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Fratello invalido: posso andare all’estero?

ho una sorella più vecchia di me sposata da quasi 40 anni con uno schizofrenico che a vOlte diventa anche pericoloso, un fratello anche lui schizofrenico da più di 30 , abita difronte a me, da poco ho saputo che anche l’altra sorella (non ho rapporti con lei da più di 20 anni) sposata da 15, anche lei con qualche problema…è alcolista grave tanto che in questi giorni è stata ricoverata in una comunità di recupero. Bene il marito di questa, quando lei uscirà dalla comunità vuole separarsi e pensa di mandarla a vivere con mio fratello in quanto la casa che per ora usufruisce solo mio fratello è un eredità e tutti noi fratelli abbiamo una quota, il fratello è interdetto e il suo tutore è il sindaco del paese, ora io chiedo se decido di trasferirmi all’estero e non posso più seguire mio fratello vado incontro a qualche grana?

Gli obblighi alimentari che potresti avere nei confronti di tuo fratello ai sensi dell’art. 433 cod. civ. e quelli, più in generale, che ogni persona ha nei confronti degli incapaci non sono tali da impedirti di trasferirti all’estero o altrove.

Si tratterebbe di una limitazione eccessiva della libertà personale di un individuo.

Ovviamente, se hai sempre seguito tu tuo fratello di fatto non puoi interrompere così semplicemente, ma devi trovare una soluzione e cioè un modo con il quale tuo fratello possa continuare ad essere assistito anche dopo che tu non lo farai più, specialmente se il bisogno di assistenza è assoluto.

Ti conviene, se hai questi progetti, iniziare a muoverti sin da subito, interessando gli eventuali familiari che possono essere in grado di farsi carico di questo problema ma soprattutto gli enti pubblici preposti.

Comincia segnalando la situazione e il caso ai servizi sociali.

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Una pubblica amministrazione può annullarmi una sanzione anche in appello?

vorrei sapere se è possibile che l’Autorità Competente che ha emesso una sanzione o il Sindaco possano annullare la stessa oppure sospenderne l’ingiunzione di pagamento (che mi è già stata notificata) anche dopo una sentenza di primo grado che non mi ha dato ragione (c’è un appello in pendenza)

Come sempre non ha molto senso parlare di diritto in termini generali, mentre sarebbe stato necessario descrivere il caso in termini concreti indicando il tipo di sanzione, l’autorità e così via, perché la legge, soprattutto quella italiana, vive di particolarismo e del singolo caso.

In generale, esiste un principio valevole salvo eccezioni per tutte le pubbliche amministrazioni che è quello dell’autotutela per cui un’amministrazione può sempre revocare, salvo i diritti dei terzi e il risarcimento dei danni, un proprio atto.

Oltre a ciò, c’è da dire che l’amministrazione può comunque sempre procedere ad una transazione di una lite pendente, come l’appello in questo caso, se considerando le circostanze del caso, può apparire più conveniente per l’interesse pubblico.

Per cui la risposta alla tua domanda dovrebbe essere più positiva che negativa ma come ti dicevo andrebbe poi vista in concreto e nel caso a cui si riferisce.