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Socio di sas uscito: risponde per i debiti?

mio padre è socio accomandatario di una sas al 50%; l’altro socio a fine anno è andato in pensione.
per la sua uscita non ha chiesto nulla in quanto il suo è stato un subentro e non ha versato nessun capitale sociale;la società è ancora attiva e volevo chiederLe se per quanto riguarda i debiti accumulati dalla società nei confronti del fisco spetta solo a mio padre doverli pagare o anche al socio uscente, in quanto essendo una sas ne rispondono entrambi? I debiti del fisco riguardano gli anni in cui lui ancora lavorava.
Secondo Lei cosa dovrebbe fare mio padre?

Purtroppo è impossibile dare una risposta davvero utile in una situazione del genere senza aver potuto visionare l’atto di recesso o mutuo consenso con il quale il socio è uscito, insieme alla documentazione sociale, tra cui lo statuto e l’atto costitutivo.

In generale si può solo ricordare che i soci accomandatari rispondono delle obbligazioni sociali sorte sino al momento della loro uscita ai sensi dell’art. 2290 cod. civ. secondo cui appunto nei casi in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio, il socio, ed i suoi eredi, sono responsabili delle obbligazioni sociali maturate sino al giorno dell’uscita del socio stesso.

Considerata l’importanza dei valori e degli aspetti che ci sono in ballo, ti consiglierei di rivolgerti ad un bravo avvocato innanzitutto per una consulenza volta a chiarire meglio la situazione, esaminando più in dettaglio la situazione anche alla luce della documentazione esistente, ma in seguito probabilmente anche per compiere quelle attività necessarie per la tutela di tuo padre.

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Partecipazione societaria ereditata: come uscirne?

Ho un attività di autorimessa ereditata insieme mio fratellastro. Una S.A.S. suddivisa per un terzo ciascuno , a cui si aggiunge la mamma del fratellastro. L’attività va bene, solo che sono estromesso dai guadagni, utili, visione bilanci ecc. Ho provato a recuperare un rapporto che non vogliono. L’unica soluzione sarebbe dividere i locali (molto ampi, con 2 ingressi ) faccio riferimento al suo art. C.C. art.720. Sono in mano ad un avv. naturalmente ma non ho ottenuto e nn mi dilungo. La domanda è rivolgermi ad un giudice x divisione è un procedimento lungo e costoso . Voi cosa consigliereste?

Innanzitutto, bisognerebbe capire nella posizione di quale socio sei subentrato come erede, se cioè in quella di socio accomandante, che è solo un investitore senza alcun potere di ingerenza nella società, o in quella di socio accomandatario, che è appunto quello che gestisce concretamente l’attività. La tua società appunto è una società in accomandita semplice, una società di persone che prevede necessariamente la presenza di queste due categorie di soci.

Qualora tu fossi socio accomandatario, la tua esclusione dall’amministrazione sarebbe illegittima, specialmente dal punto di vista quantomeno informativa, cioè del diritto a consultare e ricevere copia dei documenti societari. Inoltre, sarebbe anche pericolosa, perché tu, pur senza sapere nulla di come viene amministrata la società, risponderesti delle obbligazioni sociali col tuo patrimonio, a differenza del socio accomandante.

Pertanto è sicuramente una situazione dalla quale deve cercare di uscire subito, iniziando dal fare la dovuta chiarezza.

Il primo passo è sicuramente quello dell’invio di una diffida tramite avvocato; se questo non fosse sufficiente, puoi tentare con la fase di mediazione che spesso offre buoni risultati e che comunque è obbligatoria per poter poi in seguire instaurare un giudizio di divisione giudiziale.

La divisione giudiziale, riguardando quote societarie, peraltro sarebbe abbastanza più agevole di quella che si ha quando si devono dividere immobili.