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Il ritorno del maschile: l’emergenza più grande.

La battaglia contro la solarità é una battaglia per il maschile e,
come tale, una battaglia fondamentale per gli uomini e le donne di
oggi, che vivono da deprivati del maschile, con gravi conseguenze che
sono sotto agli occhi di tutti.

Maschile e femminile sono due energie che, come scolpito con
precisione chirurgica dalla stessa Genesi, sono al nocciolo più
profondo della creazione; non a caso, l’attacco delle forza del male
verso l’uomo é inteso a determinare quanta più confusione possibile
tra queste due energie, che invece devono restare ben distinte, perché
solo così possono armonizzarsi e danzare tra loro, sorreggendo il
gioco della vita.

Quando ti dicevo che il contrario di solarità è l’autenticità é
proprio per questo motivo: solo un ebete o, soprattutto, un alienato é
sempre felice; una persona autentica, all’esatto contrario, si accorge
quando c’è qualcosa che non va, accetta di mettersi in discussione e
di passare per la indispensabile fase depressiva che ne consegue al
fine di fare ciò che è il vero compito di ogni uomo: realizzare se
stesso.

La società di oggi presenta un gravissimo squilibrio a favore del femminile.

Mentre la politica é impegnata a partorire la più grandi mostruosità
legislative per spingere le donne in posizioni tradizionalmente
maschili, che nemmeno quelle stesse donne che ci vanno intimamente
desiderano davvero, chi si occupa di anima sa che l’emergenza
principale é una ed una soltanto: il ritorno del maschile di cui siamo
tutti, uomini e soprattutto donne, gravemente orfani.

«La gran corte di Artù, come tutte le sedi del potere che a essa sono
succedute, è il luogo dell’allegria, almeno apparente. In essa il
divertimento rappresenta un ingrediente obbligatorio della persona,
intesa come maschera sociale. Il buon cortigiano “deve” divertirsi:
questo è parte della sua natura di “buon” suddito. Ma l’uomo che
ricerca la propria pienezza, la propria autentica identità, non è
soltanto un buon suddito. È anche qualcuno che si avvia a diventare
sovrano di sé, come appunto Parsifal che diventerà poi re, signore del
Graal. Egli dunque ha non solo la facoltà, ma in un certo senso
l’obbligo di accorgersi quando “non si diverte”, quando lo spettacolo
sociale, o ancor più quello offerto da lui stesso, non esprime il suo
Sé, la sua personalità profonda, e quindi gli chiede altro. In quel
momento egli socchiude anche la porta alla depressione, amica
esigente, ma ricca di indicazioni che provengono dal suo mostrare il
vuoto, la mancanza di senso, e quindi apre il cuore e la strada alla
sua ricerca»

Claudio Risé – Il maschio selvatico/2. La forza vitale dell’istinto maschile

Riferimenti

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Veri uomini, vere donne: torniamo a noi stessi.

Una delle cose meno comprensibili delle donne è la smaccata tendenza a obbedire alle regole, sentendosi in colpa ogni volta che non lo fanno, fossero anche banali convenzioni sociali, quando io, se una cosa non la condivido e non la ritengo sensata, non ho alcun problema a violarla senza un nemmeno remoto senso di colpa.

Una delle cose che limita a tutt’oggi ancora molto le donne è la dipendenza dal giudizio altrui, cosa che in noi maschi si presenta esattamente rovesciata, in forma di indipendenza da tale giudizio.

È per questo che il potere conduce ormai da decenni una guerra ai maschi, dal primo di essi, il Padre, a tutti gli altri, e persino al maschile, che può essere presente – o anche no – a prescindere dal sesso. Di «character assassination» ha parlato, a riguardo, persino Claudio Risé.

Volendo far confluire tutte le persone verso una identità sessuale neutra – che in fondo non rappresenta più una identità, ma, all’esatto contrario – di quella identità rappresenta la perdita, il potere vuole ottenere un popolo di persone docili e confuse, come tali bravi consumatori e fedeli elettori.

Ecco perché oggi c’è più che mai bisogno sia del maschile in generale che di noi maschi in particolare perché è con le nostre gambe che può viaggiare il maschile, per quanto una donna possa svilupparlo non potrà mai essere come quello di un maschio. Io stesso ho sviluppato molto il femminile per il mio lavoro di counselor, ma resto sempre un maschio (almeno dall’ultima volta che ho controllato ?).

Il maschilismo, come la femminilità, non sono mai tossici, l’unica cosa tossica, demenziale e criminale è il femminismo.

Il maschilismo in cui credo io è quello degli uomini che cercano di sviluppare quanto più possibile la loro forza fisica e spirituale, per poi metterla a disposizione e a servizio degli esseri più belli e preziosi: le donne.

Oggi il maschilismo è quanto di più necessario.

Viva le differenze con cui siamo stati creati e di cui siamo grati al Padre: sii un vero uomo, sii una vera donna.

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«la personalità dell’uomo si sviluppa e compl…

«la personalità dell’uomo si sviluppa e completa nell’incontro col femminile, e lo stesso accade per la donna. L’unione degli opposti, maschile e femminile, è una profonda necessità della natura umana»

Claudio Risé – Il maschio selvatico/2. La forza vitale dell’istinto maschile