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Le emoji, come tutte le parole, sono altret …

Le emoji, come tutte le parole, sono altrettanti incantesimi.

Dalla loro presenza o assenza, infatti, dipende oggi lo stato emotivo di molte persone.

E, come tutti gli incantesimi, sono tanto più efficaci quanto l’anima di chi li riceve é piccola.

Emojia responsabilmente.

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Libri che possano riconciliare con Dio.

Vorrei un libro che mi riconciliasse con Dio.

È una bellissima richiesta, grazie.

La domanda dipende molto dalla tua situazione attuale, dalle cose con cui risuoni al momento, quindi molto anche dal tuo vissuto, da tutto quello che ti ha portato sino a qui.

Dalla tua domanda si coglie un desiderio di riavvicinarti a Dio, dal quale ti sei allontanata così, inconsapevolmente, o magari dopo una ferita, un dolore, ricevuto dalla vita.

Più che un libro potrebbero essere utili due o tre sedute di counseling, per capire meglio che cosa c’è dietro a questa «separazione», che per l’uomo è davvero dolorosa, il suo allentamento da Dio, come testimonia la nostra epoca più di ogni altra.

Se, in qualche modo, sei ancora credente o aperta alla possibilità di credere in alternativa, o anche insieme, al counseling, puoi anche cercare un consigliere spirituale che sarà sicuramente lieto di aiutarti a riallacciare il tuo rapporto con Dio.

Infine, la pratica della preghiera può essere davvero molto utile e fondamentale. In fondo, preghiamo tutti per sentirci più vicino a Dio e il rosario è appunto il sistema che abbiamo ricevuto per sentirci più vicini ai misteri della nostra fede, sempre, ovviamente, che tu sia cattolica; qualora non lo fossi, non importa, il discorso sarebbe valido ugualmente, mutatis mutandis.

Fatte queste importanti premesse, veniamo a parlare finalmente di libri. Il tema è davvero sconfinato, mi limiterò a dare solo qualche spunto, le prime cose che mi vengono in mente.

Personalmente, trovavo convincenti e irrobustenti il mio rapporto con Dio anche i libri scientifici, come quelli di biologia studiati al liceo, quando ti facevano toccare con mano la logica e i principi ispiratori del creato, tanto che si può davvero dire che tante vie portano a Dio.

A parte questa notazione, tuttavia, in generale io penso che il linguaggio che l’anima – che è quella parte di noi che più anela al rapporto con Dio – comprende meglio e da cui più si fa muovere sia quello della poesia e della bellezza.

Da questo punto di vista, le opere che possono essere utili sono tantissime, di nuovo ripeto che ne cito solo alcune.

«Guerra e pace», il grande capolavoro di Lev Tolstoj che ho appena finito di leggere, è intriso di riferimenti espliciti al Vangelo e precipita da una evidente concezione cristiana che emerge con chiarezza in tante parti dell’opera. L’ho adorato, è veramente un capolavoro altissimo. È impegnativo, ma restituisce tutti gli sforzi che si fanno per leggerlo con gli interessi. Ti consiglio la versione che puoi visualizzare facendo clic qui.

Ci sono tante altre opere di narrativa, specialmente dei grandi classici, dove Dio è una presenza viva e determinante, uno dei tanti personaggi per così dire, opere che così riavvicinano a Dio.

Una saga ad esempio che contiene tanta fede è la saga degli ultimi, della mia maestra Silvana De Mari, su cui puoi leggere maggiori informazioni qui.

A parte questo, ci sono alcuni libri della Bibbia che sono bellissimi, vere e proprie poesie, storie magiche, miti, che credo possano funziona molto bene a riguardo: cito ad esempio il libro di Giobbe, di cui parlo spesso nelle mie sedute di counseling, la storia di Tobia e Sara, a suo modo molto poetica, il Cantico dei cantici, l’Ecclesiaste. Il libro che trabocca più di amore per Dio è ovviamente quello dei salmi, su cui c’è un bel saggio di C.S. Lewis, il celebre autore delle Cronache di Narnia. Come edizione della Bibbia, ti consiglio di prendere questa.

Spero di averti dato qualche spunto utile, grazie ancora per la tua bellissima domanda.

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biblioterapia libri

Qual è il tuo linguaggio dell’amore?

Saggio

Una richiesta estremamente sintetica!

La saggistica dipende dagli interessi di ognuno di noi, quindi sarebbe sicuramente stato preferibile indicare quello che ti piace, quello che risuona di più con te.

Per ogni settore dell’esperienza umana, ci sono dei saggi fondamentali, ma è evidente che un libro, per quanto magnifico possa essere, ad esempio in materia di giardinaggio è destinato a risuonare poco con te, se il giardinaggio è una materia che non ti interessa.

Come sempre, si conferma la grande verità per cui qualsiasi percorso di evoluzione o «terapeutico» come la biblioterapia, ma anche, come ho detto tante volte, gli arcani, inizia al momento della formulazione della domanda.

È importante saper formulare le domande più funzionali di partenza, altrimenti si rischia di non arrivare da nessuna parte significativa.

Tutto ciò premesso, volendo comunque dare un consiglio in generale, a prescindere dallo specifico settore di interesse, a mio giudizio un libro che dovrebbe davvero leggere e assorbire ognuno di noi è quello dei 5 linguaggi dell’amore, su cui puoi trovare maggiori informazioni qui.

Si tratta di un manuale fondamentale del grande Gary Chapman, che consiglio a pressoché tutti i miei clienti del counseling, clienti dello studio legale, amici, parenti e conoscenti, perché coglie alcune fondamentali verità delle relazioni umane.

Siccome, come è stato giustamente detto «la vita è l’arte dell’incontro» (la citazione è in un disco di Vinicio de Moraes e Sergio Endrigo), un saggio che ti insegna cose fondamentali in materia di relazioni può a ben diritto essere considerato tra i primi libri da leggere, anche in mancanza di indicazioni specifiche.

Buona lettura.

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Comunque, a comportarsi bene sono capaci tutt …

Comunque, a comportarsi bene sono capaci tutti, se vogliono. A dire le parole giuste al momento giusto solo in pochissimi.

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Sogni: colature dell’inconscio nella coscienza.

«La possibilità-necessità del cambiamento è rappresentata nei sogni del maschio con un’immagine ancora più forte: quella della
decapitazione» (Claudio Risé – Il maschio selvatico/2)

Leggere i sogni.

I sogni sono uno strumento potentissimo per conoscere cosa pensano il tuo inconscio e più in generale tutte le tue parti profonde della tua stessa vita.

Essi sono facilissimi e difficilissimi da leggere al tempo stesso.

A) Difficilissimi perché usano il linguaggio del simbolo, che è preverbale, ma tu non ci sei più abituato, perché vivi nel verbale, almeno sin dai tempi dei primi versetti del Vangelo di Giovanni, dove l’universo e Dio nascono come logos – e cioè anche «parola».

«Gesù è già da subito il Salvatore pur essendo un infante, in/fans: senza parola. Ciò è di grande significato per l’uomo contemporaneo, incapace di qualsiasi esperienza che non passi dal linguaggio e si articoli in un discorso» (Claudio Risé – Il maschio selvatico/2)

Il verbale però è solo uno strato spalmato sulle tue parti profonde, che sono quelle che determinano davvero la tua direzione. Sei mai stato, ad esempio, innamorato di una persona che a livello mentale avresti desiderato tutto all’opposto detestare? O viceversa?

Le parti profonde non si fanno confondere dalle parole ma usano un linguaggio appunto preverbale che è quello del simbolo, cui, nella sfera cosciente, nella mia pratica di counseling, tento di accedere con lo strumento dei tarocchi, che sono una specie di libro scritto con la lingua dei simboli, un libro che, esattamente come tutti gli altri, anzi a volte anche più degli altri, finisce per parlarti di te stesso.

B) Facilissimi perché una volta che hai capito quale chiave utilizzare per la lettura puoi appunto interpretare, leggere e «capire» ogni sogno. Tipicamente, un sogno sembra oscuro, bizzarro, strano e, in definitiva, privo di senso, finché non lo comprendi con la chiave del simbolo.

Nel momento stesso in cui lo riesci a leggere, tutto quello che prima ti sembrava oscuro e assurdo ti appare così chiaro ed evidente…

Il sogno della decapitazione.

Cosa significa sognare di essere decapitati?

È «semplicissimo» nel senso che ho illustrato poco fa.

Sei troppo mentalizzato, vivi troppo nella testa, devi scendere giù al cuore.

Hai bisogno di un rinnovamento e un cuore nuovo.

È la cosa di cui oggigiorno hanno più bisogno tutti, esattamente per questo è uno dei sogni più diffusi.

Ci torneremo presto sopra.

Messaggi da portare a casa.

  1. Resta sintonizzato, perché presto sul blog comincerò a parlare più approfonditamente dei sogni, con l’occasione di alcune domande di «letture» ricevute da alcuni iscritti.
  2. Molto importante: tieni un taccuino sul comodino e annotati rigorosamente tutti i sogni che dovessi ricordarti al momento del risveglio; non sprecare nessun sogno, nessuna parte di esso: i sogni sono colature, porte tra l’inconscio e la veglia che ti trasmettono informazioni preziosissime su te stesso.
  3. Se vuoi farmi leggere un sogno che hai fatto, mandami la descrizione la più minuziosa possibile dalla pagina dei contatti del blog cercando di descrivere anche la situazione in cui ti trovi al momento nella tua vita.
  4. Condividi questo post se pensi che possa essere utile a qualcun altro.
  5. Entra nel mio gruppo facebook Terre dell’Anima.

Un abbraccio.

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Nella mia pratica di counseling, uso le paro…

Nella mia pratica di counseling, uso le parole per il verbale, i tarocchi e i sogni per il preverbale o averbale, una dimensione dell’uomo non trascurabile nella relazione di aiuto.

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Una commossa preghiera per una grande anima c…

Una commossa preghiera per una grande anima che ci ha lasciato parole bellissime. Requiescat in pace.

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101 storie zen: libro molto piccolo, molto profondo.

Il libro.

Questo è un libricino davvero molto bello, che dovrebbero o potrebbero leggere tutti per la sua rapidità e facilità di lettura, da un lato, e per il contenuto profondo, in contrapposizione, dall’altro. Personalmente, lo uso molto spesso con le persone che seguo nel counseling, lo considero anche un vero e proprio strumento di lavoro.

Le 101 storie zen contenute in questa raccolta sono, infatti, molto brevi, molte non superano addirittura la mezza pagina, ma lasciano ampio spazio per la riflessione, in linea con la consuetudini delle tradizioni sapienziali orientali, che, a differenza di quella cristiana, sono fatte più di silenzio che di parole.

Questo è un libro infatti dove il lettore trascorre più tempo a riflettere, con il libro abbassato in mano, su quello che ha appena letto, che a leggere direttamente.

È stupefacente come storie così brevi possano contenere contenuti così ampi e profondi, spunti che a volte ti fanno riflettere per anche lungo tempo.

101 storie zen

Sotto questo riguardo, sembra di leggere le scritture cristiane: contenuti condensatissimi, che accedono prospettive e punti di vista che non sapevi nemmeno di avere, ma che senti ti arricchiscono moltissimo.

Un libro da leggere, dunque, molto lentamente, come piace a me, e, per questo godibilissimo, oltre che utilissimo.

Le storie.

Le storie sono piene di paradossi, apparenti, o reali, controsensi, come nella migliore tradizione zen dei koan, che poi sono metafore curiose che, alla fine, sono il mezzo migliore per parlare al nostro cervello emotivo.

Riporto qui di seguito la storia n. 35, che poi riprenderò nel post, che sto concependo proprio in questo periodo, in seguito alle numerose richieste ricevute, sulla mindfulness. Una storia, come si vede, di pochissime righe, ma che contiene concetti importantissimi come quelli del pilota automatico, della consapevolezza, della necessità di «vegliare sempre» – un vero e proprio mantra di Gesù! -, che ti fanno capire con pochissime parole uno degli aspetti fondamentali dello zen.

35. Lo Zen di ogni istante.

Gli studenti di Zen stanno coi loro maestri almeno dieci anni prima di presumere di poter insegnare a loro volta. Nan ricevette la visita di tenno, che dopo aver fatto il consueto tirocinio era diventato insegnante. Era un giorno piovoso, perciò tenno portava zoccoli di legno e aveva con sé l’ombrello. Dopo aver salutato, Nan-in disse: «Immagino che tu abbia lasciato gli zoccoli nell’anticamera. Vorrei sapere se hai messo l’ombrello alla destra o alla sinistra degli zoccoli.
Tenno, sconcertato, non seppe rispondere subito. Si rese conto che non sapeva portare con sé il suo Zen in ogni istante. Diventò allievo di Nan-in e studiò ancora sei anni per perfezionare il suo Zen di ogni istante.

Poi c’è, sempre ad esempio, la storia numero 1, della tazza di tè, di cui parlo in questo altro post, e che ritengo fondamentale per qualsiasi percorso di cura e guarigione personale.

Come procurarselo.

Purtroppo, il libro non esiste in formato ebook, ma solo in cartaceo.

Si può acquistare per pochi euro qui.

Non perdertelo, anche se hai poco tempo per leggere puoi fare una storia o due al giorno in pochi minuti, ti arricchirà tantissimo. Per me è un must-have.

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counseling

Counseling e potere delle parole.

Il counseling è un intervento o terapia basata sulla parola.

La parola detta dal counselor, ma anche quella da lui ascoltata e detta dalla persona che si sta cercando di aiutare.

Quest’ultima serve a capire dove sono i blocchi, la prima, invece, serve per cercare di scioglierli.

Ognuno di noi è un essere perfetto, che dispone di tutte le risorse per affrontare qualsiasi cosa.

Queste risorse vanno solo sbloccate, la persona in difficoltà deve essere messa di nuovo in grado di avervi accesso o di sentire di disporne, perché si è allontanata da se stessa.

Per sapere quali sono i blocchi basta ascoltare le parole.

Per iniziare a scioglierli basta usare altre parole, spesso in forma di domande.

La scommessa di base del counseling è avere una comunicazione e un flusso avanti e indietro di parole che possa scorrere ed essere recepito in modo efficace: che le parole, insomma, siano in grado di poter sprigionare la loro magia.

«Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere». (Emily Dickinson)

«In principio era il Verbo,
Il Verbo era presso Dio
E il Verbo era Dio».
(Giovanni, 1)

«Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Gesù di Nazareth)