno, di stagnarci dentro, proprio sguazzandoci. Comodo, spesso, rectius, SEMPRE. Ebbene, e? pure questa una scelta, legittima e insindacabile.
Gia? aprirsi, magari per mitigare quella sofferenza, ad una terapia psicologica rappresenta una sfida. Qui, c’e? una sfida nella sfida: una proposta all’apparenza un po’ “infantile”..? Ecco, questa e? stata la mia iniziale impressione. Impressione, naturalmente, poi, mutata. Appartiene al mondo dell’infanzia -?prima facie?- e della adolescenza e della giovinezza la assoluta indispensabilita? dell’apprendimento? No, ecco la risposta che ci viene da questa storia davvero singolare: si continua ogni giorno, ogni istante ad imparare.

E’ che ce lo dimentichiamo troppo facilmente e troppo facilmente diamo anche noi stessi, e tutto il nostro “bagaglio”, per scontati.

Qui, quindi, Chiara Gamberale con quel suo modo delicato, fluente, ci mostra come si viene fuori -sfidandosi, giocando- da qualsiasi cosa non ci uccida. Attraverso un gioco che parallelamente insegna la perseveranza e la costanza e la disciplina. E che ti cambia la vita, te la fa scegliere. Anche quando volevi morire.

Si tratta di sperimentare novita? e sfidarsi, con spirito di ricerca e ponendosi costantemente in discussione. Roba da persone ?in gamba.? Ci si puo? riscoprire, proprio cosi?, persone davvero in gamba.
Qualche tempo fa, un caro amico mi ha parlato delle persone che si rivolgono alla psicoterapia, ed a sistemi come il ?counseling?, per guarire o semplicemente per “approfondire” se stessi, come di persone “che non ce la fanno”, che non hanno strumenti propri e ne cercano di esterni, in un certo senso “esseri inferiori” o comunque “carenti”.

Ecco: ?vediamo se riesci, tu, a fare ALMENO UNA cosa NUOVA al giorno OGNI giorno per TRENTA giorni per DIECI MINUTI al giorno?, gli ho detto.

Naturalmente, la sfida non e? stata colta, ne? accettata, non e? da tutti, e naturalmente era ed e? una mera provocazione.

Ma e? solo per chi decide di vivere e non solo di sopravvivere, per chi decide davvero di prendere in mano la propria esistenza, e di assumersi la responsabilita? di se? e del proprio ambiente, non lasciando che siano gli eventi a trascinare qui e li? i nostri stati vitali e non lasciandosi atterrire da tutti gli effetti nefasti dei veleni che spesso -anche se ne siamo inconsapevoli- ci dominano.

Grazie, carissima Chiara Gamberale, e grazie infinite per lo ?share di questo testo, per cui ringrazio dal profondo del cuore la mia carissima amica Maria.

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Libri che possano riconciliare con Dio.

Vorrei un libro che mi riconciliasse con Dio.

È una bellissima richiesta, grazie.

La domanda dipende molto dalla tua situazione attuale, dalle cose con cui risuoni al momento, quindi molto anche dal tuo vissuto, da tutto quello che ti ha portato sino a qui.

Dalla tua domanda si coglie un desiderio di riavvicinarti a Dio, dal quale ti sei allontanata così, inconsapevolmente, o magari dopo una ferita, un dolore, ricevuto dalla vita.

Più che un libro potrebbero essere utili due o tre sedute di counseling, per capire meglio che cosa c’è dietro a questa «separazione», che per l’uomo è davvero dolorosa, il suo allentamento da Dio, come testimonia la nostra epoca più di ogni altra.

Se, in qualche modo, sei ancora credente o aperta alla possibilità di credere in alternativa, o anche insieme, al counseling, puoi anche cercare un consigliere spirituale che sarà sicuramente lieto di aiutarti a riallacciare il tuo rapporto con Dio.

Infine, la pratica della preghiera può essere davvero molto utile e fondamentale. In fondo, preghiamo tutti per sentirci più vicino a Dio e il rosario è appunto il sistema che abbiamo ricevuto per sentirci più vicini ai misteri della nostra fede, sempre, ovviamente, che tu sia cattolica; qualora non lo fossi, non importa, il discorso sarebbe valido ugualmente, mutatis mutandis.

Fatte queste importanti premesse, veniamo a parlare finalmente di libri. Il tema è davvero sconfinato, mi limiterò a dare solo qualche spunto, le prime cose che mi vengono in mente.

Personalmente, trovavo convincenti e irrobustenti il mio rapporto con Dio anche i libri scientifici, come quelli di biologia studiati al liceo, quando ti facevano toccare con mano la logica e i principi ispiratori del creato, tanto che si può davvero dire che tante vie portano a Dio.

A parte questa notazione, tuttavia, in generale io penso che il linguaggio che l’anima – che è quella parte di noi che più anela al rapporto con Dio – comprende meglio e da cui più si fa muovere sia quello della poesia e della bellezza.

Da questo punto di vista, le opere che possono essere utili sono tantissime, di nuovo ripeto che ne cito solo alcune.

«Guerra e pace», il grande capolavoro di Lev Tolstoj che ho appena finito di leggere, è intriso di riferimenti espliciti al Vangelo e precipita da una evidente concezione cristiana che emerge con chiarezza in tante parti dell’opera. L’ho adorato, è veramente un capolavoro altissimo. È impegnativo, ma restituisce tutti gli sforzi che si fanno per leggerlo con gli interessi. Ti consiglio la versione che puoi visualizzare facendo clic qui.

Ci sono tante altre opere di narrativa, specialmente dei grandi classici, dove Dio è una presenza viva e determinante, uno dei tanti personaggi per così dire, opere che così riavvicinano a Dio.

Una saga ad esempio che contiene tanta fede è la saga degli ultimi, della mia maestra Silvana De Mari, su cui puoi leggere maggiori informazioni qui.

A parte questo, ci sono alcuni libri della Bibbia che sono bellissimi, vere e proprie poesie, storie magiche, miti, che credo possano funziona molto bene a riguardo: cito ad esempio il libro di Giobbe, di cui parlo spesso nelle mie sedute di counseling, la storia di Tobia e Sara, a suo modo molto poetica, il Cantico dei cantici, l’Ecclesiaste. Il libro che trabocca più di amore per Dio è ovviamente quello dei salmi, su cui c’è un bel saggio di C.S. Lewis, il celebre autore delle Cronache di Narnia. Come edizione della Bibbia, ti consiglio di prendere questa.

Spero di averti dato qualche spunto utile, grazie ancora per la tua bellissima domanda.

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