Ecco il capolavoro della modernità: dopo aver eliminato,
dall’orizzonte dei giovani, il primo padre, cioè Dio, ha messo in secondo piano anche i singoli padri di carne, quelli biologici di ognuno, indebolendone sempre più la figura, in modo che i figli restassero senza uno scudo o un mediatore efficace per opporsi alla grande omologazione collettiva del pensiero unico, che così ha potuto dilagare impedendo al figlio di poter esprimere davvero se stesso.
Ogni uomo cerchi di essere un padre forte, presente, connesso coi propri figli, autentico e in grado di esprimere una personalità distinta e originale, ogni donna cerchi di sostenere questa figura così importante per la famiglia e le nuove generazioni, oltre che esprimere da sé una propria individualità ed originalità, che per lo più oggi si ritrova nel mero essere autentici.
«Soltanto là dove il padre, mediatore tra la famiglia e la società, sa dialogare col mondo difendendo l’ambito delle personalità familiari dagli aspetti invadenti della società di massa, e insegna al figlio a fare altrettanto, questi sarà in grado di riconoscere e difendere i propri desideri, senza temere l’assalto e la distruzione dall’esterno.
In questi sogni infatti sono molteplici i segni della nostalgia per un padre che troppo spesso non c’è e/o comunque non è sufficientemente presente. In uno il ragazzo ascolta all’inizio le canzoni preferite del padre; in altri se ne intravede il ritratto, il bastone da montagna o altri attrezzi sportivi.
Strumenti espressivi di sé, e quindi garanzia di sapersi esprimere creativamente, e non lasciarsi schiacciare dalle pressioni omologanti dell’esterno.
Ma la figura paterna è troppo spesso assente (o fuggita, o cacciata da casa dalle separazioni/divorzi, richieste nella maggioranza dei casi dalla madre cui vengono poi assegnati i figli e la casa)6 o comunque troppo debolmente presente.
Queste immagini non rimandano più dunque a una presenza su cui si può contare, ma esprimono soprattutto una nostalgia.
Troppo debole è la melodia delle canzoni amate dal padre, deposto da tempo è il bastone, e il ritratto (dice l’associazione verbale del sognatore all’immagine) «ricorda parenti morti».
La mancanza di una mediazione paterna fa sì quindi che l’invasione del gruppo collettivo appaia inarrestabile, e porti alla distruzione della casa, che simboleggia l’ambito della propria personalità.»
Claudio Risé – Il maschio selvatico/2. La forza vitale dell’istinto maschile