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Mantenimento dopo nuova convivenza: si può chiedere?

il mio compagno ha fatto ricorso per divorzio giudiziale dopo 10 anni di separazione (lei ostacolava in tutti i modi un consensuale).
La prima udienza sarà a gg.
Hanno due figlie di cui una con un bimbo e residente dal padre, mentre l’altra residente dalla madre.
In fase di separazione ognuno si impegnava a mantenere una figlia (senza pretendere spese né ordinarie ne extra dall’altro)
Lei si è costituita chiedendo:
-350€ per lei (si sta facendo licenziare dopo 15 anni poiché dice di non poter piu’ lavorare – con certificati medici)
– 350€ per la secondogenita residente con la madre,un lavoro a tempo determinato con il quale prende 1500€, scadrà a Luglio
-2500€ x spese arretrate straord.
Lui chiede:
-150€ di mantenimento per la figlia (prende 1000€/mese c/contratto fino a luglio) e 150€ per il nipote residenti con lui)
Può lei prendere il mantenimento nonostante conviva da 10 anni con un altro e hanno una figlia insieme?
e i mantenimenti per le figlie?

Secondo la giurisprudenza pressoché costante, la nuova convivenza determina il venir meno della solidarietà post coniugale, con conseguente impossibilità di richiedere un mantenimento per il coniuge che vive con un nuovo compagno.

Se, infatti, il coniuge dopo la separazione o il divorzio, forma un nuovo nucleo familiare, di fatto o di diritto, tramite celebrazione di un nuovo matrimonio, non si vede perché, in caso di bisogno, questo coniuge debba continuare a farsi aiutare dall’altro coniuge, dividendo attualmente la vita con un nuovo compagno, cui toccano i relativi doveri di solidarietà, a livello etico nella convivenza, giuridico nel matrimonio.

Secondo una pronuncia di Cassazione del 2015, peraltro, una convivenza con una certa durata esclude la possibilità di richiedere di nuovo il mantenimento al precedente coniuge anche dopo la sua eventuale cessazione… Anche qui è facile capire che una solidarietà post coniugale non può durare per sempre, specialmente se nel frattempo il coniuge ha avuto rapporti stabili, duraturi e importanti, tanto che il rapporto con l’ex coniuge è molto sfilacciato ed allentato e non si può certo farlo rivivere solo quando si tratta di percepire del denaro.

Il mantenimento per i figli può sempre essere chiesto, ma bisogna vedere se ci possono essere i presupposti. In sede di divorzio, invece, non si possono affatto chiedere arretrati di spese straordinarie.

Mi sembra una situazione che ben avrebbe dovuto e potuto essere gestita consensualmente, probabilmente uno dei coniugi si è impuntato su richieste che non hanno tanta ragione di essere, facendo perdere, come spesso accade, tempo e soldi a tutti.

Non credo che vi serva un avvocato per la gestione di questa fase del divorzio, dal momento che avete già un difensore che mi pare abbia impostato correttamente ogni cosa, ma se mai doveste averne bisogno, anche a livello di un secondo parere, potete chiedere un preventivo compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.

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il mio convivente deve per forza far parte del mio nucleo familiare?

Salve, vorrei semplicemente capire se il ragazzo con cui convivo deve entrare a far parte del mio nucleo familiare pur non avendo residenza dove abitiamo. Con me lui ha il domicilio.

Se lui abita insieme a te, deve cambiare la residenza e metterla lì con te, perché la sua residenza non è più altrove ma dove abitate insieme. La residenza anagrafica, peraltro, non è quella che fa fede, fa fede quella effettiva, quindi tenendo la residenza anagrafica in un altro luogo non avete comunque alcun vantaggio e anzi potete avere problemi come smarrimento di corrispondenza, notifiche importanti, eventuali sanzioni previste dalla legge. Una volta che le residenze siano state portate entrambi nello stesso luogo farete necessariamente parte dello stesso nucleo familiare: se siete conviventi, mi pare che non ci sia nulla di strano in ciò e che anzi rappresenti la soluzione naturale. Di fatto, e di conseguenza anche di diritto, lo siete già e di ciò potrebbe anche formarsi prova documentale, ad esempio se il tuo compagno ricevesse una raccomandata nella casa in cui abitate adesso sarebbe la prova che in quel luogo vi dimora, per cui poi qualunque ente potrebbe già da ora considerarvi parte di un unico nucleo. Il mio consiglio è quello di far sempre combaciare la situazione di fatto con quella di diritto, altrimenti ci possono essere problemi. Ovviamente, se il vostro desiderio di tenere due nuclei separati era diretto a conseguire agevolazioni riservati a nuclei con redditi inferiori ad un certo limite, la cosa è ancora più illegittima e da evitare, non solo per il generico principio per cui bisogna osservare le leggi ma perché potreste, se conseguite indebitamente questi vantaggi, subire conseguenze spiacevoli sino all’apertura di un vero e proprio procedimento penale.